6 maggio 2007

Aggiornamento della rassegna stampa del 6 maggio 2007 (1)


Vedi anche:

Rassegna stampa del 6 maggio 2007

Ratzinger domina incontrastato

SPECIALE: VIAGGIO APOSTOLICO IN BRASILE

Eros e agape nell'enciclica del Papa

L'intervista del cardinale Sodano a "Il Messaggero" ricalca quella de "La Stampa":

«Chiesa e Stato si incontrino, non va disperso quel patrimonio di valori comuni grazie al quale abbiamo superato momenti difficili. Come nel ’48, quando rischiavamo la guerra civile»

«Clima incattivito, si torni al rispetto reciproco»

Il cardinal Sodano: «Il family day? Un’espressione di libertà per tutti i cittadini»

di FRANCA GIANSOLDATI

Nell’aula consigliare del Municipio di Marino, alle porte di Roma, ieri pomeriggio ha ricevuto la cittadinanza onoraria e le chiavi d’argento della cittadina. «Queste manifestazioni servono ad unire, a farci sentire una stessa realtà».

Eminenza che ne pensa di quello che sta accadendo?

«Nella storia della Chiesa ci sono stati momenti di confronto. Il clima non è che sia peggiore di altri. Tuttavia ora, sì, c'è un clima incattivito. Mi ricordo che mai si osò toccare il Papa e i vescovi, né l’autorità dei nostri parroci. Ricordo che nell’immediato dopoguerra (allora ero in Piemonte e ancora ho davanti ai miei occhi gli scontri tra partigiani e fascisti) si venerava il vescovo. Anzi, dirò di più. Quanti furono i parroci che salvarono drammatiche situazioni! C’era una polemica forte nel 1948 per via delle elezioni. C’erano posizioni diverse persino all’interno delle famiglie, ma mai si osò mancare di rispetto al Papa. Mai».

Nemmeno quando Pio XII scomunicò i comunisti?

«Nemmeno dopo il decreto del Sant’Uffizio del 1949 col quale si comminava la scomunica a chi professava il comunismo. Anche allora c’era rispetto perché si ricordava ciò che aveva fatto Pio XII per impedire la guerra, per lenirne i dolori, per affrettarne la fine».

E oggi?

«Oggi sembra vi sia una venatura nuova che forse prima non c’era benché vi fossero posizioni diverse. C'erano posizioni diverse ma non questo clima incattivito. Nella storia della Chiesa e dell’Italia si sono tuttavia registrati momenti di contrasto, per esempio le lotte medievali tra guelfi e ghibellini o nell’Ottocento».

Ha visto quel che è accaduto a Strasburgo due settimane fa con la risoluzione anti-Bagnasco?

«Ciò che preoccupa è che alcuni gruppi e alcuni amici deputati di altre idee, non riuscendo qui in Italia, approfittano di un momento di debolezza nel Parlamento europeo (vuoi perché uno è fuori e l’altro non dà importanza) per far passare certe risoluzioni. Francamente è un aspetto che comincia un po’ a preoccupare. Ma la Santa Sede ha un rapporto antico e consolidato di buoni rapporti con le realtà europee e ha sempre seguito con interesse e stima i lavori degli organismi comunitari, sin dall’inizio. E’ vero che sono Risoluzioni non vincolanti, ma certo disturbano e poi, forse, la stampa tende ad ingigantire il caso».

Chiede più tolleranza al mondo politico, italiano ed europeo?

«Il voto che posso esprimere è che il confronto sia più civile; che vi sia rispetto reciproco senza fare processi alle intenzioni, accettando il punto di vista dell'altro. A me la parola tolleranza non piace molto, preferisco il rispetto reciproco. Concetto più positivo rispetto alla tolleranza. E poi l’Italia ha tradizioni di convivenza davvero belle. Credo che queste nubi passeranno e si ritornerà a rispettarci un po’ di più».

Nel suo discorso al Consiglio comunale di Marino lei ha fatto ricorso alla metafora delle rotaie di un treno per mettere in guardia dalla mancanza di dialogo Chiesa-Stato...

«Chiesa e Stato devono incontrarsi. Lo indica l’esperienza di duemila anni di storia, di incontro, di metodi diversi, ma positivi per il bene del Paese. Da noi esiste un Concordato che funziona, è stato modificato ma sempre i Concordati si possono modificare».

Tra meno di una settimana ci sarà il Family Day, innalzerà altri muri?

«Attiene alla libertà dei cittadini. Tutti. Noi dobbiamo essere lieti che gli italiani esercitino il dono della libertà che Dio ci ha dato. E’ uno dei doni più belli che ha l’uomo. Evviva la libertà degli italiani».

Il Messaggero, 6 maggio 2007


Ed ecco la fiera della tolleranza:

E i radicali protestano a piazza S.Pietro

Berlusconi: la sinistra mette la museruola alla Chiesa. La Bindi attacca Mastella: usa i cattolici

ROMA - I Radicali schierati in piazza San Pietro. Una cinquantina guidati dal leader Marco Pannella per manifestare il proprio sostegno all’attore Andrea Rivera che con le sue frasi durante il concertone del 1° maggio ha offeso la Chiesa. «Lui ha espresso un pensiero condiviso da tutto il popolo, tra praticanti e non», sostiene Pannella. E allora via alla contestazione: «No Vatican, no taliban», «siamo tutti Rivera», «il 12 maggio a piazza Navona». Già, dove si svolgerà la contromanifestazione pro Dico che, precisano i Radicali, non sarà contro quella sulla famiglia di piazza San Giovanni. Poi Pannella ha esibito un cartello che raffigurava una ”Croce gay” che prendeva fuoco con una scritta: ”Family day: a morte i gay su ordine Cei”.
Intanto polemizza il ministro Rosy Bindi, ”autrice” con Barbara Pollastrini del ddl sui Dico, con il ministro Clemente Mastella che ha annunciato la sua presenza a piazza San Giovanni con moglie e figli perchè «non andare significa consegnare la Chiesa alla destra». Sostiene Rosy Bindi che aveva invitato i ministri a non partecipare ad alcuna manifestazione: «Credo non sia corretto leggere in chiave di schieramento politico le proposte e le iniziative della Chiesa». E ancora: «Io col mondo cattolico non voglio avere un rapporto elettorale». Replica a Rosy Bindi il capogruppo dei senatori udeur, Tommaso Barbato, ricordando che l’Udeur è sempre stato contrario alle unioni di fatto.
Non sarà presente al Family day Silvio Berlusconi: «Non credo che andrò, non ho l'abitudine di partecipare a tutte queste manifestazioni, però partecipo certamente con il cuore». Quindi accusa: «Noi crediamo nella libertà, in tutte le sue forme. Crediamo nella libertà di culto, non come la sinistra che vuole mettere la museruola alla Chiesa». Anche Roberto Maroni non sarà a piazza San Giovanni («festeggio stando in famiglia»). Mentre l’Udc con il segretario Lorenzo Cesa assicura la presenza alla manifestazione di piazza San Giovanni «senza strumentalizzazioni».
Assicurano la loro partecipazione alla kermesse di piazza Navona i fondatori della Sinistra democratica, fuoriusciti dai Ds, Fabio Mussi («il Family day è una manifestazione contro i Dico, è estremista»), Gavino Angius («c’è un silenzio assordante da parte del Partito democratico»).
P.Or.

Il Messaggero, 6 maggio 2007

Ah, erano cinquanta? Gia'...e' vero! Venti manifestanti e trenta giornalisti e fotografi :-)
I politici la smettano di dare lezioni alla Chiesa! Non e' ingerenza?



Family Day: Mastella, "Bindi ha superbia luciferina"

LECCE - ''Ho visto che la signora Bindi continua a imperversare nei miei riguardi, stabilendo lezioni di teologia che non accetto. Non tollero questa sua superbia luciferina". Lo ha detto il ministro della Giustizia Clemente Mastella. "Sono contrario ai 'Dico', non ho fatto alcun mistero: io ho rispettato le sue posizioni, lei rispetti le mie'', ha aggiunto il Guardasigilli confermando anche la sua partecipazione al Family Day: ''La manifestazione di Roma sara' una festa della famiglia per dimostrare che la famiglia italiana c'e', non e' soltanto quella che appare corrosa e rotta. E' una famiglia che ha bisogno di sostegno per politiche che siano di grande serieta'". (Agr)


Riassetti curiali

Nel quadro del riassetto degli organismi della Curia vaticana intrapreso da papa Ratzinger fin dai primi mesi del suo Pontificato, sta per arrivare al centro delle attenzioni quello relativo alla nomina del Prefetto della Congregazione per la Dottrina della fede, visto che l’attuale reggente, il cardinale William Joseph Levada, potrebbe essere destinato alla guida della diocesi di New York. Per la guida dell'importante dicastero per la dottrina concorrerebbero il cardinale di Vienna Cristoph Schoenborn, il rettore dell'Università Lateranense, mons. Rino Fisichella, e mons. Bruno Forte, arcivescovo di Chieti-Vasto e teologo di fama, che gode di grande considerazione in Vaticano. Tra i possibili sostituti, di cui si è parlato nei mesi scorsi, anche il patriarca di Venezia Angelo Scola. I tempi non saranno brevissimi ma neanche troppo lunghi, dopo che ieri Benedetto XVI ha affidato l'incarico di segretario della Congregazione delle Cause dei Santi a mons. Michele Di Ruberto. Quest’ultimo, già sotto-segretario del dicastero che sovrintende ai processi di beatificazione e canonizzazione, prende il posto dell'arcivescovo polacco Edward Nowak, 67 anni, nominato assessore dell'ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme.

Il Messaggero, 6 maggio 2007

Nessun commento: