19 maggio 2007

Aggiornamento della rassegna stampa del 19 maggio 2007 (1)


Vedi anche:

"Colpevoli di crimini enormi" (Benedetto XVI ai preti pedofili)

Rassegna stampa del 19 maggio 2007


Mi astengo dal commentare il tristissimo episodio descritto sotto, episodio che puo' verificarsi solo in un Paese incivile. Pieno sostegno al cardinale Caffarra ed ai fedeli bolognesi.
Mi auguro che si comprenda da che parte sta l'intolleranza.
Da notare che la cronaca dello sfregio non e' nella parte nazionale dei quotidiani ma in quella locale...si ha paura che qualcuno si svegli?
.
Raffaella

L´ANATEMA DEL CARDINALE

Una nota durissima del vescovo dopo il sit in davanti a San Pietro. "Un degrado civico prima d´ora qui sconosciuto"

"La città offesa dal corteo gay"

Caffarra: grave la partecipazione di due deputati

LUCIANO NIGRO


«Un degrado civico prima d´ora qui sconosciuto», tuona il cardinale Carlo Caffarra. «La città è stata offesa» perché mai in «531 anni di discese della venerata immagine della Madonna dal colle della Guardia» era accaduto un episodio così «incivile», protesta con vigore l´arcivescovo di Bologna. La «gazzarra» davanti alla cattedrale di San Pietro, quella manifestazione di 300 persone, quelle «scritte al limite del blasfemo», «resteranno come una macchia che non si cancella» tanto più che hanno «avuto per protagonisti anche due deputati del Parlamento nazionale e alcuni esponenti locali». Mai così duro, mai così diretto il capo della Chiesa bolognese che ha deciso di farsi sentire in modo solenne firmando di suo pugno (+Carlo Card. Caffarra, Arcivescovo Metropolita di Bologna) come non era mai accaduto un comunicato di via Altabella contro l´«intolleranza», il «dileggio», le «offese» davanti alla cattedrale durante la messa.
E´ «offesa» la parola che il cardinale scaglia contro gli autori dello sfregio alla processione per la Madonna di San Luca e per «richiamare le autorità a far rispettare le regole della convivenza». Lo scrive cinque volte in venti righe. Quel corteo di associazioni Glbt, gay lesbian bisex trans, il prete finto, i cartelli «Bagnasco vergogna» e «Il fondamentalismo non è lontano in Italia abbiamo il Vaticano» sono un´offesa «al sentimento religioso di Bologna». Gli slogan «Ieri Inquisizione oggi omofobia» e «La Madonna non si tocca, firmato la Beata Vergine De Maria» sono una ferita alla «tradizione civile della città che ha sempre visto nella Madonna di San Luca il suo più alto vessillo identitario». Quel «fascisti fascisti» gridato ai fedeli che, affacciandosi al portone della cattedrale hanno provato a protestare: «Non ci si comporta così davanti alla vergine di San Luca, vergognatevi», tutto questo è un attacco alla «virtuosa e permanente pratica della tolleranza e dell´ordine civico». Un episodio intollerabile per il Pastore della Chiesa bolognese. Di gran lunga più grave della provocazione di sabato scorso da parte di una ventina di contestatori al passaggio della processione per il ritorno della Madonna di San Luca in città. Questa volta era un corteo organizzato, con trecento persone, e in mezzo a loro le parlamentari Katia Zanotti e Titti De Simone e diversi politici locali Tiziano Loreti e Valerio Monteventi del Prc, Sergio Lo Giudice dei Ds, Roberto Panzacchi dei Verdi.
Troppo per il Cardinale. «L´incivile gazzarra avvenuta davanti al portone della cattedrale spalancato per permettere ai fedeli l´accesso per pregare davanti alla venerata immagine della Madonna di San Luca - scrive Caffarra - resterà come una macchia che non si cancella nella storia luminosa e commovente dell´amore di Bologna verso la sua Patrona». Per il cardinale «la città è stata offesa nel suo sentimento religioso profondo, un sentimento che davanti all´immagine della Beata Vergine sempre sa accantonare divisioni politiche e disuguaglianze sociali». «E´ stata offesa - dice l´arcivescovo di Bologna - anche una tradizione civile, mai interrotta in 531 anni. E´ stata offesa nella sua virtuosa e pratica tolleranza dell´ordine civico. Ed è tanto più grave che tale incivile manifestazione, nella quale sono state esibite persino scritte al limite del blasfemo, abbia avuto per protagonisti anche due deputati del parlamento nazionale e alcuni esponenti politici locali».
«Come vescovo di questa città ritengo doveroso denunciare che simili episodi sono segno evidente di un degrado civico prima d´ora qui sconosciuto - dice Caffarra affrontando il passaggio più politico, forse pensando anche a domani quando Maria farà ritorno a San Luca - e richiamare le autorità cui compete far rispettare quelle regole di convivenza che la città e la nazione si sono date per il bene comune». Infine l´invito «a pregare perché il Signore conforti chi, autorità e semplici fedeli, è stato oggetto di dileggio e offese» e perché «Egli si lasci incontrare con il suo perdono da chi ha agito forse senza sapere quello che stava facendo».

