30 maggio 2008
Il Pontefice apprezza il «clima nuovo» in politica e invita Berlusconi in Vaticano (Rodari)
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di Paolo Rodari
In un solo giorno Silvio Berlusconi incassa un doppio riconoscimento papale.
Il primo viene dal discorso che Benedetto XVI ha tenuto ieri mattina in Vaticano davanti ai vescovi italiani riuniti in assemblea generale: c’è «un clima nuovo, più fiducioso e costruttivo» tra le forze politiche italiane, ha detto Benedetto XVI. Il secondo è arrivato sempre ieri dalla sala stampa vaticana che ha confermato che il prossimo 6 giugno il premier è atteso dal Pontefice in Vaticano per un’udienza ufficiale.
Un doppio riconoscimento, quello di ieri, che manifesta un sentimento diffuso oltre il Tevere, quello della benevolenza nei confronti dell’attuale governo a motivo soprattutto della caduta delle barricate tra gli schieramenti di centrodestra e centrosinistra e dunque, almeno a parole, della possibilità di trovare convergenze utili al paese e alle sue emergenze. Una benevolenza aiutata anche dall’influenza che nell’appartamento papale ha il neo gentiluomo della Casa Pontificia, Gianni Letta. Non a caso, ieri, in attesa dell’incontro del Papa con Berlusconi in programma la prossima settimana - il secondo dopo quello del 19 novembre 2005 - è stato proprio il sottosegretario alla presidenza del Consiglio a ricevere insieme al cardinale Camillo Ruini un omaggio da parte dell’università cattolica, a Roma, in qualità di “amico” dell’ateneo. Un omaggio ricevuto assieme, dunque, a testimonianza di un’amicizia consolidata. E a proposito delle parole del Papa, Letta ha detto ieri che il discorso pronunciato dal Pontefice è «all’inizio dell’attività di governo il miglior viatico, per chi ha responsabilità, per riprendere il cammino in un momento tormentato e incerto nella vita politica nazionale».
Lunedì scorso era stato il presidente della Cei, il cardinale Angelo Bagnasco, a pronunciare in apertura dei lavori dell’assemblea generale un discorso particolarmente apprezzato a Palazzo Chigi. Bagnasco, infatti, aveva spiegato di attendersi «un periodo di operosa stabilità, al quale costruttivamente partecipino tutte le forze politiche». Insieme, aveva esortato ad agire tempestivamente sulle emergenze del paese (rifiuti, salari, politiche familiari) e - pur denunciando i “ghetti” in cui possono finire gli immigrati - aveva confermato che nella popolazione c’è un’esigenza di sicurezza che non può essere disattesa.
E ieri, a sigillo del clima positivo che si respira tra le due sponde del Tevere, ecco le parole del Pontefice che aprono con positività alla nuova stagione politica, stagione di collaborazione bipartisan il cui protagonista è oggi Berlusconi. L’Italia, ha detto papa Benedetto, «ha bisogno di uscire da un periodo difficile nel quale è sembrato affievolirsi il dinamismo economico e sociale, è diminuita la fiducia nel futuro ed è cresciuto invece il senso di insicurezza per le condizioni di povertà di tante famiglie, con la conseguente tendenza di ciascuno a rinchiudersi nel proprio particolare».
Il Pontefice non ha mancato di ricordare le priorità della Chiesa sul campo legislativo (in particolare, la richiesta di una «politica coerente e organica» a favore della famiglia fondata sul matrimonio, e il «grande e urgente bisogno» di una politica favorevole alla vita e contraria ad aborto e eutanasia) e ha quindi confermato le parole di Bagnasco sulla «sana laicità», sottolineando che il cristianesimo può offrire un «contributo fondamentale al chiarimento e alla soluzione dei problemi sociali e morali» di Italia ed Europa.
Quanto all’immigrazione Benedetto XVI, sfumando in qualche modo le critiche di organizzazioni come la Caritas italiana al pacchetto sicurezza del ministro dell’Interno Maroni, ha soprattutto chiesto «il rispetto delle leggi». Mentre sul fronte dell’«emergenza educativa» - fronte che aveva occupato gran parte della prolusione di Bagnasco di lunedì scorso - ha ricordato come «in uno Stato democratico, che si onora di promuovere la libera iniziativa in ogni campo, non sembra giustificarsi l’esclusione di un adeguato sostegno all’impegno delle istituzioni ecclesiastiche nel campo scolastico».
Sembrano essere lontanissimo lo scontro frontale tra Santa Sede e governo Prodi quando in ballo c’erano delicati nodi che prendevano il nome dei Dico e delle questioni bioetiche.
Scontro che aveva avuto il suo culmine in occasione della mancata visita di Benedetto XVI alla Sapienza nei giorni della caduta dell’esecutivo Prodi. Oggi, invece, anche le perplessità emerse in avvio di legislatura da parte cattolica in merito all’assenza di uno specifico ministero per la Famiglia, sulla scelta di Daniele Capezzone come portavoce di Forza Italia o, ancora, sull’approccio muscolare all’immigrazione, sembrano archiviate, almeno da parte del Papa.
© Copyright Il Riformista, 30 maggio 2008 consultabile online anche qui.
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