19 giugno 2007
Rassegna stampa del 19 giugno 2007
Vedi anche:
Il Papa sbanca l'auditel
Il Papa ad Assisi: cio' che i giornali non hanno scritto
IL PAPA AD ASSISI: LO SPECIALE DEL BLOG
Cari amici, iniziamo la nostra rassegna stampa con gli articoli sulla visita del Papa ad Assisi.
Successivamente verranno riportate le notizie su una vergognosa e blasfema mostra organizzata a Bologna. Gia' ieri sera mi chiedevo se fosse il caso di parlare di simili oscenita' in questo blog. Ho deciso, stamattina, di riportare gli articoli perche' e' tempo che tutti i Cattolici si sveglino.
Raffaella
L'analisi
Il nuovo vento d'Assisi
Giuseppe Di Fazio
Ecologisti e pacifisti son serviti. Così pure quegli intellettuali e registi che hanno ridotto a brandelli la figura di Francesco d'Assisi, usurpandone arbitrariamente e unilateralmente il messaggio. E, perché no, anche quei cristiani e seguaci del santo che lo hanno «mutilato», facendo del vento d'Assisi un buonismo per tutte le stagioni, l'anticamera dell'indifferentismo religioso e lo spunto per marce di variopinto colore.
Ieri Benedetto XVI, in visita in Umbria, ha inteso ricomporre il mosaico, ripristinare il nesso fra i valori predicati da Francesco e la radice della sua scelta di vita. Senza quella decisione radicale per Cristo, il rispetto della natura, la pace, il dialogo, la scelta della povertà restano parole al vento, buoni propositi. E il confronto fra le religioni si riduce a un fragile irenismo.
Il messaggio di Assisi, come l'ha riproposto Papa Benedetto, suona invece dirompente e attualissimo nella sua semplicità: radicale per i giovani in cerca di una risposta non edulcorata alla loro domanda di assoluto; profetico per un mondo sempre più dilaniato dalle guerre.
S'era detto, in passato, che il cardinale Ratzinger avesse espresso critiche all'iniziativa di Papa Wojtyla di un summit interreligioso ad Assisi.
Ieri Benedetto XVI s'è posto in continuità col suo predecessore, chiarendo al tempo stesso gli equivoci che quel summit poteva aver generato.
Al San Francesco «mutilato» corrisponde, infatti, un Cristo «diminuito», ridotto cioè a profeta di valori, «ammirato nella sua umanità straordinaria, ma respinto nel mistero profondo della sua divinità». Ad Assisi Benedetto XVI ha invocato «una linea di alto profilo», senza sconti o edulcorazioni.
A mondo che rischia la deriva, d'altronde, non servono i pannicelli caldi.
La Sicilia, 18 giugno 2007
Ai giovani
«Non perdetevi nella droga o in un fatuo girovagare»
Assisi. Papa Benedetto XVI, nel suo incontro con i giovani ha esortato le nuove generazioni a non perdersi nella droga o in fatuo girovagare a vuoto, magari su Internet, a non inseguire la «ricerca smodata» dell'«immagine», o l'avventura per impressionare i coetanei. In altri termini a non modellarsi sul Francesco dei «peccati», della pre-conversione. Accolto da migliaia e migliaia di giovani nella piazza di Santa Maria degli Angeli, Ratzinger ha saputo toccare le loro corde. «San Francesco - ha detto - parla a tutti, ma so che ha proprio per voi giovani un'attrazione speciale». La conversione del santo - ha ricordato - ebbe luogo «quando aveva trascorso 25 anni senza venire a capo del senso della vita». «Di quanti ragazzi oggi non si potrebbe dire lo stesso?», si è chiesto il Papa. «Come negare che sono molti i ragazzi tentati di seguire da vicino la vita di Francesco, prima della sua conversione?». A tutti loro il Papa ha chiesto di seguire Francesco nella sua santità.
