11 maggio 2007
Rassegna stampa dell'11 maggio 2007
Cari amici, anche oggi i giornali riportano vari articoli sul viaggio del Papa in Brasile. Leggiamo la prima parte di questa "ondata".
Raffaella
Vedi anche:
Conferenza stampa del Papa sull'aereo per il Brasile
VIAGGIO APOSTOLICO IN BRASILE: SPECIALE
VIAGGIO APOSTOLICO IN BRASILE (9-14 MAGGIO 2007)
La veglia del Papa con i giovani
PAPA IN BRASILE: 70 MILA LO ACCOLGONO NELLO STADIO
Settantamila ragazzi hanno accolto con manifestazioni di grande entusiasmo Benedetto XVI al suo arrivo nello stadio Pacaembu di San Paolo. Prima di entrare nell'impianto sportivo dove giocava Pele', il Pontefice ha attraversato in papamobile le vie della citta' gremite di folla e ha salutato i tantissimi ragazzi che non avendo potuto entrare nello stadio per ragioni di sicurezza assistono all'incontro grazie ai maxischermi posti sui piazzali limitrofi. Secondo alcune fonti la folla complessiva supera i 200 mila. Sono questi, ha spiegato il segretario di Stato Tarcisio Bertone, ''i giovani entusiasti delle Giornate Mondiali della Gioventu', degli incontri e delle attivita' delle associazioni ecclesiali, ma anche i giovani segnati da una tragica storia personale, come la tossicodipendenza''. ''Il Papa - ha aggiunto il cardinale - chiede ai giovani di essere protagonisti della trasformazione del continente, protagonisti della loro storia, di essere loro gli attori, naturalmente senza staccare la spina dalle tradizioni dei padri, dalle tradizioni'.
PAPA/ ABBRACCIA I GIOVANI, STADIO GRIDA: SI' A VITA, NO AD ABORTO
In 70mila a San Paolo, discorso interrotto 30 volte da applausi
San Paolo del Brasile, 11 mag. (Apcom) - Il Papa abbraccia i giovani brasiliani nello stadio di Pacaembu, a San Paolo, e viene interrotto ben 30 volte nel suo discorso dagli applausi e dal consenso degli oltre 70mila giovani radunati per l'occasione. E dallo stadio si alza un unico coro: "Sì alla vita, no all'aborto". Un coro unanime di oltre 40mila giovani - accompagnati da altri 30mila all'esterno del complesso sportivo - per difendere il diritto alla vita. Un tema caldo che ha fatto più volte capolino nel viaggio del pontefice nel Paese sudamericano.
Il Brasile è un Paese cattolico e la vita è sempre vita - gridano in coro i giovani - noi siamo a favore della vita e della famiglia, quella basata sul matrimonio. Diciamo invece no all'aborto", scandiscono ancora i 70mila teenager.
Ci sono canti, balli, danze tradizionali, slogan "Papa Bento ti amiamo anche noi". Ed ancora ole da stadio fanno da coreografia in una splendida cornice dello stadio accerchiato da grattacieli immensi.
Papa dona 200 mila dlr per l'Amazzonia
5.30 Il Papa ha regalato 200 mila dollari per il progetto "I nostri boschi hanno più vita", promosso dalla Conferenza episcopale brasiliana per tutelare la foresta amazzonica. Lo ha riferito padre Federico Lombardi, direttore della sala stampa vaticana, al termine dell'incontro tra Benedetto XVI ed i vertici dell'episcopato del Brasile. Già nell'incontro coi giovani, il Papa aveva fatto espresso riferimento alla necessità di salvare l'ambiente.
Rai Televideo
Il Papa ai giovani: «Salvate l'Amazzonia»
Appello ambientalista nell'incontro allo stadio
Luigi Accattoli
SAN PAOLO — La «devastazione dell'Amazzonia», la violenza delle città, la droga, la corruzione, ogni ingiustizia: il Papa parla ai giovani del Brasile e tocca i drammi di questa società dalle grandi risorse e dalle grandi miserie. Dei giovani e del loro futuro parla anche con il presidente Lula al quale fa visita al Palacio dos Bandeirantes, restituendogli la cortesia dell'accoglienza da lui ricevuta in aeroporto, all'inizio di questa visita di cinque giorni.
Il più forte tra gli appelli sociali del Papa teologo è stato quello per un «maggiore impegno» da mettere nell'impresa di fermare la «devastazione» dell'Amazzonia, come da tempo chiedono i vescovi, che anche in questa materia non risparmiano critiche al presidente sindacalista che pure hanno appoggiato al momento del voto.
