19 maggio 2007
Le infami accuse al Papa ed alla Chiesa...ecco la verità!
Vedi anche:
"Colpevoli di crimini enormi" (Benedetto XVI ai preti pedofili)
Cari amici, ho deciso di pubblicare l'importante editoriale di "Avvenire", che potrete leggere qui sotto, non certo per fare pubblicita' a chi ha voluto, sapientemente, instillare il dubbio sulla condotta cristallina di Papa Ratzinger nei confronti dello scandalo dei preti pedofili, ma perche' credo che sia necessario contestare accuse false e soprattutto "sospette".
E' chiaro che il crimine della pedofila esiste, nessuno lo contesta, ma e' altrettanto chiaro che Joseph Ratzinger, da cardinale e da Papa, ha contrastato con ogni mezzo il diffondersi di questa piaga con documenti e con l'esempio del suo comportamento (Papa Wojtyla fece esattamente la stessa cosa). E' importante che tutti noi ci poniamo delle domande: perche' questo video e' stato diffuso ora? Chi ha interesse a denigrare la persona del Papa e la Chiesa? Come mai certe accuse vengono avanzate ora, nel 2007, sulla base di documenti redatti nel 2001? Non vi sembra che la coincidenza con il successo del family day sia sospetta? Sono sicura che ciascuno di noi ha la risposta per ogni domanda "scomoda" che ho formulato. Sono certa che l'editoriale di "Avvenire" sia un importante contributo in nome della verita'.
Raffaella
Ai danni della Chiesa e di Ratzinger
Infame calunnia via Internet
Andrea Galli
Ognuno, evidentemente, si consola come vuole. O, meglio, come può. Così stupisce solo in parte che dinanzi alla vitalità cattolica documentata sabato scorso in Piazza San Giovanni, ci sia chi trovi benefico sfogo a rovistare nel bidone della spazzatura alla ricerca di qualche lisca di pesce o di qualche uovo in decomposizione. Confidando magari che qualche organo di informazione, più o meno clandestino, non faccia troppo lo schizzinoso, e rilanci generosamente il tutto, offrendo al proprio pubblico come sicuro il cibo ampiamente avariato.
Ci riferiamo ad un documentario su preti cattolici e abusi sessuali che, mandato in onda dalla Bbc nel 2006, viene oggi sottotitolato in italiano da Bispensiero, sito di amici siciliani di Beppe Grillo, e caricato su Video Google, dove pare abbia un certo successo. A proposito di bocche buone. Si tratta di un pot-pourri di affermazioni e pseudo-testimonianze che furono apertamente sconfessate a suo tempo dalla Conferenza episcopale inglese, la quale invitò l'augusta Bbc a "vergognarsi per lo standard giornalistico usato nell'attaccare senza motivo Benedetto XVI".
Il pezzo forte del servizio infatti consisteva (e ancora consiste) nell'accusa rivolta a Joseph Ratzinger di essere stato niente meno che il responsabile massimo della copertura di crimini pedofili commessi da sacerdoti in varie parti del globo, in quanto "garante" per 20 anni - da quando fu nominato prefetto vaticano - del testo Crimen sollicitationis, che è un'istruzione emanata in realtà dal Sant'Uffizio il 16 marzo 1962.
Da notare la data: nel 1962 infatti Joseph Ratzinger non era certo prefetto della futura Congregazione per la dottrina della fede, essendo in quel tempo ancora teologo molto impegnato nella sua Germania.
C'è da dire che quel documento veniva presentato dalla Bbc come un marchingegno furbesco, escogitato dal Vaticano per coprire reati di pedofilia, quando invece si trattava di un'importante istruzione atta ad «istruire» i casi canonici e portare alla riduzione allo stato laicale i presbiteri coinvolti in nefandezze pedofile. In particolare, trattava delle violazioni del sacramento della confessione. Da notare che l'Istruzione richiedeva il segreto del procedimento canonico per permettere ad eventuali testimoni di farsi avanti liberamente, sapendo che le loro deposizioni sarebbero state confidenziali e non esposte a pubblicità. E di conseguenza anche la parte accusata non vedesse infamato il proprio nome prima della sentenza definitiva.
