12 maggio 2007

Aggiornamento della rassegna stampa del 12 maggio 2007 (2)


Vedi anche:

DISCORSO DEL SANTO PADRE AI VESCOVI BRASILIANI, 11 MAGGIO 2007

Conferenza stampa del Papa sull'aereo per il Brasile

VIAGGIO APOSTOLICO IN BRASILE: SPECIALE

VIAGGIO APOSTOLICO IN BRASILE (9-14 MAGGIO 2007)

Aggiornamento della rassegna stampa del 12 maggio 2007 (1)

Rassegna stampa del 12 maggio 2007


PIETRO E IL MONDO

Folla senza fine per il santo brasiliano

Il Papa alla canonizzazione: «I media non irridano il matrimonio» «Poveri di tutto il Paese, infermi nel corpo e nello spirito, sono stati aiutati» dal religioso ora sugli altari. L’amore di Cristo lo ispirò sempre: «Lo stesso oggi accada anche all’azione della Chiesa e dei cristiani nella società» «In questa epoca edonista, il mondo ha bisogno di vite limpide che rifiutino di essere considerate creature oggetto di piacere – ha aggiunto il Pontefice – Diciamo no a coloro che svalutano la fedeltà e la verginità»

Dal Nostro Inviato A San Paolo (Brasile) Salvatore Mazza

Il Campo di Marte è una spianata che pare infinita. Oggi brulica di gente. Che non aspetta altro che far esplodere il proprio entusiasmo. Perché qui oggi, in mezzo a loro, c'è il Papa. E perché qui oggi il Papa canonizza «uno di loro», fra' Galvão, il primo santo «tutto» brasiliano, nato, vissuto e morto qui, nello stato di San Paolo. Un umile frate «vissuto per Cristo», dice loro Benedetto XVI, «che tutti accoglieva paternamente». Un esempio, che ci indica «la necessità di ascoltare con fervore rinnovato la chiamata, per poter rispondere generosamente alle sfide che la Chiesa in Brasile e nell'America Latina è chiamata ad affrontare», che ci ricorda come «le iniziative di pastorale sociale, se sono orientate verso il bene dei poveri e degli infermi, portano in se stesse» il «sigillo divino» dell'amore senza riserve. E ci dimostra come «il mondo ha bisogno di vite limpide, di anime chiare, di intelligenze semplici, che rifiutino di essere considerate creature oggetto di piacere». E per questo è «necessario - sottolinea ancora Papa Ratzinger - dire no a quei mezzi di comunicazione sociale che mettono in ridicolo la santità del matrimonio e la verginità prima del matrimonio.
Ci saranno forse un milione e mezzo di persone, stamattina, qui sulla larga spianata del Campo di Marte. Domina il bianco, nelle camicie indossate dalla maggioranza dei presenti, e nei fazzoletti agitati assieme alle bandierine del Brasile nel lunghissimo, interminabile saluto quando il Papa arriva sulla papamobile. Un Papa sorridente, quasi stupito dall'immensità di questa folla. Una moltitudine iniziata ad affluire alle due del mattino, non appena sono stati aperti i cancelli, in una sorta di processione proseguita per ore. Incurante del freddo pungente, tanto freddo che un centinaio di fedeli hanno dovuto ricorrere alle cure dell'ospedale da campo per contrastare i sintomi dell'ipotermia, la gente ha infatti iniziato a prendere posto ancora nella notte, per stare quanto più vicino possibile al palco monumentale dal quale il Papa avrebbe celebrato la Messa.
Con l'assistenza dei circa mille volontari mobilitati per l'occasione, la notte è trascorsa a pregare e a cantare, fino a quando il canto non s'è trasformato in un coro all'unisono per accompagnare con l'inno della «marcia papale», composta in onore del Pontefice per la visita in Brasile, i lenti giri della papamobile sullo spiazzo: la gente quasi impazzita dalla felicità, il Papa a rispondere col gesto di benedizione a quel saluto.