La Sicilia, 18 giugno 2007
Pontefice e Professore, feeling anche a pranzo
ALCESTE SANTINI
Ci voleva lo «spirito di Assisi» perché attorno alla tavola di 300 commensali il Papa e il presidente del Consiglio, Romano Prodi, sotto gli affreschi ispirati a San Francesco, conversassero «liberamente» per più di un'ora degli incalzanti problemi internazionali, resi più acuti dai tragici accadimenti in Terra Santa, e di quelli non meno difficili dell’Italia. Per una volta, Benedetto XVI e il premier si sono sentiti distesi e lontani dal protocollo da osservare nelle stanze vaticane come in quelle di Palazzo Chigi e, così, incoraggiati dal linguaggio semplice e concreto del santo di Assisi. Subito dopo la messa in Basilica, era stato il Papa a «chiamare» il presidente del Consiglio per entrare insieme nel refettorio e questa affabilità non è sfuggita agli osservatori come alle persone semplici. E, con questo spirito più che cordiale i due, durante il pranzo, essendo vicini di posto, hanno potuto scambiarsi le idee sul mondo e sull’Italia. Prodi ha espresso il suo «grande apprezzamento per l’appassionato appello alla pace» lanciato poco prima dal Papa, di cui ha condiviso la «viva preoccupazione» per la situazione mediorientale prima di tutto. E il Papa lo ha informato degli sforzi che anche le diverse religioni devono compiere e di quanto la Santa Sede sta facendo perché lo «spirito di Assisi», di cui Giovanni Paolo II fu un «vero profeta», sia attuato con l’impegno di tutti per costruire «la pace turbata da troppi fatti tragici». E nel timore che Benedetto XVI accennasse alla situazione italiana, ma non lo ha fatto per delicatezza, è stato Prodi a precederlo informando il pontefice sugli sforzi il suo governo, sulle difficoltà che incontra e sul fatto «davvero apprezzabile» che da parte del Vaticano non ci siano state prese di posizione sul recente Gay Pride, sebbene ieri il quotidiano dei vescovi Avvenire abbia pubblicato un editoriale durissimo verso gli slogan contro il Papa. Prodi ha lasciato trasparire la consapevolezza delle «possibili esagerazioni della piazza» rilanciando tuttavia un punto: che quanto alla manifestazione il governo «ha lasciato fare ma senza farsi coinvolgere». E in questa chiave ha valutato anche la presenza di tre ministri limitata a un saluto. Il premier dunque ha ribadito la volontà del suo governo di far prevalere «una collaborazione tra la Chiesa e le istituzioni pubbliche nell’interesse del bene comune». E, a tale proposito, il Papa ha espresso apprezzamento su questi temi trattati dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. E, mentre cresceva la curiosità degli osservatori e dei giornalisti per quanto il Papa e Prodi, sui volti dominava il sorriso e la serenità, l’ambasciatore d’Italia presso la Santa Sede, Giuseppe Balboni Acqua, ha voluto così sintetizzare ai giornalisti quanto stava accadendo: «Il colloquio si sta svolgendo all’insegna di simpatia, semplicità, serenità». Il medesimo parere è stato espresso dalla presidente della Regione Umbria, Maria Rita Lorenzetti: «Hanno dimostrato un buon rapporto». Monsignor Sorrentino ha definito, scherzando, che quella di ieri «è stata una preghiera per l’Italia». E il presidente del consiglio, sorridendo, ha risposto che «non basterebbe una novena». A riprova che quella di Assisi è stata sicuramente una giornata diversa per il Papa e per Prodi, in un’ottica di reale confronto e dialogo.
Il Mattino, 18 giugno 2007
Il Papa chiede «dialogo e dignità» dalla città di San Francesco
Assisi, dal Pontefice appello alle potenze: «Pace in Terra Santa»
Il Papa in trasferta nella terra di San Francesco lancia un «pressante» e «accorato» appello: si depongano le armi e ci si apra al perdono, all’amore ed all’unione. «Considero mio dovere - ha detto il pontefice all’Angelus celebrato nella tarda mattinata di ieri ad Assisi - lanciare da qui un pressante e accorato appello affinché cessino tutti i conflitti armati che insanguinano la terra, tacciano le armi e dovunque l’odio ceda all’amore, l’offesa al perdono e la discordia all’unione»”. Quindi Ratzinger ha aggiunto: «Sentiamo spiritualmente qui presenti tutti coloro che piangono, soffrono e muoiono a causa della guerra e delle sue tragiche conseguenze, in qualunque parte del mondo. Il nostro pensiero - ha sottolineato il Pontefice durante l’omelia celebrata di fronte a migliaia di persone - va particolarmente alla Terra Santa, tanto amata da San Francesco, all’Iraq, al Libano, all’intero Medio Oriente. Le popolazioni di quei Paesi conoscono, ormai da troppo tempo, gli