6 giugno 2007

Aggiornamento della rassegna stampa del 6 giugno 2007 (1)


Vedi anche:

Rassegna stampa del 6 giugno 2007

Omaggio ad alcuni eroi caduti

Vatican rumors

Non e' bello scopiazzare dal vicino di banco...



IL CARDINALE BERTONE: NESSUNA INDULGENZA COL NAZISMO

"Le accuse a pio XII quando nasce israele"

"Il giudizio divenne negativo dopo un discorso a favore dei palestinesi"
Sulla beatificazione frena Di Segni "Resta una figura controversa"


ROMA

Dal Campidoglio, con lo sguardo rivolto all´accelerazione del processo di beatificazione di Pio XII, il cardinal Bertone sferra un attacco alla «leggenda nera» sui silenzi di papa Pacelli e indica due mandanti: gli ambienti ortodossi russi legati a Stalin e gli ambienti ebraici insoddisfatti per la posizione equidistante del pontefice tra arabi ed ebrei, nella fase in cui in Terrasanta l´immigrazione suscitata dal movimento sionista creava le premesse dello stato d´Israele.
Le accuse rivolte ai sovietici erano già note. Certi fan di Pio XII credono di intravedere la mano cospirativa di Mosca all´origine del dramma di Rolf Hochhuth Il Vicario, che negli anni Sessanta sollevò con gran clamore la questione della mancata denuncia dello sterminio ebraico da parte di papa Pacelli. Un atteggiamento motivato dalla prudenza - dicono in Vaticano - perché è unanimemente accertato che Pio XII si adoperò moltissimo per salvare durante la guerra il più gran numero possibile di ebrei.
Inedita è, invece, l´accusa che nel clima in cui si produsse la nascita dello Stato d´Israele si possano trovare i prodromi del trend anti-Pacelli diffusosi poi in molti settori ebraici dopo che nell´immediato dopoguerra numerosissime personalità ebree avevano pubblicamente ringraziato Pio XII per la sua opera di salvataggio.
La sua ricostruzione il Segretario di Stato vaticano l´ha proposta durante la presentazione in Campidoglio della nuovissima biografia di Pio XII, scritta da Andrea Tornielli. Nel gruppo degli oratori, oltre a Bertone, Giulio Andreotti e gli storici Margiotta Broglio, Andrea Riccardi, Matteo Napolitano. Moderatore Bruno Vespa.
Ma se il professor Riccardi punta il dito sugli anni Sessanta - con il vento antipacelliano che accompagna il concilio Vaticano II nonché la rappresentazione del dramma di Hochhuth - il Segretario di Stato indica una prospettiva diversa: «La figura e l´opera di Pio XII, lodata e ringraziata prima, durante e dopo il secondo conflitto mondiale, comincia ad essere scrutinata con altro occhio in un periodo storico ben preciso, che va dall´agosto 1946 all´ottobre del 1948». È il periodo in cui migliaia di ebrei affluiscono in Palestina per costruire un loro «focolare» e precipitano i rapporti con la popolazione residente araba.
Bertone cita un discorso di Pio XII del 1946 ad una rappresentanza del Consiglio Supremo Arabo, in cui il pontefice riprova il ricorso alla violenza «da qualsiasi parte provenga», ricorda la propria condanna delle «persecuzioni di un antisemitismo fanatico», ma difende - sottolinea il cardinale - i «comprensibili diritti di quanti già vivevano in Palestina e che anch´essi attendevano rispetto, attenzione, giustizia e protezione». Certo, aggiunge Bertone, era comprensibile il «desiderio del martoriato popolo d´Israele di avere una propria terra, un proprio rifugio», ma la Santa Sede doveva tener conto dei diritti di entrambe le parti. I giornali dell´epoca, sottolinea il porporato, testimoniano lo stato di tensione in Terrasanta. Poi c´è chi ha voluto «ideologizzare». Ma in ultima analisi il cardinale conclude: «Da allora ha iniziato a prendere corpo una incomprensibile accusa a Pio XII per non essere intervenuto come dovuto a favore degli ebrei perseguitati».
Di per sé, ha quindi precisato ai giornalisti, la nascita dello Stato d´Israele non va considerata all´origine della campagna anti-Pacelli: «Il Papa affermava il diritto delle due parti (israeliani e palestinesi) ad esistere in condizioni di benessere materiale e culturale. Ma proprio in quella occasione le due parti hanno estremizzato e radicalizzato le loro posizioni rispetto ai ragionamenti equi e limpidi di Pio XII».
Insomma «la questione palestinese e la questione comunista nel biennio 1946-1948 certamente hanno fatto un po´ deviare il giudizio sul papa Pacelli, che pure aveva lavorato tanto proprio per la tutela dei più sofferenti, e soprattutto degli ebrei, di fronte al fanatisimo della persecuzione nazista». Fatto sta che, sul piano della storia, la Santa Sede nel 1948 non riconobbe lo Stato d´Israele, sebbene nato su decisione dell´Onu, e soltanto nel 1993 Giovanni Paolo II ha allacciato i rapporti diplomatici con Israele. Bertone, comunque, chiede allo Yad Vashem (il memoriale della Shoah a Gerusalemme) di concretizzare la promessa di presentare in modo «obiettivo» la figura di Pio XII.
Intanto la causa di beatificazione di papa Pacelli va avanti, ma «senza nessuna scorciatoia», ha puntualizzato Bertone. Su questo, però, le distanze con la comunità ebraica non sono colmate. Perseguire la beatificazione «a tutti i costi», ha ribadito il rabbino capo di Roma, Riccardo Di Segni, è «inutile e doloroso». «Il personaggio - ha spiegato - rimane ancora controverso». Il tema è delicato, insiste Di Segni, «sarebbe opportuno affrontarlo non con il calore della passione, ma con la freddezza del giudizio storico documentato».

