24 ottobre 2007
Reazioni al libro di Luzzatto che mette in dubbio la santità di Padre Pio
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Nuovo attacco a Padre Pio: "Stimmate false"
di Andrea Tornielli
C’è un ultimo segreto sulle stimmate di Padre Pio da Pietrelcina, il santo del Gargano venerato da milioni di persone in tutto il mondo. Un segreto legato a quattro grammi di acido fenico, che il giovane frate richiese a una farmacista nel 1919. Si tratta di una vecchissima testimonianza, ben conosciuta e analizzata a fondo da quanti hanno lavorato al processo di beatificazione, rimasta però inedita negli archivi del Sant’Uffizio. Aiuta a chiarire le accuse lanciate nei primi anni Venti contro Padre Pio da padre Agostino Gemelli, fondatore dell’Università Cattolica, il quale, pur senza esaminare le piaghe che si erano da poco prodotte sulle mani e sui piedi del frate stimmatizzato (perché quest’ultimo si rifiutò di mostrargliele in mancanza di un ordine scritto del Vaticano), concluse che le ferite non erano soprannaturali ma frutto di autolesionismo e isteria. Accuse che sono state ampiamente smentite da diverse successive analisi ed esperimenti. Ma ora sta per uscire un saggio dello storico Sergio Luzzatto che riaprirà la polemica. Il titolo è: L’altro Cristo. Padre Pio e l’Italia del Novecento. L’autore ha consultato le «carte segrete» degli archivi vaticani. E da lì ha preso la storia dell’acido fenico e della farmacista.
Il documento è stampato in un fascicolo del Sant’Uffizio del marzo 1921. A riprova dei dubbi sollevati da Gemelli, l’allora Suprema Congregazione dottrinale presenta la deposizione giurata della ventottenne Maria De Vito: «Io sono stata un’ammiratrice di P. Pio e l’ho conosciuto di presenza la prima volta il 31 luglio 1919. Dopo essere ritornata sono rimasta a San Giovanni Rotondo un mese. Durante il mese in cui ho avuto occasione di avvicinarlo più volte al giorno, ne ho riportata sempre ottima impressione. La vigilia della mia partenza per Foggia, il P. Pio mi chiamò in disparte e con tutta segretezza, imponendo il segreto a me in relazione anche agli stessi frati suoi confratelli, mi consegnò personalmente una boccettina vuota, richiedendomi che gliela facessi pervenire a mezzo dello “chauffeur” che presta servizio nell’autocarro per trasporto passeggeri da Foggia a San Giovanni Rotondo con dentro quattro grammi di acido fenico puro, spiegandomi che l’acido serviva per la disinfezione delle siringhe occorrenti alle iniezioni che egli praticava ai novizi. Insieme mi venivano richiesti altri oggetti come pastiglie Valda, nasalina, etc. che io mandai». Il documento del Sant’Uffizio continua informando che dopo circa un mese la giovane ricevette una lettera nella quale «le faceva richiesta di quattro grammi di veratrina. Non avendola trovata nella farmacia di sua proprietà, la richiese da un suo cugino con lettera che sta pure agli atti. Questo, impressionatissimo, la rifiutò», perché sospettava che Padre Pio potesse usarla per procurarsi le lesioni alle mani di cui già si cominciava a parlare.
È noto che queste testimonianze arrivarono in Vaticano perché presentate dall’arcivescovo di Manfredonia Pasquale Gagliardi, nemico giurato di Padre Pio e artefice della «prima persecuzione» contro il frate, del quale diceva: «Si procura le stimmate con l’acido nitrico e poi le profuma con l’acqua di colonia». Ecco dunque su quali (labili) basi faceva queste affermazioni.
Che peso dare, allora, a questa testimonianza? Non esiste alcuna prova che quei quattro grammi di acido fenico – sostanza con proprietà antisettiche, usato solitamente come disinfettante – siano stati adoperati dal futuro santo per provocarsi le ferite. E dalle migliaia di pagine del processo canonico emerge un’altra verità. Le stimmate di Padre Pio furono esaminate attentamente dal professor Festa, che il 28 ottobre 1919 scrisse una dettagliatissima relazione accertando che esse «non sono il prodotto di un traumatismo di origine esterna, e che neppure sono dovute all’applicazione di sostanze chimiche potentemente irritanti». Anche il dottor Bignami fece un esperimento sulle mani di Padre Pio, sigillando le sue piaghe per due settimane, con tanto di firme di controllo. Alla riapertura delle bende, sanguinavano come il primo giorno e non si erano né rimarginate né infettate. La prova dell’inconsistenza dell’accusa sta proprio in questo: se il frate si fosse procurato con l’acido le piaghe, queste si sarebbero chiuse oppure sarebbero andate in suppurazione. Per cinquant’anni, invece, sono rimaste inspiegabilmente aperte e sanguinanti.