orrori dei combattimenti, del terrorismo, della cieca violenza, l’illusione che la forza possa risolvere i conflitti, il rifiuto di ascoltare le ragioni dell’altro e di rendergli giustizia». Solo un dialogo «responsabile e sincero - ha concluso - sostenuto dal generoso sostegno della Comunità internazionale, potrà mettere fine a tanto dolore e ridare vita e dignità a persone, istituzioni e popoli». Benedetto XVI ha quindi ricordato le iniziative di dialogo interreligioso promosse da Giovanni Paolo II proprio ad Assisi. «Lo spirito di Assisi, che da quell’evento continua a diffondersi nel mondo, si oppone allo spirito di violenza, all’abuso della religione come pretesto per la violenza. La scelta di celebrare quell’incontro ad Assisi - ha detto il Papa - era suggerita proprio dalla testimonianza di Francesco come uomo di pace». «Assisi ci dice - ha proseguito Ratzinger - che la fedeltà alla propria convinzione religiosa, la fedeltà soprattutto a Cristo crocifisso e risorto non si esprime in violenza e intolleranza, ma nel sincero rispetto dell’altro, nel dialogo, nell’impegno per la pace e per la riconciliazione». Il Papa, spiegando quindi i connotati della vita e della conversione del santo di Assisi, ha detto che messaggio di Francesco è ancora attuale in forza della sua conversione, della sua ricerca di Cristo, della sua fede. «Che cosa è stata, miei cari fratelli e sorelle - ha detto Ratzinger - la vita di Francesco convertito se non un grande atto d’amore? Lo rivelano le sue preghiere infuocate, il suo vivere secondo la forma del santo Vangelo, la sua scelta della povertà e il suo cercare Cristo nel volto dei poveri». È dunque «questa sua conversione a Cristo che spiega quel suo tipico vissuto, in virtù del quale egli ci appare così attuale anche rispetto a grandi temi del nostro tempo, quali la ricerca della pace, la salvaguardia della natura, la promozione del dialogo tra tutti gli uomini. Francesco è un vero maestro in queste cose».La giornata di Papa Benedetto XVI è iniziata con la visita al Santuario di Santa Maria di Rivotorto. L’elicottero con il quale il Pontefice ha raggiunto la città è atterrato nel locale campo sportivo. Ad accoglierlo il presidente del Consiglio Prodi con la moglie Flavia. Benedetto XVI ha poi iniziato, a bordo della “papamobile”, il suo pellegrinaggio nei dieci luoghi simbolo della città di San Francesco. Ad accogliere il Pontefice, oltre ai numerosi fedeli e pellegrini, calorosi striscioni di benvenuto.
Il Cittadino, 18 giugno 2007
IL RICHIAMO
«Su San Francesco vi è il rischio di letture scorrette»
Assisi (Perugia). Il papa teologo e custode per eccellenza dell’ortodossia cattolica ha ammonito ieri, da Assisi, a non fare un uso improprio del «carisma francescano», a non sminuire o «mutilare» la figura del santo patrono d’Italia con letture culturali scorrette e estranee al cristianesimo. Un concetto che, in diverse sfumature, Ratzinger ha ripetuto nei suoi appuntamenti di ieri e di cui ha parlato diffusamente nella cattedrale medioevale di San Rufino davanti al clero e ai religiosi umbri.
«Francesco», ha spiegato, «subisce una sorta di mutilazione, quando lo si tira in gioco come testimone di valori pur importanti, apprezzati dall’odierna cultura, ma dimenticando che la scelta profonda, potremmo dire il cuore della sua vita, è la scelta di Cristo». Francesco dunque non può essere ridotto ad un emblema per pacifisti o ecologisti.
«Il suo sguardo sulla natura è in realtà una contemplazione del Creatore nella bellezza delle creature. Il suo stesso augurio di pace si modula poi come preghiera, giacchè gli fu rivelata la modalità in cui doveva formularlo: ’Il Signore ti dia la pace’. Francesco è un uomo per gli altri, perchè è fino in fondo un uomo di Dio», ha rimarcato Benedetto XVI.
Ratzinger, che già nella messa di ieri mattina aveva ribadito con forza che l’unica chiave interpretativa per il santo di Assisi è quella delle fede cristiana, ha difeso la validità e l’importanza del suo motu proprio del novembre 2005, ’Totius Orbis’, con cui mise sotto il controllo della Curia locale e di Roma le iniziative dei francescani delle Basiliche del Sacro Convento e di Santa Maria degli Angeli, nel timore che potessero scadere nel sincretismo religioso o in un’eccessiva politicizzazione.
«I milioni di pellegrini che passano per queste strade attirati dal carisma di Francesco, devono essere aiutati a cogliere il nucleo essenziale della vita cristiana», ha avvertito il pontefice.
Il Giornale di Vicenza, 19 giugno 2007
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