14 aprile 2008

La visita di Benedetto XVI negli Usa nello speciale dell'Osservatore Romano


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Dal 15 al 20 aprile un itinerario nel segno della speranza

Washington e New York - la capitale e la città simbolo degli Stati Uniti d'America - ospitano Benedetto XVI in occasione dell'ottavo viaggio apostolico del suo Pontificato, che inizia martedì 15 per concludersi domenica 20 aprile. Un itinerario anzitutto religioso, come evidenziato dalla scelta del tema "Cristo nostra speranza", che però non manca di momenti di elevato valore "politico", nel significato di attenzione alla città dell'uomo.

L'incontro con il presidente Bush alla Casa Bianca, l'attesa visita alla sede dell'Organizzazione delle Nazioni Unite, al Palazzo di Vetro, e la sosta silenziosa nel cratere di Ground Zero sono i tre avvenimenti su cui puntano maggiormente l'attenzione i media internazionali.

Anche se, secondo un recente sondaggio commissionato dai Cavalieri di Colombo, l'attesa degli americani per la visita sarebbe più concentrata sui temi religiosi e morali, che non su quelli politici.
A Washington il Papa giunge nel pomeriggio di martedì 15 e vi resta fino a venerdì 18, giorno in cui è in programma il trasferimento a New York. Nella "grande mela" il Pontefice rimarrà fino a domenica 20 aprile. Il rientro a Roma è previsto per la mattina di lunedì 21. L'aereo con a bordo il Papa - dopo circa dieci ore di volo - atterrerà nella base aerea di Andrews, in Maryland. Il Pontefice si recherà direttamente nella sede della Nunziatura Apostolica, sua residenza a Washington.
Nel giorno del suo ottantunesimo compleanno, mercoledì 16, Benedetto XVI incontrerà alla Casa Bianca il presidente George W. Bush. Nel pomeriggio è in agenda la celebrazione dei vespri con gli oltre quattrocento vescovi della Conferenza episcopale degli Stati Uniti, nel santuario nazionale dell'Immacolata Concezione.
Giovedì 17 aprile la prima messa dell'ottavo viaggio di Papa Ratzinger. Sarà celebrata per i fedeli dell'arcidiocesi di Washington nel nuovissimo Nationals park stadium, inaugurato il 30 marzo scorso. Seguirà, nel pomeriggio, la visita alla Catholic university, dove saranno ad attenderlo docenti, studenti e esponenti del mondo dell'educazione cattolica provenienti da tutti gli Stati Uniti. Subito dopo, nel Centro culturale Giovanni Paolo II, l'incontro interreligioso con musulmani, ebrei, buddisti, indù e giainisti. Al termine il Papa avrà un breve colloquio con esponenti della comunità ebraica.
Il trasferimento a New York avverrà venerdì 18, giorno in cui Benedetto XVI parlerà all'Assemblea delle Nazioni Unite. La residenza dell'Osservatore permanente della Santa Sede presso l'Onu ospiterà il Papa durante il soggiorno.
Fitto di appuntamenti anche il pomeriggio, con la visita alla Park east synagogue, dove il Pontefice sarà accolto dal rabbino Arthur Schneier, e il successivo incontro ecumenico nella chiesa di San Giuseppe, con i rappresentanti di una decina di Chiese e confessioni cristiane.
Sabato 19, nel giorno del terzo anniversario dell'elezione al Pontificato, il Papa celebrerà la messa nella cattedrale newyorchese di San Patrizio. Una celebrazione dedicata a sacerdoti, diaconi, religiosi e religiose dell'arcidiocesi. Nel pomeriggio l'appuntamento con giovani e seminaristi nel seminario San Giuseppe. In tale contesto si inserisce anche l'incontro con un gruppo di disabili.
Particolare valore assumerà la visita di Benedetto XVI a Ground Zero, dove domenica mattina, 20 aprile, pregherà per le 2.749 vittime dell'attacco terroristico dell'11 settembre 2001. Il ricordo andrà anche a quanti persero la vita lo stesso giorno al Pentagono e in Pennsylvania.
Nel pomeriggio, infine la messa allo Yankee stadium, dove sono attesi sessantamila fedeli per festeggiare il bicentenario dell'erezione delle diocesi di New York, di Boston, di Louisville e di Philadelphia, e dell'elevazione a sede metropolitana dell'antica diocesi di Baltimore.
In serata, l'ultimo discorso in terra statunitense il Papa lo pronuncerà in occasione della cerimonia di congedo all'aeroporto newyorchese J.F. Kennedy, prima dell'imbarco sul volo che lo ricondurrà a Roma.
Alla vigilia della partenza, al Regina Caeli domenicale, Benedetto XVI ha chiesto di accompagnarlo con la preghiera in quella che ha definito "una speciale esperienza missionaria".

