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Vita, famiglia, emergenza educativa, sana laicità, gioia, anzi «cioia», come la pronuncia lui col suo marcato accento tedesco, un aggettivo che ricorre spesso all’interno dei suoi scritti per far capire alla gente cosa è davvero la scoperta di Dio, il cristianesimo, la fede.
Il discorso preparato dal Papa Teologo per l’incontro coi vescovi italiani è un concentrato di alcuni suoi cavalli di battaglia, a cominciare dall’analisi fatta sulla condizione giovanile in Italia i cui contorni sono, a suo dire, allarmanti.
La minaccia è costituita dalla mancanza di fede, dall’incapacità di assumere scelte definitive, magari solo per privilegiare nei diversi ambiti di vita l’affermazione di se stessi e le soddisfazioni immediate.
Il relativismo, in buona sostanza, come ha messo in guardia anche a Genova due domeniche fa, fa ammalare l’anima delle nuove generazioni. L’emergenza educativa viene citata per ben tre volte, ma non deve stupire. E’ un fenomeno che lo preoccupa tantissimo. Egli vede in questo modo minacciata la trasmissione dei valori ’veri’, delle verità secondo la concezione cristiana.
Benedetto XVI sin dall’inizio della sua missione ha affrontato con coraggio il fenomeno della crisi culturale in cui versa l’occidente, mettendola a fuoco, facendo capire ai fedeli concetti difficili con un ragionare logico e chiaro. Usa un argomentare efficace, razionale, in grado di offrire più letture all’uditorio ed arrivare tanto all’erudito come al semplice. Parlare alla mente, per giungere al cuore.
Forse è anche per questo che la gente alle udienze generali o agli Angelus in questi tre anni è notevolmente aumentata. I pellegrini se prima arrivavano per vedere il vecchio Papa, carismatico e magnetico, oggi vanno per ascoltare, per capire, per riflettere.
F.GIA.
© Copyright Il Messaggero, 30 maggio 2008 consultabile online anche qui.
"Parlare alla mente, per giungere al cuore".
Bravissima Giansoldati :-)
R.
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