18 maggio 2007

Rassegna stampa del 18 maggio 2007


Buongiorno a tutti :-)
Iniziamo la lettura della nostra rassegna stampa odierna con qualche commento al discorso di Benedetto XVI in Brasile.
Piu' tardi vorrei fare una riflessione sull'accanimento mediatico che si registra in questi giorni contro la figura di Papa Ratzinger. La cosa e' alquanto sospetta, soprattutto perche' avviene all'indomani del family day e del viaggio in Brasile. Coincidenza?

Raffaella

Vedi anche:

IL DISCORSO STORICO DEL PAPA

Il Manifesto di Papa Ratzinger

VIAGGIO APOSTOLICO IN BRASILE: SPECIALE

VIAGGIO APOSTOLICO IN BRASILE (9-14 MAGGIO 2007)


Quelle coscienze annientate dal Novecento

di Bruno Fasani

Benedetto XVI ha inaugurato ad Aparecida, in Brasile, la quinta Assemblea dei vescovi latinoamericani, con un discorso sorprendentemente breve. Nulla a che vedere con gli interventi lunghissimi dei suoi predecessori, nelle passate edizioni. Parole essenziali, misurate, quasi la riformulazione di un credo in miniatura o un Bignami del catechismo. Chi si aspettava denunce sulle strutture sociali ingiuste, interventi pro o contro le comunità di base, anatemi sulla teologia della liberazione, o quant’altro, sarà certamente andato deluso.

Ma cos’ha detto il Papa nella sostanza? Ha ribadito la fede apostolica e cioè che è necessario accostarsi alla persona di Gesù Cristo, vivendo nell’ascolto della sua parola, dentro la fraternità ecclesiale e rafforzati dai sacramenti. Tutto qui.

Mi rendo conto che qualche lettore, a questo punto, potrebbe sentire la cosa come una questione di chiesa o, nella peggiore delle interpretazioni, un fatto da sacrestia. Ritengo, invece, che in questa indicazione di rotta si nasconda la grande rivoluzione sociale e culturale che questo Papa sta portando avanti. In sostanza, egli afferma che il vero cambiamento della storia può partire solo da un rinnovamento delle coscienze. Non sono le disponibilità di mezzi o le strutture che cambiano il mondo, ma è solo la testa di gente illuminata che, entrando in queste strutture, può operare trasformazioni inimmaginabili. È stato così all’inizio del cristianesimo, quando i primi seguaci del Nazareno non possedevano «né oro né argento», erano cioè senza mezzi di alcun tipo. Per di più erano cacciati e perseguitati, ma seppero, proprio in forza della loro rivoluzione interiore, diventare i paladini della libertà di coscienza, imponendo al mondo nuovi stili di vita.

Indicando questa rotta, ritengo che il Papa avesse in mente due situazioni di fondo, presenti nella chiesa e nella società. La prima è quella di un’evangelizzazione che confonde la fede con la sociologia. Non sono lontani gli anni in cui Giovanni Paolo II, incontrando i governi sandinisti, doveva fare i conti con una fila di preti rivoluzionari, passati a fare i ministri o con incarichi politici. In America, come in Europa, preti intenti a fare battaglie sindacali, a pianificare strategie occupazionali, a battersi per la diffusione dei preservativi, a contestare la chiesa nelle chiese, a candidarsi nelle file dell’estrema sinistra, dopo aver buttato la tonaca alle ortiche, nel nome del popolo, della pace e della giustizia... Gente probabilmente in buona fede, ma ingenuamente condizionata dai partiti e dalle ideologie, quanto involontaria propagatrice del dio ignoto, più che di quello evangelico. Credenti con gli ideali cristiani e la morale marxista.
Il secondo orizzonte ci porta più puntualmente nel contesto contemporaneo del dibattito politico, inteso come un grande scenario senza più coscienza morale.

Nel libro Senza radici, Benedetto XVI scrive testualmente: «I sistemi comunisti sono naufragati per il loro fallace dogmatismo economico. Ma si trascura troppo volentieri la parte avuta dal disprezzo dei diritti umani, dalla subordinazione della morale alle esigenze del sistema e alle promesse di futuro. La più grande catastrofe che hanno incontrato non è di natura economica. Essa consiste nell’inaridimento delle anime, nella distruzione della coscienza morale».

