11 maggio 2007

Aggiornamento della rassegna stampa dell'11 maggio 2007 (2)


Vedi anche:

Conferenza stampa del Papa sull'aereo per il Brasile

VIAGGIO APOSTOLICO IN BRASILE: SPECIALE

VIAGGIO APOSTOLICO IN BRASILE (9-14 MAGGIO 2007)

La veglia del Papa con i giovani


PIETRO E IL MONDO

Su pace ed educazione il faccia a faccia con Lula

Mezz’ora di colloquio tra Benedetto XVI e il presidente È molto calorosa l’accoglienza della folla. E ieri il Pontefice l’ha ricambiata con un breve saluto fuori programma

Dal Nostro Inviato A San Paolo (Brasile) Luigi Geninazzi

Bandiere, striscioni, perfino quadri della Vergine innalzati verso il cielo, in mezzo a canti che si mischiano a lacrime di commozione. È un’accoglienza rumorosa e calorosa quella che i brasiliani stanno riservando a «Bento XVI», il cui nome è scandito dalla folla che staziona in permanenza davanti al monastero benedettino dove alloggia il Papa. Un entusiasmo che deve aver contagiato anche il Pontefice. Ieri mattina è tornato ad affacciarsi al balcone per salutare la gente, sorpresa e contenta per essere oggetto di un simile fuori programma. Papa emociona fieis, «Il Papa commuove i fedeli», titola il giornale popolare Agora. Erano in quindicimila l’altra sera ad ascoltarlo ed applaudirlo in piazza Sao Bento, nonostante i dieci gradi e la pioggia battente. Ieri sono stati premiati da un tiepido sole. La seconda giornata di Papa Ratzinger in Brasile è iniziata con un appuntamento istituzionale, l’incontro con il presidente della Repubblica Luiz Inacio Lula da Silva, per tutti semplicemente Lula, nel Palacio dos Bandeirantes, sede del governatore di San Paolo.
«Una visita di cortesia» ed un colloquio di mezz’ora che il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, ha definito «più lungo del previsto, tranquillo e sereno». Famiglia, difesa della vita, formazione dei giovani. Sono stati questi i temi principali affrontati nell’incontro tra il Papa e il «presidente-operaio» che ha voluto accanto a sè la moglie, Marisa Leticia, anche durante il colloquio privato con il Pontefice. Si è parlato soprattutto dell’importanza del sostegno alla famiglia per la vita del Paese, sottolineando il valore del rapporto con la Chiesa «per favorire la pace ed una serena vita sociale». Lula ha illustrato i programmi sociali «così importanti per il Brasile» e ha ricordato l’impegno del proprio Paese a favore dei Paesi poveri e dell’Africa, chiedendo l’appoggio della Santa Sede per il rispetto dei principi dell’etica e della solidarietà nel commercio internazionale. Il Papa da parte sua ha espresso apprezzamento per l’impegno della formazione umana e professionale dei giovani. Infine Lula ha manifestato piena collaborazione tra il Brasile e la Chiesa.
«Non si è parlato in nessun modo dell’aborto», ha precisato padre Lombardi, troncando così tutte le illazioni della vigilia. La questione divampa sui giornali da qualche settimana e si è riaccesa nell’imminenza dell’arrivo di Benedetto XVI con le dichiarazioni del ministro della Sanità, José Gomez Temporao, intenzionato a proporre un referendum sull’argomento (polemicamente ha anche dichiarato che non incontrerà il Papa). In Brasile l’aborto è proibito ed il 65 per cento della popolazione si dichiara contrario ad una sua eventuale depenalizzazione. Anche Lula si è dichiarato personalmente contrario, pur non volendo frenare l’iniziativa del suo ministro. Proprio ieri la Cnbb, la Conferenza episcopale brasiliana, ha diffuso un documento che non solo ribadisce la difesa della vita e della famiglia ma denuncia la «crisi etica» del Congresso, il parlamento di Brasilia, e «i forti indizi di corruzione» nella magistratura (recentemente alcuni giudici sono stati arrestati per la compravendita di sentenze). I rapporti tra Santa Sede e Brasile restano comunque buoni e, secondo quanto ha dichiarato il Segretario di Stato vaticano, è in vista un «Accordo fondamentale». La Costituzione della Repubblica brasiliana, risalente a fine Ottocento, fissa un regime di netta separazione tra Stato e Chiesa e pur essendo il Paese col più alto numero di cattolici al mondo non ha un Concordato con la Santa Sede.
Al termine dell’incontro Lula ha presentato a Benedetto XVI i familiari, tra cui un nipotino di sette anni che sembrava non volersi più staccare dal Pontefice. Quindi c’è stato il tradizionale scambio di doni. Uno davvero straordinario: quello del governatore dello Stato di San Paolo, Josè Serra, che ha regalato al Papa una Bibbia del peso di quindici chilogrammi.

