14 maggio 2007

Rassegna stampa del 14 maggio 2007


Cari amici, ecco la prima ondata di articoli sul discorso del Papa davanti ai Vescovi dell'America Latina. Mi raccomando: e' di vitale importanza leggere il testo integrale dell'intervento del Papa. I vaticanisti, salvo rare e lodevoli eccezioni, hanno fatto prevalere il pregiudizio sulla realta'. Indossiamo il filtro, accentiamo il decoder e addentriamoci nella lettura ma solo dopo l'attenta riflessione sulle parole che il Papa ha effettivamente pronunciato.
Piu' tardi ci sara' spazio anche per il family day, una delle cause del risentimento di certuni verso il Papa e la Chiesa
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Raffaella

Vedi anche:

IL DISCORSO STORICO DEL PAPA

SERVIZIO DI SKYTG24

Conferenza stampa del Papa sull'aereo per il Brasile

VIAGGIO APOSTOLICO IN BRASILE: SPECIALE

VIAGGIO APOSTOLICO IN BRASILE (9-14 MAGGIO 2007)


Il Papa: la Chiesa non fa politica
Benedetto XVI dal Brasile: marxismo e capitalismo hanno fallito

DAL NOSTRO INVIATO
APARECIDA (Brasile) — Fare politica «non è competenza della Chiesa», che intende rispettare «una sana laicità» e riconosce «la pluralità delle posizioni politiche»: l'ha detto il papa ieri ad Aparecida, aprendo la Quinta conferenza degli episcopati dell'America latina e concludendo con questo atto il suo viaggio in Brasile. Ha pure invitato i vescovi di qui a impegnarsi più che mai a difesa e promozione della famiglia, minacciata oggi nella sua «unità e identità». Non ha trattato delle unioni civili, che qua non sono all'ordine del giorno, ma del divorzio, dell'aborto e della contraccezione. Chiesa che non fa politica e difesa della famiglia: Benedetto XVI ha dunque trattato, insieme ad altri temi (questione indigena, povertà, sperequazioni sociali, sette), questioni di prima attualità in Italia. Ma occorre fare attenzione ai contesti diversi, per non fargli dire troppo o troppo poco. Per esempio, quando parla della politica non fa riferimento ai cattolici in piazza per la famiglia ma a comunità di base vicine all'estrema sinistra. «Questo lavoro politico — ha detto il papa pensando a loro — non è competenza immediata della Chiesa. Il rispetto di una sana laicità — compresa la pluralità delle posizioni politiche — è essenziale nella tradizione cristiana autentica».
«Se la Chiesa — ha continuato — cominciasse a trasformarsi direttamente in soggetto politico, non farebbe di più per i poveri e per la giustizia, ma di meno, perché perderebbe la sua indipendenza e la sua autorità morale. La Chiesa è avvocata della giustizia e dei poveri, precisamente perché non si identifica con i politici né con gli interessi di partito. Solo essendo indipendente può insegnare i grandi criteri e i valori inderogabili, orientare le coscienze e offrire un'opzione di vita che va oltre l'ambito politico». La politica però riguarda i laici cattolici: «Devono essere coscienti delle loro responsabilità nella vita pubblica». L'altro riferimento alla politica è nel giudizio, identico, su marxismo e capitalismo: promessa ideologica falsa. «Il sistema marxista ha lasciato una triste eredità di distruzioni economiche ed ecologiche e una dolorosa distruzione degli spiriti. Lo stesso all'Ovest, dove cresce costantemente la distanza tra poveri e ricchi e si produce un'inquietante degradazione della dignità personale con ingannevoli miraggi della felicità».
Poi le parole sulla famiglia, che costituisce «uno dei tesori più importanti dei paesi latino- americani», ma oggi «soffre situazioni avverse provocate dal secolarismo e dal relativismo etico, dai diversi flussi migratori interni ed esterni, dalla povertà, dall'instabilità sociale e dalle legislazioni civili contrarie al matrimonio che, favorendo gli anticoncezionali e l'aborto, minacciano il futuro dei popoli». Benedetto ha invitato i vescovi a chiedere ai governi «politiche familiari autentiche» e a promuovere una «pastorale familiare» che aiuti a superare la «mentalità maschilista» e richiami i padri a esercitare la loro «indispensabile responsabilità». Sempre ieri — da Roma — il cardinale Camillo Ruini parlando in San Pietro ha affermato che nella nostra società è necessario che «la famiglia sia compresa nel suo autentico valore, capita fino in fondo, sostenuta e vissuta con gioia». Di gioia ha parlato anche il presidente della Cei, Angelo Bagnasco, a proposito del Family Day, «testimonianza rispettosa e gioiosa sul valore della famiglia».
Parole che provocheranno polemiche il papa ha detto ai vescovi latino- americani sulle «ideologie indigeniste» oggi emergenti, definendo un «regresso» la «utopia» da loro perseguita di «tornare a dare vita alle religioni precolombiane». Qui il papa ha rivendicato in toto — senza l'abituale allusione alle «luci e ombre» di quel processo — la bontà dell'evangelizzazione del continente: «L'annuncio di Gesù e del suo Vangelo non comportò, in nessun momento, un'alienazione delle culture precolombiane, né fu un'imposizione di una cultura straniera».
Luigi Accattoli

