17 giugno 2007

Via libera del Papa: firmato il motu proprio sulla Messa in latino


Vedi anche:

Esclusiva di Petrus: imminente il motu proprio sulla Messa in latino

Rassegna stampa del 17 giugno 2007

La stampa di oggi, una premessa doverosa

Il Papa e un francescano speciale...Padre Pio da Pietrelcina

VISITA PASTORALE DI SUA SANTITA' BENEDETTO XVI AD ASSISI (17 GIUGNO 2007)

E' andato in pensione il fotografo dei Papi

Incontro fra Benedetto XVI e Chrysostomos II


Cari amici, mi permetto di fare i miei piu' sinceri complimenti, a nome del blog, al quotidiano Petrus che, nel caso del motu proprio del Papa, ha "bagnato il naso" a tutti i giornaloni!! Questa e' informazione corretta!
Un ringraziamento, quindi, a Gianluca Barile ed al suo quotidiano.
Molto apprezzabile l'articolo di Andrea Tornielli, molto piu' aggiornato di tanti suoi colleghi
.
Raffaella


Svolta di Ratzinger sulla liturgia Via libera all’antica Messa in latino

di Andrea Tornielli

Benedetto XVI ha firmato il testo del «motu proprio» che renderà più facile l’uso dell’antico messale preconciliare nelle celebrazioni liturgiche chiarendo che esso non è stato mai abolito o vietato e rappresenta, invece, una ricchezza per la Chiesa. C’è un precedente rimasto fino ad oggi segreto che riguarda le ragioni di questa decisione, un testo che i cardinali della Congregazione per la dottrina della fede avevano preparato nel novembre 1982 e che il Giornale è in grado di rivelare.

La pubblicazione del «motu proprio» dovrebbe avvenire nei prossimi giorni, probabilmente già prima dell’inizio delle vacanze del Pontefice. Si tratta di una decisione ponderata, seguita a lunghe consultazioni collegiali, che Ratzinger ha preso per venire incontro alle istanze dei fedeli rimasti legati all’antica liturgia. Già Giovanni Paolo II, con l’indulto, aveva previsto la possibilità di utilizzo del messale preconciliare e aveva chiesto ai vescovi di essere generosi nel concedere la vecchia Messa. In molte diocesi, però, i fedeli tradizionalisti si sono scontrati in questi anni con rifiuti spesso immotivati. Anche per questo Benedetto XVI, che da cardinale ha riflettuto spesso sugli esiti della riforma liturgica, intende fare un passo avanti. Il testo del «motu proprio» sarà accompagnato da una lettera papale, nella quale sono spiegate le ragioni profonde di questo passo, chiedendo ai vescovi disponibilità, pazienza e «comprensione».

Già il 16 novembre 1982, su richiesta di Papa Wojtyla, una riunione presieduta da Ratzinger, allora Prefetto dell’ex Sant’Uffizio, alla quale presero parte i cardinali Baggio, Baum, Casaroli (allora Segretario di Stato), Oddi e l’arcivescovo Casoria, aveva sancito che «il messale romano nella forma in cui è rimasto in uso fino al 1969, indipendentemente dal «problema Lefebvre» doveva «essere ammesso dalla Santa Sede per tutte le Messe celebrate in lingua latina». A due condizioni: l’uso dei vecchi libri liturgici doveva presupporre la piena accoglienza delle nuove norme emanate dopo il Vaticano II e non doveva esprimere il sospetto che queste ultime «fossero eretiche o invalide»; nelle Messe pubbliche celebrate nelle parrocchie, la domenica e le festività, doveva essere osservato «il nuovo calendario liturgico». Tutti i cardinali, all’unanimità, risposero dunque «affirmative», cioè «sì», alla domanda se fosse lecita la Messa con l’antico rito. Inoltre, in quella riunione, fu anche auspicato un documento contro gli abusi liturgici, individuati fra le ragioni «della crisi attuale della Chiesa» e, in un futuro remoto, una sintesi «dei due messali». Quel futuro è oggi un po’ meno remoto. La decisione di Benedetto XVI non è dunque un passo indietro, ma una tappa della riforma liturgica voluta del Concilio e non ancora pienamente attuata.

