9 maggio 2007
Il Limbo: le ragioni della sua abolizione
Vedi anche:
Il concetto teologico di limbo
Rassegna stampa del 21 aprile 2007 (limbo)
Aggiornamento della rassegna stampa del 21 aprile 2007 (limbo)
Il cardinale Ratzinger: il limbo? Non è mai stato verita' di fede
Aggiornamento della rassegna stampa del 21 aprile 2007 sul limbo (2)
LIMBO: COME E PERCHE' E' SUPERATO NELLA TEOLOGIA CATTOLICA
(ASCA) - Roma, 9 mag - Che si potesse ormai ragionevolmente
sperare il paradiso anziche' il carcere dorato del Limbo per
i bambini morti senza battesimo era diventato notizia a meta'
aprile, ma solo ora, in Italia, e' possibile avere a
disposizione il testo integrale del documento, approvato dal
papa che chiude una questione secolare nella storia della
chiesa cattolica.
La rivista ''Civilta' Cattolica'' dei gesuiti italiani
pubblica infatti nel suo ultimo numero la traduzione italiana
del documento conclusivo della Commissione teologica
internazionale che ha condotto un lungo studio
sull'argomento. La discussione generale si era svolta nelle
sessioni plenarie della medesima commissione nel dicembre
2005 e nell'ottobre 2006.
Come noto, il testo della commissione, dal titolo ''La
speranza della salvezza per i bambini che muoiono senza
battesimo'', approvato dai teologi membri della Commissione,
e' stato sottoposto dal suo presidente, il cardinale William
Levada, prefetto dell'ex sant'Ufficio, all'esame del Papa
ricevendone il consenso nell'udienza dello scorso 19
gennaio.
Benedetto XVI in quella data aveva dato la sua approvazione
per la pubblicazione del documento apparso, qualche settimana
dopo nella rivista teologica americana Origin.
Dalla lettura dei 102 paragrafi del documento si coglie la
convinzione che senza il Concilio Vaticano II che ha
approfondito la dottrina cristiana sulla Chiesa e la
comunione dei santi, difficilmente si sarebbe potuto dare una
soluzione accettabile alla mentalita' odierna di una
questione tanto dibattuta come il Limbo e causa di sofferenza
per i genitori di bambini morti senza battesimo.
''La conclusione dello studio - si legge nella nota
preliminare apposta da Civilta' cattolica al documento
teologico - e' che vi sono ragioni teologiche e liturgiche
per motivare la speranza che i bambini morti senza Battesimo
possano essere salvati e introdotti nella beatitudine eterna,
sebbene su questo problema non ci sia un insegnamento
esplicito della Rivelazione''.
Lo studio si snoda attraverso un excursus storico e teologico
sul limbo, ricordando l'evoluzione del tema nei secoli. Poi
si affronta l'aspetto propriamente teologico con un secondoc
apitolo dedicato a indagare le vie di Dio e i principi
teologici su cui poter fondare una rifelessione credibile.
Infine una parte dedicata alle ragioni della speranza dove si
prendono in considerazione il nuovo contesto aperto con il
concilio. La riflessione viene puntata sulla centralita' di
Cristo che resta la chiave di ogni possibilita' di salvezza
spirituale di ogni vivente.Si tratta anche la questione della
libera adesione al suo messaggio senza cui non e' possibile
rendere effettiva la salvezza offerta a ciascuno da Gesu'
Cristo. Il Battesimo resta comunque un passaggio
fondamentale.
''Quando un bambino viene battezzato, - si afferma nel
paragrafo 98 del testo - non puo' fare personalmente una
professione di fede. In quel momento sono invece i genitori e
la Chiesa nel suo insieme a dare un contesto di fede
all'azione sacramentale. La Chiesa professa la sua fede e
intercede con potenza per il bambino, compiendo quell'atto di
fede di cui e' incapace il bambino; ancora una volta sono
operativi e manifesti i vincoli di comunione, sia naturali
sia soprannaturali. Se un bambino non battezzato e' incapace
di un votum baptismi, allora, in virtu' dei medesimi vincoli
di comunione, la Chiesa puo' forse intercedere per il bambino
ed esprimere a suo nome un votum baptismi efficace davanti a
Dio. Inoltre la Chiesa di fatto esprime proprio un tale votum
nella liturgia, per quella stessa carita' verso tutti
rinnovata in ogni celebrazione eucaristica.
