8 giugno 2007

Trascrizione integrale dell'intervista ad Andrea Tornielli su Pio XII


Vedi anche:

Incontro Benedetto XVI-Alessio II: l'arcivescovo di Cipro media

Rassegna stampa dell'8 giugno 2007

Pio XII: il blog "I passi nel deserto" intervista Andrea Tornielli




Intervista ad Andrea Tornielli Prima Parte

Trascrizione:

Blog: siamo al telefono con Andrea Tornielli, il vaticanista de "Il Giornale", che salutiamo. Buongiorno.

Tornielli: buongiorno.

Blog: Grazie della disponibilita'.
Al signor Tornielli volevamo chiedere quale figura (quella di Pio XII) emerge dalla sua biografia che, come sappiamo, ha appena pubblicato.

Tornielli: Diciamo che ho cercato di fare una biografia facendo emergere il tratto umano di Eugenio Pacelli, Papa Pio XII, un Papa che viene sempre descritto come insensibile, ieratico, isolato, algido, insensibile soprattutto al grido di dolore da parte delle vittime durante la guerra e che, invece, dai documenti e dalle tante testimonianze inedite che sono riuscito a ritrovare non corrisponde assolutamente a questo identikit, anzi, era una persona non sensibile, ma sensibilissima, e, peraltro, per nulla attaccata all'idea di fare carriera nella curia romana.

(prima parte)


Intervista Ad Andrea Tornielli Seconda parte

Trascrizione:

Blog: Quindi un ritratto, si diceva, umano.
Sappiamo, pero', che sono state date valenze politiche molto forti al suo operato, valenze che in questo periodo, ma non solo adesso, suscitano alcune polemiche, in particolare riguardo al rapporto con il mondo politico di allora e, in special modo, al rapporto con il nazismo.
In riferimento alla videnda di Pio XII si parla spesso anche polemicamente di tentativi di revisionismo storico.
In base ai documenti che Lei ha raccolto si può parlare invece di un ripristino della verita' storica da qualche punto di vista oppure l'azione di Pio XII continuera' sempre, proprio per la sua figura conseguenza o per il modo in cui e' stata descritta, a rimanere un po' suscettibile di interpretazioni polemiche o comunque differenti?

Tornielli: Il problema e', credo, legato al fatto che sulla figura di Pio XII si e' instuarata, a livello persino popolare, una leggenda nera, che e' assolutamente falsa, ma che e' diventata piu' vera nella storia nell'opinione pubblica. Ed esiste, purtroppo, questo dobbiamo dirlo, da parte di molti storici accademici un pregiudizio anti-Pio XII che emerge da tantissime loro pubblicazioni, c'e' un pregiudizio negativo su questo Papa.
I documenti, veri, quando vengono citati, sono riportati talvolta monchi, estrapolano delle frasi,proprio perche' molti non hanno l'onesta' di riconoscere che la realta' e' diversa da quella che e' sempre stata dipinta.
Io devo dire, pero', che questo e' il quarto libro che scrivo su Pio XII, e' la prima biografia (gli altri riguardavano temi specifici) e non c'e' da essere molto ottimisti e speranzosi.
Soltanto ieri, l'altroieri, in occasione della presentazione del mio libro, vi sono state le dichiarazioni, per esempio, di Amos Luzzato, il quale ha detto tranquillamente (ed e' stato riportato dal Corriere della sera) che prima di fare la razzia del ghetto di Roma l'ambasciatore tedesco era andato in Vaticano e aveva ottenuto un sostanziale via libera sul fatto che la Chiesa non si sarebbe opposta e non avrebbe fatto nulla.
Il problema e' che ogni giorno ci ritroviamo poi a dover rincorrere e confutare delle falsita' enormi perche' l'ambasciatore tedesco du convocato d'urgenza in Vaticano dal Papa non appena inizio' la razzia del ghetto, proprio per chiedergli di fermarla immediatamente.
Allora, tranquillamente, nelle pagine del primo quotidiano nazionale, una nota personalita' del mondo ebraico spara una bugia enorme, una falsita' enorme, senza che succeda nulla.
Questo e' il livello, purtroppo...
Ogni giorno c'e' una nuova menzogna che viene sparata ed e' difficile cercare di precisare, di rincorrere dicendo: "Guarda che le dare non solo cosi'...". In qualsiasi libro, anche nei piu' faziosi, e' scritto che l'ambasciatore fu convocato dal Papa non appena ebbe la notizia (della razzia del ghetto) e non il giorno prima per ottenere in qualche modo un tacito assenso. Siamo veramente alla follia, pero' dobbiamo misurarci con questa leggenda nera che e' difficilissima da scalfire.

(seconda parte)


Intervista ad Andrea Tornielli Terza Parte

Trascrizione:

Blog: ecco, secondo Lei quali potrebbero essere i motivi reali di questa recrudescenza di polemica o di questo mantenimento di leggenda nera, come Lei la chiama?