Nella lettera di presentazione, Benedetto XVI risponderà preventivamente alle obiezioni sollevate contro la liberalizzazione dell’antico messale, e cioè la «mancanza di obbedienza al Concilio» e la «rottura dell’unità». Innanzitutto Ratzinger ha già ricordato – nel 1998 – che «non è stato il Concilio a riformare i libri liturgici» ma che «esso ne ha ordinato la revisione e, a questo fine, ha fissato alcuni principi fondamentali» definendo che cos’è la liturgia, e fornendo «un metro di giudizio» per ogni celebrazione: ignorando queste regole essenziali e le norme prescritte dalla costituzione conciliare, «allora sì che si disubbidisce al Concilio!». Inoltre, Ratzinger ha già più volte spiegato che «nel corso della sua storia la Chiesa non ha mai abolito o proibito forme ortodosse di liturgia, perché ciò sarebbe estraneo allo spirito stesso della Chiesa», in quanto «una liturgia che esprime la vera fede non è mai una raccolta fatta secondo criteri pragmatici di cerimonie diverse, manipolabili ad arbitrio, oggi in un modo e domani in un altro». Ma è, invece, una realtà vivente «espressione della vita della Chiesa, in cui si condensano la fede, la preghiera e la vita stessa delle generazioni, dove è incarnata nello stesso tempo in forma concreta l’azione di Dio e la risposta dell’uomo». Il Concilio ha dunque ordinato una riforma dei libri liturgici, ma non ha proibito i libri precedenti. Infine, il Papa ricorderà che «sono sempre esistite molte forme del rito latino». In effetti, fino al Vaticano II, a fianco del rito romano c’erano l’ambrosiano, il mozarabico, quello di Braga, quello di Chartreux, quello dei certosini, quello dei domenicani. «Nessuno si è mai scandalizzato – aveva detto Ratzinger – che i domenicani, spesso presenti nelle nostre parrocchie, non celebrassero come i preti secolari ma seguissero un rito proprio. Non abbiamo mai avuto alcun dubbio che il loro rito fosse cattolico al pari di quello romano ed eravamo fieri della ricchezza di tante diverse tradizioni».

Il Giornale, 17 giugno 2007


«Motu proprio» La scelta assoluta del Pontefice

di Redazione

«Motu proprio» è un’espressione latina (tradotta significa «di propria iniziativa») che indica un documento, una nomina o in generale una decisione presa appunto «di propria iniziativa» da chi ne ha il potere o la facoltà. È diventata, per antonomasia, la definizione di un documento papale che deriva direttamente dalla volontà del Pontefice e non è stato inizialmente proposto da un organismo della Curia romana. Secondo il Codice di diritto canonico, infatti, il Papa è dotato di tutti i poteri per esercitare sovranità ordinaria, piena e immediata su tutta la Chiesa universale, sulle diocesi e in materia di dottrina. La decisione attesa nelle prossime settimane è in linea con quanto, da cardinale, Ratzinger ha più volte affermato sulla riforma liturgica.

Il Giornale, 17 giugno 2007


Esclusivo - La prefazione del Papa al "motu proprio": "La Messa in latino è una ricchezza per la Chiesa"

di Bruno Volpe

CITTA’ DEL VATICANO - Dopo l’esclusiva di giovedì relativa alla firma da parte del Papa del “motu proprio” per la liberalizzazione della Messa in latino secondo il rito cosiddetto tridentino di Pio V, “Petrus” è ora in grado di fornire un’ampia anticipazione del documento, la cui pubblicazione è imminente, voluto da Benedetto XVI e attualmnente in fase di traduzione nelle diverse lingue. Il “motu proprio” è introdotto dal Santo Padre che, nella prefazione, motiva la sua decisione di autorizzare la liberalizzazione della Messa in latino non tanto per ricomporre lo scisma con i “lefebvriani”, quanto per riammettere un rito, la cui proibizione non aveva più alcun senso, che è una ricchezza per la Chiesa. Entrando nei dettagli, il “motu proprio” prevede l’abolizione della richiesta di dispensa al Vescovo diocesano per chi voglia assistere o celebrarare la Messa secondo il rito tridentino; attualmente, infatti, il rito tridentino non è vietato, ma è necessario chiedere l’autorizzazione al Vescovo della diocesi nel caso si voglia celebrare con il messale di San Pio V. Il “motu proprio” eliminerà quindi questa necessità, consentendo a gruppi di almeno 30 fedeli di chiedere direttamente al parroco la celebrazione della Messa in latino. Nel documento non si affronta il tema della scomunica dei seguaci di Monsignor Marcelle Lefebvre, anche se si pensa di attribuire loro al più presto lo status giuridico di associazione religiosa di rito tridentino secondo il modello attualmente in vigore in alcune comunità brasiliane. E’ opportuno ricordare che alcuni documenti della Pontificia Commisssione “Ecclesia Dei”, a firma del prelato Camille Perl, riconoscono già attualmente la validità dei sacramenti amministrati con il messale di San Pio V e che i fedeli che partecipano alla Messa tridentina non cadono in stato di scomunica. La notizia della firma del “motu proprio” per il ripristino del rito tridentino è stata confermata in esclusiva a “Petrus” da Monsignor Nicola Bux, teologo e membro della Congregazione per la Dottrina della Fede, che ha dichiarato: “Potete scriverlo tranquillamente, il Papa Benedetto XVI ama la concertazione e la collaborazione e non vuol decidere tutto da solo, per questo ha ascoltato vari e ripetuti pareri, ma il motu proprio per la liberalizzazione della Messa in latino è stato firmato ed è imminente la sua pubblicazione, direi che è addirittura questione di giorni". Il “motu proprio” sarà illustrato dai Cardinali Francis Arinze, Dario Castrillon Hoyos e Julian Herranz. La Messa tridentina è celebrata interamente in latino, ad eccezione di alcune parole e frasi in greco antico ed ebraico; è inframmezzata da lunghi periodi di silenzio, per consentire ai fedeli di poter adeguatamente meditare circa la grandezza del mistero eucaristico al quale sono chiamati ad assistere. I fedeli seguono la liturgia leggendo il messalino od il foglietto bilingue, che riportano, a fianco del testo latino, la traduzione integrale dei passi in italiano o nelle altre lingue nazionali. Non è soltanto l’uso della lingua ecclesiastica ed universale ("cattolico" significa appunto universale) a costituire la sola differenza intercorrente tra la Messa tridentina e quella moderna. Il sacerdote, a differenza di quanto avviene nel corso del nuovo rito, volge le spalle ai fedeli, in quanto celebra rivolto al tabernacolo ed all’altare che costituisce la rappresentazione del Calvario, l’immagine è quella del celebrante che guida il popolo. Il Vangelo viene letto sempre sul lato destro dell’altare, mentre l’Epistola sul lato sinistro (da cui il termine «in cornu evangelii» e «in cornu epistulae». La comunione - solo l’ostia, per i fedeli - viene ricevuta in ginocchio, e in bocca. Alla Messa si assiste per lo più in ginocchio, perché si crede al suo grandissimo mistero, perché si crede alla presenza reale di Gesù in corpo, sangue, anima e divinità, perché in ginocchio è la postura dell'umile peccatore che implora la misercordia di Dio.

