13 maggio 2007

Aggiornamento della rassegna stampa del 13 maggio 2007 (4)


La visita ad Aparecida

Il Papa in Brasile: narcotrafficanti, Dio vi giudicherà

FRANCA GIANSOLDATI dal nostro inviato

APARECIDA - Papa Ratzinger scaglia un anatema contro i narcotrafficanti. Il giudizio divino si abbatterà implacabile su di loro per il «male che stanno facendo ad una moltitudine di giovani» di tutto il mondo. «Dio chiederà conto di ciò che hanno fatto». Il flagello della droga semina morte, brucia esistenze, costringe alla schiavitù, annienta personalità. Senza nessuna barriera sociale, la droga uccide tanto i ricchi come i poveri che vivono nelle periferie più degradate. Basta sfogliare i rapporti annuali del World Drug Report. «La dignità umana non può essere calpestata in questo modo». Benedetto XVI sceglie con cura le parole, il tono della voce è pacato, ma il monito durissimo. Per certi versi ricorda il grido lanciato nel 1993 da Giovanni Paolo II contro i mafiosi. Wojtyla allora parlava dalla Valle dei Templi, ad Agrigento. Dopo avere celebrato la messa, mise da parte il discorso scritto per improvvisare: «Convertitevi, un giorno verrà il giudizio di Dio».
Benedetto XVI, nel suo terzo giorno di viaggio, ha voluto denunciare una delle piaghe sociali più devastanti per l’America Latina andando a far visita ad una sua vecchia conoscenza, un sacerdote tedesco che nel 1979 arrivò dalla Germania in Brasile per fare il missionario. Padre Hans Stepel, francescano di Paderborn, ex allievo di padre Leonardo Boff, fondatore della Teologia della Liberazione, ha accolto Papa Ratzinger a braccia aperte mostrandogli in che cosa consiste la “Fazenda de Esperanca”, una delle più famose comunità di recupero cattoliche esistenti in Brasile. Dalla prima “fattoria”, ad una trentina di chilometri dal santuario di Aparecida, si è via via sviluppata una attivissima rete di recupero e poi successivamente anche una comunità religiosa oggi presente in cinque Paesi dell’America Latina. Finora grazie alla tenacia di padre Hans si sono salvati dalla strada 15 mila ragazzi. «Voi siete gli ambasciatori della speranza», ha sorriso Papa Ratzinger stringendo commosso le mani a tanti ex tossicodipendenti. Il narcotraffico è uno degli argomenti che affioreranno durante i lavori del Celam, la conferenza degli episcopati latino-americani che sarà inaugurata oggi dal pontefice nel santuario di Aparecida. Il dibattito andrà avanti un mese e servirà a mettere a fuoco le sfide che la Chiesa dovrà affrontare. Il Papa prima lasciare la Fazenda ha donato a padre Hans centomila dollari da destinare ai suoi ragazzi.

Il Messaggero, 13 maggio 2007


IN BRASILE. Oggi l’attesa tappa al santuario di Aparecida per inaugurare la Conferenza episcopale continentale

L’anatema papale sui narcos
Benedetto XVI tra gli ex tossicodipendenti: Dio chiederà conto a chi rovina i giovani

Città del Vaticano. Benedetto XVI mette il dito nella piaga del commercio di droga, ricchezza per molti e morte per tantissimi altri, soprattutto giovani, in America Latina come in Occidente. La denuncia del Papa arriva vicino alla città di Aparecida, nella tappa di ieri del viaggio brasiliano, alla «Fattoria della speranza», l’iniziativa di recupero per tossicodipendenti creata da un suo concittadino, padre Hans Stapel, che oggi conta 32 centri in Brasile. Mercanti di droga, attenti - afferma il Papa - «Dio vi chiederà conto». Riflettete sul male «che fate a una moltitudine di giovani e adulti di tutti gli strati sociali... La dignità umana non può venire calpestata in questo modo». Davanti a tremila tra ex-tossicodipendenti e alcolisti, volontari, Ratzinger condanna con forza chi si arricchisce spingendo il prossimo nel baratro della tossicodipendenza.
Stapel annuisce, mentre vede realizzato il sogno di avere ospite il Papa in persona. Un sogno iniziato nel novembre scorso, quando l’anziano sacerdote consegnò nelle mani di Benedetto XVI, durante una conferenza internazionale in Vaticano, la richiesta di venire in visita alla comunità, presentando finalità e caratteristiche del lavoro di recupero svolto a Guarantigueta, un paradiso naturale a poca distanza dal santuario di Aparecida, dove oggi si conclude il viaggio del Papa.
Un dramma che tocca profondamente il Brasile: tra gli 80 milioni di poveri su 190 milioni di abitanti, sono moltissimi quelli che subiscono la droga e le sue conseguenze sociali, in particolare nelle favelas delle metropoli. Il Brasile - rimarca dunque Benedetto XVI - «possiede una statistica delle più rilevanti per ciò che riguarda la dipendenza chimica delle droghe e degli stupefacenti, e l’America latina non resta indietro. Perciò dico a coloro che commerciano con la droga: Dio chiederà loro conto di ciò che hanno fatto».
Arrivato in mattinata per una breve visita (neppure due ore), Benedetto XVI è stato accolto dall’entusiasmo dei canti e dello sventolio delle bandiere. Prima ha visitato la nuova chiesa della Fazenda, dove ha pregato con le suore, chiedendo di annunciare il Vangelo «in mezzo a una società consumistica lontana da Dio». All’esterno, nel campo sportivo, lo hanno atteso soprattutto giovani, ma anche adulti, in terapia di recupero, provenienti anche da altri Paesi latinoamericani.
In serata, oramai notte fonda in Italia, rientrato ad Aparecida, Benedetto XVI ha recitato il rosario con le suore e i sacerdoti. A tutti loro ha poi rivolto un discorso contenente il forte invito a testimoniare la fede con coraggio, coerenza e soprattutto con gioia. «La coerenza nella fede richiede, però, anche una solida formazione dottrinale e spirituale, contribuendo così alla costruzione di una società più giusta, più umana e cristiana», ha osservato Ratzinger, anticipando almeno una parte del discorso di oggi. Anticipazione contenuta anche nelle risposte alle domande dei giornalisti durante il volo verso il Brasile. Il Papa che da cardinale ha condannato la teologia della liberazione, oggi sa che l’esigenza di liberazione umana, di giustizia sociale, non si può sradicare ed occorre trovare un equilibrio tra fede e impegno concreto per gli altri. Da qui l’attesa per quanto dirà oggi ai vescovi latinoamericani nell’ultima e principale tappa del suo viaggio.
Andrea Bertin