Repubblica (Bologna), 19 maggio 2007


"Sdraiati davanti a S. Pietro perché ci discriminano"

«La manifestazione era pacifica. Se sono stati compiuti gesti che esulano da tale intento, sono stati assolutamente marginali; da condannare non meno dell´uso distorto e strumentale che di tali fatti si è fatto e si sta facendo con l´intento di cancellare il vero messaggio che il corteo di ieri ha voluto esprimere: ribadire la dignità di milioni di cittadini e cittadine contro ogni forma di omofobia, razzismo e intolleranza». Così gli organizzatori della processione contro l´omofobia, tra cui Arcigay e ArciLesbica, si difendono dalle accuse del cardinale Carlo Caffarra.
«La manifestazione promossa in occasione della giornata mondiale contro l´omofobia - affermano - è stata autorizzata, partecipata, assolutamente pacifica e non violenta. Questo suo intento è stato simbolicamente racchiuso in quel gesto – l´opporre ostinata ma assolutamente non violenta resistenza solamente sedendosi - che da Gandhi in poi è stato il simbolo proprio della lotta pacifica. Abbiamo voluto protestare in modo visibile con i nostri corpi contro chi ogni giorno ci discrimina e ci offende, colpisce i nostri corpi e la nostra dignità». Nessuno, concludono, «ha in nessun modo mancato di rispetto a Padre Digani» e non è vero che «si è impedito ai fedeli di accedere alla Cattedrale».

Repubblica (Bologna), 19 maggio 2007


La deputata ex-Ds presente alla manifestazione: è un attacco alla politica

Lo sconcerto della Zanotti "Il cardinale vuole la repressione"

"Non ho visto cartelli blasfemi. Condanno chi ha gridato fascisti"