Petrus


PAPA/ SI' A MESSA IN LATINO, 30 FEDELI POTRANNO CHIEDERLO A PRETE
Non servirà più la richiesta di dispensa al vescovo diocesano

Città del Vaticano, 15 giu. (Apcom) - Sì alla messa in latino, senza chiedere la dispensa al vescovo diocesano. Basteranno 30 fedeli per chiedere al sacerdote di poter celebrare la messa in latino. Il Papa tende la mano ai 'lefebvriani' e approva il 'Motu proprio' con cui Benedetto XVI autorizza la liberazione della messa in latino. Tutto pronto, manca solo la traduzione.

Il Motu proprio - anticipa il quotidiano on line di informazione religiosa Petrus - viene introdotto dal Papa che, nella prefazione, motiva la sua decisione di autorizzare la liberalizzazione della messa in latino non tanto per ricomporre lo scisma con i lefebvriani, quanto per riammettere un rito, la cui proibizione non aveva più alcun senso, che è una ricchezza per la Chiesa. Nei dettagli, il Motu proprio prevede l'abolizione della richiesta di dispensa al vescovo diocesano per chi voglia assistere o celebrarare la messa secondo il rito tridentino; attualmente, infatti, il rito tridentino non è vietato, ma è necessario chiedere l'autorizzazione al vescovo della diocesi nel caso si voglia celebrare con il messale di San Pio V. Il Motu proprio eliminerà quindi questa necessità, consentendo a gruppi di almeno 30 fedeli di chiedere direttamente al parroco la celebrazione della messa in latino.

Nel documento non si affronta il tema della scomunica dei seguaci di monsignor Marcelle Lefebvre, anche se si pensa di attribuire loro al più presto lo status giuridico di associazione religiosa di rito tridentino secondo il modello attualmente in vigore in alcune comunità brasiliane.

22 commenti:

euge ha detto...

Devo dire soprattutto Grazie a Benedetto XVI che ha liberalizzato definitivamente la messa in latino che di fatto, non è stata mai abolita dal Concilio come tanti erroneamente pensavano. Per quanto mi riguarda non si tratta assolutamente di un passo indietro ma, di un ritorno consapevole al grande valore della liturgia e per favore non cominciamo a sparare idiozie su Lefevre!!!!!!!!!!!!!!!
o su presunti appoggi del Papa tentato da chissà quale demonio vestito da angelo!!!!!!!!!!!!!!!! Risparmiamoci questi commenti ed apprezziamo invece ciò che Benedetto XVI sta facendo per ridare dignità alla barca di Pietro in preda non solo di gramigna e zizzania ma, anche preda di furiose tempeste. Grazie a Tornielli a Petrus ed ovviamente un grazie enorme a te Raffaella che ci aggiorni continuamente su tutto ciò che riguarda benedetto XVI. Da notere che già nel 1982 quindi sotto il papato di Giovanni Paolo II era stato prodotto dalla CDF un documento per la liberalizzazione della celebrazione in Latino!!!!!!!!!!!!
Deo Gratias!!!!!!!!!!!! Eugenia

francesco ha detto...

mala tempora currunt
un rito con due messali è un novum pericoloso... spero di sbagliarmi: ma una decisione del genere farà molto del male all'unità della chiesa cattolica e alla sua storia
se ci sarà il motu proprio ne riparliamo tra dieci anni
preghiamo preghiamo preghiamo che lo spirito illumini il papa
francesco
PS... faccio notare che non metto il carro davanti ai buoi, ma siamo nel periodo in cui è più che legittimo - anzi doveroso!!! - esprimere il proprio parere in merito ad una questione su cui ancora non c'è una decisione

Luisa ha detto...

Optima tempora currunt!

Il rito in latino non mai stato soppresso, e non vedo in quale modo la fede di coloro che desiderano seguirlo, possa fare male alla Chiesa, al contrario il Motu Proprio non può che rendere luce e dignità a coloro che erano obbligati a celebrare la Santa Messa in oscuri sottosuoli !
Grazie a Papa Benedetto stiamo al contario andando nel senso della reunione del grande popolo di Dio.
E lo spirito del Santo Padre è stato senza dubbio illuminato nel rendere dignità e visibilità all`antica Messa in latino, vero patrimonio della Chiesa cattolica.

euge ha detto...

Cara Luisa riprendo se mi permetti la tua espressione Optima Tempora Currunt e ribadisco che era ora........Hai detto bene Luisa stiamo andando incontro ad un periodo di riunificazione della chiesa e adesso è quello che ci vuole e Benedetto lo sa!!!!!!!!!!
Perciò ribadisco ancora una volta smettiamola di attaccare il Papa a priori e vero il Concilio vaticano II non ha mai abolito ne vietato il vecchio messale se proprio vogliamo pregare preghiamo per il Papa e perchè certa gente che si ostina a vedere la messa in latino come una condanna ( forse perchè non conosce il latino), capisca che non c'è nulla di catastrofico e di misteriosamente pericoloso in tutto ciò e come ho già detto in precedenza Benedetto XVI sa quello che fa e se lo fa è per il bene della barca di Pietro che deve riacquistare la sua dignità che si è persa per troppa faciloneria e permessivismo nella notte dei secoli!"!!!!!!!!!!!!!
Sempre con Benedetto XVI - Eugenia

Luisa ha detto...

Per quale ragione il ricupero di questo tesoro della Chiesa che è il rito latino, potrebbe essere nocivo?
Per chi?
Chi parla di rischio di rottura causata dal Motu Proprio è giustamente chi considera il CV II una rottura nella storia della Chiesa, chi si riconosce nell`espressione"spirito del Concilio" da contraporre alla lettera. Ebbene allora che costoro comincino con il leggere la lettera del Concilio prima di volerne essere i soli interpreti del suo spirito e vedranno che il rito latino non è mai stato abolito!
Il Santo Padre Benedetto XVI si iscrive in un`azione-missione di continuità non di rottura, voler pretendere ch il Motu Proprio rischia di creare rotture è veramente non capirne lo spirito !!

euge ha detto...

Non posso che condividere il tuo pensiero Luisa!!!!!!!!!!!!!
Molti si riempiono la bocca parlando del Concilio vaticano II senza sapere forse neanche di che cosa stanno parlando.
Sempre con Benedetto XVI Eugenia

francesco ha detto...

carissime eugenia e luisa
non vi conosco, ma forse dovreste parlare meno a frasi fatte e più ascoltando almeno le persone
più di qualche volta ho detto che anche oggi si può celebrare il latino e non serve il motu proprio... il messale di paolo vi è anche in latino - tanto che si una spesso nelle celebrazioni -
quanto all'abolizione del messale di pio v se è vero che non c'è stato è vero anche che di fatto nessuno l'ha più usato... e questo fatto è incontrovertibile e ha messo il messale di pio v tra le cose venerande, ma non più usate della chiesa
poi dovreste forse conoscere meglio
un minimo di teologia liturgica...
quanto al vaticano secondo non lo considero una rottura ma un recupero pieno della tradizione ecclesiale... sarei d'accordo con il papa se liberalizzasse tutte le liturgie cadute in disuso nella chiesa... anche quelle precedenti a trento
quanto alla pericolosità andate su qualche sito di quelli che propugnano la messa di pio v e vedete l'odio e il livore che traspare nei confronti della chiesa, della sua liturgia, dei ministri ordinati e del concilio
davvero spaventoso e diabolico (perchè così agisce satana: fa passare per buone e virtuose cose di cui bisognerebbe solo vergognarsi, come diffamare la chiesa e la sua liturgia)
francesco

Luisa ha detto...