Repubblica, 6 giugno 2007

Beh, con tutto il rispetto, non mi pare che il rabbino Di Segni possa frenare una beatificazione...se ne puo' parlare ma il titolo dell'articolo (non firmato) e' sbagliato.
Raffaella


«Ecco i documentiche assolvono papa Pacelli»

Il cardinale Bertone contesta le interpretazioni ideologiche del pontificato di Pio XII

dall’inviato GIORGIO ACQUAVIVA

— ROMA —
ARRIVA con materiale d’archivio inedito il cardinale Segretario di Stato Tarcisio Bertone per parlare del libro su Pio XII del vaticanista Andrea Tornielli (Mondadori). Arriva e squaderna davati agli occhi ghiotti di giornalisti e storici presenti uno dei registri dei dispacci in uscita dalla Santa Sede negli anni della guerra: istuzioni, risposte a casi concreti, indicazioni di azione. Lo mostra ma non può leggere nulla, perché gli Archivi vaticani sono aperti e cosultabili fino all’anno 1939. Spiega però che quella è una delle prove provate della grande attività che caratterizzò il pontificato di Pacelli.
Ma non basta, perché Bertone mostra anche gli appunti che — nell’imminenza della morte di Pio XI — la Segreteria di Stato (e quindi lo stesso Pacelli) aveva preparato per informare il futuro Vescovo di Roma sulla situazione interazionale. Anche da quelle note emerge con chiarezza la linea che caratterizzerà gli anni della guerra: «Non lamento ma azione», come disse lo stesso Papa ai vescovi. E contemporaneamente si prova la continuità fra i due pontificati. Si fece poco? E allora ecco un biglietto del sostituto Montini, del 1943, con cui si chiede alle autorità della capitale (siamo dopo l’8 settembre) un vistoso aumento del numero delle Guardie Palatine, da 575 a 1425, «per la difesa del territorio della Santa Sede». Alla richiesta di fornire nomi e cognomi, la risposta fu «non se ne parla nemmeno».
E che dire dell’avvertenza, bilingue, affissa sulle porte delle parrocchie e delle altre istituzioni cattoliche con cui si allargava «illecitamente» la sovranità dello Stato del Vaticano, impedendo ogni perquisizione? Insomma, materiale per gli storici ce n’è in abbondanza per sfatare la «leggenda nera» che vuole un papa Pacelli inerte di fronte al tragico sterminio degli ebrei. Certamente «silenzio» vi fu, se per silenzio si intende la mancanza di una dichiarazione solenne e pubblica. Il libro di Tornielli rivendica e spiega quella linea del Papa. Non diversamente — aggiunge Bertone — dalla confessione pubblica fatta da Paolo VI negli anni ’60, quando spiegò la cautela della Santa Sede per timore di rappresaglie nei Paesi comunisti.

MA QUANDO nasce questa «leggenda», in barba a tutti i riconoscimenti di parte ebraica che già nel dopoguera sono piovuti sulla figura di Pio XII? Qualcuno lo data agli anni ’60, quando nella corsa alla modernità «profetico» divenne contrapposto a «istituzionale»; qualcun altro parla della seconda metà degli anni ’40, quando Pio XII parlò a favore dello Stato d’Israele, deplorando nel contempo la violenza contro i palestinesi; o quando settori della Chiesa ortodossa moscovita legati a Stalin attaccarono il Pacelli filoamericano. Da allora, si sono oltiplicate interpretazioni ideologiche che poco hanno di scientifico e che gli storici Margiotta Broglio, Napolitano e Riccardi, deplorano, applauditi.
Il senatore a vita Andreotti nel suo intervento chiosa: «Ci sono persone che non ti viene in mente di pregare. Pio XII invece io lo prego». Anche se la proclamazione di santità non c’è ancora.

Quotidiano nazionale, 6 giugno 2007


Tornielli: «Una strategia per salvare la Chiesa e migliaia di perseguitati»

IL LIBRO di Andrea Tornielli «Pio XII. Eugenio Pacelli, un uomo sul trono di Pietro» (Mondadori) si avvale di materiale prezioso inedito proveniente dall’archivio privato Pacelli e da testimonianze provenienti dal processo canonico di beatificazione. In esso si sostiene che Pio XII non fu vittima di impotenza diplomatica, né era all’oscuro di quanto avveniva nei territori occupati dalla Germania nazista, né aveva simpatie per il regime hitleriano. Egli scelse il silenzio pubblico per sviluppare l’azione su due piani, che riteneva più efficaci e meno pericolosi per l’esistenza stessa della Chiesa: le istruzioni di “resistenza morale” al clero e ai fedeli; l’aiuto concreto per salvare in conventi, collegi e parrocchie, di migliaia di persone destinate allo sterminio.

Quotidiano nazionale, 6 giugno 2007


IL CARDINALE BERTONE: DA QUELLA PRESA DI POSIZIONE DEL ‘48 NACQUE LA «LEGGENDA NERA»


«Ma Papa Pacelli aveva lavorato tanto per la tutela degli ebrei perseguitati»

