12 maggio 2007
La visita del Papa alla fazenda Da Esperanca
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VIAGGIO APOSTOLICO IN BRASILE (9-14 MAGGIO 2007)
IL PAPA DONA 100MILA DOLLARI A COMUNITA' EX DROGATI
Questa mattina visita a fazenda Da Esperanca
Guaratinguetà (Brasile), 12 mag. (Apcom) - Benedetto XVI ha donato alla Fazenda Da Esperanca, la comunità che aiuta giovani in difficoltà - soprattutto ex tossicodipendenti - visitata questa mattina, 100mila dollari. Lo ha detto frei Hans Stapel, fondatore della Fazenda, al termine della visita di Papa Ratzinger alla comunità.
Il papa in Brasile. Il monito agli spacciatori: ''Dio vi renderà conto di quanto avete fatto''
di Sara Bauducco - Mattia Bianchi - Daniele Lorenzi
SAN PAOLO - Dopo aver denunciato nei giorni scorsi il deficit di speranza delle nuove generazioni e i problemi sociali del Paese, Benedetto XVI incontra una realtà che ha saputo dare risposte concrete alle sfide del presente. E' la Fazenda da Esperança, la rete di comunità di recupero per giovani in difficoltà, fondata dal frate francescano Hans Stapel, sulla scia della spiritualità del movimento dei Focolari. Il papa visita la fazenda di Guarantiguetà, a pochi chilometri da Aparecida, dove è in programma l'incontro sia con i giovani che con le monache clarisse che vivono nel centro. Nel pomeriggio (la notte in Italia), invece, recita del Rosario nel santuario mariano di Aparecida, insieme ai sacerdoti, religiosi, diaconi e seminaristi.
Ore 11,00 (16,00 ita): IL PAPA ALLA FAZENDA. L'INCONTRO CON I GIOVANI
L'entusiasmo è quello di chi è riuscito (o almeno ci sta provando) a gettarsi alle spalle un passato difficile. Gli oltre 5mila giovani della Fazenda salutano il papa con canti, danze e cori, inneggiando ad un mondo migliore e unito. Davanti a Benedetto XVI scorrono testimonianze di rinascita: quello del primo ospite della Fazenza ormai adulto presente insieme alla famiglia, dell'ex bambino di strada, impegnato oggi per aiutare chi è in difficoltà o la ragazza uscita dall'anoressia grazie all'incontro con fra Hans. Una speranza che in coerenza con il carisma dell'unità dei Focolari, travalica confini geografici e religiosi, aiutando i giovani in tutto il mondo, come ha dimostrato la storia di un ragazzo russo ortodosso, arrivato in Brasile per dire basta alla droga.
Il papa ascolta e ricambia con sorrisi e un'espressione distesa, ma anche con parole che ispirano fiducia. Nel suo discorso, la presenza di un Dio che vuol bene nella vita personale di ogni giovane segnato dall’esperienza della droga e un severo richiamo agli spacciatori per il male che compiono in una società che ha i più alti tassi di dipendenza chimica dalle droghe e dagli stupefacenti. È intenso il discorso che il papa rivolge agli ospiti in fase di recupero delle “Fazendas” riuniti insieme a ex ricoverati, volontari, famiglie e benefattori. Ne mette in evidenza i meriti dal punto di vista del reinserimento sociale dei giovani, ma ne sottolinea soprattutto i frutti spirituali.
“In un certo momento della vita” – ha detto Benedetto XVI ai ragazzi presenti – “Gesù viene e bussa, con tocchi soavi, nel profondo dei cuori ben disposti: con voi lo ha fatto attraverso una persona amica o un sacerdote” o forse predisponendo “una serie di coincidenze per farvi capire che siete oggetto della predilezione divina”. Quel Dio che “vi ha reso possibile questa esperienza di ricupero fisico e spirituale di importanza vitale per voi e per i vostri familiari” è un Dio che “non costringe e non opprime la libertà individuale”, ma chiede solamente “l’apertura di quel sacrario della nostra coscienza attraverso cui passano tutte le aspirazioni più nobili”. Ecco dunque, ancora, l’invito ad essere “ambasciatori della speranza” in un continente segnato dalla dipendenza dalla droga: “Dico agli spacciatori” – si è fatto severo il papa – “che riflettano sul male che stanno facendo a una moltitudine di giovani e di adulti di tutti gli strati sociali: Dio chiederà loro conto di ciò che hanno fatto”. “La dignità umana” – ha continuato – “non può essere calpestata in questo modo e il male provocato riceve la medesima riprovazione che Gesù espresse per coloro che scandalizzavano i “più piccoli”, i preferiti di Dio”. I giovani applaudono e qualcuno si commuove. Il papa saluta e lascia un segno: una statua della Madonna e 100mila dollari che aiuteranno in futuro il cammino dell'opera di fra Hans.
Ore 10,30 (15,30 ita): IL PAPA ALLA FAZENDA. L'INCONTRO CON LE CLARISSE
Un vero inno alla speranza in una società che non vede alcun futuro, con la sottolineatura dell’opera nascosta ma profonda delle suore di clausura e una lode francescana della bellezza della natura e di tutte le creature. Benedetto XVI, prima di incontrare i ragazzi della Fazenda da Esperança, saluta le “carissime sorelle Figlie di Santa Chiara” che vivono nel centro, con un discorso sulla speranza e sulla lode. Un luogo, la “Fazenda”, segnato dalla sofferenza, nella quale – ricorda il papa – “risiedono tante persone, specie giovani, che cercano di superare il problema della droga, dell’alcool e della dipendenza dalle sostanze chimiche”. E’ il posto giusto – dice Benedetto XVI a chi lo ascolta – per annunciare e “testimoniare il Vangelo in mezzo a una società consumistica lontana da Dio”, incapace di vedere “alcun futuro o speranza”; è un posto in cui le preghiere delle suore e “il lavoro arduo della medicina e dell’ergoterapia” si uniscono per “vincere le prigioni e rompere le catene delle droghe che fanno soffrire i figli amati di Dio”. Di fronte alla realtà della tossicodipendenza, e non solo di quella, “non bisogna mai perdere la speranza!”, dice Benedetto XVI, per il quale occorre anzi ““edificare e costruire la speranza tessendo la tela di una società che, nello stendere i fili della vita, perde il vero senso della speranza”. Alle suore dunque l’invito a proclamare la speranza che non delude e la consolazione dei “tanti cuori materni e paterni che piangono di dolore per i loro figli ancora tossicodipendenti”, e alle preghiere di quelle religiose che annunziano “col silenzio” un messaggio “che vince dolore, droga e morte” il papa affida la Conferenza dei vescovi che si va ad aprire
Korazym
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