C'è un qualcosa come di magico, impossibile da raccontare; realmente contagioso, nell'entusiasmo che i latinoamericani riescono ad esprimere. E che probabilmente contagia anche Benedetto XVI. Sul testo del suo discorso le parole «Siatene certi: il Papa vi ama, e vi ama perché Gesù Cristo vi ama» sono previste. Ma è il "come" le pronuncia, il sorriso che lo illumina, a denunciare l'avvenuto contagio. Lo stesso, del resto, lo si era già visto poco prima, quando all'uscita del Monastero di Sao Bento, dove aveva trascorso la notte, salutando in portoghese la folla di quattromila persone che circondava in convento aveva detto: «Bom dia!», buono giorno!, aggiungendo subito dopo aver guardato il cielo: «Que belo sol», che bel sole.
E il sole, in effetti - e finalmente - ha illuminato la cerimonia dell'ultima mattina trascorsa da Papa Ratzinger a San Paolo. La Messa, alla quale hanno partecipato circa duemila sacerdoti, oltre 400 i vescovi di tutta l'America Latina e una decina di cardinali, e con accanto all'altare quattordici discendenti del frate canonizzato, è iniziata con l'indirizzo di omaggio dell'arcivescovo di São Paulo, Odilo Pedro Scherer, e con la «petizione per la canonizzazione», presentata dal prefetto della Congregazione delle cause dei santi, il cardinale José Saraiva Martins. Quindi, dopo la lettura da parte del Papa della formula di canonizzazione, le reliquie del nuovo santo sono state portare in processione presso l'altare.
«La fama della sua immensa carità - ha ricordato il Papa nell'omelia - non conosceva limiti. Persone di tutta la geografia nazionale andavano da fra' Galvão, che tutti accoglieva paternamente. Vi erano poveri, infermi nel corpo e nello spirito, che imploravano il suo aiuto». Sempre, costantemente ispirato dall'amore di Cristo. E «anche l'azione della Chiesa e dei cristiani nella società - ha così aggiunto Benedetto XVI - deve possedere questa stessa ispirazione. Le iniziative di pastorale sociale, se sono orientate verso il bene dei poveri e degli infermi, portano in se stesse questo sigillo divino. Il Signore conta su di noi e ci chiama amici, perché soltanto a coloro che amiamo in questo modo siamo capaci di dare la vita offerta da Gesù mediante la sua grazia».
«Come sappiamo - ha proseguito - la V Conferenza generale dell'Episcopato Latinoamericano avrà come tema fondamentale: "Discepoli e missionari di Gesù Cristo, perché in Lui i nostri popoli abbiano la vita". Come non vedere, allora, la necessità di ascoltare con fervore rinnovato la chiamata, per poter rispondere generosamente alle sfide che la Chiesa in Brasile e nell'America Latina è chiamata ad affrontare?».
«Toglimi piuttosto la vita, prima che io offenda il tuo benedetto Figliolo, mio Signore!». Erano le parole «forti, di un'anima appassionata», scritte nella formula di consacrazione di fra' Galvão. Parole, ha affermato Benedetto XVI concludendo la sua omelia, che «suonano attuali per noi, che viviamo in un'epoca così piena di edonismo». Parole «che dovrebbero far parte della normale vita di ogni cristiano, sia esso consacrato o meno, e risvegliano desideri di fedeltà a Dio sia dentro che fuori del matrimonio». Perché «Il mondo ha bisogno di vite limpide, di anime chiare, di intelligenze semplici, che rifiutino di essere considerate creature oggetto di piacere. È necessario dire no a quei mezzi di comunicazione sociale che mettono in ridicolo la santità del matrimonio e la verginità prima del matrimonio».