Corriere della sera, 14 maggio 2007

Devo ammettere che il dottor Accattoli si dimostra estremamente obiettivo. Gli sono molto grata per il fatto di avere evidenziato le differenze fra societa' brasiliana ed italiana che altri vaticanisti e politologi fingono, per comodita', di non conoscere.
Raffaella


Prepariamoci...respirate, inspirate...

Duro monito del Papa in chiusura della visita in Brasile

L´anatema di Ratzinger "Capitalismo e marxismo hanno fallito"

L´ultimo atto del viaggio in Brasile dedicato al proselitismo: "Sétte forti se la Chiesa è debole"
La politica La Chiesa non si identifica con i partiti né con l´interesse partitico


MARCO POLITI

DAL NOSTRO INVIATO
APARECIDA - Difendere la famiglia, ritrovare slancio missionario, lottare contro la povertà, non trasformare la Chiesa in soggetto politico. Papa Ratzinger apre la quinta assemblea dell´episcopato latino-americano con un programma che, a parte qualche variante locale, vale per la Chiesa universale.
Famiglia e riforme sociali – dopo la diffusione del Vangelo anche via internet – sono al cuore delle sue preoccupazioni. Agli oltre duecentocinquanta vescovi del continente, presenti nel santuario mariano di Aparecida, Benedetto XVI ricorda che la famiglia è «patrimonio dell´umanità», minacciata da molti nemici. E di nuovo parte l´attacco alle «legislazioni sociali contrarie al matrimonio». Il giudizio è senza appello: «Anticoncezionali e aborto minacciano il futuro dei popoli». Segue una prudentissima critica del maschilismo imperante.
Ripetuti sono, nel discorso papale, i riferimenti alla situazione sociale. La globalizzazione, spiega il pontefice, è anche un guadagno per l´umanità, ma comporta «senza dubbio il rischio dei grandi monopoli e di trasformare il lucro in valore supremo». Perciò la globalizzazione deve essere guidata dall´etica. Notava, alla vigilia del viaggio, il cileno Josè Miguel Insulza, segretario generale dell´Organizzazione degli stati americani (Osa), che l´America latina è oggi un continente in movimento: «Il tasso di crescita è del 5,3 per cento», le ricette del Fondo monetario internazionale e della Banca mondiale hanno fallito e dappertutto «c´è una maggiore domanda di Stato, specie nel campo della sanità, dell´educazione e delle infrastrutture». Per di più il continente gode del primato drammatico della maggiore diseguaglianza nella distribuzione del reddito.
Per Benedetto XVI l´economia di mercato «deve tenere presente l´equità, perché continuano ad aumentare i settori sociali che si vedono oppressi sempre di più da un´enorme povertà o perfino depredati dai propri beni naturali». Marxismo e capitalismo, scandisce, hanno fallito nella promessa di creare strutture giuste basate su una morale sociale condivisa. Il marxismo lascia una «triste eredità» di distruzioni economiche, ecologiche e spirituali. «E la stessa cosa la vediamo all´Ovest, dove cresce costantemente la distanza tra poveri e ricchi e si produce un´inquietante degradazione della dignità personale con la droga, l´alcol e gli ingannevoli miraggi di felicità». Solo la Chiesa, fa capire, indica la direzione giusta.
E tuttavia – ed è un punto su cui torna continuamente – sono i laici cristiani che devono impegnarsi nella costruzione di strutture giuste, perché il «lavoro politico non è competenza della Chiesa». L´istituzione ecclesiastica non deve «trasformarsi in soggetto politico», perché perderebbe in indipendenza e autorità. L´indicazione è inequivocabile: «La Chiesa è avvocata della giustizia e dei poveri, perché non si identifica coi politici né con gli interessi di partito».
Nel contesto latino-americano il Papa mette in guardia dall´emergere di «forme di governo autoritario o soggette a ideologie, che si credevano superate»: una stoccata al socialismo di Chavez in Venezuela e alle spinte populiste in altri Paesi.
Quanto alla caduta di attrazione del cattolicesimo Benedetto XVI rinuncia ad ogni analisi approfondita. I colpevoli risuonano nella litania degli «ismi»: secolarismo, relativismo, edonismo, indifferentismo e il proselitismo delle sette, delle religioni animiste e di movimenti pseudoreligiosi.
Stupefacente nel discorso papale è la descrizione idilliaca dell´arrivo del cristianesimo in America latina. I popoli precolombiani attendevano il Verbo, che cercavano senza saperlo: «L´annuncio del Vangelo non comportò in nessun momento – precisa – l´alienazione delle culture precolombiane né fu un´imposizione di una cultura straniera». Rimossi il ferro e il fuoco con cui i Conquistadores imposero la fede, cancellate le riflessioni autocritiche di Wojtyla. Un fenomeno grandioso di ombre e luci ridotto ad un tranquillo scambio di valori, come quei dibattiti che da cardinale Ratzinger faceva con Habermas. Deludente si è manifestata in tutto il viaggio la partecipazione popolare. Alla messa davanti al santuario di Aparecida i vescovi si aspettavano da cinquecentomila ad un milione di fedeli. Ne sono venuti al massimo duecentomila.