Non ci vuol molto per realizzare come il ritorno al primato della coscienza davanti alla Verità sia considerata dal Papa una sorta di priorità irrinunciabile. I grandi dibattiti su famiglia, eutanasia, testamento biologico, clonazione e fecondazione assistita non possono essere considerati un pour parler culturale. Dietro a queste tematiche c’è la sfida reale al cristianesimo, non tanto come negazione del trascendente, quanto come modo di interpretare la persona e il suo valore dentro i processi della storia. L’impressione è che neppure tanti cattolici nostrani abbiano le idee chiare, nel merito. Formare le coscienze, sottraendole agli slogan mediatici o ideologici, forse è davvero l’unica strada per tornare a far fiorire il tronco secco dell’Europa, con le sue radici cristiane.

Il Giornale, 18 maggio 2007


Il Papa indica una pista di approfondimento del ruolo della donna nella società e nella Chiesa
Afferma un’esperta della Conferenza di Aparecida

APARECIDA, mercoledì, 16 maggio 2007 (ZENIT.org).- Secondo la professoressa Sandra Ferreira Ribero, esperta nella V Conferenza Generale dell’Episcopato Latino-Americano e dei Caraibi, nel suo discorso di apertura della riunione ecclesiale Benedetto XVI ha indicato una pista di approfondimento del ruolo della donna nella società e nella Chiesa.

Nell’incontro con la stampa di questo martedì, la Ribero – fisica, teologa ed esperta in Sociologia delle religioni, coordinatrice nazionale del Movimento dei Focolari in Brasile – ha sottolineato come il Papa si sia espresso sul machismo delle società latinoamericane.

Il Papa ha affermato nel suo discorso che “in alcune famiglie dell’America Latina persiste, purtroppo, una mentalità machista, ignorando la novità del cristianesimo che riconosce l’uguale dignità e responsabilità della donna rispetto all’uomo”.

“E’ vero che il Santo Padre ha sottolineato questo aspetto parlando della famiglia, ma ovviamente questo approfondimento del discorso oltrepassa l’ambito familiare”, ha osservato l’esperta.

La Ribero ha rimarcato poi il fatto che in questo modo il Papa ha voluto indicare una pista di riflessione per la V Conferenza dell'Episcopato Latinoamericano.

Secondo l’esperta, dalla teologia di Urs von Balthasar e dal Magistero di Giovanni Paolo II si apprende che il profilo mariano è fondamentale per la Chiesa tanto quanto il profilo apostolico-petrino.

“Maria è la regina degli apostoli senza pretendere per sé i poteri apostolici. Qualsiasi riflessione sul femminile, sul ruolo della donna nella Chiesa e nella società deve partire da una mariologia più approfondita”, ha detto.

“In genere, quando si pensa al ruolo della donna nella Chiesa, si pensa subito al sacerdozio femminile, ma non è questo”. Per la Ribero questo è un “dettaglio insignificante” e un errore, di fronte a una “missione molto più grande che si apre alla donna”.

“Il ruolo della donna è praticamente il ruolo di Maria nella Chiesa e nella società”, ha commentato.

Maria è la laica per eccellenza, per cui è anche la discepola di Cristo per eccellenza.

In questo senso, la Ribero ha affermato che un grande cammino di applicazione e approfondimento del profilo mariano nella Chiesa si apre nei nuovi movimenti ecclesiali, realtà in cui i laici spiccano e si formano sotto un nuovo impulso nel mondo odierno.

Zenit


“Dio è amore”: il valore aggiunto del cattolico che trasforma la società
Conferenza di monsignor Cordes, Presidente del Pontificio Consiglio “Cor Unum” ad Aparecida

APARECIDA, mercoledì, 16 maggio 2007 (ZENIT.org).- Benedetto XVI ha esortato i cattolici a lottare contro la miseria nel mondo, e in particolare in America Latina, ma chiede che lo facciano come cattolici, vale a dire dando testimonianza dell’amore di Dio per i più bisognosi, ha spiegato l’Arcivescovo Paul Josef Cordes ai partecipanti alla V Conferenza Generale dell’Episcopato Latinoamericano.

Questo è il valore aggiunto che possono offrire i cattolici latinoamericani e in particolare i loro pastori, ha constatato questo sabato il Presidente del Pontificio Consiglio “Cor Unum”, istituzione della Santa Sede che promuove e coordina l’azione delle istituzioni di aiuto cattolico nel mondo.