Forse lei ha ragione, Francesco, parlo a frasi fatte, non so ascoltare (ahimè è ora che me ne renda conto perchè è il mio"mestiere"), sono certamente molto ignorante in teologia liturgica evidentemente il libro del cardinale Ratzinger "Lo spirito della liturgia" non mi ha istruito a sufficienza, ma vede, quello che io ho scritto non è solamente il mio pensiero , la mia opinione, ma è anche quella di insigni teologi e di uno dei sommi teologi del nostro tempo, Benedetto XVI....a meno che pure lui parli a frasi fatte!
E sa , io conosco parecchie persone che seguono la messa con il messale di Pio V ,la posso rassicurare : non hanno niente di satanico, anzi sono persone luminose e gioiose nella loro fede!

euge ha detto...

Caro Francesco, allora nel tuo messaggio dici che saresti d'accordo con il Papa se liberalizzasse le celebrazioni antecedenti a Trento...... benissimo allora perchè non liberalizzare la celebrazione secondo l'antico messale di Pio V che tu stesso definisci in disuso ma, se non ho capito male, patrimonio culturale e storico della chiesa??????? Anch'io sono per la liberalizzazione del Messale di Pio V e non sono ne un'arrogante ne tantomeno una seguace di Lefevre anzi, d'ora in poi ti pregherei di non fare di tutta l'erba un fascio perchè la tua mancanza di fiducia e l'attacco che sferri contro Benedetto XVI costantemente su questo suo atto senza peraltro, conoscerne le motivazioni addirittura considerandolo quasi un'atto di giustificazione del movimento di Lefevre è inconcepibile. Ti vorrei anche ricordare che sarà vero anche che il messale di Paolo VI prevede la messa in latino ma, mai nessuno per quello che ne so ha fatto l'esperimento di proporlo ai fedeli; peraltro se non sbaglio, prima del Motu Proprio di Benedetto XVI, per avere la messa in Latino ci voleva la dispensa di un vescovo. Ammetto la mia ignoranza riguardo alla liturgia ci mancherebbe però ti pregherei di evitare tu le frasi fatte, quando dici che si offende l'attuale liturgia qui nessuno lo ha fatto mi sembra e non è una giustificazione o una scusante quella che tu hai riportato in un tuo precedente post dicendo che Ratzinger è si un grande teologo ma non un liturgista; ti vorrei ricordare che Ratzinger stesso ha scritto non solo un libro sulla liturgia ma, ne fa cenno, dando dei consigli, nella Sacramentum Caritatis che ti ha illustrato così dettagliatamente la nostra Francesca in un suo post e non credo caro Francesco che in questi due testi, Ratzinger si sia deliziato a scrivere per frasi fatte e senza sapere ciò che scriveva. Ti prego quindi, di avere un pò più di fiducia e di rispetto nel nostro Papa e di aspettare le sue direttive che se poi vorrai potrai criticare!
Eugenia

francesco ha detto...

con grande rammarico vedo che discutere cercando la ragione delle cose non è un'arte che si pratica comunemente
sono stato accusato di cose che non ho mai detto e addirittura di volermi mettere al di sopra del papa
non ribatto
mi spiace raffaella di dover smettere di postare in questo blog... non mi pare che da parte di chi lo fa come me ci sia la voglia di cercare la verità, c'è solo voglia di affermare le proprie idee
che è proprio il contrario dell'atteggiamento di benedetto xvi
francesco

Anonimo ha detto...

Ciao Francesco, spero che vorrai ritornare sulla tua decisione. C'e' bisogno della parola di tutti e del confronto con tutti.
Ripensaci.
Raffaella

Luisa ha detto...

"Discutere cercando la ragione delle cose"
"Non c`è voglia di cercare la verità come me".
Una delle grandi qualità di Joseph Ratzinger , ora Papa, è quella di ascoltare con grande attenzione l`interlocutore , riformulare e infine rispondere, anche dicendo se è il caso, "adesso le dico perchè non posso essere d`accordo con lei".
Apparentemente Francesco e alcuni di noi non siamo dello stesso avviso sul Motu Proprio del Papa, abbiamo espresso i nostri avvisi che mi sembrano chiaramente opposti.
E allora? Dov`è il problema?
Cercare la ragione delle cose non è condurre l`altro a credere quello che credo io, a darmi ragione, o come ha fatto Francesco, dire all`altro: "lei parla con frasi fatte"o altri apprezzamenti personali, sulla persona e non sulle idee.
Effettivamente così non si può discutere.
Cercare la verità non significa imporre all`altro la mia verità.
Io accetto e posso capire che certi temino la reintroduzione del rito latino, non condivido i loro timori e dico perchè.
Io che con la mia veneranda età ho praticato la mia fede anche prima del Concilio Vaticano II, ho visto molte persone soffrire, non capire , soffrire talmente davanti agli abusi liturgici post conciliari che si sono allontanate dalla pratica religiosa. È stato il mio caso durante parecchi anni. Sono dunque ben piazzata per parlare della liturgia ante e post-concilio. In più vivo in un paese dove gli abusi e le derive sono stati e sono ancora legione!
A tal punto che la Conferenza episcopale ha dovuto recentemente richiamare all`ordine i sacerdoti.
Ben venga dunque questo Motu Proprio , lo possono temere solo coloro che sono nati con il CV II.
La Chiesa è viva e tutte le sue componenti vive possono coesistere a partire dal momento che riconoscono l`autorità del Vescovo di Roma e del suo Magistero.

euge ha detto...