Repubblica, 14 maggio 2007

Cio'che io trovo stupefacente, caro signor Politi, non e' il discorso del Papa, ma la sua analisi molto superficiale e di un'arroganza fuori dal lecito.
Mi pare, signor Politi, che Lei stia usando un tono sprezzante che un vaticanista non si puo' permettere di avere (se fossi nel cardinale Bertone e in Padre Lombardi...lasciamo perdere!).
Lei liquida in due parole tutto il discorso del Pontefice, sintomo di un pregiudizio che non posso condividere e che, da questo blog, mettero' sempre a nudo.
Il ritornello (ah no, la litania) degli "ismi" e' reale, caro signor Politi. Vuole un Papa tutto pappappero e trallala'? Beh, dovra' aspettare parecchio perche' Benedetto XVI e' molto realista e poco incline a presentare un mondo dipinto di rosa.
Vada a leggere (sul Corriere della sera, non su Repubblica) che cosa sta accadendo in Ucraina dove spariscono i neonati, profanano le tombe e ci sono molti sospette in nome della ricerca sulle cellule staminali. Vada a leggere e poi mi dica se il Papa ha ragione o torto quando denuncia i mali della nostra societa'!
Basta con le frasi (frasette) fatte e con la riduzione dei discorsi del Papa.
Archiviamo la litania (questa si' ed e' la Sua, caro signor Politi) della mancanza dei mea culpa nel Pontificato di Benedetto XVI. Quante volte il Papa ha fatto mea culpa per le colpe della Chiesa? Ricorda la via crucis del 2005? Ricorda il discorso ai vescovi irlandesi sui preti pedofili? Ricorda la denuncia del maschilismo delle ultime feste pasquale? Ah, capisco...Lei vorrebbe che il Papa chiedesse scusa solo per le colpe del passato...che strano modo di pensare...
Noto che per la prima volta Lei, caro signor Politi, snocciola qualche dato sull'affluenza dei fedeli per evidenziare che ieri c'era meno gente del previsto. Bravo...e' un dato di cronaca, ma la prossima volta che Piazza San Pietro straripera' di fedeli, mi faccia la cortesia di non fare finta di nulla e di segnalarlo...troppo comodo tirare fuori il taccuino delle presenze quando ci torna utile.

