12 maggio 2007

Rassegna stampa del 12 maggio 2007


Vedi anche:

DISCORSO DEL SANTO PADRE AI VESCOVI BRASILIANI, 11 MAGGIO 2007

Conferenza stampa del Papa sull'aereo per il Brasile

VIAGGIO APOSTOLICO IN BRASILE: SPECIALE

VIAGGIO APOSTOLICO IN BRASILE (9-14 MAGGIO 2007)

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IL PONTEFICE

Duro discorso del Papa in Brasile: pressioni capaci di incidere negativamente sulle leggi

Ratzinger: "Una ferita le unioni civili attaccata la santità della famiglia"

MARCO POLITI

DAL NOSTRO INVIATO
SAN PAOLO - Una fosca bufera scuote la Chiesa. Brutte leggi attaccano la santità della famiglia, le libere unioni - si chiamino Pacs, Dico o qualunque sia il nome - la disgregano. Giornali e tv dileggiano il matrimonio e la verginità.
In un discorso di straordinario pessimismo Benedetto XVI dipinge un mondo cattivo che aggredisce la fede e attenta persino al celibato sacerdotale. Nella cattedrale di San Paolo il Papa parla all´episcopato brasiliano, ma il suo discorso a tinte nere va al di là. Vale per l´America latina, l´Europa, l´Italia dove la gerarchia ecclesiastica si sta impegnando direttamente con i suoi uomini a impedire una legge sulle coppie di fatto. Una «ferita», le definisce il pontefice, equiparando le unioni civili al «vulnus» che il Vaticano lamentò quando da noi fu varata la legge sul divorzio.
La condanna del pontefice cade sull´Italia, dove oggi lo schieramento anti-Dico dimostra per il Family Day, ma cade anche sul Messico dove hanno approvato la liberalizzazione dell´aborto e su tutti i parlamenti che stanno per votare o hanno votato norme su divorzio, aborto, unioni di fatto, coppie gay, eutanasia divergenti dalle direttive vaticane.
«I tempi presenti risultano difficili per la Chiesa - esclama Ratzinger nel tempio metropolitano - e molti dei suoi figli sono tribolati». Gli oltre quattrocento vescovi brasiliani ascoltano attenti. La vita sociale, prosegue il pontefice, attraversa momenti di «smarrimento sconcertante». Ratzinger incalza: «Viene attaccata impunemente la santità del matrimonio e della famiglia, cominciando dal fare concessioni di fronte a pressioni capaci di incidere negativamente sui processi legislativi. Si giustificano alcuni delitti contro la vita nel nome della libertà individuale. Si attenta contro la dignità dell´essere umano. Si diffonde la ferita del divorzio e delle libere unioni».
La colpa è sempre della società moderna e dei suoi quattro cavalieri dell´Apocalisse: agnosticismo, relativismo, laicismo, consumismo, distruttori dei valori morali della tradizione biblica. Anzi, ce n´è un quinto: i mass media. Alla messa del mattino, celebrata per frate Galvao, il primo santo nato in Brasile, il papa attacca i mass media colpevoli di diffondere il male. «Il mondo ha bisogno di anime limpide che rifiutino di essere considerate creature oggetto di piacere - scandisce - ed è necessario dire no a quei mezzi di comunicazione che mettono in ridicolo la santità del matrimonio e la verginità prima del matrimonio». Come non sentire «tristezza nell´anima», si chiede vibrante Ratzinger?
Caso vuole che il discorso ai vescovi brasiliani, per l´errore tecnico di un´agenzia, venga diffuso molte ore prima del previsto, rompendo l´embargo vaticano. Un assist casuale, ma provvidenziale alla manifestazione del Family Day. Ma la cosa irrita anche ambienti politici di San Paolo, dove si è molto attenti alla laicità delle istituzioni, quando vengono chiamati in causa negativamente i «processi legislativi». Il Vaticano insiste sull´embargo (com´è d´uso in tutti i viaggi papali), però il segnale è ormai arrivato. Benedetto XVI sa esattamente quello che dice. Come quando mercoledì ha appoggiato i fulmini di scomunica rivolti dall´episcopato messicano ai deputati di Città del Messico, rei di votare la liberalizzazione dell´aborto. Inutile che poi intervenga la Segreteria di Stato per «ripulire» (parole testuali) l´intervento papale e depurarlo dai precisi riferimenti alle minacce dei vescovi messicani. Resta la condivisione del pontefice.
Rischiano di far vacillare la Chiesa, insiste Ratzinger nella cattedrale paulista, anche i critici del celibato sacerdotale come totale affidamento del prete a Dio, dando la preferenza a questioni ideologiche, politiche, partitiche. «Ma la Chiesa resterà intatta», promette e i vescovi applaudono.
In questo quadro affoga l´esortazione al cristianesimo maturo e responsabile per la rigenerazione sociale, che Benedetto XVI pur fa. E l´invito a contrastare le sette neo-evangeliche, curandosi del pane spirituale e «materiale» dei poveri.
Un ultimo appello è rivolto dal Papa alla formazione del clero e dei seminaristi: attenti a selezionare sacerdoti umanamente equilibrati per «evitare il rischio di deviazioni in campo sessuale».

Repubblica, 12 maggio 2007

Politi...Politi...Politi...innanzitutto abbia la bonta' di anteporre al cognome Ratzinger il titolo che gli spetta: Papa. Grazie! Quando andavo all'asilo e mi permettevo di parlare di una persona senza anteporre la parola signore o signora, la mamma mi sgridava e, di questo, la ringrazio ancora adesso...
Il Papa pessimista? Mi pare che si faccia un po' di confusione. Il sano realismo non e' pessimismo. Capisco che a Lei, signor Politi, farebbe comodo un Papa che dicesse un giorno si' e l'altro pure: Oh, come e' bello il mondo, oh, ma come vanno bene le cose, oh, cari politici, cari media, fate tutto quello che volete perche' tanto a me non importa...". E no, caro signor Politi, Benedetto XVI non Le dara' mai questa soddisfazione.
Non ha notato il riferimento esplicito ai preti pedofili? Perche' ha omesso questa parte del discorso del Papa accennando solo a generiche devianze sessuali?
Addirittura si arriva ad insinuare che il testo del discorso del Papa sia stato diffuso "ad arte" prima del tempo.
Noto che Lei, signor Politi, continua ad insistere sulla scomunica (che non e' una scomunica) verso i politici messicani. Perche', di grazia? Forse perche' quella domanda insidiosa, a cui IL PAPA NON HA RIFIUTATO DI RISPONDERE, e' stata posta proprio dalla Sua persona?
Non servono a nulla i chiarimenti della segreteria di stato? Capisco! Ormai la macchina dei media e' partita ed e' interesse di tutti che vada avanti cosi'...sbaglio?

Raffaella


Il Papa: le famiglie sono sotto attacco

MARCO TOSATTI

A San Paolo, Brasile, come a Roma, Italia, la preoccupazione assillante di Benedetto XVI è la stessa: la difesa della famiglia tradizionale, e della vita. Ieri papa Ratzinger parlava nella cattedrale della sterminata metropoli ai quattrocentotrenta vescovi del Brasile, ma a parte alcune sottolineature locali il suo discorso, uno dei più duri e serrati che abbia pronunciato nei suoi due anni di regno, aveva un valore universale. Un vero e proprio compendio di come si deve fare il vescovo nella società moderna e secolarizzata; perché «laddove Dio e la sua volontà non sono conosciuti, dove non esiste la fede in Gesù Cristo, e nella sua presenza nelle celebrazioni sacramentali, manca l’essenziale anche per la soluzione degli urgenti problemi sociali e politici».
Il quadro disegnato da Benedetto XVI ha tinte cupe. «È vero che i tempi presenti risultano difficili per la Chiesa e molti dei suoi figli sono tribolati»; la vita sociale sta attraversando «momenti di smarrimento sconcertante». I fondamenti della società tremano: «Viene attaccata impunemente la santità del matrimonio e della famiglia, cominciando dal fare concessioni di fronte a pressioni capaci di incidere negativamente sui processi legislativi; si giustificano alcuni delitti contro la vita nel nome dei diritti della libertà individuale; si attenta contro la dignità dell’essere umano; si diffonde la ferita del divorzio e delle libere unioni». E anche nel mondo della fede non mancano le preoccupazioni: «Quando, in seno alla Chiesa, è messo in questione il valore dell’impegno sacerdotale come affidamento totale a Dio attraverso il celibato apostolico e come totale disponibilità a servire le anime, e si dà la preferenza alle questioni ideologiche e politiche, anche partitiche, la struttura della totale consacrazione a Dio comincia a perdere il suo significato più profondo. Come non sentire tristezza nella nostra anima?».
In Brasile, come altrove, la fede cattolica si sta sgretolando, perché «i battezzati non sufficientemente evangelizzati, facilmente influenzabili» sono vulnerabili al proselitismo aggressivo delle sette, «incapaci di resistere agli assalti dell’agnosticismo, del relativismo e del laicismo». Anche i media, secondo il Papa, hanno colpe: alla messa di beatificazione del primo santo interamente brasiliano, Fra Galvao, Benedetto XVI ha tuonato: «E’ necessario dire no a quei mezzi di comunicazione sociale che mettono in ridicolo la santità del matrimonio e la verginità prima del matrimonio».
Bisogna andare a cercare la gente nelle case, e riportarla alla fede; e «se le persone incontrate vivono in una situazione di povertà, bisogna aiutarle come facevano le prime comunità cristiane, praticando la solidarietà perché si sentano veramente amate»; offrire la fede «senza trascurare il “pane materiale”». E poi si deve «restituire alla liturgia il suo carattere sacro», vigilare perché «l’accusa e l’assoluzione dei peccati siano ordinariamente individuali». «Bisogna fare un salto di qualità nella vita cristiana del popolo, perché possa testimoniare la sua fede in maniera limpida e chiara».
I vescovi, e non solo quelli brasiliani, devono essere «fedeli servitori della Parola, senza visioni riduttive né confusioni nella missione»; bisogna lavorare «ancorati all’autentica eredità della Tradizione Apostolica, senza interpretazioni motivate da ideologie razionalistiche», e «in fedeltà alla Sede di Pietro». Il vescovo ha la responsabilità di formare sacerdoti equilibrati: «Un buono ed assiduo accompagnamento spirituale è indispensabile per favorire la maturazione umana, ed evita il rischio di deviazioni nel campo della sessualità. Tenete sempre presente che il celibato sacerdotale costituisce un dono che la Chiesa ha ricevuto e vuole conservare». E nel fare ecumenismo si difenda «la fede del nostro popolo, confermandolo nella gioiosa certezza che l’unica Chiesa di Cristo… sussiste nella Chiesa cattolica, governata dal successore di Pietro e dai Vescovi in comunione con lui».