Il Giornale di Vicenza, 13 maggio 2007


L’anatema di Ratzinger contro i narcos

GIOVANNA CHIRRI Aparecida. Mercanti di droga, attenti, «Dio vi chiederà conto», riflettete sul male che fate «a una moltitudine di giovani e adulti di tutti gli strati sociali», «la dignità umana non può essere calpestata in questo modo». Ricorda il grido di Wojtyla contro i mafiosi - era il ’93 nella Valle dei templi di Agrigento - il monito ai narcotrafficanti che Ratzinger lancia a Guaratinguetà, paradiso naturale di prati e laghetti, con un torrente che scorre per tutta la «Fazenda della speranza». Davanti a tremila tra tossicodipendenti e alcolisti, ex, volontari, il Papa condanna con forza chi si arricchisce spingendo il prossimo nel baratro della tossicodipendenza. Questo dramma tocca profondamente il Brasile: tra gli 80 milioni di poveri su 190 milioni di abitanti, sono moltissimi quelli che subiscono la droga e le sue conseguenze sociali, in particolare nelle favelas delle periferie urbane. «Il Brasile - rimarca dunque Benedetto XVI - possiede una statistica delle più rilevanti per ciò che riguarda la dipendenza chimica delle droghe e degli stupefacenti, e l’America latina non resta indietro. Perciò dico a coloro che commerciano con la droga che riflettano sul male che stanno facendo a una moltitudine di giovani e adulti di tutti gli strati sociali: Dio chiederà loro conto di ciò che hanno fatto. La dignità umana non può essere calpestata in questo modo. Il male provocato, spiega, riceve la medesima riprovazione che Gesù espresse per coloro che scandalizzavano i «più piccoli», «i preferiti di Dio», e il Papa rimanda al versetto del Vangelo di Matteo in cui si chiede di appendere loro «al collo una macina girata da asino» e di gettarli «negli abissi del mare». L’incontro più ravvicinato con gli ultimi del Brasile Benedetto XVI lo ha avuto a una trentina di chilometri dal santuario di Aparecida, nella sierra Mantequeira dove sorge una delle 32 fattorie della speranza nate in Brasile per il recupero di tossicodipendenti e alcolisti, su iniziativa del sacerdote tedesco Hans Stapel. Ad aspettare il Papa giovani, ma anche adulti, in terapia di recupero, provenienti da vari paesi dell’America latina. Benedetto XVI chiede a tutti i presenti di divulgare la propria esperienza di recupero e rivolge un pensiero alle tante istituzioni che nel mondo lavorano al recupero di tossici e alcolisti. Ad Aparecida, intanto, è vigilia d’attesa per i 266 vescovi latinoamericani - 162 membri, 81 invitati, 8 osservatori e 15 periti - che oggi si riuniranno in assemblea generale per la prima volta nel pontificato di Benedetto XVI. Il Papa indicherà loro le linee d’azione per il futuro della Chiesa nel continente dove i cattolici sono ancora maggioranza, e ci si interroga sui contenuti del discorso che terrà durante l’evento centrale di questo suo viaggio brasiliano. Il motivo del primo viaggio intercontinentale del pontificato è infatti la V Conferenza generale degli episcopati di America Latina e Caraibi. Oggi l’America latina è un continente giovane, complesso, contraddittorio, e negli ultimi anni abbastanza turbolento che impone alla chiesa cattolica la necessità di dotarsi di strumenti adeguati per affrontare le nuove sfide che da essa quotidianamente emergono.

Il Mattino, 13 maggio 2007

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