20 maggio 2007

Aggiornamento della rassegna stampa del 20 maggio 2007 (1)


Vedi anche:

Il duro editoriale di "Avvenire"

"Colpevoli di crimini enormi" (Benedetto XVI ai preti pedofili)

Rassegna stampa del 20 maggio 2007

Il viaggio del Papa in Brasile: le analisi di Accattoli e Vespa

Sono più dei cattolici, ma per il Vaticano i dati vanno verificati
Per l'istituto Usa World Christian Database si tratta di una tendenza "ineluttabile"


Il sorpasso dell'Islam

1,3 miliardi di musulmani
La crescita è frutto delle dinamiche demografiche: nei
paesi islamici la natalità è più alta


di ORAZIO LA ROCCA

CITTÀ DEL VATICANO - "Sorpasso" musulmano sui cattolici. Nel mondo, i seguaci di Maometto sarebbero schizzati a un miliardo e 322 milioni staccando di oltre 100 milioni di unità i fedeli della Chiesa di Roma, fermati a un miliardo 115 milioni. E' quanto emerge dalle ultime rilevazioni relative all'anno 2005 del World Christian Database (Wcb), un istituto demoscopico statunitense specializzato nello studio delle statistiche religiose. Un dato, però, parzialmente contestato dalle autorità vaticane e da analoghe ricerche statistiche prodotte dall'Annuario Pontificio 2007 dove risulta che i cattolici nel mondo fino a tutto il 2005 erano 1 miliardo e 145 milioni, con un incremento del 6,7 per cento rispetto a 5 anni prima, l'anno del Grande Giubileo del 2000.

Per gli analisti del Wcb la crescita delle comunità musulmane rispetto ai cattolici sarebbe, tuttavia, una tendenza "ineluttabile" legata alle dinamiche demografiche che favoriscono i Paesi islamici, notoriamente a più alto tasso di natalità rispetto alle aree del mondo nelle quali prevalgono i cristiani e, in particolare, i cattolici. Tra i musulmani la comunità largamente maggioritaria è quella sunnita con un miliardo 152 milioni di credenti, contro una minoranza sciita di circa 170 milioni.

I cristiani restano, comunque - stando sempre ai dati del World Christian Database - , di gran lunga la religione più diffusa essendo attestati a quota 2 miliardi 153 milioni, stima che, oltre ai cattolici, comprende 360 milioni di protestanti, 200 milioni di ortodossi, 75 milioni di anglicani e 400 milioni dei cosiddetti "nuovi cristiani", in prevalenza sette e convertiti dell'ultima ora svincolati dal dovere di obbedienza ad una delle confessioni cristiane tradizionali. Un fenomeno particolarmente diffuso in America Latina, come ha sottolineato con toni preoccupati papa Ratzinger nel recente viaggio in Brasile.

Dal Vaticano non sembrano disposti ad accettare di buon grado le rilevazioni del Wcb. Come spiega monsignor Felix Machado, sottosegretario del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso, secondo il quale "la statistiche non sempre sono accurate". Diverso l'identikit della Chiesa cattolica perché - sostiene il monsignore - "abbiamo dati certi, senza margini di errore: infatti ogni parrocchia, anche la più sperduta nel mondo, registra i suoi battezzati; dei nostri fedeli abbiamo nome e cognome; in alcuni Paesi l'atto di battesimo vale anche come attestato civile". Non sarebbe così per le altre religioni: "Come si fa a dire - si chiede l'alto prelato - chi è buddista e chi non è buddista? Chi è musulmano e chi non è musulmano?". Per queste religioni "manca qualsiasi tipo di registrazione", sentenzia il monsignore, che tiene comunque a ricordare che "la Chiesa cattolica non si sia affatto fermata, anzi, è sempre vivissima".

Velatamente diplomatico Mohammed Nour Dachan, presidente dell'Ucoii, l'Unione delle comunità islamiche italiane, secondo il quale "non va bene dare troppa importanza alle cifre perché i credenti devono sentirsi fratelli al di là dei numeri e delle statistiche". "Quando, poi, gli uomini si presenteranno davanti a Dio per il Giudizio finale, il Signore - rammenta Dachan - giudicherà il singolo per quello che ha fatto, non il gruppo di appartenenza". Quanto ai dati sulle religioni, il presidente dell'Ucoii sostiene che "nelle statistiche si fa grande confusione e spesso non sono esatte perché non tengono conto della realtà religiose delle aree prese in esame, ma sarebbe grave e pericoloso se chi diffonde queste cifre lo facesse solo per seminare divisioni tra i credenti nell'unico Dio".