Tornielli: Ma, diciamo, la leggenda nera e' stata propagandata a livello popolare da "Il Vicario" di Hochhuth, un'opera teatrale mediocre, rappresentata per la prima volta nel 1963 al teatro Kurfürstendamm di Berlino, e poi e' stata ripresa.
Per esempio adesso e' a Milano.
L'opera e' stata scritta da questo mediocre drammaturgo che, peraltro, da giovane, aveva militato CONVINTO nella gioventu' hitleriana. Ecco! Mentre Pio XII combatteva il nazismo ed aiutava gli ebrei, lui (Hochhuth) stava, convinto, nella gioventu' hitleriana. Questi sono particolari che comunque vanno visti...
"Il Vicario" e' un'opera teatrale che vuole, in pratica, scaricare una colpa collettiva dal popolo tedesco, colpa collettiva che non puo' essere attribuita tout court al popolo tedesco (pero' e' anche vero che il popolo tedesco ha democraticamente eletto Hitler dandogli il governo del Reich. Questo bisogna ricordarlo: Hitler non va al potere con un colpo di stato, ma con libere elezioni, per cui, paradossalmente, e' stato eletto in maniera molto piu' democratica di Papa Giovanni XXIII.
E, pero', questo dramma, per scaricare la colpa dal popolo tedesco, fissava solo su un'unica persona, cioe' Hitler, la responsabilita' e di fatto carica di una colpa enorme anche Pio XII in quanto persona singola che, non avendo fatto una denuncia plateale, di fatto non ha fermato Hitler.
Si basa su un presupposto assurdo e falso e cioe' che una pubblica denuncia del Papa avrebbe fermato la persecuzione nazista degli Ebrei, cosa che e' stata dichiarata falsa dallo stesso pubblico ministero ebreo, Robert Kemler, al processo di Norimberga.
Nel 1963, quando uscira' "Il Vicario", lui che era stato la pubblica accusa a Norimberga contro i gerarchi nazisti, dira' chiaramente che ogni denuncia plateale da parte del Papa sarebbe stata un vero suicidio, non avrebbe fatto altro che la portata delle persecuzioni.
Il Papa non aveva come primo problema quello di precostituirsi un buon alibi, una buona fama presso gli storici del secolo successivo, ma aveva quello di salvare vite umane, cioe' vite umane concrete, uomini in carne e ossa. Sapeva che dalla sua parola poteva dipendere anche una recrudescenza delle atrocita' da parte di Hitler e dei nazisti che, come sappiamo, erano furiosamente antisemiti ma anche furiosamente e tenacemente anticattolici e che, certo, non avrebbero tenuto in alcun conto dei proclami della Chiesa, come, del resto, dimostra il caso dell'Olanda, nel 1942, quando, a seguito della protesta pubblica dei Vescovi, la deportazione non si fermo',ma anzi prosegui' in maniera piu' vasta.
Allora, per rispondere alla domanda sulla leggenda nera, credo ci siano due elementi concomitanti:
1) la leggenda nera nasce in Unione Sovietica, prima ancora della fine della guerra. Bisogna dire che una cosa che non si perdona a Pacelli, anche in Italia, e' il suo impegno, nel 1948, per impedire la vittoria del fronte social-comunista. Non gli si perdona l'anticomunismo.
2) altro elemento, in concorso col primo, e' costituito da alcune dichiarazioni che egli ha fatto di equidistanza in favore dei diritti dei Palestinesi, gia' nel 1946.
Certo, colpisce che il Papa, alla fine della guerra, e poi al momento della morte, sia stato lodato da tutte le autorita' del mondo ebraico, da Golda Mair al rabbino capo di Israele.
Per cui la prima generazione che aveva vissuto sulla propria pelle l'olocausto lo ringrazia per cio' che ha fatto. La seconda e la terza generazione, non ricordando piu' cio' che egli aveva fatto, lo accusano per cio' che non ha detto.

(terza parte)


Intervista ad Andrea Tornielli Quarta parte

Trascrizione

Blog: Un'ultima domanda un po' secca, diciamo.
Secondo Lei i media attuali hanno interesse, e quali interessi hanno, a strumentalizzare questa vicenda?
Pensiamo anche insieme ad altre vidende piu' recenti di tutt'altro genere, che riguardano sempre la vita della Chiesa.

Tornielli: Diciamo che questa leggenda nera e' radicata innanzitutto e soprattutto nei mezzi di comunicazione, per cui la difficolta' e' quella di riuscire a far passare l'idea della complessita'. La realta' e' sempre piu' complessa. Noi siamo abituati a dividere in bianco e nero, di qua o di la', a semplificare. E' difficile quando si parla di storia e poi di quale storia! Ricordiamoci che Pio XII e' diventato Papa alla vigilia di un conflitto tremendo, ha governato la Chiesa in anni difficili, e' stato di fatto rinchiuso in Vaticano avendo intorno, dal 1943 in poi, fino alla liberazione di Roma, le truppe tedesche che controllavano tutto. Il Vaticano stava all'interno di uno stato, l'Italia, governato dai fascisti che erano alleati della Germania, per cui regno' in condizioni difficilissime.
Ecco bisogna, bisognerebbe, avere la pazienza e la volonta' di calarsi un po' anche nei contesti. Purtroppo sulle pagine dei giornali si fanno processi e, anzi, piu' che processi si sparano sentenze e ogni giorno di questa polemica sentiamo tutti ormai sparare sentenze di condanna senza avere, per usare la terminologia processuale, neanche avuto la pazienza e la volonta' di aprire il fascicolo e di vedere un po' gli atti di questo processo.

Blog: Quindi la necessita' e' quella di approfondire questi argomenti...

Tornielli: ...di approfondire e credo anche ci sia una responsabilita' da parte dei cattolici, proprio a livello anche di base, di studiare queste figure per avere un giudizio che sia piu' equanime.

(quarta parte). FINE

1 commento:

Luisa ha detto...

Cara Raffaella, volevo ringraziarti per avere trovato il tempo, malgrado i tuoi impegni, per trascrivere l`intervista ad Andrea Tornielli.
Ammiro veramente il tuo impegno, ti ringrazio a mio nome personale , ma sono sicura che la mia riconoscenza e ammirazione è condivisa da tutti e per primo da don Paolo che ha fatto l`intervista e che ti ha chiesto di fare la trascrizione!