Avvenire, 12 maggio 2007


Enzo, il figlio della donna miracolata dal nuovo santo, ha ricevuto la prima Comunione da Benedetto XVI

Fra il milione e mezzo di fedeli giunti al Campo di Marte per la canonizzazione di fra' Antonio de Sant'Anna Galvão, ce ne sono alcune che hanno un rapporto a dir poco speciale col primo santo brasiliano. Una di queste si chiama Enzo. Ha otto anni. E durante la Messa ha ricevuto la prima Comunione dalle mani del Papa. Enzo è figlio di Sandra Grossi de Almeida, la donna miracolata proprio grazie all'intercessione di fra' Galvão. La guarigione miracolosa di Sandra - il prodigio che ha portato il religioso verso gli altari - ha reso possibile la nascita di Enzo, che con la madre ha partecipato al rito con indicibile emozione. Insomma: senza il miracolo attribuito a «frei Galvão», Enzo non sarebbe potuto venire al mondo. Sentimenti profondi di gioia e di gratitudine stavano anche nei cuori dei discendenti dalla famiglia del nuovo santo. Come Rui Galvão, che ha commentato: questa canonizzazione è «un sogno che si avvera».

Avvenire, 12 maggio 2007


L’INCONTRO

Il Papa ha chiamato i pastori del Brasile a confrontarsi con alcuni nodi urgenti in un tempo di «smarrimento sconcertante», in cui si «giustificano anche i delitti contro la vita» Al grande Paese sudamericano l’invito a guidare la rinascita missionaria del continente

«Salvare le anime, servire i poveri»

Benedetto XVI ai vescovi: famiglia attaccata, divorzio e libere unioni ferite aperte
L'educazione alla fede, la liturgia e i sacramenti, la dottrina sociale, il proselitismo delle sètte: nella cattedrale di San Paolo, discorso a tutto campo di Ratzinger