Mi dispiace che questo confronto abbia preso questa piega!!!!!!!!! io non impongo a nessuno le mie convinzioni ma, a mia volta non desidero che altri mi impongano le loro; il confronto ci deve essere sempre e comunque ma, un conto è il confronto ed un conto è il partito preso. Caro Francesco ti ho chiesto fra l'altro di spiegarmi per quale motivo non vuoi che Benedetto XVI liberalizzi il Messale di Pio V quando apprezzeresti da parte del Papa la liberalizzazione di di celebrazioni antecedenti al Concilio di Trento e non credo che smettere di postare sia una risposta; ho capito il tuo timore che il movimento di Lefevre possa prendere forza da questa decisione ma cosa pensi che Benedetto non lo sappia???????????????? Ti ho anche detto se non sbaglio, di avere pazienza per criticare; di leggere almeno la lettera che accompagna il Motu Proprio dove Benedetto XVI, spiegherà esaurientemente, i motivi della sua decisione non credo che questo significhi non cercare la verità oppure imporre il proprio modo di vedere su certe cose; del resto è innegabile che per quanto in disuso possa essere, il Messale di Pio V è parte della storia e della cultura della chiesa e sperare nella sua liberalizzazione non significa essere ciechi, poco rispettosi dell'attuale liturgia ne tantomeno giustificare Lefevre; solo dare la possibilità per giunta facoltativa, di poter celebrare secondo il Messale di Pio V
visto che non è mai stato ne vietato ne tantomeno abolito dal Concilio Vaticano II. Detto questo, senza aspettarmi scenari apocalittici, attendo le disposizioni, la lettera esplicativa del Papa e la pubblicazione del Motu Proprio sicuramente il tutto sarà meno catastrofico di quanto tu pensi.
Eugenia

Anonimo ha detto...

Vorrei ricordare a quanti si professano cattolici che esiste l'atto di obbedienza al Santo Padre (vedasi la cerimonia della Santa Messa per l'inizio del Ministero del Sommo Pontefice del 24 aprile 2005). Che il dono dell'infallibilità per dogma è dato al Papa e non ai teologi o altri credenti per quanto dotti siano. Quindi più che pregare lo Spirito Santo perché illumini il Papa, come senza coscienza dice qualcuno, bisogna pregare perché lo Spirito Santo illumini tutti i credenti e li aiuti a seguire e sostenere il Santo Padre, nuovo Pietro, apostolo designato da Gesù Cristo a guidare la Chiesa. Alberto

Anonimo ha detto...

Grazie Alberto!!!!!!!!!!!!

francesco ha detto...