La Stampa, 12 maggio 2007

Non ho parole, signor Tosatti! La preoccupazione del Papa su vita e famiglia e' assillante? E chi e' assillato? Lei? Io no!
Raffaella


Benedetto XVI in Brasile parla di tempi difficili per la Chiesa
Il Papa ai media: non ridicolizzate il matrimonio e la verginità

Giorgio Acquaviva

SAN PAOLO
Un bagno di folla al Campo di Marte per la canonizzazione del francescano fra' Galvao e poi, nel pomeriggio, un incontro più "politico" con gli oltre 400 vescovi del Brasile nella Catedral da Sé, per dettare le linee di azione ai pastori e alle loro comunità. Questa la impegnativa terza giornata di Benedetto XVI nella diocesi paulista. Si rivolge ai confratelli nell'episcopato il Vescovo di Roma, che ha la missione di «confermare nella fede», e parla di tempi difficili per la Chiesa, di tribolazione per molti dei suoi figli, di «momenti di smarrimento sconcertante». Poi dettaglia: «Viene attaccata impunemente la santità del matrimonio e della famiglia, cominciando dal fare concessioni di fronte a pressioni capaci di incidere negativamente sui processi legislativi; si giustificano alcuni delitti contro la vita nel nome della libertà individuale; si attenta contro la dignità dell'essere umano; si diffonde la ferita del divorzio e delle libere unioni». Ma non basta, perché Papa Ratzinger è anche preoccupato per ciò che avviene nel "corpo" della Chiesa, dove viene messo in discussione il valore del celibato apostolico, e «si dà la preferenza alle questioni ideologiche e politiche, anche partitiche». E si chiede: «Come non sentire tristezza nella nostra anima?». Cita San Paolo: abbiate fiducia; la Chiesa è santa e incorruttibile; poi l'amato Sant'Agostino: «La Chiesa vacillerà, se vacillerà il suo fondamento; ma potrà forse Cristo vacillare?». Cosa fare, allora, come Chiesa in Brasile? Come applicare nelle iniziative pastorali in mezzo alle case delle misere periferie urbane il metodo del dialogo «in spirito di comprensione e di delicata carità»? Qui il discorso suona un po' come una anticipazione di quello che dirà domani alla inaugurazione della Conferenza generale dell'episcopato latinoamericano e dei Caraibi al santuario di Aparecida.
«Il mondo ha bisogno di vite limpide – ha proclamato papa Benedetto XVI – di anime chiare, di intelligenze semplici, che rifiutino diessere considerate creature oggetto di piacere». E qui un appello di cocente attualità: «È necessario dire no a quei mezzi di comunicazione sociale che mettono in ridicolo la santità del matrimonio e la verginità prima del matrimonio», con chiaro riferimento ai programmi satellitari che propagandano modelli di vita "alternativi" alla visione cristiana.