L’Arcivescovo Cordes ha pronunciato sabato 12 maggio, alla vigilia dell’inaugurazione del vertice ecclesiale di Aparecida, una conferenza, su suggerimento del Papa stesso, in cui ha presentato alcuni degli aspetti fondamentali della “Deus caritas est”, la prima Enciclica di questo pontificato.

“Papa Benedetto XVI esorta i membri della Chiesa sia a impegnarsi per la lotta contro la miseria nel mondo che a formulare obiettivi efficaci e ad auspicarne la realizzazione”, ha constatato il presule tedesco.

“Di fronte a un mondo trasformato bisogna aggiungere a questi programmi e progetti una seconda dimensione – ha poi aggiunto –: le persone, che a nome della Chiesa testimoniano l’amore di Dio, devono essere formate e modellate dalla fede”.

“Nell’orientamento alla fede dei volontari cristiani si decide la specificità nella lotta contro la miseria, quello che solo la Chiesa può offrire all’umanità”, ha constatato.

Per questo motivo, il presule ha sottolineato la responsabilità dei Vescovi affinché i volontari cattolici e le agenzie di aiuto cattoliche non si lascino conquistare dalla secolarizzazione, che elimina la visione della fede nell’impegno sociale o caritativo.

“Come si potrà combattere la secolarizzazione globale senza pastori validi?”, ha chiesto infine ai partecipanti alla Conferenza Generale.

Zenit


Visita di Benedetto XVI in Brasile: i primi frutti. 500 vocazioni del Cammino

500 giovani si offrono al Signore per la vita consacrata durante un incontro vocazionale del Cammino neocatecumenale.

L’ECO della recente visita del Papa in Brasile stà già dando i suoi frutti. Lunedì scorso il Cammino neocatecumenale ha celebrato un incontro vocazionale con 50.000 giovani nella Cachoeria Paulista. All’incontro erano presenti gli iniziatori del Cammino : Kiko Arguello, Carmen Hernàndez e il presbitero Mario Pezzi e la presidenza della Conferenza Episcopale Spagnola nonché Vescovo di Bilbao Mons. Ricardo Blazquez. Nell’incontro più di 300 ragazzi e 215 ragazze si sono resi disponibili a seguire la chiamata del Signore al sacerdozio e alla vita consacrata, rispettivamente.

Qualche giorno prima nell’Aula Magna della Università Complutense di Madrid, più di 500 giovani hanno ascoltato ugualmente una parola di incoraggiamento da parte di Kiko Arguello, responsabile di questa iniziazione cristiana di riscoperta del Battesimo. L’evento è stato celebrato nel segno della Missione Giovani, promossa dal Cardinal Arcivescovo di Madrid, Antonio Maria Ruoco Varela.La missione avrà una breve sospensione per riprendere con più intensità nel prossimo corso, questa volta focalizzata sulla famiglia.

La predicazione

Dal momento che “l’evento umano è nella relazione con l’altro”, Kiko Arguello ha portato la sua esperienza raccontando di quando dal ricevere un premio Nazionale Straordinario di Pittura passò
a vivere una crisi esistenziale. Perciò decise di abbandonare tutto e andare a vivere nelle baracche di Madrid insieme ai più poveri, dove ebbe un profondo incontro con Gesù Cristo.
“Così nacque il cammino neocatecumenale” ha spiegato Kiko. Inoltre ha annunciato il kerigma, “la Buona Notizia” che “Cristo si è offerto per noi” e che “Dio ha voluto salvare l’uomo attraverso la
predicazione”. “Dobbiamo accogliere il Suo Figlio , che è risorto per te e che presenta al Padre le sue piaghe gloriose per tutti”, ha aggiunto.

“Volete cambiare vita?”, ha chiesto Kiko ai giovani. “lasciate allora di vivere tutto per voi stessi. Perché si suicida la gente? Perché si eleva a Dio e questo la rende infelice e non gli permette di darsi agli altri”, ha sottolineato. Per concludere, Kiko ha incoraggiato ad “alimentare lo Spirito che Dio ci da, per mezzo della preghiera e della comunità cristiana”, in modo che “vada crescendo e sviluppandosi fino a riprodurre in ciascuno l’immagine del suo Figlio”.

La Razòn, Alvaro de Juana , 15 maggio 2007

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