Repubblica, 20 maggio 2007


UN RAPPORTO USA SULLE TENDENZE RELIGIOSE

I musulmani sono oltre un miliardo
Più dei cattolici


MARCO TOSATTI

CITTÀ DEL VATICANO
Forse alla fine il tanto temuto sorpasso c’è stato: secondo un Istituto di studi statunitense i seguaci dell’Islam sarebbero più numerosi di qualche decina di milioni dei cattolici: dati del 2005, cioè di due anni fa, e quindi la situazione adesso potrebbe essersi ulteriormente modificata. La notizia proviene dal «World Christian Database», un ente americano specializzato nello studio dei trend religiosi, che avrebbe rilevato l’esistenza di un miliardo e 322 milioni di musulmani. Secondo l’annuario Pontificio pubblicato all’inizio dell’anno in corso il popolo dei fedeli a Roma sarebbe passato, nel periodo che va dal 2000 al 2005, da un miliardo e quarantacinque milioni a circa un miliardo 115 milioni, con un incremento del 6,7 per cento. È un tasso di crescita appena inferiore a quello relativo al complesso degli abitanti del pianeta, che è stato del 6,9 per cento. E anche scomponendo il dato relativo ai seguaci del Profeta tenendo conto delle due correnti maggioritarie, la sunnita e la sciita, si vede che i sunniti da soli, con un miliardo e 152 milioni accreditati, si qualificherebbero come la singola confessione più seguita. Gli sciiti possono contare su un totale di circa 170 milioni di devoti, concentrati principalmente in Iran.
C’è da dire però che i cristiani, presi nella totalità delle varie denominazioni, restano senza confronto ampiamente maggioritari. L’istituto americano ne conta due miliardi e 153 milioni. Al terzo posto la classifica delle fedi vede gli induisti, con 869 milioni. Subito dopo quelli che non hanno nessuna religione particolare, pur non dichiarandosi atei o agnostici, che sarebbero circa 772 milioni. In Cina ci sarebbero quelli che il World Christian Database definisce come «Universisti», convinti assertori di una cosmologia dualistica Terra-Cielo: quasi 383 milioni. Seguono 378 milioni di buddisti, e 259 raccolti nel composito universo delle religioni etniche. Gli atei conterebbero su 152 milioni di fedeli, se così si può dire, mentre a 104 milioni ammontano i seguaci delle nuove religioni. E poi su cifre decisamente da «nicchia», se paragonate alle grandi correnti, le altre fedi: 25 milioni di Sikh, circa 14 milioni di israeliti, e 13 milioni di spiritisti.
Sono statistiche attendibili? Monsignor Felix Machado, sottosegretario del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso, esprime un chiaro scetticismo sulla verificabilità delle cifre in questo campo, e ,in particolare, per quanto riguarda il mondo islamico. «Le statistiche non sempre sono accurate», afferma. In realtà, sono precise per alcune confessioni, e per altre no.
«Per quanto riguarda la Chiesa cattolica abbiamo dati certi, senza margini di errore: infatti ogni parrocchia, anche la più sperduta nel mondo, registra i suoi battezzati; dei nostri fedeli abbiamo nome e cognome; in alcuni Paesi l’atto di battesimo vale anche come attestato civile». Ma quando si allarga l’indagine a religioni diverse, l’orizzonte diventa sfuocato. «Come si fa a dire chi è buddista e chi non è buddista? Chi è musulmano e chi non è musulmano?» si chiede il prelato. Nella maggior parte dei casi, manca qualsiasi tipo di registrazione, sottolinea il presule. Per divenire musulmano basta recitare davanti a testimoni la «shaada», la «testimonianza»: ashadu anna la illah illa Allahu, «testimonio che non c’è dio se non Allah». Ma non esistono registri di nessun tipo. Tanto meno dell’eventuale abbandono della religione del Profeta, che può essere punita anche con la morte. Monsignor Machado tiene a sottolineare che «siamo solo meno rumorosi di altri movimenti religiosi».

La Stampa, 20 maggio 2007


Card. Virgilio Noè Vicario emerito

«Abbiamo perso l’entusiasmo
Gli islamici sono più bravi di noi»


Cardinale Virgilio Noè, nel mondo i musulmani sono più numerosi dei cattolici. A cos’è dovuto il sorpasso?

«I musulmani si sono dati molto più da fare di noi. Le dinamiche demografiche non bastano a giustificare lo storico, e mi auguro non definitivo, sorpasso. Vanno analizzati fattori a lungo trascurati».

Cioè?