(©L'Osservatore Romano - 14-15 aprile 2008)

I cattolici sono il ventidue per cento della popolazione

La realtà della Chiesa negli Stati Uniti

Negli Stati Uniti d'America quasi un quarto degli abitanti si professano cattolici: secondo dati statistici aggiornati al 31 dicembre 2006, infatti, su una popolazione di 299.226.000 persone, 67.530.000 dichiarano di appartenere alla Chiesa cattolica, in pratica il 22,6 percento del totale.
La cura d'anime è ripartita tra 194 circoscrizioni ecclesiastiche nelle quali sono attive 18.992 parrocchie e 2.121 altri centri pastorali. In pratica ogni centro pastorale deve occuparsi delle necessità di 3.199 cattolici.
La voce persone impegnate in attività di apostolato indica che i vescovi sono 436 - in questo caso il dato è aggiornato al 16 febbraio 2008 - e che i sacerdoti sono 44.728: 30.037 diocesani e 14.691 religiosi. I diaconi permanenti sono 15.101, i religiosi non sacerdoti 5.254, le religiose professe 64.973. Ad essi vanno aggiunti 416 membri laici di istituti secolari, 536 missionari laici e 405.071 catechisti.
Gli indicatori del carico pastorale evidenziano un rapporto di 1.510 fedeli per ogni sacerdote e di 126 per operatore pastorale. In pratica 2,1 presbiteri per centro pastorale e 8,4 ogni cento persone impegnate in attività di apostolato.
In materia di vocazioni al sacerdozio si registrano 1.286 allievi dei seminari minori e 4.922 seminaristi maggiori. In pratica 1,65 studenti nei seminari maggiori ogni centomila abitanti, e 7,29 ogni centomila cattolici. Altro dato interessante è quello che mette in relazione il numero di seminaristi maggiori - undici - ogni cento sacerdoti. Analizzando le cifre riguardanti i centri di istruzione di proprietà oppure diretti da ecclesiastici o religiosi abbiamo 11.159 scuole materne e primarie, 1.277 medie inferiori e secondarie, e 266 superiori e università. Gli studenti del primo gruppo sono 2.217.386, del secondo 886.014, del terzo 930.883.
Infine uno sguardo ai centri caritativi e sociali di proprietà oppure diretti da ecclesiastici e religiosi. 570 ospedali, 261 ambulatori, 1.256 case per anziani, invalidi e minorati, 1.411 orfanotrofi e asili nido, 1.348 consultori familiari e altri centri per la protezione della vita, 3.003 centri speciali di educazione o di rieducazione sociali, ai quali vanno aggiunte altre 993 istituzioni impegnate nel settore.
La comunità cattolica negli Stati Uniti è in crescita. Dati alla mano, negli ultimi trent'anni, soprattutto grazie alla forte immigrazione latinoamericana, è aumentata di venti milioni di unità: erano più di quarantotto milioni di fedeli nel 1975, sono quasi sessantotto milioni oggi. Una cifra che consente loro di rappresentare il 6% dei cattolici nel mondo.
Ma come vivono questa appartenenza? Lo ha chiesto di recente un gruppo di ricercatori della Georgetown university a un migliaio di cattolici adulti. Più di sette su dieci sono soddisfatti della guida spirituale e pastorale dei loro vescovi. Un dato particolarmente interessante dopo lo scandalo degli abusi sessuali che ha investito la Chiesa locale, poiché attesta un balzo in avanti di 14 punti percentuali nella fiducia della base nei confronti dei pastori: dal 58 del 2004 al 72 di oggi.