SILVIA BIGNAMI

«Questo è un attacco alla politica e un richiamo all´ordine e alla repressione della libertà di pensiero. Rischiamo l´integralismo religioso. In tanti anni nelle istituzioni una cosa del genere non mi era mai successa». Voce flebile, tono preoccupato. Katia Zanotti, Sinistra Democratica, era al corteo dell´orgoglio gay che giovedì ha protestato con un sit-in davanti alle porte della Cattedrale di San Pietro, spalancate per celebrare la presenza della Madonna di San Luca in città. «Rivendico fermamente la mia presenza», dice orgogliosa. Ma poi confessa la sua incredulità per la reazione «assolutamente esagerata e sproporzionata» dell´Arcivescovo. Difficile anche classificarla: «Sono molto colpita. Non credevo si arrivasse a questo».
Caffarra scende in campo per la prima volta e se la prende con i parlamentari presenti al corteo contro l´omofobia. Intervento opportuno?
«Assolutamente no. Non solo non è opportuno, ma è inedito, mai visto. Nemmeno in passato erano mai accadute cose del genere. La politica deve fare il suo mestiere che è nettamente separato dal mestiere della Chiesa. Questa è una ingerenza».
Non solo. E´ anche un attacco molto duro.
«Durissimo. Non solo per i toni. Ma anche per il contenuto. Da una parte la chiesa attacca i politici che erano presenti al corteo. Dall´altra fa appello alle istituzioni perché "intervengano". In che modo devono intervenire?»
Si dia lei una risposta.
«L´unico modo che io immagino è quello repressivo. Ma qui parliamo di reprimere la libertà di manifestare il proprio pensiero in un corteo. Il tema vero è che alle gerarchie ecclesiastiche sembra non andare giù che ci sia una manifestazione che le contesta. Rischiamo l´integralismo religioso».
In realtà il cardinale difende la Madonna di San Luca. Parla di offesa al senso religioso della città.
«Ma nessuno ce l´aveva con la Madonna. La giornata mondiale dell´omofobia è decisa a livello internazionale, ed è stata solo una coincidenza che sia capitata proprio durante la settimana in cui l´immagine della Vergine è in città. Chi protestava ce l´aveva con le posizioni oscurantiste di una parte del clero, come quelle di monsignor Bettori. Che intervengono nel dibattito politico. Non voglio dire nulla contro l´arcivescovo, ma certo questo è un attacco inedito per Bologna».
Però è vero che durante il corteo alcuni manifestanti hanno provocato i fedeli. Qualcuno ha gridato «fascisti» a chi entrava in Chiesa.
«Quello è stato un episodio che condanno. Ma solo un episodio che ha riguardato pochissimi, in una manifestazione nel suo complesso molto ordinata e seria»
E i cartelli blasfemi?
«Io non ne ho visto nessuno. C´era ironia, semmai. Sano sberleffo, come succede in politica. Del resto anche la Chiesa fa politica oggi».
Andrà alla processione per il ritorno della Madonna a San Luca, come gesto riparatore?
«No, ma solo perché io non sono credente».

Repubblica (Bologna), 19 maggio 2007

Ma va? Non e' credente?Adesso e' la politica ad essere attaccata? Incredibile! Se quel Bettori sta per Betori, consiglio alla signora di leggere questo il post "Avvenire: i giornalisti sono bugiardi e i politici sciagurati" .
Raffaella


IL RACCONTO

Padre Digani era davanti a San Pietro quando è passato il corteo: sono solo sbarbatelli

Padre Gabriele incredulo "E´ stata una profanazione"

"Chiedono solo diritti e si dimenticano che i diritti non sono mai disgiunti dai doveri"