«Il punto è l’affievolirsi dello slancio nella predicazione. Fino a trent’anni fa i preti che uscivano dai seminari erano pieni di entusiasmo, adesso il senso dell’apostolato si è attenuato e ne subiamo le conseguenze. I musulmani, invece, non parlano di apostolato, ma lo fanno in concreto».

La globalizzazione penalizza la Chiesa?

«Le statistiche fotografano un andamento preoccupante di cui tutti, sacerdoti e laici, dovremo tenere conto. Per rilanciare l’evangelizzazione Benedetto XVI sta dando l’esempio, poi tocca agli episcopati nazionali dare il segnale di voler recuperare il terreno perduto».

Qual è il rimedio possibile?

«Bisogna tornare a mettere al primo punto la trasmissione e la testimonianza della fede in Cristo, anche perché laddove sono stati fatti sforzi effettivi in tal senso la risposta è stata incoraggiante».

Troppa enfasi sul dialogo interreligioso?

«Noi dialoghiamo e gli altri propongono la loro fede in maniera molto impegnativa. Certo, anche i musulmani dialogano, ma in Africa e in molte aree dell’Asia lo fanno ponendo l’obiettivo delle conversioni in cima alla lista delle priorità. Dobbiamo fare un sereno esame di coscienza, senza rimpallarci la colpa. I nostri giovani una volta erano molto più presenti, poi per troppo tempo non si è data la dovuta importanza all’apostolato»

La Stampa, 20 maggio 2007


Più musulmani che cattolici nel mondo? La Santa Sede smentisce


CITTA’ DEL VATICANO – Monsignor Felix Machado (nella foto), sottosegretario del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso, esprime - in un'intervista all'ANSA - un certo scetticismo sulle statistiche riguardo i numeri dei credenti delle diverse religioni nel mondo. Secondo recenti sondaggi esiste un 'sorpasso' dei musulmani nei confronti dei cattolici. ''Le statistiche - afferma - non sempre sono accurate''. ''Per quanto riguarda la Chiesa cattolica - spiega - abbiamo dati certi, senza margini di errore: infatti ogni parrocchia, anche la piu' sperduta nel mondo, registra i suoi battezzati; dei nostri fedeli abbiamo nome e cognome; in alcuni Paesi l'atto di battesimo vale anche come attestato civile''. Diverso pero' - osserva mons. Machado - il discorso per le altre religioni: ''Come si fa a dire chi e' buddista e chi non e' buddista? Chi e' musulmano e chi non e' musulmano?''. Manca qualsiasi tipo di registrazione, sottolinea il presule. Per divenire musulmano, esemplifica, ''basta recitare il versetto del Corano davanti a due testimoni'' oppure la shahada, che e' la professione di fede. Detto questo, l'esponente vaticano ritiene che la Chiesa cattolica non si sia affatto fermata: ''E', anzi, vivissima nel mondo e porta avanti la sua opera missionaria con grande serieta' e grande dedizione. Lo dimostra il fatto che anche oggi ci siano tanti martiri della fede''. Nessuno stallo nell'evangelizzazione, dunque: ''Siamo solo meno rumorosi di altri movimenti religiosi'', osserva con una punta di ironia. Nei confronti dell'Islam, al momento una delle religioni piu' dinamiche del pianeta, la priorita' per la Santa Sede rimane quella del ''dialogo, dei rapporti amichevoli e rispettosi''. ''Il fanatismo, sia musulmano che di qualsiasi altra religione - ammette il religioso - non facilita le cose e rappresenta un problema sia per noi che per loro''. Verso i nuovi movimenti cristiani l'approccio e' diverso: le cosidette 'sette' sono un fenomeno che turba le chiese cristiane storiche, soprattutto nella vita pastorale, e dunque da fronteggiare con una ''formazione della fede piu' profonda'', con un'evangelizzazione piu' adeguata. ''Le sette derivano - spiega Monsignor Machado - dal soggettivismo, dal relativismo post-moderno, dalla superficialita': il reale bisogno di Dio si esprime in religioni ''fai da te'', che si adeguano alle esigenze individuali, come in un grande supermercato della fede''. ''Questi gruppi hanno spesso grosse ricchezze alle spalle e catturano persone fragili, che hanno bisogno di essere guidate da guru o maestri improvvisati'', aggiunge. Si tratta di movimenti che, con il loro proselitismo aggressivo anche in paesi musulmani o comunque di fedi diverse, danno un'immagine distorta del cristianesimo e mettono in difficolta' - conclude l'esponente vaticano - la stessa Chiesa cattolica e le altre Chiese storiche.

Petrus