Quando Pio XII difese i palestinesi

MARCO TOSATTI

CITTÀ DEL VATICANO
La questione della nascita dello stato di Israele ha giocato un ruolo nella «leggenda nera» che è nata e si è sviluppata intorno a Pio XII: il Segretario di Stato, il cardinale Tarcisio Bertone, ha preso duramente posizione ieri contro i critici di papa Pacelli, parlando alla presentazione della biografia scritta da Andrea Tornielli sull’ultimo pontefice «romano». Nella sala della Protomoteca, in Campidoglio, all’evento era presente anche don Georg Gaenswein, segretario personale di Benedetto XVI, quasi a confermare il favore con cui viene vista questa ponderosa ricostruzione della vita di Pio XII, che, ha rilevato Bertone, «ha potuto avvalersi di molti documenti inediti». Ma come è nata la leggenda nera su Pio XII? Dice il porporato: «La questione comunista e la questione palestinese certamente hanno fatto deviare un po’ il giudizio sul Papa che aveva lavorato tanto per la tutela dei piu sofferenti, degli ebrei perseguitati. Da parte di alcuni; perché la grande massa degli ebrei salvati erano sopravvissuti ed erano riconoscenti. Però si è attestata una posizione molto critica, che secondo me potrebbe essere disinnescata con un confronto serio con le fonti».
Nella sua ricostruzione storica, il cardinale ricorda che «la figura e l'opera di Pio XII, lodata e ringraziata prima, durante e subito dopo il secondo conflitto mondiale, comincia ad essere scrutinata con altro occhio in un periodo storico ben preciso, che va dall'agosto del 1946 all'ottobre del 1948». Il Segretario di Stato ha citato fuori testo un discorso di Pio XII ai delegati del Supremo Consiglio Arabo per la Palestina, «un appello a favore dei palestinesi». Papa Pacelli diceva, chiedendo sicurezza e benessere materiale e morale per tutte le parti in conflitto, che «l'imparzialità che ci impone il Supremo ministero... non può significare indifferenza in questo momento così difficile».
«Era comprensibile il desiderio del martoriato popolo d'Israele di avere una propria terra - afferma il cardinale Bertone - ma erano comprensibili pure i diritti di quanti già vivevano in Palestina e che anch'essi attendevano rispetto, attenzione, giustizia e protezione». Di conseguenza si è «ideologizzata una riflessione che si sviluppava in modo articolato ed attenta a criteri di giustizia, di equità, di rispetto, di legalità». Anche l’opposizione al comunismo ebbe un ruolo. Bertone ha ricordato il discorso pronunciato il 27 agosto 1949 da un metropolita ortodosso vicino a Stalin: «Questo discorso diede il “la” agli attacchi a Pio XII», culminati poi con l’opera teatrale «il Vicario», e ancora vivi in certa pubblicistica ancora oggi. Ma non da parte di tutti: «Molti storici - ho citato anche il pubblico ministero al processo di Norimberga - hanno continuato a difendere Pio XII». Il cardinale spera che Yad Vashem ospiti anche le «tante, tantissime testimonianze di ebrei, innumerevoli», a favore dell’opera di Pio XII. Il rabbino capo di Roma, Riccardo Di Segni, ha ribadito invece che «il personaggio rimane ancora controverso. Noi riteniamo che si poteva fare molto di più e che comunque questo capitolo è un tema molto delicato nel rapporto ebraico-cristiano».

La Stampa, 6 giugno 2007


BERTONE: CARD. PACELLI VOLEVA DIMETTERSI PER VISITA HITLER
"Ci sono elementi in questo senso"

Roma, 5 giu. (Apcom) - Il futuro Papa Pio XII avrebbe espresso l'intenzione di dimettersi, all'epoca in cui era segretario di Stato vaticano (1930-1939), "in occasione della visita di Hitler a Roma" nel 1938. Lo ha rivelato - sottolineando che si tratta al momento solo di un'ipotesi storiografica al vaglio degli studiosi - il cardinale Tarcisio Bertone, a dimostrazione dell'ostilità di Pacelli al nazionalsocialismo.

"Il cardinal Pacelli voleva dare le dimissioni in occasione della visita di Hitler a Roma", ha detto il segretario di Stato vaticano nel corso della presentazione di un libro su Pio XII, questo pomeriggio a Roma. "Ci sono elementi in questo senso", ha aggiunto, sottolineando che essi devono essere ancora esaminati approfonditamente dagli storici.


«Il cardinale Pacelli voleva dimettersi per la visita di Hitler»

Il futuro Papa Pio XII avrebbe espresso l'intenzione di dimettersi, all'epoca in cui era segretario di Stato vaticano (tra il 1930 e il 1939), «in occasione della visita di Hitler a Roma» nel 1938. Lo ha rivelato, sottolineando che si tratta al momento solo di un'ipotesi storiografica al vaglio degli studiosi, il cardinale Tarcisio Bertone, a dimostrazione dell'ostilità di Pacelli al nazionalsocialismo. Bertone ha anche aggiunto che la causa per la beatificazione di Pio XII «andrà avanti con regolarità, senza alcun tipo di scorciatoia. Il Papa ha i risultati della riunione della plenaria della Congregazione per la causa dei santi», ha ricordato il segretario di Stato vaticano rispondendo ad una domanda dei giornalisti a margine della presentazione di un libro sul Papa della seconda guerra mondiale. Ora Benedetto XVI «esaminerà i risultati» e poi «ha ancora alcune tappe come il decreto sulla eroicità delle virtù e l'esame del miracolo».

Libero, 6 giugno 2007

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