7 giugno 2007
Una grande notizia fra etica e scienza
Vedi anche:
Aggiornamento della rassegna stampa del 7 giugno 2007 (1)
Rassegna stampa del 7 giugno 2007
San Pietro, paura per il Papa. Padre Lombardi: nessun attentato
La rivoluzione delle staminali le cellule adulte tornano embrionali
Rigenerano tutti i tessuti. "Così clonazione senza problemi etici"
Pubblicati su Nature i lavori di scienziati del Mit che riproducono gli studi sui topi di Yamanaka
Vescovi, direttore dell´Istituto di ricerca del San Raffaele: "Lavoro splendido"
DANIELE DIENA
ROMA - Ci provava da un anno e alla fine il giapponese che si era messo in testa di spostare indietro l´orologio biologico, trasformando le cellule adulte del topo in qualcosa di molto simile alle embrionali, ci è riuscito. Da qualche mese in un laboratorio dell´università di Kyoto godono ottima salute alcuni topolini transgenici, nati da cellule del tessuto connettivo «riprogrammate» geneticamente in modo da trasformarsi in staminali pluripotenti, quelle particolari cellule in grado di generare tutti i tessuti dell´organismo cui appartengono. Il professor Shinya Yamanaka, che già nel 2006 aveva fatto parlare di sé per i suoi primi tentativi «in vitro» ed ora ha pubblicato l´attesa dimostrazione «in vivo» su «Cell Stem Cell», ha anche fatto centro due volte: «Nature» ha pubblicato altri due lavori di scienziati del Mit di Boston e di Harvard che hanno riprodotto il medesimo esperimento.
La notizia ha suscitato forte interesse nella comunità scientifica internazionale anche per la nuova strada che, nel caso funzionasse sull´uomo, aprirebbe per le applicazioni mediche delle staminali, in alternativa alle tanto contrastate embrionali: «Con questa tecnica si fa clonazione senza usare embrioni. Mi spiace di non averlo ottenuto io questo risultato» ha commentato Angelo Vescovi, direttore dell´Istituto di Ricerca per le Cellule Staminali, al San Raffaele di Milano.
L´anno scorso Yamanaka aveva riscosso l´attenzione e lo scetticismo dei maggiori scienziati del mondo quando annunciò d´avere trasformato in laboratorio delle cellule adulte di topo in cellule "pluripotenti". Come spesso succede però, il passaggio dall´esperienza "in vivo" a quella "in vitro" non funzionò e da quelle cellule non nacque alcun topo. Lo scienziato nipponico non si dà per vinto, anche perché la scommessa – con tutte le difficoltà di ordine etico suscitate dall´uso delle staminali embrionali - ha una portata enorme, e s´ingegna per migliorare la tecnica coinvolgendo due gruppi di colleghi americani. E alla fine la strada giusta è imboccata: gli scienziati ricorrono a dei vettori virali per trasferire nelle cellule adulte del connettivo del topo quattro geni (Oct4, Sox2, c-Myc e Klf4) aventi una funzione chiave nell´attività del genoma dell´embrione. Poi isolano dalla popolazione cellulare di partenza le cellule staminali così ottenute e le sottopongono ad una serie di test, finché hanno la certezza che sono state riprogrammate geneticamente in modo da essere identiche alle embrionali.
A questo punto non resta che la prova regina: se sono davvero come le staminali embrionali, le nuove cellule devono poter dare vita a topolini. E così è: iniettando le cellule in embrioni ai primissimi stadi di sviluppo, non solo questi hanno dato vita a topolini, ma le cellule riprogrammate hanno partecipato alla formazione di tutti i tessuti del corpo dei neonati topi. Perfino le generazioni successive di topi avevano ancora cellule originate da quelle riprogrammate, quindi il loro "seme" era presente anche nelle cellule germinali di ovociti e spermatozoi. «Un lavoro splendido che cambia radicalmente il modo di far ricerca sulle staminali - ha commentato Angelo Vescovi - se si riuscisse anche nell´uomo a trasformare le cellule adulte in pluripotenti, si risolverebbero sia i problemi etici sulla ricerca sulle staminali embrionali, sia quelli tecnici, in quanto si avrebbe una facile disponibilità di cellule personalizzate per curare ogni singolo paziente. E questi scienziati meriterebbero il Nobel». Più cauto Maurilio Sampaolesi, stretto collaboratore di Vescovi: «Se quei geni sono in grado di creare staminali pluripotenti, che chiaramente continuano ad autorinnovarsi, perché non hanno formato neoplasie?»
Repubblica, 7 giugno 2007
Staminali adulte dai topi, la Cei applaude
ROMA — Cellule adulte di topo trasformate in staminali pluripotenti. Secondo un'équipe di scienziati americani dell'Harward University che oggi pubblicano su Nature uno studio sull'argomento, la nuova scoperta scientifica consentirebbe di fare a meno nelle ricerche genetiche delle staminali prelevate dall'embrione umano. Un risultato che ha destato entusiasmo anche in Vaticano: «I fatti stanno smentendo tante posizioni ideologiche — ha commentato Giuseppe Betori, segretario generale della Cei — adesso la scienza va verso la direzione eticamente giusta». A margine di un convegno organizzato ieri a Roma, il vescovo ha spiegato — facendo riferimento al referendum sulla fecondazione — che la «saggezza del popolo italiano ha saputo indicare la strada giusta».