Gazzetta del sud, 12 maggio 2007


«Fermate gli attacchi a matrimonio e famiglia»

di Andrea Tornielli

«Viene attaccata impunemente la santità del matrimonio e della famiglia», «si diffonde la ferita del divorzio e delle libere unioni». Papa Ratzinger parla ai 430 vescovi brasiliani che lo ascoltano radunati nella cattedrale di San Paolo richiamando «l’obbligo di predicare la verità della fede» e spiegando che se «non esiste la fede in Gesù Cristo, e nella sua presenza nelle celebrazioni sacramentali, manca l’essenziale anche per la soluzione degli urgenti problemi sociali e politici». Anche in questa occasione manifesta la sua preoccupazione per i temi legati all’etica familiare, come aveva fatto del resto poche ore prima, durante la messa di canonizzazione del primo santo brasiliano, fra’ Antonio Galvão, quando aveva ricordato che «è necessario dire no a quei mezzi di comunicazione sociale che mettono in ridicolo la santità del matrimonio e la verginità prima del matrimonio».

«È vero che i tempi presenti sono difficili per la Chiesa – afferma Benedetto XVI nell’omelia ai vescovi –. La vita sociale sta attraversando momenti di smarrimento sconcertante. Viene attaccata impunemente la santità del matrimonio e della famiglia, cominciando a fare concessioni di fronte a pressioni capaci di incidere negativamente sui processi legislativi; si giustificano alcuni delitti contro la vita – aggiunge il Papa – nel nome dei diritti e della libertà individuale; si attenta contro la dignità dell’essere umano; si diffonde la ferita del divorzio e delle libere unioni». Ma Ratzinger guarda anche all’interno del clero: «Quando, in seno alla Chiesa, è messo in questione il valore dell’impegno sacerdotale come affidamento totale a Dio attraverso il celibato e come totale disponibilità a servire le anime, e si dà la preferenza alle questioni ideologiche e politiche, anche partitiche», la consacrazione a Dio «comincia a perdere il suo significato più profondo». Un richiamo preciso ai preti coinvolti in politica.

Il Papa affronta poi la questione dei cattolici che abbandonano la Chiesa: «Le persone più vulnerabili al proselitismo aggressivo delle sette, incapaci di resistere agli assalti dell’agnosticismo, del relativismo e del laicismo sono in genere i battezzati non sufficientemente evangelizzati». Per questo Ratzinger, ricordando che «all’inizio dell’essere cristiano non c’è una decisione etica o una grande idea, bensì l’incontro con un avvenimento, con una persona», invita i vescovi ad «avviare l’attività apostolica come una vera missione» promovendo «un’evangelizzazione metodica e capillare», non risparmiando «sforzi per andare alla ricerca dei cattolici che si sono allontanati e di coloro che conoscono poco o niente Gesù Cristo».

Benedetto XVI richiama inoltre a una «più corretta applicazione» delle norme liturgiche, «con il proposito di restituire alla liturgia il suo carattere sacro». E invita i vescovi a essere «fedeli servitori della parola, senza visioni riduttive né confusioni nella missione» loro affidata: «Non basta osservare la realtà a partire dalla fede – aggiunge – è necessario lavorare con il Vangelo alla mano e ancorati all’autentica eredità della tradizione apostolica, senza interpretazioni motivate da ideologie razionalistiche».

Un ampio paragrafo del discorso è dedicato ai poveri. I richiami del Papa alla centralità della missione evangelizzatrice non significano infatti disimpegno nei confronti degli ultimi: «Se le persone incontrate vivono in una situazione di povertà, bisogna aiutarle come facevano le prime comunità cristiane, praticando la solidarietà perché si sentano veramente amate. La gente povera delle periferie urbane o della campagna – spiega Benedetto XVI ai vescovi – ha bisogno di sentire la vicinanza della Chiesa, sia nell’aiuto per le necessità più urgenti, sia nella difesa dei suoi diritti e nella promozione comune di una società fondata sulla giustizia e sulla pace. I poveri – ricorda il Papa – sono i destinatari privilegiati del Vangelo».

Il Giornale, 12 maggio 2007


Rivera: «Mai scomunicato chi ha votato per l’aborto»

di Redazione

«I politici che hanno votato in favore dell’aborto hanno commesso un peccato grave. Devono comprendere che con questa decisione si sono autoesclusi dalla partecipazione all’eucaristia. Ma non sono scomunicati perché io non ho scomunicato nessuno». Il cardinale Norberto Rivera Carrera, arcivescovo di Città del Messico, si è trovato coinvolto nelle polemiche seguite alle parole del Papa sulla scomunica e sull’aborto sul volo Roma-San Paolo. Incontriamo il primate al termine dell’incontro di Benedetto XVI con i giovani.

