30 maggio 2008

Il Papa: gioia per il clima politico più costruttivo (Paglialunga)


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"Nel quadro di una laicità sana e ben compresa occorre resistere alla tentazione di considerare il Cristianesimo come un fatto solo privato" (Discorso del Papa alla Cei)

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Il Papa: gioia per il clima politico più costruttivo

«Percezione più viva delle responsabilità comuni». Il Governo sostenga scuola privata, famiglia e vita

Arcangelo Paglialunga

CITTÀ DEL VATICANO

Papa Benedetto XVI ha sottolineato con «particolare gioia» il nuovo clima «più fiducioso e costruttivo» creatosi tra i partiti e le istituzioni in Italia e ha invocato una «nuova stagione» per il Paese. L’Italia, ha infatti ammonito, «ha bisogno di uscire da un periodo difficile, nel quale è sembrato affievolirsi il dinamismo economico e sociale».
In un discorso molto diretto, il Papa ha delineato ieri, davanti all’Assemblea generale dell’episcopato italiano, la positiva attesa ma anche le richieste della Chiesa verso il nuovo governo: aiuti alle scuole private, alla famiglia, alla vita. Sull’immigrazione, ha sottolineato la necessità del rispetto delle leggi «che provvedono ad assicurare l’ordinato svolgersi della vita sociale sia all’interno dello Stato che nei confronti di chi vi giunge dall’esterno».
Nelle sue parole, pronunciate dalla cattedra dell’Aula del Sinodo in Vaticano, i circa trecento vescovi italiani presenti hanno potuto constatare una grande sintonia con le linee definite dai vertici Cei. In Italia, ha spiegato il Pontefice «è diminuita la fiducia nel futuro ed è cresciuto invece il senso di insicurezza per le condizioni di povertà di tante famiglie».
Per questo motivo ha espresso «particolare gioia» per i «segnali positivi» di una «percezione più viva delle responsabilità comuni per il futuro della Nazione», che sembrano emergere dall’atteggiamento delle forze politiche italiane. «Ciò che conforta - ha aggiunto - è che tale percezione sembra allargarsi al sentire popolare, al territorio e alle categorie sociali. È diffuso infatti - ha detto - il desiderio di riprendere il cammino, di affrontare e risolvere insieme almeno i problemi più urgenti e più gravi, di dare avvio a una nuova stagione di crescita economica ma anche civile e sociale».
L’apertura di credito del Papa verso la fase aperta dal Governo Berlusconi, si accompagna però a domande precise, a cominciare dalla scuola, tema su cui ha usato parole particolarmente forti e un riferimento esplicito alla linea liberista dell’esecutivo: «In uno Stato democratico, che si onora di promuovere la libera iniziativa in ogni campo, non sembra giustificarsi - ha affermato Ratzinger tra gli applausi dei vescovi - l’esclusione di un adeguato sostegno all’impegno delle istituzioni ecclesiastiche nel campo scolastico». «È legittimo infatti domandarsi - ha insistito - se non gioverebbe alla qualità dell’insegnamento lo stimolante confronto tra centri formativi diversi, suscitati, nel rispetto dei programmi ministeriali validi per tutti, da forze popolari multiple, preoccupate di interpretare le scelte educative delle singole famiglie». «Tutto lascia pensare che un simile confronto non mancherebbe di produrre effetti benefici», ha concluso, denunciando l’attuale «relativismo pervasivo e non di rado aggressivo» che caratterizza la società italiana e che indica come il Paese stia vivendo «una vera e propria emergenza educativa». A questo punto, sia di fronte «all’emergenza educativa» che di fronte alle problematiche sociali e morali afferma che «come Vescovi abbiamo il compito di dare il nostro specifico contributo affinché l’Italia conosca una stagione di progresso di concordia, mettendo a frutto quelle energie e quegli impulsi che derivano dalla sua grande storia cristiana». «E a tal fine - prosegue il Papa - dobbiamo anzitutto dire e testimoniare con franchezza alle nostre comunità ecclesiali a tutto il popolo italiano che anche se sono molti i problemi da affrontare, il problema fondamentale per l’uomo di oggi resta il problema di Dio: nessun altro problema umano e sociale potrà essere risolto se Dio non ritorna al centro della nostra vita».
Sviluppando questo ragionamento il Papa afferma che «nel quadro di una laicità sana e ben compresa occorre resistere alla tendenza a considerare la religione e, in particolare il cristianesimo come un fatto privato»: le proposte che nascono dalla nostra fede - dice il Papa - possono offrire un contributo fondamentale a chiarimento e soluzione dei maggiori problemi sociali morali dell’Italia e dell’Europa di oggi.
Oltre al sostegno alla scuola privata, l’Italia - ha proseguito il Papa - ha un «grande e urgente bisogno» di una politica per la famiglia. Occorre - ha detto - «chiedere alle istituzioni una politica coerente ed organica che riconosca alla famiglia quel ruolo centrale che essa svolge nella società, in particolare per la generazione ed educazione dei figli».
Nel quadro disegnato da Benedetto XVI, grande attenzione devono rivolgere anche i vescovi alla famiglia fondata sul matrimonio, con una pastorale adeguata alle sfide che oggi essa deve affrontare per incoraggiare l’affermarsi di una cultura favorevole e non ostile alla famiglia e alla vita, come anche per chiedere alle pubbliche istituzioni una politica coerente ed organica che riconosca alla famiglia il suo ruolo centrale, in particolare per la generazione ed educazione dei figli.
E ancora «forte e costante deve essere l’impegno per la dignità della vita dal concepimento e, dalla fase embrionale alle situazioni di malattia fino alla morte naturale.