''Dovremmo arrivare alla conclusione - si aggiunge nel
paragrafo successivo - che nessuno e' salvato senza una
qualche relazione al Battesimo e all'Eucaristia, e quindi
alla Chiesa, che da questi sacramenti e' definita. Ogni
salvezza ha una qualche relazione con il Battesimo,
l'Eucaristia e la Chiesa. Il principio per cui ''fuori dalla
Chiesa non c'e' salvezza'' significa che non c'e' salvezza
che non provenga da Cristo e che non sia ecclesiale per sua
stessa natura. Analogamente, l'insegnamento della Scrittura
che ''senza la fede e' impossibile essere graditi [a Dio]''
(Eb 11,6) indica il ruolo intrinseco della Chiesa, la
comunione di fede, nell'opera di salvezza. Soprattutto nella
liturgia della Chiesa appare manifesto questo ruolo, in
quanto la Chiesa prega e intercede per tutti, inclusi i
bambini che muoiono senza Battesimo.
Prima del Vaticano II, , si ricorda al numero 100 del
documento - nella Chiesa latina non esisteva un rito funebre
per i bambini non battezzati, che venivano sepolti in terra
non consacrata. A rigore non esisteva nemmeno un rito funebre
per i bambini battezzati, ma nel loro caso veniva celebrata
una Messa degli Angeli, e naturalmente veniva data loro
sepoltura cristiana. Grazie alla riforma liturgica successiva
al Concilio, il Messale Romano dispone adesso di una Messa
funebre per i bambini che muoiono senza Battesimo, e ci sono
inoltre preghiere speciali nell'Ordo exsequiarum per un caso
del genere. Nonostante che in entrambi i casi il tono delle
preghiere sia chiaramente improntato a una grande cautela, di
fatto oggi la Chiesa esprime liturgicamente la speranza nella
misericordia di Dio, alla cui cura amorosa e' affidato il
bambino''.
Esiste una speranza per la salvezza dei bambini che muoiono
senza Battesimo? ''Abbiamo attentamente riesaminato questa
complessa questione, con gratitudine e rispetto per le
risposte date nel corso della storia della Chiesa, - si legge
nella conclusione della Commissione teologica internazionale
- ma anche con la consapevolezza che spetta a noi dare una
risposta coerente per il momento odierno.
La nostra conclusione e' che i molti fattori che abbiamo
sopra considerato offrono seri motivi teologici e liturgici
per sperare che i bambini che muoiono senza Battesimo saranno
salvati e potranno godere della visione beatifica.
Sottolineiamo che si tratta qui di motivi di speranza nella
preghiera, e non di elementi di certezza. Vi sono molte cose
che semplicemente non ci sono state rivelate (cfr Gv 16,12).
Viviamo nella fede e nella speranza nel Dio di misericordia e
di amore che ci e' stato rivelato in Cristo, e lo Spirito ci
spinge a pregare in gratitudine e letizia incessante (cfr 1
Ts 5,18).
Cio' che ci e' stato rivelato e' che la via di salvezza
ordinaria passa attraverso il sacramento del Battesimo.
Nessuna delle considerazioni sopra esposte puo' essere
addotta per minimizzare la necessita' del Battesimo ne' per
ritardare il rito della sua amministrazione. Piuttosto, come
vogliamo qui in conclusione ribadire, esistono forti ragioni
per sperare che Dio salvera' questi bambini, poiche' non si
e' potuto fare cio' che si sarebbe desiderato di fare per
loro, cioe' battezzarli nella fede e nella vita della
Chiesa''.
Res/cdc
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