29 luglio 2008
Bressanone: "Concerto di campane per l'«amico» Josef" (Gasperina e Laconi)
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IL PAPA A BRESSANONE: TUTTI I VIDEO E LE FOTO
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Concerto di campane per l'«amico» Josef
Migliaia di fedeli in strada due ore prima dell'arrivo. Diversi malori per il caldo
Riccardo Gasperina Thomas Laconi
BRESSANONE
Ore 12.10: le campane del Duomo hanno iniziato a suonare a festa per annunciare alla città che Benedetto XVI stava entrando a Bressanone, dove resterà fino all'11 agosto. Scortato da decine di agenti, il pontefice è sceso dall'auto nera in piazza del Seminario e moltissime bandiere bianco—gialle hanno iniziato a sventolare.
Migliaia di persone, molti anziani ma soprattutto molti bambini che hanno cercato di farsi spazio tra la folla per arrivare alle transenne, da cui potersi esporre per vedere il pontefice.
La persona più anziana era probabilmente Frau Gertraud, 87enne della Val Casies (e madre di una suora di Bressanone) che ha baciato l'anello del Papa.
Unico inconveniente: il gran caldo che ha portato alcuni anziani e una bambina ad avere dei malori e dei capogiri, vista anche la mancanza di bottigliette d'acqua e l'impossibilità delle persone di muoversi dai luoghi transennati, per mettersi all'ombra o per acquistare qualcosa da bere.
I fedeli hanno iniziato a prendere posto a due ore dall'arrivo in città, nonostante l'orario del passaggio del corteo di auto rimanesse fosse per i più un mistero.
Lungo via Bastioni Maggiori si sono formate due ali di folla: ai ritardatari del momento non è rimasto che ripiegare nelle retrovie. Qualcuno invece, chiede asilo ai palazzi sovrastanti.
«È come ricevere un amico — ha commentato una brissinese nei minuti dell'attesa — Speriamo possa godere le sue vacanze in tranquillità». Tra molti palloncini bianchi e gialli con la scritta «W il Papa» i numerosissimi bambini delle Acli. «Siamo davvero contenti — ha commentato Francesco Bertoldi, presidente delle Acli di Bressanone — di poter salutare Benedetto XVI. Siamo venuti qui con 50 bambini di etnie e religioni diverse. È davvero un'occasione comune».
Tuttavia se molti elogiano gli organizzatori, altri si lamentano per lo spiegamento di forze. «Che spreco di mezzi e uomini — ha commenta Riccardo, un giovane in vacanza a Bressanone — Chi paga?».
«Bressanone è bellissima — racconta Alessandra di Firenze, in vacanza in Alto Adige — Tutto mi sembra organizzato molto bene. Siamo emozionati. Sono andata insieme alla mia famiglia a Roma, dove desideravo vederlo, ma non ci siamo riusciti. Ora, sono davvero contenta di poterlo vedere».
«Siamo venuti dalla Germania — questo il commento della famiglia Jansen, proveniente dalla vicina Ausburg — per noi è una giornata speciale.
Da dieci anni siamo ospiti di questa città ma vedere da vicino il nostro Papa tedesco, è un'emozione unica».
Tra la folla un fedele trentino che ha insistito, invano, per parlare col Papa. Voleva raccontare che una foto della Madonna di Medjugorie da lui fatta durante una visita al santuario, ha iniziato a lacrimare dopo il suo ritorno a casa.
Il rintocco delle campane sancisce l'arrivo in città di Benedetto XVI. Le macchine della scorta aprono il corteo, le bandierine iniziano a sventolare: il Papa saluta e ringrazia la “sua” Bressanone, mentre tutti fanno incetta di foto, per immortalare il momento del passaggio. La gente sfolla, ma quell'istante, a pochi centimetri da Papa Ratzinger, è già un ricordo da custodire gelosamente.
© Copyright Corriere dell'Alto Adige, 29 luglio 2008
Gli scoop e la privacy
di SUSANNA PETRONE
Domenica mattina, sfogliando i giornali, i lettori della Zett hanno potuto dare uno sguardo indiscreto alle camere private del Pontefice nel seminario di Bressanone: dalla cucina alla toilette, per poi passare alla camera da letto e al salotto. Il reportage fotografico, però, non sembra essere piaciuto affatto al direttore del Dolomiten, Toni Ebner, che ieri in prima pagina ha pesantemente attaccato le violazioni della privacy del Pontefice operate dalla stampa.
Una guerra in famiglia? Sia Zett che Dolomiten, infatti, sono giornali targati Athesia.
© Copyright Corriere dell'Alto Adige, 29 luglio 2008
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