«I nostri boschi hanno più vita»: Papa Benedetto ha citato questo motto dell'inno del Brasile e ha così continuato: «Non lasciate che si spenga questa fiamma di speranza che il vostro inno nazionale pone sulle vostre labbra. La devastazione ambientale dell'Amazzonia e la minaccia alla dignità umana delle sue popolazioni esigono un maggiore impegno nei più diversi ambiti di azione che la società viene sollecitando».
«Maggiore impegno» vuol dire anche critica al governo. Il presidente Lula va orgoglioso del suo «Piano di sviluppo sostenibile dell'Amazzonia» ma i vescovi in un documento intitolato «Fraternità e Amazzonia» del febbraio scorso lo accusano di «finanziare e appoggiare le monoculture intensive di grano, canna da zucchero ed eucalipto» che comportano deforestazione; di «incentivare l'industria mineraria e siderurgica» e di non far niente per combattere gli abusi dei latifondisti e per proteggere il «diritto alla proprietà della terra» delle 163 popolazioni indie.
Il Papa ha poi descritto a lungo le «paure della gioventù» brasiliana di oggi: «Registriamo l'alta percentuale di morti tra i giovani, la minaccia della violenza, la deplorevole proliferazione delle droghe che scuote fino alla radice più profonda le nuove generazioni. Si parla per questo, in conseguenza, di una gioventù sbandata».
Benedetto XVI ha invitato i giovani a farsi «protagonisti di una società più giusta e più fraterna», mettendoli in guardia dalla «smisurata ambizione di ricchezza e di potere che porta alla corruzione personale e altrui».
Per comprendere l'insistenza del Papa sui mali del Brasile basterà ricordare che Rio de Janeiro conta oltre 60 omicidi all'anno ogni centomila abitanti (a Roma sono due) e lo scandalo provocato — durante la passata legislatura — dalla pratica governativa di «pagare» una mazzetta mensile ( mensalao) ai parlamentari dell'opposizione per assicurarsene il voto. Forte è anche la corruzione dei magistrati. «Non vi sono motivi validi — ha detto ieri il Pontefice — che giustifichino il tentativo di far prevalere le proprie aspirazioni economiche e politiche mediante la frode e l'inganno».
Ma non sarebbe Papa Ratzinger se non avesse segnalato ai giovani «gli assalti del materialismo e del laicismo» e se non avesse ricordato loro che «la vita coniugale per disposizione divina è riservata alle coppie sposate». Una messa in guardia dalle convivenze prematrimoniali e dalle coppie di fatto.
«La vostra calorosa accoglienza commuove il Papa», aveva già detto mercoledì Benedetto XVI poco dopo l'arrivo, ma molto più calda è stata la festa — traboccante di coreografie e canti — che gli hanno fatto i 70mila giovani che ha incontrato ieri allo stadio di Pacaembu.
Calorosa è stata anche la visita a Lula, che ha parlato con lui per più di mezz'ora avendo sempre accanto la signora Marisa. Insieme alla consorte, Lula si era presentato al Papa anche mercoledì all'aeroporto e il portavoce vaticano ha detto di vedere «un segno apprezzabile di attenzione alla famiglia» in questi gesti del presidente.
Corriere della sera, 11 maggio 2007
E i gay scendono in piazza contro Benedetto XVI
«Benedetto XVI, basta con l'Inquisizione», «L'amore non ha sesso», «Basta ipocrisia!
Preservativi e salute», «Gesù ama i gay».
Striscioni colorati, bandiere arcobaleno, tiare papali e copricapo a forma di condom (sopra): il viaggio del Santo Padre in Brasile è stato accompagnato anche dalle contestazioni non violente delle organizzazioni gay del Paese(il momento più aggressivo è stato quando, davanti alla cattedrale di San Salvador, nello Stato di Bahia, i manifestanti hanno dato alle fiamme una foto del Pontefice). Erano almeno 350 a San Salvador, e molti altri si sono radunati a Rio e a San Paolo, durante le varie tappe della visita papale. Il presidente del gruppo Gay di Bahia, Marcelo Cequeira, ha annunciato che proporrà alla Conferenza nazionale dei vescovi brasiliani l'istituzione di una pastorale degli omosessuali, perché in Brasile «ci sono molti cattolici gay» e l'omosessualità è una questione sociale che «non può essere tenuta nascosta». Secondo le associazioni per i diritti dei gay, almeno il 10% dei 185 milioni di cittadini brasiliani sarebbe omosessuale.
Corriere della sera, 11 maggio 2007
LA FIERA DELLA TOLLERANZA...COMPLIMENTI!
