5 maggio 2007

Aggiornamento della rassegna stampa del 5 maggio 2007 (1)


Vedi anche:

Svolta con gli Ortodossi? La stima per Papa Ratzinger aumenta...

IL CARDINALE RATZINGER E LE GIOVANI UNIVERSITARIE

Rassegna stampa del 5 maggio 2005



Piu' tardi verranno pubblicati articoli sulle polemiche seguite al concerto del 1° maggio.

Khatami vede Ratzinger e presenta l'altro volto dell'Iran

di Paolo Rodari

Il tentativo di Khatami è stato quello di mostrare un’immagine dialogante del suo paese.
Nell’incontro di ieri in Vaticano con Benedetto XVI, l’ex presidente della Repubblica Islamica ha voluto dirsi capace di creare (almeno a parole) un’alleanza tra le civiltà, un’alleanza nel nome del dialogo.
Lo ha fatto nonostante, proprio ieri, Mahmoud Ahmadinejad abbia mostrato un volto totalmente differente, quello di chi minaccia di «rompere le gambe» al nemico, in una nuova sfida contro l'Occidente.
Benedetto XVI, consapevole che l’arrivo di Khatami aveva come scopo anche quello di mostrare all’Occidente un Iran diverso da come è, ha ieri giocato anch’egli la sua partita insistendo perché quella libertà religiosa che l’ex presidente dice a parole di voler salvaguardare nel suo paese, diventi realtà concreta.
Lo sa, il papa, che nella mente di Khatami l’alleanza tra le civiltà comprende un patto tra Iran, Spagna e Turchia il cui scopo, di fatto, è creare un fronte islamo-centrico da opporre alle prepotenze Usa.
Lo sa, ma è anche consapevole che giocare ogni carta per superare la contrapposizione islam-Stati Uniti è cosa opportuna, anche perché, in fin dei conti, il risultato potrebbe essere quello di garantire una maggiore libertà ai cristiani residenti nei paesi islamici, oltre che raggiungere nuove distensioni nei rapporti diplomatici internazionali.

Comunque, Iran a parte, resta il dato che otto mesi dopo la lectio di Ratzinger tenuta a Ratisbona e il pandemonio scoppiato a seguito della citazione dell’imperatore Manuele II Paleologo, ad aver avuto luogo è stato un incontro importante sulla strada del dialogo islam-cristianesimo, un incontro che ha visto sorridersi e parlarsi la massima carica della Chiesa cattolica e uno dei principali leader del mondo islamico.

Khatami, già lo scorso settembre, riuscì a dare un’immagine di sé dialogante e aperta: fu uno dei pochi (dei pochissimi) leader musulmani che nei giorni post Ratisbona non si accodò al fuoco di fila delle polemiche contro il papa, ma anzi chiese esplicitamente che prima delle critiche si leggesse attentamente l’intero discorso papale.
E ieri, nei trenta minuti di colloquio privato (vi hanno partecipato anche due interpreti), il papa e Khatami hanno continuato questa linea distensiva inaugurata immediatamente dopo Ratisbona se è vero che - come riportava il breve comunicato della sala stampa della Santa Sede - i due hanno insistito «sull’importanza di un sereno dialogo tra le culture, inteso a superare le gravi tensioni che segnano il nostro tempo e a promuovere una fruttuosa collaborazione a servizio della pace e dello sviluppo di tutti i popoli».
Certo, resta il fatto che, come ha detto sempre ieri lo stesso Khatami, dopo Regensburg «le ferite tra cristiani e musulmani sono ancora molto profonde».
L’ultima di Kathami in Vaticano fu sul sagrato di San Pietro nell’aprile del 2005, per i funerali di papa Wojtyla. Allora egli fu protagonista di un piccolo “miracolo”: una breve conversazione con l’ex presidente israeliano Moshe Katzav, in persiano. Il tutto, malgrado il paese degli Ayatollah non riconosca lo stato israeliano.
Un piccolo miracolo, o meglio, un primo tentativo di mostrare dell’Iran un volto dialogante. Così come dialogante fu, sempre in quella storica occasione, ancora Katzav quando strinse la mano al collega siriano Bashar Assad.
Ratzinger e Kathami hanno ieri parlato anche di Medio Oriente e ancora delle comunità cristiane a oggi costrette a una vera e propria diaspora dai propri paesi. I due hanno di fatto espresso sostegno alla conferenza in Iraq, insistendo sulla necessità di spingere - lo ha detto ieri sempre la sala stampa della Santa Sede - «per iniziative forti della comunità internazionale, come avviene in questi giorni all’incontro di Sharm-el-Sheikhm, in ordine all’avvio di un negoziato serio, che tenga conto dei diritti e degli interessi di tutti, nel rispetto della legalità internazionale e nella consapevolezza che occorre ricostruire la fiducia reciproca».
Quanto alle violenze contro i cristiani, giusto ieri e sempre nel consesso di Sharm-el-Sheikhm, è stato l’ausiliare di Bagdad, Shlemon Warduni, a chiedere che «la comunità internazionale alzi la voce e denunci le violenze cui sono sottoposti i cristiani iracheni».
Il prossimo nove giugno sarà la volta del presidente degli Stati Uniti, George W. Bush, a essere ricevuto dal papa. Il presidente Usa esporrà le sue “visioni” sul Medio Oriente. Di fronte troverà un interlocutore attento, non schierato, ma semmai impegnato perché un vero e proprio scontro di civiltà sia scongiurato o quantomeno non favorito. In ballo c’è il futuro di tante minoranze cristiane che su parecchi paesi islamici sono considerate come i veri e propri infedeli da sconfiggere.

Il Riformista, 5 maggio 2007


VATICANO. Storica e attesa udienza di Benedetto XVI con l’ex presidente della Repubblica islamica dell’Iran

Il Papa e Khatami: dialogo e pace
Sostegno alla conferenza sull’Iraq, «modello da diffondere» nel Medioriente

Città del Vaticano. Pieno sostegno alla conferenza internazionale sull’Iraq, chiusa a Sharm el-Sheikh, in Egitto, che diventa modello da esportare per aprire negoziati in altre aree di conflitto del Medioriente. È quanto emerso ieri nell’udienza di Benedetto XVI a Seyyed Mohammad Khatami, ex presidente della Repubblica islamica dell’Iran. Un incontro improntato a un «sereno dialogo tra le culture» capace di favorire la distensione e la pace tra i popoli. «In relazione alla situazione in Medioriente», si legge nel comunicato diffuso dalla sala stampa della Santa Sede, «è stata ribadita la necessità di iniziative forti della Comunità internazionale, come avviene in questi giorni all’incontro di Sharm el-Sheik, in ordine all’avvio di un negoziato serio, che tenga conto dei diritti e degli interessi di tutti, nel rispetto della legalità internazionale e nella consapevolezza che occorre ricostruire la fiducia reciproca».
Il colloquio è durato mezz’ora, tempo relativamente lungo per gli standard vaticani, e un’altra mezz’ora quello con il cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato, accompagnato da monsignor Dominique Mamberti, «ministro degli Esteri» vaticano.
Era una visita attesa, quella di Khatami a Benedetto XVI, in agenda già da novembre, poi annullata dopo le reazioni del mondo islamico al discorso del Papa a Ratisbona. «Purtroppo le ferite di questo mondo sono molto ampie», aveva detto stamane Khatami sulla sua visita al Papa, parlando a margine del convegno «Dialogo interculturale: una sfida per la pace» all’Università Gregoriana, «e non si posso chiudere facilmente. Un solo incontro forse non può bastare. Ma c’è uno sforzo comune per arrivare a chiuderle e in esso poniamo tanta speranza». «Spero che questo incontro», aveva spiegato, «ci faccia avvicinare per conoscere le sofferenze di questo mondo e fare sforzi comuni in futuro per poterle curare».
La visita di Khatami in Italia proseguirà fino all’11 maggio e toccherà Montecassino, Napoli, Palermo, Bari, Forlì, Milano e Udine). Ieri a Roma l’ex presidente iraniano ha incontrato anche il presidente del Consiglio Romano Prodi e Pier Ferdinando Casini, presidente dell’Unione interparlamentare.
Centrale, il ruolo che Khatami affida all’Europa, in grado a suo avviso di «contribuire moltissimo a tenere la situazione sotto controllo», nel confronto in corso tra Washington e Teheran. In merito al rischio di un possibile scontro militare tra Iran e Usa, Khatami si è detto convinto che «se dovesse succedere, l’Iran patirebbe conseguenze drammatiche, ma sarebbe lo stesso anche per gli Usa e per il resto del mondo». Per questo, ha aggiunto, «speriamo che il buon senso abbia la meglio».
Intanto, Il Papa ha dato «pieno sostegno» alla campagna «Prima che sia troppo tardi» con la quale cardinali e vescovi, insieme a organizzazioni cattoliche, stanno sollecitando il G8 per il rispetto delle promesse fatte per combattere la povertà.
E sarà in America Latina il primo viaggio intercontinentale di Benedetto XVI. Papa Ratzinger presiederà l’apertura dei lavori della quinta assemblea generale del Celam, la conferenza degli episcopati latinoamericani, che si svolgerà nel santuario di Aparecida. Povertà e poveri saranno al centro dell’attenzione nell’incontro. Lo ha sottolineato il cardinale dell’Honduras, Oscar Rodriguez Maradiaga a proposito dell’iniziativa nei confronti del G8. «Penso che l’opzione per i poveri ha bisogno di gesti concreti e non solo di parole e che bisogna costruire un cammino speciale per migliorare le condizioni dei più poveri. Penso che questo tema non potrà mancare a Aparecida, come non mancò nelle precedenti conferenze di Medellin, Puebla e Santo Domingo».

L'Arena, 5 maggio 2007


PAPA/ CAMBIO A VERTICI CONGREGAZIONE SANTI, DI RUBERTO NUMERO 2
Sostituisce mons. Nowak che diventa assessore Ordine Equestre

Città del Vaticano, 5 mag. (Apcom) - Cambio di guardia ai vertici della Congregazione per le cause dei santi. Oggi il Papa ha nominato monsignor Michele Di Ruberto (finora sottosegretario) segretario del dicastero che si occupa dei processi di beatificazione e canonizzazione.

Sostituisce monsignor Edward Nowak, che diventa assessore dell'Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme e canonico della Basilica di San Pietro.


Papa: Ricorda Sacrificio 140 Guardie Svizzere Nel 1527

(AGI) - CdV, 5 mag . - Benedetto XVI ha reso omaggio oggi alla storia del Corpo della Guardia Svizzera ricordando che essa "si e' come intimamente intrecciata con gli eventi e la vita della Chiesa e, in particolare, del Papa". "E' una lunga storia - ha ricordato ai 38 neo alabardieri che presteranno giuramento oggi pomeriggio - di fedelta' e di generoso servizio prestato sempre con dedizione, talora sino all'eroismo del sacrificio della vita". Il riferimento e' all'uccisione di 140 guardie svizzere avvenuta il 6 maggio 1527 durante il Sacco di Roma, quando gli eroici militari venuti dalla Svizzera protessero la fuga di Giulio II dal Vaticano a Castel Sant'Angelo. "Questa vostra apprezzata dedizione - ha detto Papa Ratzinger - ha meritato giustamente la stima e la fiducia di tutti i Pontefici, che nel vostro Corpo di Guardia hanno trovato costantemente aiuto, sostegno e protezione. Grazie cari amici - ha concluso - per questa vostra silenziosa, ma efficiente presenza accanto alla persona del Papa; grazie per la professionalita' ed anche per l'amore con cui svolgete la vostra missione".

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