Sentitamente ringrazia. Anche se non richiamerà il cardinale Carlo Caffarra - col quale si trova «d´accordo al cento per cento» - per il suo duro attacco alla «processione» gay davanti a San Pietro e in faccia alla Madonna di San Luca. Nemmeno una telefonata all´arcivescovo? «Sa com´è, tra l´elemosina e i miei poveri ho troppo da fare». Dura opera pia. Padre Gabriele Digani, dell´Opera Padre Marella, curvo con il saio accartocciato ai piedi e gli occhiali spessi, è ancora seduto sul ciglio del portone della cattedrale, custode di San Pietro. C´era anche giovedì, quando i manifestanti del corteo contro l´omofobia hanno deposto ai suoi piedi cartelli e «triangoli» che simboleggiano l´oppressione nazista contro gli omosessuali. E´ pacato e sornione, ma sorride di un sorriso furbo, e tra una carezza e un santino non la manda a dire.
Nemmeno ai manifestanti. «Sbarbatelli» li chiama bonario «che chiedono diritti, ma che si dimenticano che i diritti non sono mai disgiunti dai doveri». Buon senso religioso. Tolleranza. Spirito cristiano. Finché un guizzo non gli fa alzare il dito indice come un monito: «E´ stata una profanazione. Non avrebbero dovuto disturbare questa settimana, che per i bolognesi è sacra da oltre cinquecento anni». Ci pensa un po´ e allarga le braccia conciliante: «Per gli omosessuali io ho tutto il rispetto» esordisce calmo. Ma poi si indurisce: «Però non capisco perché sventolare l´omosessualità come una bandiera, come se si volesse ostentare. Dire che è naturale quello che non lo è. La natura non è così».
Parla a voce bassa e si interrompe, Padre Digani, circondato da perpetue che gli tengono la mano e lo consolano. Nessuna reazione, giovedì, quando ai suoi piedi è finito un cartello con su scritto:
«Terrorista è chi semina odio». Seguito da messaggi ricordo per tutti i giovani vittime di episodi di omofobia. Sommessamente (e orgogliosamente) rivendica il suo sangue freddo. «Io vivo sulla strada, per me la sopportazione è una pratica quotidiana».
Saggiamente ricorda di «non aver voluto fare polemica, perché i cattolici rispettano la diversità». Ma basta un attimo, il buffetto a un bambino, e aggiunge pepe: «Quelle persone non sanno nemmeno dove sta di casa la par condicio. Fanno come i musulmani, che chiedono tutto e non danno nulla».
Segno della croce e si placa: «La manifestazione ha lasciato tutti molto male. E´ stata chiaramente improvvisata. Chi ha autorizzato il corteo certo non immaginava che si sarebbero sdraiati qui davanti». E l´ultimo rilancio: «Loro invece, i manifestanti, sapevano benissimo, avevano una idea precisa di cosa fare, e hanno cercato di provocare la Madonna di San Luca con urla e schiamazzi». Basta così, ha già detto troppo. «Un saluto e una benedizione».
(silvia bignami)

Repubblica (Bologna), 19 maggio 2007


L´INDAGINE

I filmati al vaglio della Digos

La Digos sta valutando lo svolgimento della manifestazione di giovedì pomeriggio a Bologna, davanti alla cattedrale di San Pietro, messa in atto con cori contro la Chiesa e cartelli da un gruppo di partecipanti a un sit-in contro l´omofobia. Sulla base degli accertamenti la polizia potrebbe poi riferire alla Procura della Repubblica. E´ una risposta molto indiretta quella che dalla Questura viene alla denuncia del cardinale Carlo Caffarra che invita con forza «le autorità a far rispettare le regole» e che sembra chiamare in causa chi ha autorizzato la manifestazione. Contestare reati a tutti i partecipanti, però, è impossibile oltrechè ingiusto. Perciò i filmati della protesta delle associazioni Ltbs (gay lesbian bisex e transessuali) verranno passati al setaccio dagli agenti della Digos e della Questura e, se saranno riscontrate violazioni della legge, verranno segnalate all´autorità giudiziaria.

Repubblica (Bologna), 19 maggio 2007


«E’ stata una gazzarra incivile»

Durissimo intervento del cardinale Caffarra: «Macchia incancellabile, offesa la città»

di LUIGI MANFREDI

«L’INCIVILE gazzarra avvenuta davanti al portone della Cattedrale di San Pietro, spalancato per permettere ai fedeli l'accesso per pregare davanti alla venerata immagine della Madonna di San Luca, resterà come una macchia che non si cancella nella storia luminosa e commovente dell'amore di Bologna verso la sua Patrona. La città è stata offesa». Il giorno dopo la contestazione dei gay davanti a San Pietro (che in questi giorni ospita l’immagine della Madonna di San Luca) interviene il cardinale Carlo Caffarra.

E LO FA con una denuncia dai toni durissimi. Il severo monito di Caffarra raggiunge anche le autorità invitate a far rispettare «le regole della convivenza».
«La città — sottolinea l’arcivescovo in una nota diffusa ieri pomeriggio dall'Arcidiocesi — è stata offesa nel suo sentimento religioso profondo; un sentimento che davanti all'immagine della Beata Vergine sempre sa accantonare divisioni politiche e disuguaglianze sociali, ricomponendo il consorzio umano nella più profonda unità dell'amore orante a Maria. E' stata offesa anche nella sua tradizione civile che ha sempre visto nella Madonna di San Luca il suo più alto vessillo identitario; una tradizione mai interrotta in 531 anni di discese della Venerata Immagine dal Colle della Guardia. E' stata offesa nella sua virtuosa e permanente pratica della tolleranza e dell'ordine civico. Ed è tanto più grave che tale incivile manifestazione, nella quale sono state esibite persino scritte al limite del blasfemo, abbia avuto per protagonisti anche due deputati al Parlamento nazionale (Katia Zanotti dei Ds e Titti De Simone del Prc, ndr) e alcuni esponenti politici locali».

POI CAFFARRA chiama in causa le autorità bolognesi. «Come Vescovo di questa città — aggiunge il cardinale — ritengo doveroso denunciare che simili episodi sono segno evidente di un degrado civico prima d'ora qui sconosciuto, e richiamare le autorità cui compete a far rispettare quelle regole di convivenza che la città e la Nazione si sono date per il bene comune. Invito i fedeli e tutti coloro che tengono tra gli affetti più preziosi quello per la Madonna di San Luca a pregare perché il Signore conforti chi - autorità ecclesiastiche e semplici fedeli - è stato oggetto di dileggio e di offese, e perché Egli si lasci incontrare con il suo perdono, sulla via della conversione del cuore, da chi ha agito forse senza sapere quello che stava facendo».

Quotidiano nazionale (Bologna), 19 maggio 2007


Padre Digani: «Devozione profanata»

«E’ STATA UNA profanazione a una devozione secolare». Ha toni pacati ma decisi, padre Gabriele Digani, per bollare la performance organizzata giovedì da gay, lesbiche e trans davanti a San Pietro, dove fino a domani si venera la Madonna di San Luca. «Questi sbarbatelli, con i loro diritti, non avrebbero dovuto permettersi di disturbare», afferma il responsabile dell’Opera padre Marella, finito al centro della protesta mentre raccoglieva le offerte sul portone della cattedrale. «Oltre ai diritti ci sono doveri che non vanno separati. Questa era una settimana da non disturbare». Padre Gabriele sposa le parole del cardinale Carlo Caffarra. E’ convinto che «si volesse provocare. Ci hanno provato anche con me, ma non ho reagito perché altrimenti nasceva una polemica inutile. Io rispetto gli omosessuali. Ma non tollero chi usa l’omosessualità come bandiera, per dire che quello che è diverso è normale. Non lo è». Quanto al rispetto per gli altri, «anche loro lo devono avere».

IN UNA lettera a monsignor Ernesto Vecchi gli organizzatori della manifestazione ricordano che «gli omosessuali erano nei lager con gli ebrei e ne ebbero la stessa sorte». Una sorta di difesa degli slogan («fascisti, razzisti») che i manifestanti hanno gridato a chi, uscito dalla cattedrale, aveva urlato «vergognatevi» verso il corteo. Katia Zanotti, deputata di Sinistra democratica, chiamata in causa da Caffarra per avere partecipato «all’incivile gazzarra», definisce «seria e responsabile» la manifestazione. Ma giudica «profondamente sbagliato» l’episodio davanti a San Pietro, «che ha riguardato pochissimi». Tiziano Loreti (Prc) ammette «qualche atto sopra le righe». Ma ricorda che nel 2006 «due giovani gay furono picchiati e monsignor Vecchi disse che la trasgressione genera violenza». Dal fronte politico, Fabio Garagnani, deputato di FI, invoca l’intervento del prefetto Vincenzo Grimaldi: «Gli ho chiesto un'azione più incisiva e non una sottovalutazione del fenomeno come è avvenuto». Dice Enzo Raisi, deputato di An. «Da laico esprimo sdegno per le manifestazioni di intolleranza davanti a San Pietro, che dimostrano quanto la rappresentanza laica bolognese sia in mano ad una minoranza anticlericale che con stupide azioni radicalizza il confronto politico». Il consigliere regionale di FI, Ubaldo Salomoni: «Si vuole scardinare il ruolo della Chiesa». Da sinistra replica Titti De Simone, deputata del Prc e fondatrice di Arcilesbica: «Gli strepiti di Garagnani sono sintomatici del clima di intolleranza. E’ stata una manifestazione pacifica». L’assessore comunale Giuseppe Paruolo (Margherita) parla di un «imbarbarimento inutile», mentre Silvia Noè (Udc) definisce la contestazione «una cosa indegna». Aggiunge Alessandra Servidori rivolgendosi all’arcivescovo: «La sua ferma posizione scuote questa città e mi auguro anche la dignità di tanti ancora troppo sottomessi a una logica di offesa inaccettabile per la dignità della persona».

