21 aprile 2008
Un’America entusiasta di Papa Ratzinger
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DISCORSI ED OMELIE DEL SANTO PADRE NEGLI USA
VIAGGIO APOSTOLICO DEL PAPA NEGLI USA (15-21 APRILE 2008): LO SPECIALE DEL BLOG (rassegna stampa, notizie, avvenimenti)
Un’America entusiasta di Ratzinger
La quasi totalità dei commentatori americani sembra concorde: Benedetto XVI ha «stregato» l’America. Persino i più scettici ammettono che papa Ratzinger è riuscito a ridare «serenità e orgoglio» a una comunità cattolica, ferita e umiliata da gravi scandali e profonde divisioni. Le trappole che, tuttavia, lo attendevano negli Stati Uniti erano molte e pericolose. Il Pontefice, invece che ignorarle o evitarle, ha scelto di affrontarle direttamente.
Lo scandalo degli abusi sessuali.
Ancora in volo per Washington, il Papa ha affrontato l’argomento con esplicita determinazione: «Mi vergogno e faremo tutto il possibile per assicurare che questo non si ripeta in futuro. È più importante avere buoni sacerdoti che averne molti! Le vittime avranno bisogno di guarire, di aiuto, di assistenza e di riconciliazione».
E proprio ad alcune vittime Ratzinger ha riservato uno degli incontri più toccanti, nel giorno del suo ottantunesimo compleanno.
Le divergenze di politica internazionale fra Santa Sede e amministrazione Usa.
Il presidente Bush non ha lesinato attenzioni al Papa, accogliendolo di persona all’aeroporto e alla Casa Bianca con una cerimonia - per solennità - senza precedenti. Benedetto XVI ha gradito, ma non ha mancato di sottolineare: «L’America si è sempre dimostrata generosa nel venire incontro ai bisogni umani immediati, promuovendo lo sviluppo e offrendo sollievo alle vittime delle catastrofi naturali. Ho fiducia che tale preoccupazione per l’ampia famiglia umana continuerà a trovare espressione nel sostenere gli sforzi pazienti della diplomazia internazionale volti a risolvere i conflitti e a promuovere il progresso».
Le divisioni fra l’episcopato americano sui temi etici.
Parlando ai vescovi il Papa si è chiesto: «Come, nel ventunesimo secolo, un Vescovo può adempiere al meglio alla sua chiamata?». E non ha mancato di fornire la risposta: «È forse coerente professare la nostra fede in chiesa alla domenica e poi, lungo la settimana, promuovere pratiche di affari o procedure mediche contrarie a tale fede? È forse coerente ignorare o sfruttare i poveri e gli emarginati, promuovere comportamenti sessuali contrari alla morale cattolica, o adottare posizioni che contraddicono il diritto alla vita di ogni essere umano dal concepimento alla morte naturale?».
Santa Sede critica sul relativismo morale dell’Onu.
A Palazzo di Vetro papa Ratzinger ha ribadito: «I diritti umani sono sempre più presentati come linguaggio comune e sostrato etico delle relazioni internazionali. Tali diritti sono basati sulla legge naturale iscritta nel cuore dell’uomo e presente nelle diverse culture e civiltà. Rimuovere i diritti umani da questo contesto significherebbe restringere il loro ambito e cedere ad una concezione relativistica, secondo la quale il significato e l’interpretazione dei diritti potrebbero variare e la loro universalità verrebbe negata».
Infine, i rapporti con la comunità ebraica.
Benedetto XVI ha riservato a questa due incontri e inviato un messaggio augurale per la Pasqua ebraica. In quest’ultimo ha scritto: «Desidero riaffermare l’insegnamento del Concilio Vaticano II sulle relazioni cattolico-ebraiche e reiterare l’impegno della Chiesa per il dialogo che ha cambiato in modo fondamentale e migliorato i nostri rapporti. La nostra Pasqua e il vostro Pesah, sebbene distinti e differenti, ci uniscono nella comune speranza centrata su Dio e sulla Sua misericordia».
Persino l’opinionista religioso del New York Times che ha ammesso di non aver mai amato Ratzinger, fin dall’elezione a Papa, ha riconosciuto: «Da quando è atterrato negli Usa tutto è cambiato».
© Copyright Brescia Oggi, 21 aprile 2008
Eh si', ma come direbbe il Papa: "Non sono cambiato io, ma alcuni giornalisti...".
R.
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