PADRE MARCELO ROSSI
La messa a ritmo di samba che piace al Vaticano
SAN PAOLO — Di padre Marcelo Rossi, 40 anni, Benedetto XVI sa già tutto. Quando il ragazzone di origini italiane diventò famoso, una decina di anni fa, il caso arrivò alle orecchie di Papa Wojtyla e la questione fu probabilmente girata anche all'allora guardiano della fede Ratzinger: che fare con quel sacerdote brasiliano? Ha appena preso i voti, raccoglie più gente in una messa di tutti gli altri preti di San Paolo messi insieme, ed è in testa alle hit-parade. Al di là delle apparenze, fecero sapere i suoi superiori brasiliani, è tutto in regola. Dal Vaticano non arrivò alcuna obiezione, padre Marcelo poteva continuare a cantare e saltellare sugli altari e negli stadi. Senza esagerare, però. Negli ultimi anni l'idolo dei giovani carismatici ha esagerato solo in successo e dischi venduti. Dalla periferia di Santo Amaro ha conquistato il Brasile. Nel 2006 il suo quinto cd, La mia benedizione, haprimeggiato nelle classifiche con 700.000 copie. Risultato ancora più clamoroso se si pensa che le copie pirata sono su ogni bancarella e le canzoni si scaricano gratis dal suo sito. Padre Marcelo parla tutti i giorni alla radio e in tv. È apparso in due film. Non si fa intervistare, però. Sostiene che non ha molto da dire fuori dagli altari e dalle sale di incisione. Parla la sua missione: far riconquistare ai cattolici l'allegria della fede e l'orgoglio di far parte della grande famiglia. Non vuole soprattutto che gli si ponga una domanda: lei ha successo perché sta imitando gli evangelici?
Qualcosa indubbiamente c'è: le messe cantate (e ballate), il dialogo continuo con i fedeli, lo spirito vagamente settario e messianico che lo circonda. Ma a fronte di una interpretazione disinvolta della liturgia, dalla sua bocca non è mai uscita una parola di troppo. Niente su contraccezione, celibato dei sacerdoti, gay, ricerca scientifica. Nessun accenno alla politica, alle battaglie di molti vescovi progressisti contro le ingiustizie sociali. La messa a ritmo di samba ha finito per lasciare più tranquille soprattutto le gerarchie tradizionaliste. Che, a mezza bocca, ora ammettono: padre Marcelo funziona, stiamo recuperando terreno. Negli ultimi giorni, in attesa dell'arrivo del Papa, sono usciti vari studi sulla demografia religiosa in Brasile.
Tutti confermano l'esodo dei cattolici verso le chiese evangeliche a partire dagli anni '80. Ma l'analisi più accurata, appena presentata dalla Fundaçao Getulio Vargas, svela una sorpresa: l'emorragia di anime dalla Chiesa di Roma si è quasi fermata. Spiega l'autore, l'economista Marcelo Neri: «I dati hanno sorpreso persino la Chiesa. Dopo aver perso, per due decenni, un punto percentuale all'anno, ora il numero di chi si dice cattolico in Brasile è stabile. Tra le ragioni c'è un certo ritorno di appeal della Chiesa, anche grazie a personaggi come padre Marcelo». È stato il successo mediatico della «concorrenza» a spingere i cattolici alla controffensiva. Tra gli anni '80 e '90, gli evangelici hanno fatto man bassa di stazioni radio e tv e creato star. L'enorme quantità di denaro raccolta con le «decime» ha permesso la costruzione di imperi nei media, con l'appoggio di molti politici eletti dal popolo evangelico. Da qualche tempo la Chiesa risponde sullo stesso piano. Attirando i giovani, sorvolando sui temi più controversi (il sesso, innanzitutto) e puntando sugli aspetti emozionali.
È un aspetto del duello tra cattolici ed evangelici. L'altro, forse più importante, affonda le radici nelle disuguaglianze sociali e nella disgregazione familiare. Gli evangelici hanno sopravanzato la Chiesa soprattutto nelle classi medio-basse delle periferie urbane. Non necessariamente i più miserabili, ma gli «esclusi». Il loro successo, per i sociologi, è legato a problemi come la violenza, l'alcolismo, la droga, il dissesto economico. Le cosiddette sette pentecostali (ma anche i culti evangelici più tradizionali) cercano di dare risposte dove la Chiesa non arriva. Ci sono, proporzionalmente al numero dei fedeli, 18 pastori per ogni prete cattolico. C'è un altro fattore, secondo Neri, che spiega perché la perdita di fedeli si stia stabilizzando. È il miglioramento dell'economia e l'aumento dei programmi sociali. «La correlazione tra crisi e crescita evangelica è stata fortissima». Parlando con il presidente Lula, Papa Ratzinger potrebbe ringraziarlo. Tanto più il Brasile sta meglio, meno sono le pecorelle tentate di abbandonare il gregge.