Che cosa è accaduto? Avete o no scomunicato i politici abortisti?

«Quando è stata approvata la legge che nel distretto di Città del Messico depenalizza l’aborto entro la dodicesima settimana – affermando che fino a quel momento non c’è vita – io mi trovavo in Cina, per una visita privata, invitato dal Comitato olimpico. Non ho mai minacciato di scomunicare i politici abortisti, non l’ho fatto, non lo farò. Sono arcivescovo qui da dodici anni e non ho mai scomunicato nessuno. Mi sono state attribuite più volte sui giornali intenzioni o decisioni che non mi appartengono».

Lei o altri vescovi messicani non avete mai parlato di scomunica?

«Sia io che altri vescovi, nelle scorse settimane, quando si parlava della legge abortista, abbiamo ricordato ciò che è scritto nel canone 1398 e cioè che chi procura l’aborto incorre nella scomunica latae sententiae...».

E i politici?

«Il codice non parla di loro. Un vescovo, se lo ritiene, può iniziare un procedimento di scomunica, ma deve ascoltare la persona interessata e poi, eventualmente, emanare un decreto. Cosa che io non ho fatto».

Che cosa pensa della risposta data da Benedetto XVI ai giornalisti?

«Ho letto la trascrizione delle sue parole. La domanda dava erroneamente per scontato che la scomunica ci fosse stata. Mi sembra che nella risposta il Papa non abbia voluto riferirsi specificamente ai politici o al Messico, ma abbia fatto una considerazione più generale ricordando ciò che è previsto dal diritto canonico, senza menzionare i legislatori. Del resto, quando era ancora Prefetto della dottrina della fede, il cardinale Ratzinger, rispondendo a una richiesta dei vescovi americani su questo tema, aveva usato un criterio pastorale più che giuridico. Diceva che nel caso un politico abortista voglia accostarsi alla comunione, il parroco deve parlare con lui e fargli comprendere la situazione di peccato in cui si trova. Non parlava di scomuniche.
Ci sono tante persone che non possono accostarsi al corpo di Cristo – ad esempio i divorziati risposati – ma ciò non significa che siano scomunicate».

Il Giornale, 12 maggio 2007

2 commenti:

mariateresa ha detto...

cara Raffaella, innanzitutto grazie per la dedizione e l'entisiasmo che si sentono nel tuo blog. Devo anche esprimere ammirazione per lo stomaco che hai nel presentare e commentare gli articoli di Politi. Non ti devi meravigliare delle tue doti di Maghella come dici tu: persone come costui portano giorno e notte grosse lenti deformanti (che si chiamano ideologia) con le quali giudicano il mondo e le portano giorno e notte.Magari è un'ottima persona, anzi lo è sicuramente, ma non può dire e scrivere indipendentemente dalla sua chiave di lettura della realtà. Quanto alla sua versione della pubblicazione della notizia fuori embargo mi permetto di dubitare. casi come questi sono già successi in questo pontificato e non sono stati mai a vantaggio del Pontefice o della "causa cattolica".E infatti Repubblica è stata la prima a dare la notizia on-line con caratteri rossi ieri pomeriggio, salvo toglierla prontamente qualche minuto dopo. Ma questo ha un'importanza relativa. Il suo articolo di oggi, tra l'altro, fa pena perchè non fila da un punto di vista logico ed è anche sulla difensiva quando dice "Resta la condivisione del pontefice", come dire, ho scritto della fuffa, ma lui è d'accordo con i vescovi messicani, quindi resta l'indignazione. Poveraccio.
A te grazie di cuore

Anonimo ha detto...

Ciao Mariateresa e benvenuta nel blog :-))
Non sai quanto mi faccia piacere questo tuo post. Mi da' anche la forza di continuare in questa "battaglia" al servizio del Santo Padre. Mi piacerebbe che tutti ascoltassero o leggessero i suoi discorsi per capire quanto sia distorta l'immagine che di lui danno i mass media.
Benedetto XVI e' tutto fuorche' oscurantista o chiuso. Eppure ai media fa comodo presentarlo in questo modo nel tentativo di indirizzare il pensiero dei fedeli. E' questo cio' che piu' mi fa rabbia e contro cui combatto!
Grazie ancora del sostegno.
Raffaella