8 giugno 2007

Aggiornamento della rassegna stampa dell'8 giugno 2007 (1)


Vedi anche:

Trascrizione integrale dell'intervista ad Andrea Tornielli su Pio XII

Incontro Benedetto XVI-Alessio II: l'arcivescovo di Cipro media

Rassegna stampa dell'8 giugno 2007

Gesù bussa alla porta del nostro cuore e ci chiede di entrare non soltanto per lo spazio di un giorno, ma per sempre


100mila i fedeli presenti

NEL CUORE DI ROMA

Un Pane per attraversare i deserti di oggi

Il Papa alla processione del Corpus Domini: «Il Signore cammina sulle nostre strade»

Da Roma Mimmo Muolo

Piazza San Giovanni come un grande cenacolo a cielo aperto. Via Merulana come immagine dell'«esodo attraverso il deserto dell'umana esistenza». Ai fedeli che partecipano alla Messa del Corpus Domini davanti alla Cattedrale di Roma e poi lo accompagnano in processione fino a Santa Maria Maggiore, Benedetto XVI consegna due immagini emblematiche della festa che ieri ha celebrato solennemente, alla presenza di quasi 100mila persone. «Il Corpus Domini - spiega il Papa - costituisce una ripresa del mistero del Giovedì Santo». E la tradizionale processione «richiama l'attenzione sul fatto che Cristo si è immolato per l'intera umanità». L'Eucaristia, dunque, «è l'indispensabile nutrimento» che sostiene ogni generazione cristiana «mentre attraversa il deserto di questo mondo, inaridito da sistemi ideologici ed economici che non promuovono la vita, ma piuttosto la mortificano». Un mondo, sottolinea il Papa nell'omelia che Avvenire pubblica integralmente, «dove domina la logica del potere e dell'avere piuttosto che quella del servizio e dell'amore; un mondo dove non di rado trionfa la cultura della violenza e della morte». Ma Gesù, aggiunge il Pontefice, «ci viene incontro e ci infonde sicurezza: Egli stesso è il pane della vita».
La fede nell'Eucaristia spinge in effetti moltissimi fedeli a stringersi intorno all'altare papale e a partecipare alla processione. La celebrazione, cui sono presenti il cardinale vicario di Roma, Camillo Ruini, il segretario di Stato, cardinale Tarcisio Bertone, i vescovi ausiliari e numerosi sacerdoti, offre il consueto suggestivo colpo d'occhio. Inizia intorno alle 19 con le ultime luci del crepuscolo e poi si protrae fino a sera inoltrata, quando via Merulana, l'arteria che collega San Giovanni a Santa Maria Maggiore diventa un fiume di fiaccole, tenute in mano dai pellegrini che seguono il furgoncino scoperto, dove ha preso posto il Papa, in adorazione davanti all'ostensorio con il Santissimo.
Anche nell'omelia Benedetto XVI distingue i due momenti. Riguardo alla Messa nella piazza sottolinea: «Il dono dell'Eucaristia gli Apostoli lo ricevettero dal Signore nell'intimità dell'Ultima Cena, ma era destinato a tutti, al mondo intero. Ecco perché va proclamato ed esposto apertamente, perché ognuno possa incontrare "Gesù che passa", come avveniva per le strade della Galilea, della Samaria e della Giudea». «Questa - aggiunge il Papa - è la perpetua e vivente eredità che Gesù ci ha lasciato». Eredità «che domanda di essere costantemente ripensata, rivissuta, affinché, come ebbe a dire Paolo VI possa imprimere la sua inesauribile efficacia sui giorni della nostra vita».
Quanto, poi, alla processione (conclusa con la benedizione eucaristica), Papa Ratzinger ricorda che è «quasi un portare idealmente il Signore Gesù per tutte le vie e i quartieri di Roma. Lo immergeremo, per così dire, nella quotidianità della nostra vita, perché Egli cammini dove noi camminiamo, perché Egli viva dove noi viviamo». «Il suo passaggio tra le case e per le strade della nostra città - sottolinea, dunque, il Pontefice - sarà per coloro che vi abitano un'offerta di gioia, di vita immortale, di pace e di amore». Con questo scopo, del resto, venne istituita la processione. A Roma si cominciò fin dal '400, sotto Nicolò V, ad andare da San Giovanni in Laterano a Santa Maria Maggiore (ma via Merulana fu percorribile solo dal 1575, quando furono terminati i lavori per realizzare il rettilineo voluto da Gregorio XIII). L'usanza si mantenne per tre secoli, interrompendosi in seguito agli eventi che portarono alla breccia di Porta Pia. Fu Giovanni Paolo II a ripristinare l'antica processione nel 1979. E la tradizione si è ripetuta anche ieri.

