21 aprile 2008
Il Papa a Ground Zero: «Dio, converti chi odia» (Accattoli)
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Il Papa a Ground Zero «Dio, converti chi odia»
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Luigi Accattoli
DA UNO DEI NOSTRI INVIATI
NEW YORK — La preghiera del Papa a Ground Zero potrebbe restare nella memoria collettiva come il «De Profundis» della nostra epoca: l'invocazione «dal profondo» — come suona l'attacco del Salmo 129 — di chi implora Dio dal luogo della morte.
Alle 9.30 del mattino Benedetto XVI è sceso a 80 metri di profondità, sul fondo del cratere che è nel luogo delle Twin Towers e da lì ha chiesto la «compassione» e la «luce» dell' Onnipotente per l'umanità colpita con «incredibile violenza e dolore» da «eventi così tremendi ».
Il Papa teologo qui non ha fatto discorsi ma solo una preghiera. Coperto da un cappotto bianco sulla veste bianca, ha camminato con i mocassini rossi delle cerimonie sul Bed Rock, il letto di roccia basaltica su cui poggia Manhattan, e si è inginocchiato. Ha pregato per due minuti in silenzio poi ha acceso un cero, immagine di Cristo che illumina le tenebre, e davanti a quella fiammella ha letto una preghiera di 45 righe scritta per questo «atto» papale.
La prima invocazione serve al Papa per chiarire che prega a nome di una moltitudine di cuori e credi: «O Dio dell'amore, della compassione e della riconciliazione, rivolgi il tuo sguardo su di noi, popolo di molte fedi e tradizioni diverse, che siamo riuniti oggi in questo luogo, scenario di incredibile violenza e dolore».
Segue il «memento» dei morti, il ricordo delle 2.896 persone bruciate e schiacciate dal crollo delle torri: «Ti chiediamo nella tua bontà di concedere luce e pace eterna a tutti coloro che sono morti in questo luogo. I primi eroici soccorritori: i nostri vigili del fuoco, agenti di polizia, addetti ai servizi di emergenza e personale della Capitaneria di porto. Insieme a tutti gli uomini e le donne innocenti, vittime di questa tragedia solo perché il loro lavoro e il loro servizio li ha portati qui l'11 settembre 2001».
Poi il «memento » dei vivi, sopravvissuti e parenti dei morti: «Ti chiediamo, nella tua compassione, di portare la guarigione a coloro i quali, a causa della loro presenza qui in quel giorno, soffrono per le lesioni e la malattia. Guarisci la sofferenza delle famiglie ancora in lutto e di quanti hanno perso persone care in questa tragedia. Concedi loro la forza di continuare a vivere con coraggio e speranza».
Gli aerei dirottati dell'11 settembre furono 4 e Benedetto non dimentica nessuna vittima: «Ricordiamo anche coloro che hanno trovato la morte, i feriti e quanti hanno perso i loro cari in quello stesso giorno al Pentagono e a Shanksville, in Pennsylvania».
Al cuore della preghiera è la domanda della pace e della conversione dei terroristi dall'odio all'amore: «Dio della pace, porta la tua pace nel nostro mondo violento: pace nei cuori di tutti gli uomini e le donne e pace tra le nazioni della terra. Volgi verso il tuo cammino di amore coloro che hanno il cuore e la mente consumati dall'odio».
Infine la domanda delle domande, perché tanto sacrificio migliori il mondo: «Dio della comprensione, sopraffatti dalla dimensione immane di questa tragedia, cerchiamo la tua luce e la tua guida mentre siamo davanti a eventi così tremendi. Concedi a coloro le cui vite sono state risparmiate di poter vivere in modo che le vite perdute qui non siano state perdute invano. Confortaci e consolaci, rafforzaci nella speranza e concedici la saggezza e il coraggio di lavorare instancabilmente per un mondo in cui pace e amore autentici regnino tra le nazioni e nei cuori di tutti».
Dopo aver pregato, il Papa saluta le 24 persone sorteggiate per essere lì tra le 1.100 che l'avevano chiesto. Tra esse Dympna Judge Jesich, 74 anni, sorella gemella del cappellano dei pompieri Mychal Judge, amico della comunità gay, morto nel crollo delle Torri mentre portava aiuto. Tra preghiera e colloqui sono stati trenta intensi minuti.
Il viaggio del Papa si è concluso il pomeriggio con una messa allo Yankee Stadium dove già celebrarono Paolo VI (1964) e Giovanni Paolo II (1979). Qui è tornato su uno dei temi del viaggio, chiedendo ai cattolici Usa loro di «opporsi all'aborto». Erano presenti delegazioni da Boston, Louisville e Filadelfia che insieme a New York festeggiano i 200 anni della fondazione come diocesi. A salutare il Papa all'aeroporto c'era il vicepresidente Richard B. Cheney.
All'arrivo a Washington, martedì scorso, il Papa era stato ricevuto da George W. Bush. Il B777 dell'Alitalia con a bordo il Papa, il seguito e 65 giornalisti arriva a Ciampino stamattina alle 11.
© Copyright Corriere della sera, 21 aprile 2008
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