22 aprile 2008

Il Papa negli Usa: l'America applaude Benedetto e ora riflette (Bardazzi)


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PAPA IN USA: L'AMERICA APPLAUDE BENEDETTO E ORA RIFLETTE

di Marco Bardazzi

WASHINGTON

La sintesi del giudizio diffuso negli Usa sulla visita di Benedetto XVI, l'ha trovata il New York Post in un editoriale: "Il pellegrinaggio di sei giorni del Papa è stato un trionfo dall'inizio alla fine, ha catturato i cuori americani".

Adesso, salutato un pontefice che se n'é andato dicendo "God bless America", gli Stati Uniti riflettono sull'eredità del viaggio. Il vicepresidente Dick Cheney, nel dare l'addio a Benedetto XVI all'aeroporto Jfk di New York, gli ha garantito di essere "entrato nella storia del nostro paese in un modo molto speciale" e ha promesso che le sue parole "resteranno con noi per sempre".

Ciò che ha colpito molti osservatori e che potrebbe lasciare un segno, in questo senso, è stata l'insistenza con cui il Papa ha lodato gli ideali e la religiosità americani, pur mettendo in guardia sui rischi che presentano.

"In un anno elettorale - ha commentato Ray Kerrison sul NY Post - in cui il buon nome e le virtù dell'America vengono gettati nel cestino ogni giorno, un Papa con il seguito di oltre un miliardo di persone sul pianeta è stato assai caloroso nel suo affetto e ammirazione per questa grande terra".

A Kerrison, che si spinge a proporre un ironico "Benedetto for President", fanno da contraltare rare voci, nel mondo della politica e dei media, a cui il Papa non è piaciuto. Tom Tancredo, un deputato repubblicano del Colorado ex candidato alla Casa Bianca ed ex cattolico, ha criticato le aperture di Benedetto XVI sull' immigrazione, accusandolo di puntare non tanto a proporre soluzioni a un problema serio per l'America, quanto a "reclutare nuovi membri per la sua Chiesa", tra gli immigrati ispanici. Tra i toni di entusiasmo di alcuni commentatori e le critiche aperte di altri, c'é la via di mezzo di vari osservatori che ritengono un innegabile successo la visita papale, ma si interrogano su quali prospettive apra.

"Nel breve periodo - ha commentato Russell Shaw, uno scrittore cattolico ed ex portavoce della Conferenza dei vescovi - il viaggio è stato un successo enorme, probabilmente oltre le aspettative di tutti, incluse quelle dello stesso Papa. Ma resta da capire se il viaggio avrà un impatto sui problemi più significativi che affronta il cattolicesimo americano". Il dramma della pedofilia tra i preti, un tema sul quale il Papa ha sorpreso tutti con i suoi richiami e con l'incontro con le vittime degli abusi, è il terreno sul quale la Chiesa è ora attesa al varco. Le organizzazioni delle vittime degli abusi chiedono a gran voce che alle parole di Benedetto XVI facciano seguito i fatti, in particolare azioni disciplinari contro i vescovi che hanno chiuso un occhio sui preti pedofili e anche modifiche alla stessa legge canonica su questo fronte. In caso contrario, come ha lamentato l'attivista Anne Barrett Doyle, resterà l'impressione che il Papa "é venuto qui per mettere a segno solo un trionfo di pubbliche relazioni".

Ma le voci scettiche sulle finalità della visita papale sono una evidente minoranza rispetto a quelle che esprimono, non solo nel mondo cattolico, la sorpresa positiva per la scoperta di un Papa che l'America fino a ora conosceva poco.

Il settimanale Time, che lo aveva accolto con una copertina in cui descriveva un Benedetto XVI "innamorato" dell'America, lo saluta dandogli atto di aver messo a segno "un colpo da KO sul piano dell' approvazione pubblica" con i suoi interventi sulla pedofilia, stendendo fin dall'inizio del viaggio i suoi critici e permettendo così agli americani di ascoltare le molte altre cose che il Papa aveva da dire loro sul tema-chiave del suo viaggio: Cristo come vera fonte della 'speranza', una parola usata e abusata di questi tempi nell'America in piena stagione elettorale.

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1 commento:

mariateresa ha detto...

sono dell'avviso di mandare l'editoriale del New York Post a Zizola.