Quotidiano nazionale (Bologna), 19 maggio 2007


E la Digos indaga sulla protesta

ANCHE gli inquirenti sono in campo dopo la contestazione gay in occasione della giornata contro l’omofobia.
La Digos infatti sta valutando lo svolgimento della manifestazione di giovedì pomeriggio a Bologna, davanti alla cattedrale di San Pietro, messa in atto con cori contro la Chiesa e cartelli da un gruppo di partecipanti a un sit-in.
Una volta compiuti gli accertamenti, la polizia valuterà se inviare un rapporto alla Procura della Repubblica. La Digos deve valutare se nei comportamenti tenuti dai manifestanti possano ravvisarsi profili penali rilevanti.

Quotidiano nazionale (Bologna), 19 maggio 2007


CASINI: «BOLOGNA SI E’ SMARRITA. MAI ACCADUTA UNA COSA SIMILE»

COSA STA accadendo a Bologna? Perché la Madonna di San Luca, attorno alla quale si sono sempre stretti credenti e non, oggi viene ‘strattonata’ e sfruttata come trampolino mediatico per manifestazioni verbalmente aggressive?Me lo chiedo stupito, ma anche molto amareggiato.
Mai era accaduto nulla di simile nella nostra città. Dico nostra da bolognese ‘in esilio’, ma intensamente legato alle Due Torri.
Mai era accaduto nulla di simile. Neppure negli anni più difficili. Quando il confronto politico, l’appartenenza all’uno o all’altro schieramento, registrò toni ben più aspri. Nel rispetto, però, delle altrui convinzioni, anche le più intime come quelle religiose. Era una regola di convivenza civile non scritta a cui nessuno (e in nessun caso) veniva meno.
Le frasi contro il Papa o il Presidente della Cei comparse sui nostri muri, la mancanza di considerazione (mi si conceda, lo sfregio) verso la Madonna di San Luca non appartengono al Dna di questa città. Sono però i segni visibili della profonda trasformazione che Bologna sta attraversando. E sono anche il campanello d’allarme della perdita di quel senso di tolleranza e di rispetto che ci ha contraddistinto. Ancor di più nei momenti più bui della nostra storia cittadina. Momenti a cui Bologna e i bolognesi hanno saputo reagire compatti con dignità e compostezza.
Bologna sta cambiando. E’ nella natura delle cose. Ma quanto accaduto in questi ultimi giorni ci impone una riflessione prima che sia troppo tardi.
Le offese arrecate alla Chiesa e ai nostri simboli religiosi più cari (penso questo da laico prima ancora che da cattolico) più che un’evoluzione positiva per Bologna, mi paiono un’involuzione, uno sbandamento. E’ come se la città avesse deragliato dai quei binari che l’avevano fatta diventare modello di uno sviluppo economico e sociale invidiato da molti. Lungi da me l’idea della constatazione nostalgica, ma Bologna oggi, purtroppo, non ha più obiettivi. Si è smarrita.
E’ giunto, quindi, il momento di aprire una vera riflessione sul futuro della nostra città. Ognuno deve fare la sua parte. Non voglio infatti rassegnarmi nel vedere Bologna, la nostra città, sazia, ma intimamente disperata e disaggregata.

Quotidiano nazionale (Bologna), 19 maggio 2007

Nessun commento: