4 giugno 2007

La Chiesa, Benedetto XVI e Michele Santoro, riflessioni di Alberto Giannino


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Rassegna stampa del 4 giugno 2007

I compiti principali del successore di Pietro

di Alberto Giannino

MILANO - Quali sono i compiti del Successore di Pietro? Sono essenzialmente tre: annunciare il Vangelo a tutti; confermare i fratelli nella fede; pascere il gregge del Signore. Ebbene, Benedetto XVI, da due anni sta attivamente svolgendo questo suo ministero petrino. Lo fa incontrando nelle Udienze generali i fedeli, lo fa incontrando il Popolo di Dio nei suoi Viaggi Apostolici, lo fa incontrando sacerdoti, vescovi e cardinali, superiori generali dei vari Ordini maschili e femminili, e lo fa attraverso il suo magistero. Senza contare le udienze private, i messaggi, gli interventi, le lettere, la preparazione delle omelie e dei testi dei suoi discorsi. Ed e' qui che emerge quel Magistero che oggi viene tanto contestato da relativisti morali, scientisti positivisti, razionalisti, atei e agnostici. Il Papa, secondo loro, dovrebbe parlare di tutto (anche di calcio) ma senza parlare della difesa dei valori della vita, della famiglia, della liberta' di educazione e della difesa del bene comune in ogni sua forma (cfr. Sacramentum caritatis). Il Papa se evitasse di parlare dei divieti o di quelli che sono considerati dei tabu' sarebbe un ottimo Successore di Pietro, per questi signori che vivono "come se Dio non esistesse". Ma il Papa non puo' conformarsi alla mentalita' di questo mondo, non puo' parlare delle cose di quaggiu': Egli verrebbe meno alla sua funzione, al suo ruolo, al suo compito. Ecco, allora, che Benedetto XVI annuncia Gesu' crocifisso e risorto, ci parla di Maria madre di Gesu' e madre di Dio, ci dice che l'Eucarestia e' presenza reale del Corpo e del Sangue di Cristo, e che il Decalogo e il Discorso della montagna sono piu' che mai attuali. E che da qui discende la morale cattolica tanto vituperata e tanto dileggiata. Una morale che se non ci fosse, tutto sarebbe piu' bello. Divertimento, edonismo e libertinismo. Ma Papa Ratzinger non recede dalla morale, non tradisce Cristo e allora viene accusato di essere conservatore, retrogrado e attaccato al passato. Che bello sarebbe (pensano questi laicisti e anticlericali) se la Chiesa non ci proponesse la solita minestra riscaldata e se fosse flessibile su aborto, eutanasia e temi etici, un po’ come il Cardinale Carlo Maria Martini, periodicamente sulla stampa di sinistra. Ma si sa egli e' un ottimo biblista e, contrariamente ai teologi, non e' abituato alla Tradizione e al Magistero. Quantomeno gli riconosciamo la sincerita' nelle sue posizioni che esterna pubblicamente con coraggio. Mentre altri Vescovi che la pensano esattamente come Martini tacciono rigorosamente, fingendo davanti al Popolo di Dio e alla loro diocesi. Sono vescovi arrivisti, ipocriti e che scandalizzano i semplici. Ma su di loro ritorneremo piu' avanti in un altro articolo. Quindi "l'odio" verso Benedetto XVI da parte dei laicisti nasce dal proclamare la Verita', dall'annuncio a tutti della Buona Novella (integralmente, non solo i brani che fanno comodo a teologi e biblisti) senza deflettere dalla morale. Benedetto XVI conferma pertanto i fratelli nella fede, come e' suo compito precipuo, senza tenere conto delle insidie del Maligno e dei suoi detrattori. Lo fa come uomo mite, ma nella fermezza dei principi. L'altro compito del Successore di Pietro e' quello del Pastore che pasce le sue pecorelle, che raduna il suo gregge nella dispersione, che lenisce le sue sofferenze e che offre la sua vita per loro. Insomma, Benedetto XVI, come ha dimostrato sul campo in questi due anni, e' il Buon Pastore, che come dice il profeta Ezechiele, non pasce se stesso, ma tutto il gregge a lui affidato. (Ez 34, 2) E di questo dobbiamo essergli grati, specialmente quando i rottami della sinistra becera lo attaccano sul fronte della pedofilia cercando di delegittimare la sua immagine. Quando un Papa lavora bene, state tranquilli che e' oggetto di critiche, di calunnie e di attacchi inauditi. Ma sappiamo che lo Spirito Santo guida la Chiesa e protegge il Successore di Pietro.

Petrus

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2 commenti:

mariateresa ha detto...

Cara Raffaella, la tua domanda sul perché dell’atteggiamento della stampa verso papa Benedetto, mi fa riflettere. E vedo che non solo su questo blog il tema è dibattuto. Anch'io ho la tua sensazione e a dire il vero, con fasi alterne, dal momento della sua elezione.
Mi piace anche distinguere tra le varie posizioni, perché ci sono delle differenze e non sono solo sfumature. Insomma quello che vorrei evitare è di fare di tutte le erbe un fascio per approdare a una specie di complesso di persecuzione che non è nella mia indole. Nelle prime uscite pubbliche di Benedetto ricordo che il solo Manifesto sparava a palle incrociate e usava le semplificazioni e le distorsioni dei suoi discorsi che ben conosciamo. Poi con l'andare del tempo, la cosa si è estesa a Repubblica anche sgangheratamente e alla Stampa dove più che Tosatti (che mi fa dormire) ha mostrato il pelo dritto Galeazzi anche con articoli montati sul nulla, delle vere sole. Il Corriere secondo me è un po' diverso, ma per un pacato Accattoli, non mancano di trovare qualche collega e, soprattutto, qualche titolista che le spara come sappiamo; eppoi qui c'è Melloni con tutto quel che segue. E' un fatto che i giornali di destra difendano il papa, ma noto anche che quando le questioni riguardano la nostra bassa cucina politica, in realtà si equivalgono ai giornali avversari perché la lettura che danno delle parole di Benedetto è, come si usa dire con linguaggio (orrendo) sessantottino, strumentale.Anche i giornali di destra capiscono quello che fa comodo. Abbiamo imparato a conoscere i vaticanisti più seri, ma il punto è che se un discorso (o anche un silenzio) può essere interpretato a fini politici, o una vicenda come quella del filmato BBC viene lanciata come una campagna, i vaticanisti li mandano a spasso e altri parlano. Vorrei poi toccare il problema delle notizie di agenzia, soprattutto in occasioni di viaggi all'estero. Io vedo solo quelle su web, non ho un collegamento professionale e tuttavia ho notato che a volte il lancio d'agenzia contiene già in sedicesimo il giudizio di valore che si leggerà nell'editoriale del giorno dopo. E questo mi fa pensare. Macroscopico è stato il caso di Ratisbona, ma non è stato l'unico , anche nel caso del discorso ad Auschwitz è stato così e anche in Brasile. Insomma le agenzie sono lottizzate politicamente come i giornali , direte che è acqua calda, ma io non faccio questo mestiere e l'ho imparato col tempo.
Quindi non si sfugge, c'è una situazione che è avvelenata dal dibattito politico in corso e Benedetto ne fa le spese perché ha influenza ed è intelligente e con lui la Chiesa italiana che vede aumentare il suo peso in modo inversamente proporzionale alla perdita di credibilità della politica. Credo che la Sala stampa vaticana abbia anche commesso errori e lasciato correre troppo, è un giudizio da incompetente, ma me lo sono fatto così. Un articolo che dice falsità va smentito con forza e se il giornalista si mette poi nei panni del censurato e della vittima che vada a remengo.Non è compito del papa curare questi aspetti ma di Lombardi e forse bisognerebbe essere un po' più cattivi di cuore. Anche sui numeri delle persone presenti nei viaggi o negli incontri, qualcuno mi deve spiegare come mai le agenzie danno certe cifre eppoi altri, dopo, sui giornali aggiustano al ribasso. Ma questo è un aspetto che mi interessa meno, anche se mi viene da ridere perché è la stessa cosa che avviene nei raduni sindacali con i numeri dei partecipanti del sindacato e quelli della questura.
Quello che mi interessa è il messaggio di Benedetto che io credo sia grande e che in questa situazione deve essere sempre ripulito e raddrizzato. Anche per questo il tuo blog è importante.
Accattoli dice nel suo blog che un sentimento antiratzingeriano non c'è nelle redazioni e che ha visto peggio con altri papi. Io arrivo fino a GPII e se ammetto che per molto tempo è stato osteggiato, io dico che il veleno politico (di politica interna intendo) che c'è adesso allora non c'era . e un conto erano gli articoli che ironizzavano su un papa che faceva il bagno in piscina e un conto sono trasmissioni in cui si mette il papa a capo di un complotto per coprire la pedofilia. Insomma mi sembra si sia passato il segno. A confronto, anche le chiacchere pruriginose sulla rapporto tra Paolo VI e l’attore Paolo Carlini mi sembrano brustolini. Sarebbe bene, secondo il mio modesto avviso, che i vaticanisti più seri se ne rendessero conto.
Buona giornata

Anonimo ha detto...

Ciao Mariateresa, ti ringrazio per queste tue riflessioni, che condivido. Anzi, in parecchi punti hai anticipato il mio post di questo pomeriggio o questa sera: mi fa molto piacere!
Sono convinta anche io che occorra un lavoro meticoloso da parte della sala stampa che dovrebbe smentire OGNI articolo falso e tendenzioso. Se si lascia troppo correre, si rischiano "incidenti" (non del Papa ma dei giornali) come quelli di Ratisbona.
Non e' piu' ammissibile, occorre una sterzata.
Mi e' purtroppo difficile credere che nella stampa non ci sia un sentimento antiratzingeriano. Per me c'e' eccome. Perche'? Cerchero' di spiegarlo nel mio post, ma sono d'accordo con te: tale sentimento e' inversamente proporzionale alla credibilita' della politica fatta, piu' che altro, da autorevoli "Ponzi Pilati".
Ciao
Raffaella