27 ottobre 2007
Oggi vedremo quanto è nuovo il vecchio Osservatore Romano :-)
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Poche foto e battaglie culturali, il nuovo Osservatore Romano di Vian
Roma. Oggi pomeriggio nelle edicole che circondano il Vaticano verrà diffusa la prima edizione del nuovo Osservatore Romano.
Nuovo perché dopo ventitré anni di ininterrotta direzione del professor Mario Agnes, a firmarlo sarà un altro professore, Giovanni Maria Vian, coadiuvato dal vice Carlo Di Cicco. Nuovo soprattutto perché fin dal primo numero è prevista una robusta discontinuità rispetto al passato.
Una rivoluzione grafica e di contenuti.
Da quel che si apprende il nuovo Osservatore Romano avrà di norma otto pagine e sarà scansionato in quattro parti.
La prima pagina, i cui testi gireranno in ottava per una più agevole lettura, che conterrà gli articoli e i testi più importanti a cominciare da quelli di Benedetto XVI.
Le pagine 2-3 saranno dedicate alla politica internazionale, al cui interno verranno trattate le questioni riguardanti l’Italia e la città di Roma, di cui il Papa è vescovo (questa parte del giornale verrà redatta in particolare sinergia con la Segreteria di stato vaticana).
Il paginone centrale invece si occuperà di cultura, mentre le pagine 6-7 riguarderanno avvenimenti ecclesiali e religiosi. Rispetto al passato il cambio di marcia è radicale.
Spariscono tutte le vecchie rubriche.
Spariscono le pagine dedicate espressamente alle cronache italiane e romane, in passato gestite spesso in modo un po’ casuale e senza una linea ben definita (cosicché poteva accadere che le opinioni di singoli redattori potessero essere interpretate arbitrariamente come prese di posizioni ufficiose della Santa Sede). E spariscono pure le articolesse dedicate ad avvenimenti e personalità, pure importanti a livello locale, ma che non hanno quel respiro internazionale cui aspira il nuovo foglio vaticano.
La grafica sarà più austera e ricorderà un po’ il Wall Street Journal. E’ prevista una titolazione più sobria e un uso delle fotografie ridotto all’essenziale (in pratica è probabile che si vedranno solo scatti che riguardano il Papa, ed eventualmente il cardinale segretario di stato, in occasione di udienze particolarmente significative). In prospettiva è prevista anche una riduzione di formato, ma per questo ci vorrà il via libera della tipografia vaticana e dalla direzione amministrativa del giornale, in mano ai salesiani, visto che una tale innovazione implica la sostituzione delle rotative e quindi un esborso milionario, sempre problematico anche per le casse d’Oltretevere. Sempre in prospettiva potrebbe arrivare la pubblicità, purché eticamente compatibile.
Ma il rinnovamento previsto non sarà solo grafico, ma soprattutto di stile e di contenuti.
Una particolare attenzione verrà dedicata alle pagine culturali. Il nuovo direttore non disdegna il dibattito e non difetta di vis polemica. “Il confronto delle idee, anche vivace – ha detto – è sempre positivo, a patto che sia corretto e con toni rispettosi dell’interlocutore”. Quindi ci si dovrà aspettare un Osservatore Romano piuttosto interventista sui temi più dibattuti in Italia – ma con un’ottica sempre mondiale – a cominciare da quelli riguardanti la bioetica.
Azzerate tutte le vecchie collaborazioni, in questa battaglia culturale il foglio vaticano si arricchirà di non poche firme esterne, anche femminili, anche di non cattolici, anche di non cristiani (è probabile quindi che alcune penne che già scrivono ad esempio per Avvenire cominceranno da presto a fare capolino sull’Osservatore).
Per quanto riguarda la prima copia del rinnovato foglio vaticano che verrà diffuso oggi pomeriggio certamente ci sarà un editoriale del nuovo direttore. I contenuti sono top secret ma è facile immaginare che Vian prenderà spunto da un celebre scritto che Giovanni Battista Montini, quando era arcivescovo di Milano, dedicò all’Osservatore e che il cardinale segretario di stato Tarcisio Bertone ha citato quando si è recato in visita alla redazione lo scorso 25 settembre. Indiscrezioni parlano anche di un intervento dell’arcivescovo Gianfranco Ravasi, neopresidente del pontificio consiglio della Cultura, che sarà una delle nuove firme di riferimento del quotidiano, e di un articolo di monsignor Nicola Bux, consultore della congregazione per la Dottrina della fede, sul “Gesù di Nazaret” del Papa. Nonché di altri interventi sulla beatificazione dei martiri spagnoli prevista per domani. Inutile dire che c’è grande attesa, aldilà e aldiqua del Tevere, per il prodotto editoriale che il ticket Vian-Di Cicco porterà in edicola. Ancora poche ore e tutti potranno vedere come sarà nuovo l’antico Osservatore Romano.
© Copyright Il Foglio, 27 ottobre 2007
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