Raffaella


“Famiglia sempre più in pericolo”

MARCO TOSATTI

INVIATO AD APARECIDA
Il rispetto di «una sana laicità» fa parte della tradizione della Chiesa, ma non si può escludere Dio dalla vita pubblica, specialmente ora che sulle famiglie «si accumulano ombre che minacciano la loro unità e identità naturale». Benedetto XVI parla a tutti i vescovi dell’America Latina, riuniti sotto il manto della Vergine Aparecida, uno dei santuari più venerati nel continente, detta le linee della loro azione per il decennio a venire, e parla al mondo intero. Anche all’Italia? La globalizzazione dei problemi, e la secolarizzazione che invade anche paesi ad antica tradizione cristiana rendono valide ovunque le sue preoccupazioni e i suoi ammonimenti. Richiesto di un commento sull’esito del «Family Day» il Segretario di Stato, Tarcisio Bertone, si è disimpegnato facendo dire che sarebbe inappropriato dare giudizi su fatti italiani mentre ci si trova qui in Brasile, e in un evento così importante come l’apertura della Conferenza del Celam. Il Vaticano non vuole lasciarsi impelagare in polemiche spicciole, neanche dopo il successo della manifestazione di piazza San Giovanni a Roma.
E comunque Papa Ratzinger parla ai 150 mila fedeli (gli organizzatori se ne aspettavano 5 volte tanto), con un discorso politico forte e chiaro, per rivendicare il ruolo della religione e della Chiesa. «Tanto il capitalismo quanto il marxismo promisero di trovare la strada per la creazione di strutture giuste ed affermarono che queste, una volta stabilite, avrebbero funzionato da sole; affermarono che non solo non avrebbero avuto bisogno di una precedente moralità individuale, ma che esse avrebbero promosso la moralità comune. E questa promessa ideologica si dimostrata falsa». Il marxismo ha lasciato non solo «una triste eredità di distruzioni economiche ed ecologiche», ma anche «una dolorosa distruzione degli spiriti». E all’ovest la forbice fra ricchi e poveri si allarga, e cresce «un’inquietante degradazione della dignità personale con la droga, l’alcol e gli ingannevoli miraggi di felicità», mentre la globalizzazione senza etica rischia di «trasformare il lucro in valore supremo».
Le strutture giuste «non funzionano senza consenso sui valori morali fondamentali» e la forza per vivere questi valori «anche contro i propri interessi». E dove «Dio è assente, Dio dal volto umano di Gesù Cristo, questi valori non si mostrano con tutta la loro forza, né si produce consenso su di essi». Il lavoro politico «non è competenza immediata della Chiesa; il rispetto di una sana laicità - compresa la pluralità delle posizioni politiche - è essenziale nella tradizione cristiana autentica. Se la Chiesa cominciasse a trasformarsi direttamente in soggetto politico... perderebbe la sua indipendenza e la sua autorità morale, identificandosi con un unica via politica e con posizioni parziali opinabili». La Chiesa, che non si identifica «coi politici né con gli interessi di partito» è indipendente e quindi può «insegnare i grandi criteri e i valori inderogabili»
Fra questi, la famiglia, «patrimonio dell’umanità» E’ in crisi in tutto il mondo: «soffre situazioni avverse provocate dal secolarismo e dal relativismo etico... dalle legislazioni civili contrarie al matrimonio che favorendo gli anticoncezionali e l’aborto minacciano il futuro dei popoli». Lo Stato deve riconoscere il ruolo delle «madri che vogliono dedicarsi pienamente all’educazione dei loro figli». E fuori dell’azione della Chiesa, «è indispensabile anche promuovere politiche familiari autentiche che rispondano ai diritti della famiglia come soggetto imprescindibile. La famiglia fa parte del bene dei popoli e dell’umanità intera».
Non è ottimista sul futuro, Papa Ratzinger. Intorno alla fede cattolica «sorgono le nebbie del dubbio, della stanchezza e della difficoltà». E chiude con la preghiera a Dio: «resta nelle nostre famiglie, illuminale nei loro dubbi, sostienile nelle difficoltà, consolale nelle sofferenze e nella fatica di ogni giorno, quando intorno a loro si accumulano ombre che minacciano la loro unità e la loro identità naturale».
E Benedetto XVI ha riscritto anche la storia della «conquista» da parte dell’Europa, dicendo che in America Latina il cristianesimo «non comportò, in nessun modo, un’alienazione delle culture precolombiane, né fu una imposizione di una cultura straniera».

La Stampa, 14 maggio 2007

Caro signor Tosatti, Lei e' la persona che piu' mi delude...
Peccato! La stimavo molto fino a qualche mese fa! Per quanto riguarda il pregiudizio e le frasette, La rimando al commento scritto per il signor Politi (anche la parte sui numeri che, stanamente, vengono segnalati solo in questa occasione).