Insomma, un insieme di norme rigorose, che nulla aveva a che fare con la volontà di insabbiare potenziali scandali. E che il testo Crimen Sollicitationis non fosse pensato per tale fine lo dimostrava un paragrafo, il quindicesimo, che obbligava chiunque fosse a conoscenza di un uso del confessionale per abusi sessuali a denunciare il tutto, pena la scomunica. Misura che semmai dà l'idea della serietà del documento e di coloro che lo formularono, se si pensa che in base alla legge italiana il privato cittadino (tale è anche il vescovo e chi è investito di autorità ecclesiastica) è tenuto a denunciare solo i crimini contro l'autorità dello Stato, per i quali infatti è prevista la pena dell'ergastolo.
Senza contare che Joseph Ratzinger, più tardi diventato sì prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, avrebbe firmato - ma siamo nel maggio 2001 - una Lettera ai Vescovi e altri Ordinari e Gerarchi della Chiesa Cattolica, pubblicata anche negli Acta Apostolicae Sedis, dove si prevede espressamente che "il delitto contro il sesto precetto del Decalogo, commesso da un chierico contro un minore di diciotto anni", sia di competenza diretta della Congregazione stessa.
Segno, per chi abbia un minimo di buon senso giuridico, della volontà romana non certo di occultare, ma di dare piuttosto il massimo rilievo a certi reati, riservandone il giudizio non a realtà "locali", potenzia lmente condizionabili, ma ad uno dei massimi organi della Santa Sede.
Questa, e non altra, è stata la posizione della Chiesa cattolica sui reati ad essa interni di pedofilia. Questa, e non altra, la limpida testimonianza del nostro Papa che in tempi non sospetti si scagliò contro la sporcizia nella Chiesa.
I calunniatori dovrebbero chinare il capo e chiedere scusa.
Avvenire, 19 maggio 2007
Chiedere scusa? Pio desiderio...
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4 commenti:
Complimenti per questo blog che ha scoperto solo ora. Sono molto interessato a capire la figura di Benedetto XVI (e della Chiesa in generale che attraverso il Papa ho modo di approfondire), e questi documenti mi aiutano davvero tanto. La figura di questo pontefice mi affascina molto per la sua grandezza nella semplicità e austerità. Sto leggendo molto sul Papa e ogni giorno ho modo di aumentare la mia fede e la mia personalità cristiana. Mi rattrista molto vedere però uno "scontro" tra i cattolici e i "laici" (anch'io sono laico, ma questo termine sembra essere utilizzato da chi è contro la Chiesa...). Il cristiano non può vivere la sua fede privatamente, ma deve mostrare al mondo la bellezza dell'essere cristiano, deve testimoniare. E' questo che cerca di dirci il Papa. Chi non vuole seguire i suoi insegnamenti non è certo obbligato ad ascoltarli. Il pontefice inoltre parla al mondo intero per l'edificazione di una società più giusta. Il cattolico inoltre, se tale si reputa, ha il dovere di ascoltare il papa e agire concordemente e tra Cesare e Dio, se Cesare propone cose in contrasto con Dio, deve scegliere quest'ultimo. Termino complimentandomi anocora con chi realizza ed aggiorna il blog (e' Raffaella?)! Un'ultima cosa: qualche mese fa compravo spesso Repubblica perchè mi piacevano gli inserti culturali (Diario, Viaggi, Salute...), ma ora mi rifiuto perchè dovrei leggere degli articoli pieni di ironia e cattiveria di Politi. Mi chiedo come possa piacergli il suo lavoro. Arrivederci. Marco
Ciao Marco e benvenuto nel blog :-)
Grazie per questo tuo commento cosi' acuto e generoso. Torna presto a trovarci.
Purtroppo e' difficile tenere i nervi saldi quando si leggono certi articoli, ma lavoriamo tutti per la ricerca della verita'.
Ciao
Raffaella
Ciao, Raffaella. Complimenti per il blog
E' davvero brutto sentire questi continui attacchi contro la Chiesa. Non pensi che ci sia una crisi generalizzata di valori che porta a queste cose?
Donato
Ciao Donato.
Benvenuto nel blog e grazie dei complimenti :-)
Io credo che dietro questi attacchi al Papa ed alla Chiesa ci sia una crisi di valori per cui la malintesa idea di liberta' porta al tentativo di calunniare e delegittimare una figura forte come quella di Benedetto XVI che, obiettivamente, fa paura per la sua razionalita'.
Fra poco postero' un articolo di Giannino che avanza anche altre ipotesi sull'identita' della "mano misteriosa" che ha armato la BBC!
Ciao
Raffaella
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