11 maggio 2007

Aggiornamento della rassegna stampa dell'11 maggio 2007 (1)


Vedi anche:

Conferenza stampa del Papa sull'aereo per il Brasile

VIAGGIO APOSTOLICO IN BRASILE: SPECIALE

VIAGGIO APOSTOLICO IN BRASILE (9-14 MAGGIO 2007)

La veglia del Papa con i giovani






Il Papa ambientalista in Brasile: «Bisogna difendere l’Amazzonia»

di Andrea Tornielli

Il Papa invita i giovani del Brasile a non cedere alla paura ma a impegnarsi per rendere la società «più giusta e più fraterna» avendo a cuore anche la salvaguardia dell’ambiente, contro «la devastazione dell’Amazzonia e le minacce alla dignità umana delle sue popolazioni».

Benedetto XVI conclude la sua seconda giornata a San Paolo incontrando settantamila giovani allo stadio di Pacaembu, la metà dei quali non ha potuto entrare e ha seguito l’evento sui maxischermi. Lo spettacolo offerto al Papa è organizzato dall’«Alleanza della Misericordia», comunità fondata dal sacerdote italiano Antonello Cadeddu, che recupera i ragazzi di strada e aiuta i poveri delle favelas. Sul palco anche ex tossicodipendenti ed ex prostitute. Ai giovani brasiliani, Ratzinger chiede «comprensione per i nostri simili e per i problemi che coinvolgono non solo la convivenza umana, ma anche l’effettiva preservazione e la custodia dell’ambiente naturale di cui tutti facciamo parte». Cita una frase dell’inno nazionale del Brasile, «i nostri boschi hanno più vita» e aggiunge: «Non lasciate che si spenga questa fiamma di speranza. La devastazione ambientale dell’Amazzonia e le minacce alla dignità umana delle sue popolazioni esigono un maggior impegno nei più diversi ambiti di azione che la società viene sollecitando». Il Papa non è nuovo a questi appelli e già nel luglio 2006, in un messaggio al patriarca Bartolomeo I, impegnato in Brasile in favore dell’Amazzonia, aveva scritto che «un’opportuna catechesi a riguardo della creazione, per richiamare il senso e il significato religioso della sua salvaguardia» è dovere dei pastori. L’intervento del Pontefice fa eco alle preoccupazioni della Chiesa brasiliana, che ha contestato il governo per la concessione di autorizzazioni a nuovi insediamenti industriali in Amazzonia.

Nel suo lungo discorso, Benedetto XVI afferma che «le paure della gioventù di oggi» svelano «un enorme deficit di speranza». Paura di morire, paura di fallire, paura di rimanere isolati «di fronte alla sconcertante rapidità degli eventi e delle comunicazioni». «Registriamo – aggiunge – l’alta percentuale di morti tra i giovani, la minaccia della violenza, la deplorevole proliferazione delle droghe che scuote fino alla radice più profonda la gioventù di oggi». La «via vera», indica il Papa, è seguire Gesù per evangelizzare i coetanei, «i ragazzi e le ragazze che vanno errando in questo mondo, come pecore senza pastore». Ratzinger sottolinea l’importanza della formazione «umana e spirituale», per resistere agli «assalti del materialismo e del laicismo, sempre più attivi a tutti i livelli». E invita i giovani a promuovere la vita, tutelare gli anziani, essere protagonisti di una società più giusta, senza lasciarsi trasportare dall’odio e dalla violenza, «distinguendosi per l’onestà nei rapporti sociali e professionali». Centrale è il tema della famiglia e del matrimonio. Benedetto XVI spiega ai suoi ascoltatori che «la vita coniugale», la quale «per disposizione divina è riservata alle coppie sposate, sarà fonte di felicità e di pace solo nella misura in cui saprete fare della castità, dentro e fuori del matrimonio, un baluardo delle vostre speranze future». Parole controcorrente, pronunciate nel giorno in cui in Brasile c’è polemica per una frase del nuovo segretario della Conferenza episcopale che ha paragonato le ragazze che hanno rapporti prima del matrimonio alle donne da marciapiede.

Il Giornale, 11 maggio 2007


PAPA AI GIOVANI DEL BRASILE: MATRIMONIO DONO DI DIO ALL'UMANITA'

San Paolo del Brasile, 11 mag. (Apcom) - Il Papa incontra i giovani brasiliani e affronta con loro il tema della famiglia, "centro irradiante di pace e gioia", il sacro vincolo del matrimonio, "istituzione di diritto naturale, grande dono che Dio ha fatto all'umanità", invitando i fidanzati a "fare della castità, dentro e fuori del matrimonio, un baluardo delle speranze future". Benedetto XVI affronta anche i temi dell'affettività, della sessualità e della vita matrimoniale nel mega-raduno con i giovani allo stadio di Pacaembu, nella serata a San Paolo. Secondo grande appuntamento della giornata: l'abbraccio del pontefice ai giovani. Momento tanto atteso.
Abbiate grande rispetto per l'istituzione del Sacramento del Matrimonio - esorta il Papa - non potrà aversi vera felicità nei focolari se, al tempo stesso, non ci sarà fedeltà tra i coniugi".
Riprendendo la sua prima Enciclica Deus caritas est, dice: "L'eros vuole sollevarci verso il Divino, condurci al di là di noi stessi, ma proprio per questo richiede un cammino di ascesa, di rinunce, di purificazioni e di guarigioni". Infine, l'invito di Papa Ratzinger a "resistere con fortezza alle insidie del male esistente in molti ambienti", che spesso spinge i giovani a una "vita dissoluta, paradossalmente vuota, facendovi smarrire il dono prezioso della vostra libertà - ammonisce il pontefice - e della vostra vera felicità. Il vero amore - conclude - cercherà sempre di più la felicità dell'altro, si preoccuperà sempre di più di lui, si donerà e sarà sempre più fedele, indissolubile e fecondo".

Salvare l'Amazzonia. Un imperativo che Benedetto XVI condivide con i vescovi brasiliani. Per questo, il Papa ha regalato 200mila dollari per il progetto 'I nostri boschi hanno più vita', promosso dalla Conferenza episcopale brasiliana per tutelare la grande foresta sudamericana.
Nel suo abbraccio ai giovani brasiliani nello stadio di Pacaembu, a San Paolo, il Papa è stato interrotto ben 30 volte nel suo discorso dagli applausi e dal consenso degli oltre 70mila giovani radunati per l'occasione. E dallo stadio si alza un unico coro: "Sì alla vita, no all'aborto".
Oggi è il giorno della canonizzazione del primo santo brasiliano. Questa mattina Benedetto XVI presiede a San Paolo la messa di canonizzazione di Frei Antonio de Sant'Anna Galvao, nella spianata di Campo di Marte che può contenere oltre un milione di persone. Proprio in questo luogo Giovanni Paolo II celebrò la messa in onore del beato Anchieta, il 3 luglio 1980.


LA VISITA DI BENEDETTO XVI IN BRASILE: EVITATO L’ARGOMENTO DELL’ABORTO NEL COLLOQUIO CON IL PRESIDENTE

Lula al Papa: “Chiesa e Stato separati”

MARCO TOSATTI

INVIATO A SAN PAOLO
Le dichiarazioni di Benedetto XVI sulla scomunica ai politici colpevoli di votare pro-aborto, anche se corrette, spiegate e adesso pubblicate sul sito del Vaticano riviste dal Papa stesso, hanno scatenato una tempesta parlamentare in Brasile, che lambisce anche il governo di Lula.
Il ministro della sanità brasiliano, José Gomes Temporao, ha cancellato un impegno che aveva col Papa per andare a visitare un centro di trattamento a Guaratinguetà, la cittadina di Frei Galvao, il primo santo «tutto» brasiliano che verrà canonizzato dal Santo Padre oggi. «Non puoi prescrivere dogmi e precetti di una determinata religione per il totale della società - ha detto Temporao - Mi sembra senza fondamento. Nel Brasile la Chiesa e lo Stato sono separati da secoli». La rinuncia di Temporao è stata giustificata da un impegno del ministro a Ginevra. Ma è opinione comune che l’uomo di Lula alla Sanità lo abbia fatto per evitare situazioni imbarazzanti col Papa e con tutta la Chiesa. Il parlamento brasiliano sta discutendo proprio in questi giorni un progetto di legge che libera l’aborto fino alla dodicesima settimana di gravidanza.
Il ministro della condizione della donna, Nilcea Freire, religiosa, non concorda con le parole di Benedetto XVI. «Ho un enorme rispetto per l’autorità religiosa del Papa - ha affermato - Mi sembra che il Brasile lo stia ricevendo con grande simpatia. Ma credo anche che ognuno ha le sue convinzioni, e il diritto di prendere le sue decisioni». E allora non è un caso che nel colloquio «molto cordiale» fra Lula e Benedetto non si sia toccato il tema scottante, ma il Presidente abbia affermato che desidera conservare e rafforzare la laicità dello Stato, e che vede la religione come uno strumento per trattare di problemi spirituali, e di problemi sociali. Lula, ha riferito padre Lombardi, ha parlato di «famiglia e giovani, sulla linea del suo discorso di ieri all’aeroporto, e dell’importanza del sostegno alla famiglia per la vita del Paese». Ha anche sottolineato «l’importanza del rapporto con la Chiesa per favorire la pace, per una serena vita sociale».
Ma la dichiarazione di Benedetto XVI si inserisce in un clima di tensione fra Chiesa e Stato. La «Folha de Sao Paulo» dedicava una grande foto in prima pagina all’arrivo del Papa, che, rimarcava maliziosamente la didascalia, toccava terra col piede sinistro.
La conferenza episcopale brasiliana (Cnbb) ha concluso mercoledì la sua assemblea annuale con una condanna al governo del «presidente operaio» per ragioni di «etica». Riafferma la posizione contraria del vescovi brasiliani alla legalizzazione dell’aborto, dell’uso di embrioni umani a fini terapeutici, e all’eutanasia. «È necessario difendere la vita dall’alba del concepimento fino al naturale tramonto».
Sono quasi le stesse parole usate ieri sera da Benedetto XVI incontrando decine di migliaia di giovani a San Paolo. «Siate uomini e donne liberi e responsabili; fate della famiglia un centro irradiante pace e gioia; siate promotori della vita dall’inizio fino al suo declino naturale; tutelate gli anziani, poiché meritano rispetto e ammirazione per il bene che vi hanno fatto», ha detto il Papa, esortando i suoi ascoltatori a un profondo impegno ecologico, per «l’effettiva preservazione e la custodia dell’ambiente naturale, di cui tutti facciamo parte. «I nostri boschi hanno più vita: non lasciate che si spenga questa fiamma di speranza che il vostro Inno Nazionale pone sulle vostre labbra. La devastazione ambientale dell’Amazzonia e le minacce alla dignità umana delle sue popolazioni esigono un maggior impegno nei più diversi ambiti di azione che la società vien sollecitando».

La Stampa, 11 maggio 2007

Stimavo Tosatti, ma ogni giorno che passa mi delude di piu'. Sara' forse a causa del giornale per cui scrive (che prova un'assoluta antipatia per il Papa), ma mi sembra che si stiano tralasciando i punti importanti per occuparsi di dettagli insignificanti (il piede sinistro? Ma e' cosi' fondamentale?), che nulla hanno a che vedere con il messaggio del Papa.
Non mi fido di tutti questi retroscena (come quello del ministro che diserta un incontro con il Papa) che, spesso e volentieri, vengono smentiti.
No, caro Tosatti, non ci siamo...

Raffaella


L’altra Chiesa contro l’Aids

“Il preservativo non è un tabù”

GIACOMO GALEAZZI

CITTÀ DEL VATICANO
La crociata sociale dell’«altra Chiesa» contro l’Aids. Alla conferenza internazionale «Dream», patrocinata dalla Cei, autorità d’Oltretevere come il vescovo Vincenzo Paglia, presidente della commissione episcopale per l’Ecumenismo e leader dell’associazionismo cattolico come il portavoce della comunità di Sant’Egidio, Mario Marazziti, hanno illustrato ai ministri della Sanità europei (tra cui Livia Turco) e africani la strategia ecclesiale per la lotta globale all’infezione da Hiv.
Una maxi-operazione non-profit che si concretizza nell’Africa subshariana in programmi di prevenzione, trattamento ed educazione sanitaria attraverso una rete di centri di cura, laboratori di biologia molecolare e terapie antiretrovitali ai sieropositivi.
Una mobilitazione targata Cei e quindi pienamente nei binari del Magistero e che tuttavia pare differenziarsi nei toni dai recenti richiami del Pontefice che in più occasioni (l’ultima 3 giorni fa all’assemblea plenaria dell’Unione internazionale superiori generali) ha messo in guardia la Chiesa dal ridursi a multinazionale della solidarietà a scapito della spiritualità. Da qui, il monito papale a non «dedicarsi totalmente all’impegno sociale perdendo la dimensione spirituale» e l’esortazione «a non lasciarsi catturare eccessivamente dagli interessi e dai problemi dalla vita quotidiana». E ciò in base alla «viva consapevolezza di essere nel mondo ma non del mondo, secondo il chiaro insegnamento di Gesù».
Sono i numeri a decretare il successo di «Dream». Negli anni 44 mila persone si sono sottoposte ai test nei 21 centri messi in campo, e hanno seguito corsi di educazione sanitaria. Tremila sono i bambini nati sani da madri sieropositive, grazie alla terapia farmacologica somministrata al momento giusto. Duemilacinquecento i professionisti africani (medici, infermieri, tecnici di laboratorio e biologi) formati.
Tra i temi in discussione, il condom. «L’uso del preservativo, da solo, non serve a risolvere il problema della trasmissione - spiega monsignor Paglia - Vogliamo dimostrare che iniziative concrete sono possibili per risolvere problemi enormi. Bisogna uscire dall’ideologia e dagli ideologismi: l’Aids si sconfigge con un impegno a tutto campo». Intanto, rispetto alla condanna ecclesiale, dalla campagna ufficiale dei missionari gesuiti in Africa è arrivato un forte segnale di cambiamento: «L’Aids uccide, proteggiti, proteggi gli altri».
I dati del rapporto dell’Oms sulla diffusione sono spaventosi: 40 milioni di contagiati nel mondo, la maggior parte nell’Africa sub-sahariana: 24,7 milioni (il 63%). Nell’ultimo anno sono state registrate 4,3 milioni nuove infezioni, e 2,9 milioni di decessi. E in Africa nel 2010 un giovane su tre morirà di Aids prima di arrivare a 30 anni.
Benedetto XVI ha chiesto un dossier sull’argomento e per la prima volta una conferenza episcopale europea, quella francese, ha dichiarato «necessario» il profilattico per sfuggire al contagio. Sì al condom arriva anche dal primate del Belgio, Godfried Danneels.

La Stampa, 11 maggio 2007

Ma stiamo scherzando? Ma perche' dobbiamo sempre e comunque travisare le parole del Papa? Benedetto XVI non ha detto che la Chiesa deve rinunciare alla sua azione sociale per dedicarsi completamente alla dimensione contemplativa. Ha semplicemente detto che l'attivismo non deve far dimenticare la spiritualita'!
Ma qualcuno legge i discorsi del Papa?
Ecco che cosa ha detto alle suore
:

UDIENZA AI PARTECIPANTI ALL’ASSEMBLEA PLENARIA DELL’UNIONE INTERNAZIONALE DELLE SUPERIORE GENERALI , 07.05.2007

Ricordo inoltre che Benedetto XVI e' il PRIMO PAPA NELLA STORIA ad avere commissionato uno studio specifico sull'AIDS e gli strumenti di prevenzione!
Raffaella

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