Avvenire, 8 giugno 2007


la storia

Una festa antica che alimenta la devozione dei popoli

Fabrizio Mastrofini

La solennità del Corpus Domini venne istituita nel 1247. Alcuni decenni prima la beata Giuliana di Mont-Cornillon aveva avuto una visione che suggeriva l'idea di una celebrazione dedicata al «corpo del Signore». Nel 1262 salì al soglio pontificio col nome di Urbano IV l'antico arcidiacono di Liegi e confidente di Giuliana, Giacomo Pantaleone. Ed è nel 1263 che a Bolsena avvenne il noto miracolo eucaristico: un prete boemo, in pellegrinaggio verso Roma, si fermò a dir Messa nella città laziale e al momento di spezzare l'ostia fu pervaso dal dubbio che essa contenesse veramente il corpo di Cristo. A fugare il dubbio, dall'ostia uscirono alcune gocce di sangue che macchiarono il corporale di lino liturgico (oggi custodito nel Duomo di Orvieto) e alcune pietre dell'altare (racchiuse in preziose teche nella basilica di Santa Cristina). L'11 agosto 1264 Urbano IV promulgò la Bolla Transiturus che istituiva per tutta la cristianità la festa del Corpus Domini; la data della celebrazione fu fissata nel giovedì seguente la prima domenica dopo la Pentecoste. La festa venne riapprovata nel 1311 da Clemente V. La solennità si diffuse grazie al Concilio di Trento, che diede il via alle processioni eucaristiche e al culto del Santissimo Sacramento. Se il Giovedì Santo la Chiesa guarda all'istituzione dell'Eucaristia, nel giorno del Corpus Domini l'attenzione si sposta sulla profonda relazione fra Eucaristia e Chiesa. Le processioni e le adorazioni in questa solennità manifestano pubblicamente la fede del popolo cristiano verso il dono del Corpo del Signore. Fra le più note quelle di Bolsena (dove si porta in processione una delle pietre dell'altare del miracolo), Orvieto (dove si espone il corporale di Bolsena) e Genzano - vicino a Roma, teatro della famosa «infiorata»

Avvenire, 8 giugno 2007


Il pensiero di Ratzinger in "pillole": boom di vendite per la "vitamina B16"

CITTA’ DEL VATICANO - Arriva la vitamina B16. L'unica 'medicina' dedicata a papa Ratzinger che sta spopolando non tanto tra gli avventori delle farmacie, bensi' tra i cultori della lettura. La vitamina B16, infatti, non si trova tra gli scaffali dei medicinali ma nelle librerie vicino al Vaticano dove sta andando letteralmente a ruba. Accattivante la scatola di colore giallo Vaticano, contenente "120 compresse di B16", vale a dire "le pillole con ritagli di magistero di papa Benedetto XVI", tratte dalle sue omelie, dall'enciclica sulla carita', dai discorsi promunciati in occasione di udienze e all'Angelus. Artefice della particolare 'medicina', una casa editrice pugliese, la Ed Insieme, che consiglia le pillole uscite dalla 'farmacia dell'anima' a chi e' in astenia spirituale. La scatola, che contiene sessanta pensieri del Pontefice in pillole, ha tutte le caratteristiche dei farmaci. Dunque una composizione, una posologia, le controindicazioni. Soltanto, il prodotto "non ha scadenza e puo' essere utilizzato sempre". Nella composizione si legge: "la vitamina B16 contiene come principio attivo la parola e il magistero di papa Benedetto XVI; eccipiente fomdamentale la chiarezza e l'essenzialita'". Attenzione, sta scritto sulla scatola: "prima di utilizzare il medicinale leggere attentamente il foglietto illustrativo". La vendita e' rigorosamente "dietro presentazione di ricetta medico spirituale". Nella posologia "si esclude il pericolo di assuefazione" e se ne consigliano "cicli di trattamento anche lunghi e ripetuti". Meglio assumere B16 al mattino, gli "effetti" si avranno "nel corso della giornata". Come tutti i farmaci anche la 'vitamina B16' ha le sue controindicazioni: "se si sospende il trattamento", si avverte, si cadra' nel "relativismo etico e religioso, nel disinteresse e nell'egoismo". Insomma, la 'vitamina B16' batte... dove la fede duole.

Petrus

3 commenti:

euge ha detto...

Era quasi scontato che i giornali non facessero un cenno sulla processione di ieri ma, quello che conta è la presenza della gente 100.000 il corrispondente di due piazza S. Pietro piene per un'udienza.............. vedendo la processione in televisione si vedeva un mare di folla questo vuol dire non solo che per fortuna la gente ragiona con la sua testa e soprattutto con il cuore. Benedetto XVI sa come arrivare al cuore delle persone sa come smuovere le coscenze e come ho detto in un'altro post, per questo non serve necessariamente la mediaticità basta la dolcezza ( che non vuol dire debolezza), la sincerità anche a costo di alzare putiferi, l'amore per la verità l'unica ed incontrovertibile cioè Dio e l'umiltà cioè capire che si è piccoli senza negare le proprie possibilità e forze tutto questo è Benedetto XVI che la gente ama al di là delle accuse , delle infamie e delo fango che giornalmente viene gettato contro la sua persona.
Eugenia - Sempre con Benedetto XVI

Anonimo ha detto...

Cara Euge, e' probabilmente il fatto che la gente comune ragioni con la propria testa ad infastidire tanto lorsignori della stampa :-)
Ciao

euge ha detto...

Già concordo con te cara Raffaella! del resto i giornali ed i sedicenti giornalisti e perchè no anche i signori vaticanisti, pensano che la gente prenda per oro colato tutto quello che scrivono. No la gente ha un cervello suo ringraziando Dio ed un cuore che non sempre è di pietra!!!!!!!!!!!!!! Cari giornalisti fatevene una volta per tutte una ragione Benedetto XVI è amato dalla gente benchè voi non perdiate mai l'occasione di farlo passare per quello che non è e di manomettere per i vostri tornaconto i suoi discorsi!!!!!!!!!!!
Sig. Politi lei è il primo!!!!!!!!!!!
Eugenia .- Sempre con Benedetto XVI