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Il Papa: nel Paese c’è un clima nuovo

GIACOMO GALEAZZI

CITTA’DEL VATICANO

Benedetto XVI avverte «con particolare gioia i segnali di un clima nuovo, più fiducioso, più costruttivo, legato al profilarsi di rapporti più sereni tra le forze politiche e le istituzioni». Mentre le diplomazie sono al lavoro per preparare l’udienza del 6 giugno a Silvio Berlusconi, il Papa si rallegra per «una percezione più viva delle responsabilità comuni per il futuro della nazione». All’assemblea generale della Cei, Joseph Ratzinger valuta positivamente la situazione politica italiana uscita dalle elezioni del 14 aprile.
«Vita, famiglia e povertà sono le sfide per il Paese e lo Stato faccia di più per le scuole cattoliche», raccomanda il Pontefice che, dopo i rapporti burrascosi con il governo Prodi su Dico e testamento biologico, individua un terreno favorevole per lo sviluppo dell’Italia.
«E’ diffuso il desiderio di riprendere il cammino, di affrontare e risolvere insieme almeno i problemi più urgenti e più gravi, di dare avvio a una nuova stagione di crescita economica ma anche civile e morale - incoraggia Benedetto XVI.
Ma non bisogna perdere tempo e cogliere, il più velocemente possibile, risultati positivi». Perché, «se non ci fossero risultati concreti», il clima potrebbe mutare, vanificando l’opportunità. Parole interpretate come una forte apertura di credito al nuovo esecutivo, un’esortazione a proseguire nel dialogo «bipartisan» e che anticipano i temi per la visita del premier in Vaticano. In agenda la tutela della vita in tutte le sue forme («in ogni momento e condizione, dal concepimento e dalla fase embrionale alle situazioni di malattia e di sofferenza e fino alla morte naturale», con il «tagliando» alla 194 chiesto dal segretario Cei, Betori) e la promozione della famiglia, con misure fiscali come il quoziente familiare. La fede, avverte il Papa, non deve restare confinata nel privato: «Può offrire un importante contributo alla soluzione di grandi problemi». Ieri ai vescovi e il 6 giugno a Berlusconi, la preoccupazione per le scuole cattoliche: «In uno Stato democratico non sembra giustificarsi l’esclusione di un adeguato sostegno all’impegno delle istituzioni ecclesiastiche nel campo scolastico».
Per il Papa, gli aiuti statali all’istruzione cattolica gioverebbero alla qualità dell’insegnamento. E sullo scottante problema dei cpt e del giro di vite sull’immigrazione, il Pontefice indica il connubio accoglienza-legalità, senza bocciare il pacchetto sicurezza del governo: «La disponibilità a muoversi in aiuto degli stranieri deve manifestarsi nel rispetto delle leggi».
L’intervento di Benedetto XVI è naturalmente miele per le orecchie del sottosegretario Gianni Letta, associato ieri al cardinale vicario Ruini nel premio di «Amico dell’Università Cattolica» e da poco nominato Gentiluomo di Sua Santità e quindi in duplice veste nell’udienza del 6 giugno in Vaticano. «E’ il miglior viatico all’inizio dell’attività dell’esecutivo per chi ha responsabilità di governo e deve riprendere il cammino in questo momento così tormentato e incerto per la vita nazionale», prende la palla al balzo. D’accordo con il plauso papale al clima di dialogo è anche il leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini secondo cui «nella prossima Finanziaria vanno inseriti il quoziente familiare e la revisione dei consultori, così da completare l’attuazione di quelle parti della legge sull’aborto che sono rimaste sulla carta».
Il Pd tace e si limita a prendere atto delle parole del Pontefice mentre la sinistra radicale e Pannella gridano all’attacco alla Costituzione repubblicana e democratica da parte del monarca assoluto di uno Stato confinante».

© Copyright La Stampa, 30 maggio 2008