© Copyright Il Giornale di Brescia, 30 maggio 2008

TRADUZIONE «UNIFICATA»

Dai Vescovi in regalo al Papa la «nuova» Bibbia

CITTÀ DEL VATICANO - È stata consegnata ieri mattina a Benedetto XVI la nuova traduzione della Bibbia curata dalla Cei. I Vescovi hanno donato al Papa una delle prime copie di questo lavoro.
Le caratteristiche della nuova traduzione erano state illustrate dal segretario Cei, mons. Giuseppe Betori, in un’intervista all’Osservatore Romano. «Abbiamo utilizzato - spiegava - i migliori specialisti per ogni libro. Inoltre c’è stata una revisione globale che ha permesso di evitare disuguaglianze e difformità di impostazione». Lo scopo è stato quello di offrire ai cattolici italiani un unico linguaggio, infatti «lo stesso testo che viene letto nella liturgia è quello che il credente prende tra le mani per fare la sua"’lectio divina" e che poi magari, in una scuola biblica, si ritrova come testo per un approfondimento culturale e teologico. Questo ridà unità al linguaggio della fede sul piano biblico. Cosa che in Italia - aveva rilevato Betori - non abbiamo mai avuto» a differenza dell’Inghilterra che ha la King James Version, e la Germania con la traduzione di Lutero».
Secondo Betori, la nuova traduzione «non è solo opera di esperti, è soprattutto opera di Chiesa. Quindi fondamentale è stato anche il ruolo dei Vescovi che hanno avuto il testo in visione e hanno mandato più di tremila osservazioni». Inoltre, «è intervenuto Benedetto XVI, il quale ha chiesto che non fossero "recognitae" solo le pagine destinate ai testi liturgici in uso, ma tutta la Bibbia: un segno di attenzione importante per noi».

© Copyright Il Giornale di Brescia, 30 maggio 2008

1 commento:

Anonimo ha detto...

Carinissimo il commento di Papa Benedetto riportato da pochissimi. Dal Foglio: Ringraziando per ponderosa nuova traduzione della Bibbia che gli è stata donata, il Papa ha fatto l'unica aggiunta a braccio del discorso: "E spero ci sarà anche una edizione tascabile".
Alessia