© Copyright Il Giornale, 23 ottobre 2007
Un libro mette in dubbio l’autenticità delle stimmate di Padre Pio. La Tv del Santo risponde sdegnata: “E’ opera del demonio, vogliono colpire anche Giovanni Paolo II”
di Bruno Volpe
CITTA’ DEL VATICANO - “Il demonio proprio non dorme mai”, dice seraficamente Stefano Campanella, il direttore di ‘Teleradio Padre Pio’, l’emittente che da San Giovanni Rotondo trasmette via satellite in tutta Europa e presto sbarcherà anche negli Stati Uniti d’America. Il riferimento è all’imminente uscita di un libro del professor Fabrizio Luzzatto che, insinuando il dubbio della falsità delle stimmate di Padre Pio (se le sarebbe procurate, a dire dell’autore, dolosamente versandosi acido fenico), negherebbe, implicitamente, la santità del Frate di Pietrelcina. A San Giovanni Rotondo c’è sdegno; bocche cucite in casa dei Cappuccini a Roma, anche se ‘ufficiosamente’ trapèla forte irritazione per quella che sembra una bestemmia: attualmente il Superiore Generale è all’estero, si vedrà il da farsi al suo ritorno in Italia. Tra quelli che non hanno sicuramente preso bene la notizia del libro di Luzzatto c’è sicuramente lo stesso Campanella, che è anche biografo di Padre Pio, il quale sta già studiando le dovute contromosse medianiche per sbugiardare, attraverso il proprio network, le fantasiose tesi di Luzzatto.
Dottor Campanella, Lei che tutti i giorni racconta la vita e le opere del Santo, come spiega questo inaudito attacco alla figura di Padre Pio?
“Povero Padre Pio, non trova pace neppure da morto. Calunniato in vita, tentano di osteggiarlo anche adesso che non c’è più: che destino bizzarro! Il professor Luzzatto, poi, non ha scoperto un bel nulla di nuovo. Ha solo riportato una vecchia diceria, risalente al 1919, già smentita dalla Congregazione delle Cause dei Santi, e quindi morta e sepolta. Io mi sono fatto questa idea: probabilmente si attacca Padre Pio non solo per colpire lui ma, di riflesso, anche il Servo di Dio Giovanni Paolo II per averlo canonizzato in tempi record. Ma di più non posso dire, aspetto di leggere il libro. Quello che so è che l’autore cerca il suo quarto d’ora di gloria a buon mercato. Padre Pio si farebbe una risata e lo inviterebbe a confessarsi”.
Ma intanto come è stata accolta a San Giovanni Rotondo la notizia della pubblicazione del libro?
“Con indignazione, ma senza isterismi, per una semplice ragione: fa così freddo che pochi hanno avuto la possibilità di comprare i giornali. Noi di ‘Teleradio Padre Pio’ comunque dedicheremo degli approfondimenti alla vicenda. E nel frattempo, dico: giù le mani da Padre Pio!”.
Questa, dunque, la posizione del Direttore di ‘Teleradio Padre Pio’, emittente che conta milioni di contatti ogni giorno e che è pronta a scendere in campo con tutti i propri mezzi per screditare la ‘fumettistica’ tesi di Luzzatto. Da non sottovalutare quanto detto da Cantarella: forse l’obiettivo di chi vuole mettere in dubbio la santità del frate con le stimmate, è duplice; da un lato gettare ombre su uno dei Santi moderni più amati del Mondo, dall’altro tentare in qualche modo di ostacolare il processo di beatificazione di Giovanni Paolo II, il Papa che lo ha voluto canonizzare in tempi rapidi. D’altro canto, il Pontefice polacco aveva avuto modo di sperimentare personalmente la santità di Padre Pio. L’allora Arcivescovo di Cracovia Karol Wojtyla, infatti, negli anni ’60 si era rivolto al Frate originario di Pietrelcina ma stabilizzatosi a San Giovanni Rotondo per chiedergli di pregare per una sua amica psichiatra colpita da cancro. Pochi giorni e la donna guarì miracolosamente. Anche Benedetto XVI, sin dalla sua elezione, si è sempre espresso amorevolmente verso la vita e le opere di Padre Pio, tanto da citarlo come sempio nell'Enciclica "Deus Caritas Est" e da incontrare in Piazza San Pietro tutti i gruppi di preghiera intitolati al Frate di Pietrelcina. Il segretario di Stato, Tarcisio Bertone, in visita nelle scorse settimane a San Giovanni Rotondo, non ha escluso che il Papa, come il suo predecessore Giovanni Paolo II, possa recarsi in preghiera sulla tomba di Padre Pio a San Giovanni Rotondo.
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1 commento:
Trattandosi di un libro di uno storico ebraico su P. Pio sicuramente non farà la stessa fine del libro di un altro storico ebraico, "Pasqua di Sangue" di Ariel Toaff.
Difatti, in molti paesi dell'illuminata UE qualunque discussione di presunte verità ebraiche viene punita dalla legge perché considerata un crimine.
Fà rimpiangere l'intolleranza della Santa Inquisizione...
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