Raffaella


«La nostra missione è difendere la famiglia»

di Andrea Tornielli

La Chiesa non fa politica, «non s’identifica coi politici né con gli interessi di partito» ma continua a far sentire la sua voce perché «solo chi conosce Dio, conosce la realtà e può rispondere a essa in modo realmente umano». E uno dei fronti che la vede impegnata è quello in difesa della famiglia che «soffre situazioni avverse» provocate dal relativismo e «dalle legislazioni contrarie al matrimonio». Parole pronunciate dal Papa in Brasile per l’America Latina, ma che riflettono la preoccupazione anche della Chiesa italiana, anche se l’eco del successo del Family day non ha provocato reazioni ufficiali.

È un discorso molto lungo, quasi un’enciclica, quello che Benedetto XVI legge nell’enorme santuario dedicato alla Madonna ad Aparecida, in apertura della V conferenza generale dell’episcopato latinoamericano. L’ultimo appuntamento del suo viaggio in Brasile. Il Papa parla della globalizzazione, che «comporta anche senza dubbio il rischio dei grandi monopoli e di trasformare il lucro in valore supremo». Osserva che, nonostante gli avanzamenti verso la democrazia, «ci siano motivi di preoccupazione davanti a forme di governo autoritarie o soggette a certe ideologie che si credevano superate e che non corrispondono con la visione cristiana dell’uomo e della società», un riferimento ai nuovi governi di sinistra, come quelli di Venezuela e Bolivia. La strada da seguire, spiega, è quella della dottrina sociale della Chiesa, per costruire «strutture giuste». I Paesi latinoamericani di economia liberale devono tener presente «l’equità, perché continuano ad aumentare i settori sociali che si vedono oppressi sempre di più da un’enorme povertà o perfino depredati dei propri beni naturali».

La messaggio del Papa è una nuova evangelizzazione, la priorità della fede in Cristo e nella vita «in lui», che non va considerata «una fuga verso l’intimismo» o «l’individualismo religioso». Considerare solo i beni materiali e i problemi sociali, economici e politici come «reali», spiega, è un «grande errore», un «errore distruttivo», come «dimostrano i risultati tanto dei sistemi marxisti quanto di quelli capitalisti». «Falsificano – aggiunge Ratzinger – il concetto di realtà con l’amputazione della realtà fondante e per questo decisiva che è Dio. Chi esclude Dio al suo orizzonte può finire solo in strade sbagliate e con ricette distruttive». Il Papa evidenzia il fallimento del sistema marxista che, «dove è andato al governo, non ha lasciato solo una triste eredità di distruzioni economiche ed ecologiche, ma anche una dolorosa distruzione degli spiriti. E la stessa cosa vediamo anche all’Ovest, dove cresce costantemente la distanza tra i poveri e i ricchi e si produce un’inquietante degradazione della dignità personale con la droga, l’alcol e gli ingannevoli miraggi della felicità». «Non voglio dire – specifica – che i non credenti non possano vivere una moralità elevata ed esemplare», ma che «una società nella quale Dio è assente non trova il consenso necessario sui valori morali».
Ratzinger precisa che «il lavoro politico non è competenza immediata della Chiesa» e che il rispetto «di una sana laicità – compresa la pluralità delle posizioni politiche – è essenziale», perché se la Chiesa cominciasse a trasformarsi «direttamente in soggetto politico non farebbe di più per i poveri e per la giustizia, ma farebbe di meno, perché perderebbe la sua indipendenza e la sua autorità morale». L’invito è ai cattolici latinoamericani, perché colmino «la notevole assenza» di credenti nell’ambito politico.

Il primo dei campi nei quali Benedetto XVI chiede alla Chiesa dell’America Latina di impegnarsi è quello della famiglia: «Senza dubbio, attualmente essa soffre di situazioni avverse provocate dal secolarismo e dal relativismo etico», dalla povertà e «dalle legislazioni civili contrarie al matrimonio che, favorendo gli anticoncezionali e l’aborto, minacciano il futuro dei popoli». Il discorso ai vescovi si conclude con una preghiera per le famiglie, sulle quali «si accumulano ombre che minacciano la loro unità e la loro identità naturale» e al Regina Coeli, il Papa aggiunge un pensiero alle mamme nel giorno della loro festa. La lunga giornata di Ratzinger era iniziata con la celebrazione della messa, nella spianata esterna alla basilica dell’Aparecida. Accolto dalla folla in modo calorosissimo, nell’omelia ha detto che «non è un’ideologia politica, non un movimento sociale, non un sistema economico» ad aver fatto dell’America Latina il «continente della speranza», ma la fede in un Dio che è amore.

Il Giornale, 14 maggio 2007

Come sempre, un ottimo al dottor Tornielli!!!!

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