Dal Nostro Inviato A San Paolo Luigi Geninazzi

È un episcopato fuori dal comune quello che ieri si è incontrato con il Papa. Sono 430 i vescovi del Brasile e a vederli riuniti tutti insieme nella Catedral da Sé, l'edificio neo-gotico che s'innalza nel centro della città vecchia, si ha l'immagine plastica della forza e della solidità di questa Chiesa latino-americana. «Un episcopato prestigioso, che presiede ad una delle più numerose popolazioni cattoliche del mondo» lo definisce Benedetto XVI con parole di stima ed ammirazione. Da oltre cinquant'anni i vescovi brasiliani sono in prima linea nella difesa dei diritti umani con figure eminenti e coraggiose che sono entrate nella storia ecclesiale e sociale del continente, come il mitico Dom Helder Camara, «il vescovo dei poveri».
Ieri pomeriggio, dopo la recita comune dei vespri e il saluto del neo-presidente della Cnbb (la Conferenza nazionale dei vescovi brasiliani), Geraldo Lyrio Rocha, ha preso la parola Benedetto XVI, una sorta di preludio a quello che sarà l'evento culminante di questo viaggio, l'inaugurazione domani ad Aparecida della Quinta Conferenza generale del Celam, l'episcopato latino-americano. Un evento, dice il Pontefice, che si colloca «nell'ambito dello sforzo missionario» che questo continente dovrà assumersi «proprio a partire dal suolo brasiliano». Un discorso sui fondamenti, tipico di Papa Ratzinger, che va direttamente al cuore del problema: «Questa e non altra è la finalità della Chiesa: la salvezza delle anime, una ad una». Se manca il riferimento alle «realtà fondamentali», vale a dire l'istruzione nella fede e nella morale cristiana così come la pratica dei sacramenti, «manca l'essenziale anche per la soluzione degli urgenti problemi sociali e politici».
È un colpo alla teologia della liberazione, quella vecchia d'impostazione marxista che l'ex prefetto della Congregazione per la dottrina della fede liquida senza sentire neppure il bisogno di nominarla. Preferisce invece entrare nel merito delle sfide che si tro va davanti la Chiesa. La prima è quella rappresentata dallo «smarrimento sconcertante» che si registra nella vita sociale.
«Viene attaccata impunemente la santità del matrimonio e della famiglia, cominciando dal fare concessioni di fronte a pressioni capaci d'incidere negativamente sui processi legislativi; si giustificano alcuni delitti contro la vita... si diffonde la ferita del divorzio e delle libere unioni». Non usa il termine «piaga» che si trova nell'esortazione postsinodale Sacramentum Caritatis e che qui in Brasile aveva suscitato tante polemiche. Ma il concetto è lo stesso. E Benedetto XVI non si ferma qui, denuncia lo smarrimento che esiste anche dentro la Chiesa, «quando viene messo in questione il celibato... e si dà la preferenza alle questioni ideologiche e politiche. Come non sentire tristezza nella nostra anima?».
Sono preoccupazioni che si ritrovano nel documento finale approvato dall'assemblea dei vescovi brasiliani che si è riunita dal 1° al 9 maggio: proposta di liberalizzazione dell'aborto, uso di embrioni umani a fini terapeutici, insieme con le grandi questioni sociali della povertà e della corruzione. Papa Ratzinger le affronta dentro la prospettiva della dottrina sociale della Chiesa: richiama i politici ad «un genuino spirito di onestà» e sottolinea l'importanza fondamentale del «servizio della carità», perché «i poveri sono i destinatari privilegiati del Vangelo». Uno dei problemi che più gli sta a cuore è quello dei cattolici che abbandonano la vita ecclesiale. Ed anche qui parla chiaro, criticando «il proselitismo aggressivo delle sette» che rende «complesso il lavoro dell'ecumenismo». Invita ad un nuovo slancio missionario ed elogia «associazioni, movimenti e nuove realtà ecclesiali che in comunione coi loro Pastori portano la loro ricchezza spirituale ed educativa nel cuore della Chiesa».
L'idea di fondo è che «bisogna fare un salto di qualità nella vita cristiana del popolo» e per questo «non basta osservare la realtà a partire dalla fede, è necessario lavorare con il Vangelo alla mano, senza interpretazioni motivate da ideologie razionalistiche». Qui c'è forse una critica indiretta a quel metodo del «vedere, giudicare, agire» tuttora prevalente nella Chiesa brasiliana. Bisogna «ripartire da Cristo in tutti gli ambiti della missione». E lo si può fare solo rimanendo attaccati alla vita sacramentale su cui i vescovi devono vigilare. Dice no alla pratica della confessione collettiva, perché «il peccato costituisce un fatto profondamente personale» ed invita ad osservare le norme liturgiche con grande fedeltà. È un giro d'orizzonti completo sui problemi della Chiesa brasiliana che si conclude con una fraterna supplica ai vescovi a «continuare nel lavoro e nella concordia».

Avvenire, 12 maggio 2007


In diretta tv gli appuntamenti di oggi e domani

Anche oggi gli eventi principali della giornata di Benedetto XVI in Brasile verranno trasmessi in diretta da Sat2000. Primo collegamento alle 18,15 per la visita alla comunità della Fazenda da Esperança a Guaratinguetá. Dopo essere rientrato ad Aparecida, il Pontefice prenderà parte al pranzo con il «praesidium» della V Conferenza generale dell'episcopato latinoamericano e dei Caraibi (Celam). Alle 18 (23 in Italia) è prevista la recita del Rosario al santuario dell'Aparecida, dove Benedetto XVI incontrerà poi i sacerdoti, i religiosi, i seminaristi e i diaconi. L'incontro verrà trasmesso da Sat2000 dalle 22,55. Domani alle 10 (le 15 in Italia) il Papa presiederà la Messa di inaugurazione della conferenza del Celam nel piazzale di fronte al santuario dell'Aparecida cui seguirà la recita del Regina coeli; la celebrazione verrà trasmessa da Sat2000 dalle 14,30. Alle 16 (alle 21 su Sat2000) è previsto il discorso di Ratzinger alla sessione inaugurale della Conferenza del Celam. Alle 19,40 (in Italia mez zanotte e 40) si terrà la cerimonia di congedo all'aeroporto di San Paolo (su Sat2000 alle 0,35).

Avvenire, 12 maggio 2007

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