Corriere della sera, 11 maggio 2007
Il Papa da Lula: "Tutelate la famiglia"
Ma nell´incontro non si parla di aborto. Bagno di folla allo stadio
MARCO POLITI
DAL NOSTRO INVIATO
SAN PAOLO - Quarantamila ragazzi delle parrocchie accolgono Joseph Ratzinger con un tifo infernale. Hanno fatto file interminabili per riuscire a guadagnare gli spalti tra duecentomila "aspiranti" che volevano gustarsi anche loro la visione di Benedetto XVI. Allo stadio Pacaembu la folla è multicolore, il diapason è a mille, la gesticolazione frenetica.
I giovani cattolici applaudono il goleador della fede. Il Papa, qui semplicemente «Bento 16», li tratta come un trainer che pungola la squadra a dare il meglio di sé: «Rispettate, venerate il matrimonio! Siate casti. Cercate di resistere alle insidie di chi vi spinge ad una vita dissoluta. Non sperperate la vostra gioventù».
C´è tutto nel discorso papale. Sesso ed ecologia, giustizia e soldi, paura e santità. Quando predica il Vangelo, Benedetto XVI è nel suo elemento. Parla del giovane, che chiese a Gesù cosa fare per meritarsi la vita eterna, ed entra nel quotidiano dell´uditorio. Tocca il tasto delle paure dei giovani: paura di morire, paura di fallire, paura di rimanere indietro. Evoca l´alta percentuale di morti tra la gioventù brasiliana, la violenza dilagante, la diffusione di massa delle droghe. Evoca anche i suoi fantasmi preferiti: materialismo e laicismo.
Ma lo specchio dei mali gli serve per trascinare la folla a traguardi più alti. Incoraggia a combattere la devastazione dell´Amazzonia e il degrado delle sue popolazioni. Esorta i giovani al senso del dovere, a rispettare la legalità, a non lasciarsi travolgere dall´odio o dalla nevrosi del denaro, del potere e della corruzione, a non illudersi di essere vincenti se prevalgono con la frode e l´inganno.
E torna sul tema della famiglia. Fare del matrimonio un «baluardo», promuovere la vita dall´inizio fino al declino naturale, tutelare gli anziani. Il filo con i giovani è diretto. Ben diverso dal nuovo segretario della conferenza episcopale brasiliana, mons. Barbosa, che ha appena dichiarato: una ragazza che si mette a pomiciare (e oltre) è una garota de programa, una puttanella. Apriti cielo. Il Globo, uno dei giornali più diffusi del Brasile, ha dedicato una pagina intera al tema: «Farlo o non farlo? I giovani offesi col vescovo».
Di famiglia, gioventù, pace sociale, commercio estero si è parlato molto ieri mattina anche durante l´incontro tra il presidente Lula e il pontefice. Incontro cordialissmo, con sposa e nipotini, e Lula che a un certo punto sfiora amichevolmente per spalla Benedetto XVI. Si è però evitato di toccare l´aborto, tema di tensione fra Stato e Chiesa. Nel governo brasiliano ci sono esponenti che non tollerano che la questione sia affidata alle mammane con gli spilloni. Perciò chiedono una legge sull´aborto che aiuti le donne.
Atmosfera positiva anche nella breve riunione di Benedetto XVI con i rappresentanti delle altre confessioni. Il rabbino chiede persino di benedire il papa di Roma e il musulmano gli regala il suo mantello bianco in segno di amicizia.
Unica stranezza di questa visita è la totale assenza nella città di segni che rimandino alla presenza del Papa. Non un poster, non un manifesto. Nella metropoli di venti milioni di abitanti Ratzinger si avverte solo quando passa il suo corteo.
Repubblica, 11 maggio 2007
Politi...Politi...Politi...e' sicuro che il tifo fosse infernale? Non Le sembra che sia un aggettivo quantomeno bizzarro? :-)
Materialismo e laicismo sono dei fantasmi? Anche questo e' un paragone eccentrico. Mi dica, Politi, questi fantasmi hanno addosso un lenzuolo bianco oppure hanno una faccia?
Non si preoccupi per la mancanza di poster...come ha potuto verificare ieri sera, caro Politi, i Brasiliani sanno che il Papa e' in citta' :-)
Raffaella
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