(©L'Osservatore Romano - 14-15 aprile 2008)

L'accoglienza a Washington

Una vigilia di attesa per l'arrivo del Pontefice

Emozione e attesa per Benedetto XVI, terzo Pontefice a mettere piede sul territorio statunitense, scandiscono queste ore di immediata vigilia del viaggio apostolico. A Washington tutto è pronto per accogliere il Papa, che giunge nella capitale martedì 15 per trascorrervi poco più di sessantaquattro ore prima di trasferirsi venerdì 18 a New York, dove è in programma anche l'attesa visita alla sede dell'Organizzazione delle Nazioni Unite. Tra ingenti misure di sicurezza si stanno mettendo a punto i dettagli in ogni minimo particolare. Il sito della conferenza episcopale ha appena reso noto l'itinerario che Benedetto XVI compirà a bordo della papamobile durante i suoi spostamenti a Washington, indicando i percorsi lungo i quali sarà possibile agli americani assistere al passaggio del Pontefice.
Del resto, che non siano soltanto i cattolici ad attendere il Papa lo conferma, tra l'altro, la grande attenzione da parte dei mass media. I principali giornali del Paese, dal "New York Times" al "Washington Post", fino ad oggi hanno dedicato ampio spazio alla visita di Benedetto XVI, sottolineando come la sua figura sia percepita essenzialmente come quella di una guida spirituale ed evidenziando che la scelta degli Stati Uniti come meta del suo ottavo viaggio internazionale risponda anche alla volontà di raccogliere "la vera sfida di questo tempo: dimostrare - scrive appunto il "Washington Post" - che la modernità non deve schiacciare la fede religiosa".
Della "grande sfida del secolo", quella del "rapporto-crisi tra ragione e fede", parla anche l'arcivescovo Celestino Migliore, osservatore permanente presso l'Organizzazione delle Nazioni Unite a New York, a proposito della visita che il Pontefice compirà proprio alla sede dell'Onu. Il presule sottolinea l'interesse e l'attesa per un evento che, sulla scia del magistero svolto da Papa Ratzinger nel corso di questi tre anni di pontificato, non mancherà di dare rilievo ai temi della coesistenza internazionale, della visione dei rapporti sociali e culturali, dell'interpretazione dei diritti umani, della democrazia, della libertà, del dialogo tra le culture e tra le religioni.
A riportare la lettura del viaggio su binari essenzialmente religiosi, rispondendo a quanti si affannano a trovare una chiave politica alla presenza di Benedetto XVI durante la campagna elettorale statunitense, è anche il nunzio apostolico, arcivescovo Pietro Sambi. Il rappresentante pontificio ribadisce che alla base della visita del Papa c'è la parola speranza, perché "Cristo è speranza e l'America ha bisogno di speranza". E aggiunge: "Ne ha bisogno l'America così come ne ha bisogno il mondo intero, che soffre oggi di un male molto diffuso. Questa malattia - spiega monsignor Sambi - si chiama emptiness, senso di vuoto". Ecco allora che Benedetto XVI si reca a Washington e a New York con un obiettivo prioritario: aiutare "a ritrovare la pienezza della vita - puntualizza il nunzio apostolico - e la speranza di riuscirci non è altro che la speranza di Cristo".

(©L'Osservatore Romano - 14-15 aprile 2008)

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