30 luglio 2008
Il Papa: «Felice di essere qui. Grazie per l'accoglienza». Il sindaco di Bolzano: «Che stretta di mano vigorosa» (Ruggera)
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«Felice di essere qui Grazie per l'accoglienza»
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Luigi Ruggera
BRESSANONE
«È una grande gioia per me essere qui tra voi».
Papa Ratzinger strappa subito gli applausi dei fedeli: sono le 12.40 e si è appena affacciato alla finestra della biblioteca del Seminario Maggiore per salutare e impartire la benedizione alle oltre mille persone accorse. Chi ha atteso davanti al Seminario ha sfidato per diverse ore l'afa estiva, ma è stato subito ripagato dalla grande disponibilità del pontefice: sceso dall'auto all'inizio di piazza Seminario, Ratzinger ha infatti percorso a piedi l'ultimo tratto tra due ali di folla, stringendo moltissime mani, salutando e sorridendo a tutti. Il Papa si è fermato a salutare turisti (i più calorosi erano quelli di una parrocchia di Pamplona in Spagna), fedeli e un gruppo di disabili.
All'ingresso del Seminario, poi, la breve cerimonia ufficiale d'accoglienza: un coro di voci bianche dirette da Suor Christine, delle Dame Inglesi, ha intonato un canto di benvenuto, seguito da alcuni motivetti dalla banda musicale di Bressanone. Il Papa è stato poi salutato dal rettore del Seminario maggiore di Bressanone, don Ivo Muser. «Benvenuto a casa sua» ha detto Muser a Benedetto XVI. «Il nostro augurio è che lei possa trascorrere veramente dei giorni di riposo e di tranquillità ».
A dare il benvenuto al Papa sono stati poi il decano Albert Pixner e il sindaco di Bressanone, Albert Pürgsatller, che ha sottolineato come «il suo ritorno ci riempie di orgoglio e di grande gioia». Due bambini hanno poi offerto al Papa i regali del Comune: un cesto con prodotti tipici (speck, vino, formaggio e pane duro), la statuina di un angioletto in rame (donata dalla città gemellata di Ratisbona) e lo spartito dei Quartetti di Mozart.
«Ma il nostro più grande regalo — ha spiegato il sindaco — è l'augurio di una vacanza serena e tranquilla».
Il decano ha invece donato al Papa un cero: «Ogni volta che veniva a Bressanone in vacanza, da cardinale — spiega don Pixner — Ratzinger accendeva il primo giorno una candela davanti nella chiesa parrocchiale e diceva: "Ora iniziano le vacanze".
Una sorta di rito beneaugurante. Ora che è diventato Papa non potrà subito andare in parrocchia e così abbiamo portato noi la candela».
Gli Schützen della compagnia di Bressanone, guidati dal comandante locale e da quello provinciale Paul Bacher, hanno poi sparato un colpo a salve in aria, per salutare il pontefice.
Il momento clou di questa prima giornata di vacanze si è avuto poco dopo: il Papa ha fatto il suo ingresso al seminario e si è affacciato alla finestra. Il suo è stato un saluto bilingue: «Un grande grazie per questa accoglienza così cordiale — ha detto Benedetto XVI — sono felice di essere con voi, in questa bella città dove ho trascorso tante belle vacanze. Speriamo insieme di riposare e di gioire della bellezza della città e della creazione ».
Salutando in tedesco, il Papa, visibilmente contento, ha poi ringraziato sia gli Schützen che il coro dei bambini, dicendosi felice di poter trascorrere queste vacanze a Bressanone, «una città che mi riserva tanti ricordi».
Dopo i saluti, il Papa si è ritirato nel seminario, dove trascorrerà le ferie fino all'11 agosto. Nel frattempo montano già le polemiche politiche. Donato Seppi di Unitalia, in una nota, contesta la presenza degli Schützen: «Un'unica regia politica di grave e pesante pensiero separatista ha curato l'arrivo del Pontefice a Bressanone: con la presenza degli Schützen, si sfrutta abominevolmente la visita del Papa per ribadire concetti pantirolesi e revanscisti. Un clima di chiara ostilità all'Italia evidenziato anche dal sindaco di Bressanone, che non ha indossato la fascia tricolore ». L'Union für Südtirol invece accusa Luis Durnwalder di «sfruttare la presenza del Papa per farsi campagna elettorale».
© Copyright Corriere dell'Alto Adige, 29 luglio 2008
L'atterraggio L'aereo ha toccato il suolo alle 11,20
A Bolzano il primo abbraccio Spagnolli: che stretta vigorosa
BOLZANO — Che non stava arrivando un personaggio qualsiasi lo ha capito subito anche la stampa. Un fotografo è stato fatto uscire dall'interno dell'aeroporto, dove era entrato insieme agli altri colleghi e ai cameramen per riprendere l'arrivo di Benedetto XVI, perché indossava i pantaloni corti.
Per il resto è filato tutto liscio, col leggero ritardo dell'aereo del pontefice che ha permesso alle forze dell'ordine di prepararsi con maggiore calma al momento dell'arrivo.
Dopo l'atterraggio tutto si è svolto in pochi minuti. Il Falcon della presidenza del consiglio ha toccato il suolo altoatesino alle 11,20. Cinque minuti dopo Benedetto XVI è sceso dalla scaletta dell'aereo.
Ad attenderlo come previsto c'erano il presidente della Provincia Luis Durnwalder, il sindaco di Bolzano Luigi Spagnolli, il commissario del Governo Fulvio Testi e il direttore dell'aeroporto Mirko Kopfsguter.
«Benvenuto e buon riposo in Alto Adige.
Grazie di aver accolto il nostro invito». Il presidente della giunta provinciale di Bolzano, Luis Durnwalder, ha accolto con queste parole il Papa. «Il Santo padre — ha raccontato più tardi Durnwalder ai cronisti — si è detto molto contento di essere qui. Gli ho porto il benvenuto di tutta la popolazione altoatesina».
Il sindaco di Bolzano Luigi Spagnolli è rimasto colpito «dalla energica stretta di mano.
È un uomo ancora molto vitale. Io gli ho augurato buone vacanze e lui mi ha fatto i complimenti per la città di Bolzano».
Il corteo papale era pronto da tempo. Lo chiudeva l'ambulanza che segue sempre il Papa, per ogni emergenza. Appena il pontefice è salito sull'auto il corteo si è mosso.
All'esterno del recinto dell'aeroporto, lungo via Francesco Baracca, erano assiepate alcune centinaia di persone. Alcune erano lì dalle 9,30. L'auto con il Papa ha percorso a passo d'uomo via Baracca e il Pontefice ha salutato e ripetutamente benedetto le persone. Fra queste anche il presidente del consiglio regionale Franz Pahl, che ha esposto un cartello con una frase riferita alla croce tratta da un libro del 2003 di Joseph RatA San Giacomo.
© Copyright Corriere dell'Alto Adige, 29 luglio 2008
FOTO: Il Papa stringe la mano al sindaco Luigi Spagnolli
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