Corriere della sera, 7 giugno 2007
SCIENZIATI USA OTTENGONO CELLULE EMBRIONALI MANIPOLANDO QUELLE ADULTE
Staminali a prova di etica
Si potrebbe così evitare la distruzione degli embrioni
FRANCESCO SEMPRINI
NEW YORK
Gli scienziati hanno rimesso indietro le lancette dell’orologio delle cellule animali giungendo a una scoperta destinata ad alimentare il dibattito sulla ricerche delle staminali. Conducendo una serie di esperimenti su topi da laboratorio, quattro équipe indipendenti di esperti sono riuscite a trasformare cellule vecchie o mature, come quelle della pelle, al loro stato originale, cioè quello embrionale. Successive prove hanno rivelato che le cellule ottenute hanno esattamente le stesse proprietà delle cellule embrionali, cioè cellule primitive non specializzate dotate della importante proprietà di trasformarsi in qualunque altro tipo di cellula del corpo. Sono cioè in grado di trasformarsi in muscoli, cuore, nervi e altri tipi tessuti, ma l’altro elemento di novità consiste nel fatto che tre su quattro gruppi di ricercatori non sono ricorsi all’uso di uova o alla distruzione di embrioni.
«Abbiamo dimostrato di essere in grado di rimettere indietro le lancette dell’orologio», ha spiegato Rudolf Jaenish, scienziato del Whitehead Institute for Biomedical Research di Cambridge, in Massachusetts, e autore di uno dei quattro studi pubblicato dalla rivista specializzata Nature. Se la procedura potesse essere seguita anche con cellule adulte umane, senza far ricorso a embrioni, si avrebbe accesso a una fonte preziosa di cellule per la medicina rigenerativa, per riparare cioè organi e tessuti, curare malattie, creare organi da trapianto.
La scoperta è destinata ad alimentare il dibattito sulla ricerca in Italia tanto quanto negli Stati Uniti, dove George W. Bush ha sempre negato lo stanziamento di fondi per la ricerca su embrioni umani. Tuttavia repubblicani e democratici sono convinti dell’importanza del tema e questa scoperta potrebbe cambiare le cose. Alcuni Stati americani, come la California, hanno deciso di finanziare autonomamente gli studi.
Il risultato, potenzialmente rivoluzionario, è frutto della tenacia di Shinya Yamanaka dell’Università di Kyoto, che già lo scorso anno aveva avuto l’intuizione giusta senza però ottenere i risultati sperati negli esperimenti. Ci ha riprovato con successo quest’anno condividendo il lavoro con le altre tre équipe di esperti, tra cui anche quelle dell’Harvard Stem Cell Institute e del Massachusetts General Hospital Cancer Center di Boston.
Il prossimo passo sarà ripetere la procedura con le cellule umane, anche se per la presenza di tante specie di geni, sarà piuttosto difficile identificare quelli capaci di rimettere indietro le lancette dell’orologio biologico di donne e uomini.
La Stampa, 7 giugno 2007
Staminali, scoperto il segreto per far ringiovanire le cellule
di Redazione
L’ultimo traguardo della scienza è l’aver fatto «tornare bambine» alcune cellule di topo adulto. Per la prima volta, si sono ottenute cellule staminali identiche a quelle embrionali, le più preziose per la medicina rigenerativa. Ma il vantaggio dell’innovativa tecnica è aver ricavato questo «tesoro» senza sacrificare alcun embrione. La riprogrammazione di cellule adulte ha così consentito di far nascere topolini perfettamente sani. A riportare indietro le lancette dell’orologio della vita sono stati Shinya Yamanaka dell’Università di Kioto, Rudolf Jaenisch del Mit di Boston, Konrad Hochedlinger del Massachusetts General Hospital Cancer Center and Center for Regenerative Medicine, Harvard Stem Cell Institute, sempre a Boston. La prossima sfida è partire da cellule umane adulte. Vincerla significherebbe, come spiegano gli scienziati, aver accesso a una fonte inesauribile per riparare organi e tessuti, curare malattie, creare nuovi organi da trapianto. E tutto questo, senza usare gli embrioni, evitando quei dilemmi etici che spaccano l’opinione pubblica. Queste staminali pluripotenti sono state ottenute inserendo in cellule adulte del tessuto connettivo, i fibroblasti, quattro geni chiave delle cellule embrionali. Meno di un anno fa Yamanaka aveva già annunciato di aver ringiovanito cellule adulte della pelle di topo. Ma i suoi esperimenti non avevano dato i risultati sperati: le cellule riprogrammate si erano poi rivelate di qualità inferiore a quelle embrionali e non si riusciva a far nascere nuovi topolini. Lo scienziato nipponico era comunque sulla buona strada. Il «trucco» consisteva nel riattivare dei geni chiave che nelle cellule adulte sono irreversibilmente spenti. Con ripetuti tentativi, i ricercatori sono arrivati al super-test finale: la nascita di nuovi individui e la replicazione nei successivi accoppiamenti. Ora si tratta di scoprire quali siano i geni chiave coinvolti nell’uomo per la «miracolosa» trasformazione.
Il Giornale, 7 giugno 2007
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