propongo di non tornare più sull'argomento
già parlare di "liberalizzazione" è improprio riguardo all'ambito della fede e della liturgia; com'è uso nella chiesa cattolica da tempo immemore una norma liturgica (ma anche canonica) sostituisce un'altra
che dopo il concilio poteva esserci una maggiore cura nel gestire il passaggio al "nuovo messale" (altro linguaggio ambiguo che fa pensare ad una novitas mentre il messale della chiesa cattolica dopo il concilio è molto più "tradizionale" di quello di pio v)
forse potrebbe essere vero - ma da quello che mi pare di aver capito non è proprio così - tuttavia la situazione attuale è che in tutta la chiesa non si usa il messale di pio v a meno di frange estreme e contrarie non solo alla liturgia attuale della chiesa ma anche a tutta la teologia espressa dal concilio (inutile dire che è la teologia anche del papa, no?)
frange che in gran parte hanno cominciato ad usarlo ex abruptu ad un certo punto abbandonato la liturgia della chiesa...
ora mi chiedo quale vantaggio possa venire dal ripristinare un messale che ha anche grossi limiti teologici alla luce dell'attuale stadio della comprensione della liturgia...
recuperare il senso del mistero? io celebro con il "messale di paolo vi" e non mi sembra che non sia possibile vivere questa dimensione...
latino? la libreria editrice vaticana ha in catalogo il messale romanum rigorosamente in latino...
combattere gli abusi? non sarà quest'allargamento della ecclesia dei che permetterà questo, ma una formazione più attenta del popolo di dio e dei ministri in campo di teologia liturgica e se posso esprimere un giudizio il problema di chi attende questo motu proprio, soprattutto tra il clero, è quello di una mancanza di senso autentico della liturgia
quanto al libro del papa sulla liturgia mi sembra di aver capito che le sue questioni fossero più sui principi che sulla pratica liturgica (la questione dell'orientamento - cfr. il recente convegno di studio al monastero di bose -; il modo in cui è stata attuata la sacrosanctum concilium; alcune questioni di comprensione della liturgia) cose che personalmente condivido; ma questo il papa l'ha scritto quando era un cardinale e come opinione personale...
penso che se questa decisione del papa ci sarà (ma io penso più a forti pressioni di ambienti di curia sul papa che a reali notizie) mi pare che apra un vulnus nella storia liturgica presentando un rito con libri liturgici diversi... una cosa è la compresenza di riti diversi un'altra far coesistere in uno stesso rito forme differenti... e d'altra parte porta all'assurdo di "risuscitare" un libro liturgico non più in uso, da cui la proposta paradossale "allora liberalizziamo tutti i libri liturgici che finora sono stati usati nella chiesa"
quanto alle frasi riportate dell'eventuale documento mi pare che i certosini continuino ad usare la loro liturgia e così le diverse famiglie monastiche senza che questo sia colto come un ostacolo all'insieme della liturgia romana... e questo anche dopo il concilio vaticano secondo!
c'è poi l'aspetto pastorale: conosco diversi episodi di vescovi che sono in seria difficoltà per l'atteggiamento irrispettoso e arrogante di questi "difensori della tradizione tridentina"... già l'ecclesia dei mi sembra un passo di troppo... figurarsi una sua estensione così generalizzata! si darebbe spago a gruppi di cristiani che manifestano poco senso di chiesa e poco amore per il vero senso della liturgia così come il concilio vaticano secondo l'ha così sapientemente espresso sia nei documenti che nell'elaborazione dei nuovi libri liturgici che sono un vero dono per il nuovo millennio, appena esplorato...
che poi dei confratelli (ma potrei citare decine e decine di vescovi) non conoscano questa ricchezza e la banalizzano questo è - ahimè - tristemente vero... ma il rimedio è altrove e non con questo motu proprio
infine sul papa che può sbagliare è una cosa pacifica, chiara: tranne che nei pronunciamenti solenni di fede e di morale, eccetto l'insegnamento comune della chiesa nelle sue decisioni contingenti il romano pontefice può sbagliare e prendere decisioni non sempre opportune o felici
non mi meraviglierei... né per questo perderei la mia stima e il mio legame di obbedienza al papa...
io chiudo qui e rispondo soltanto a post che entrino nel merito delle questioni affrontate
francesco

euge ha detto...

Ha detto bene Francesco non sapevo che fosse un sacerdote ma questo non cambia le cose; non torniamo più sull'argomento perchè tanto lei è partito con questa idea e se la tenga pure. Per quanto mi riguarda, come ho già scritto io attendo le disposizioni del Papa senza nutrire ne dubbi e ne tantomeno preoccupazioni in merito visto la sua preparzione che è incontrovertibile. Anche perchè caro Don Francesco, adesso posso dirlo, mi rattrista molto il fatto che lei giudichi prima di leggere per me questo è molto grave soprattutto se parte da un religioso il che non vuol dire non sentirsi liberi ci mancherebbe, di esprimere una propria opinione oppure una propria preoccupazione.
Un'ultima cosa per favore non si ostini a vedere a tutti i costi nelle persone che desiderano l'attuazione del Motu proprio che sta per uscire, elementi appartenenti a frange estremiste. Io credo che se lefevre non ci entrasse in tutto questo come sono sicura che non centra perchè Benedetto non è uno sprovveduto e non è persona da accettare pressioni e compromessi, lei vedrebbe diversamente tutto questo; è veramente molto triste tutto ciò!
Le auguro una buona giornata e la saluto
P.s Scusi per i termini impropri di espressione questa è la dimostrazione che non parliamo per frasi fatte o slogan!!!!!!!!!!!!

Luisa ha detto...

"Irrispettuosi e arroganti".
Chi punta il dito contro i cattolici tradizionalisti, criticandoli, giudicandoli, fa prova di un`almeno uguale intolleranza e arroganza.
E quanto irrispetto hanno mostrato tanti sacerdoti che hanno trasformato la Santa Messa in uno spettacolo, svuotandola del suo carattere sacro,del Mistero.
Il Santo Padre ci sta educando tutti al Bello, al Sacro, ci parla di Verità, di Carità, di Amore.
Il motu proprio è, a mio umile avviso,un gesto unificatore di rispetto, carità e amore.
Benedetto XVI, uomo di fede, è senza dubbio arrivato a questa decisione dopo aver molto pregato, domandato l`ispirazione divina!
Ho una totale fiducia in lui e nella sua capacità di mettersi in ascolto della volontà di Dio!

euge ha detto...

Cara Luisa che vuopi farci.......secondo me tutti hanno pensato che Concilio Vaticano II era uguale a dire " mandate a bagno la tradizione e gli insegnamenti fino ad ora portati dalla chiesa ora si diventa moderni" Io cara Luisa mi sono allontanata anche per questo perchè in molte occasioni ho percepito e percepisco tutt'ora purtroppo, nella chiesa in genere un lassismo e permessivismo allucinante mischiato ad una totale non curanza delle esigenze dei fedeli; quando mi capita di andare a messa mi cadono le braccia in terra sento delle omelie da piangere che non hanno ne capo e ne coda, gente che durante l'eucarestia parla del tempo con l'amica seduta a fianco e via dicendo!!!!!!!!!! I fedeli devono essere rieducati alla sacralità dell'eucarestia ed all'importanza del mistero altro che arroganza!!!!!!!!!!! IO spero in Benedetto XVI nei suoi insegnamenti riponendo in lui tutta la mia fiducia incondizionata peggio per chi non ne vuol sapere del tesoro che il Signore ci ha voluto donare
Eugenia

francesco ha detto...

il concilio è stato un evento che ha fatto sintesi di tutta la tradizione ecclesiale recuperando (e soprattutto in campo liturgico) molti elementi perduti del primo millennio cristiano
l'ignoranza di clero e fedeli (e la maleducazione a quanto pare) si risolvono con una migliore catechesi, una liturgia più curata e con una pratica di autentica santità
come ci si è illusi che bastava tradurre in italiano per far crescere la comprensione della liturgia così ora ci si illude che basti tornare alla liturgia prima del concilio per ritrovare il senso del mistero
anche tertulliano pensava di codesta maniera, ma è finito non in comunione con la chiesa
francesco

Anonimo ha detto...

Mi scusi Don Francesco, capisco che lei voglia avere sempre l'ultima parola, nonostante per ben due volte abbia detto di voler uscire dalla discussione. Nei suoi interventi (cito le sue parole) lei parla di "atteggiamento irrispettoso e arrogante di questi
'difensori della tradizione tridentina', di "gruppi di cristiani che manifestano poco senso di chiesa e poco amore per il vero senso della liturgia", di "ignoranza di clero e fedeli (e maleducazione a quanto pare)". Mi scusi, non le pare di essere un tantino offensivo verso chi non la pensa come lei? Questo atteggiamento poco comprensivo da parte di un sacerdote mi addolora molto. Poi riguardo il Papa (che lei scrive sempre in minuscolo) dice "che può sbagliare, è una cosa pacifica, chiara"; cos'è, un nuovo
dogma? Non ho capito se lei vuol porsi a capo, nel caso venisse pubblicato il motu proprio sulla Messa in latino, di un
ammutinamento della barca di Pietro. Io, come piccolo cattolico, starei sempre dalla parte del Santo Padre. Non vedo alcun male nel motu proprio e penso che ci sia in chi è favorevole solo il desiderio di partecipare alla Santa Messa vivendo la presenza reale
in corpo, sangue, anima e divinità di Gesù, nostro unico bene.
Alberto

euge ha detto...

Caro Francesco anzi don Francesco vedo che ci ha ripensato e continua a postare sull'argomento la cosa mi farebbe piacere se lei lo facesse non per offendere e per imporre il suo personalissimo modo di vedere ma, per contribuire ad una discussione si animata ma anche costruttiva sull'argomento ciò che lei non ha mai fatto cominciando con il suo primo post ad attaccare non solo la decisione del Santo Padre senza peraltro conoscerne le motivazioni; che come già le ho spiegato più volte, saranno contenute nell'ormai famosa lettera accompagnatoria al Motu Proprio, ma addirittura etichettando coloro che desiderano riavere la messa in latino con termini del tipo: arroganti, scalmati pieni di livore e tante altre belle parole che sinceramente dette da lei hanno un peso diverso. Io mi scusi non sò che concetto abbia di Benedetto XVI ma, da quello che ho letto, la sua fiducia e stima verso di lui è
veramente minima se pensa che siano bastate delle pressioni per far cadere il Papa nel tranello del Motu Proprio ( cosa che escludo totalmente ) visto che Ratzinger ora Benedetto XVI non è assolutamente persona da cedere a compromessi per accontentare come dice lei quattro scalmanati per non parlare poi di satana sotto forma di angelo di luce!!!!!!!!!!!!! Per favore Don Francesco io non so quali siano i veri motivi di tutto questo risentimento verso il Motu Proprio del Papa ma, io le ribadisco che ho piena fiducia in colui che è stato scelto a guidare la Barca di Pietro rispetto e sono favorevole alla decisione del Papa di cui ho grande stima come studioso e teologo. Quindi se decidesse ancora di postare, lo faccia pure ma, senza visioni apocalittiche e soprattutto per favore abbia fiducia in Papa Benedetto XVI che resta anche se per lei non sarà così, ma, per molti fedeli lo è un grande dono del Signore.
Eugenia