Avvenire, 11 maggio 2007


Bertone: le sètte ci richiamano all'accoglienza

San Paolo Il Brasile ha accolto molto positivamente Benedetto XVI. A testimonianza del clima che nel grande Paese latinoamericano caratterizza i rapporti tra Conferenza episcopale, Santa Sede e Stato. Lo ha detto il cardinale Tarcisio Bertone in un'intervista alla Radio Vaticana. «Si sta elaborando - ha detto il porporato- anche una sorta di accordo globale e fondamentale per poter orientare Chiesa e Stato, Chiesa e comunità politica in quella che il Concilio definisce "una sana collaborazione" per il bene di ogni persona ed anche per la risoluzione dei problemi che possono essere ancora sul tappeto». Nel corso dell'intervista il Segretario di Stato si è soffermato sugli incontri di Benedetto XVI con la gioventù brasiliana. «Il Papa ha voluto, anche evidentemente su domanda dei vescovi brasiliani e dell'America Latina, incontrare i giovani, quei giovani entusiasti delle Gmg, degli incontri e delle attività delle associazioni ecclesiali ma anche quei giovani segnati da una tragica storia personale, come la tossicodipendenza. Il Papa - ha aggiunto il Segretario di Stato - chiede ai giovani di essere protagonisti della trasformazione del continente, protagonisti della loro storia, di essere loro gli attori, naturalmente senza staccare la spina dalle tradizioni cristiane e quindi dall'esempio dei loro padri». Nell'ultima parte dell'intervista non è mancato un riferimento al fenomeno delle sètte che caratterizza il Continente Latinoamericano. «L'abbandono della Chiesa di una porzione notevole del popolo di Dio - ha sottolineato Bertone - pone seri interrogativi alla Chiesa, pone l'obbligo di una verifica della qualità della sua opera di evangelizzazione, dell'educazione alla fede e della edificazione delle sue comunità. Pone il problema della capacità di accoglienza e di ascolto della gente da parte dei vescovi, da parte dei sacerdoti». Quindi quell'essere vicini alla gente, essere accoglienti, che i grandi santi vescovi ci hanno insegnato, che Papa Giovanni Paolo II ha tracciato anche nella sua autobiografia quando dice: "Ho cercato e cerco di essere accogliente, di essere vicino alla gente", e che Benedetto XVI ci insegna con la sua capacità di ascolto, di vicinanza e di immediatezza».

Avvenire, 11 maggio 2007


Lo sceicco Hussein Saleh gli dona il suo mantello

Nel monastero di Sao Bento l’incontro con i rappresentanti delle differenti tradizioni religiose e confessioni cristiane presenti nel Paese

Dal Nostro Inviato A San Paolo Salvatore Mazza

Un incontro «cordiale», in un clima «molto semplice». Durante il quale non è stato pronunciato nessun discorso ufficiale, ma il Papa ha comunque rivolto alcune «brevi parole» agli altri rappresentanti religiosi, «di apprezzamento e ringraziamento della loro presenza».
Così padre Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa vaticana, ha riferito dell’incontro che Benedetto XVI ha avuto ieri con i rappresentanti delle altre confessioni cristiane e di altre religioni, al rientro del Pontefice nel monastero di Sao Bento, dopo la visita di cortesia al presidente Lula.
All’incontro, svoltosi nella stessa sala alla cui finestra Benedetto XVI s’è affacciato, mercoledì sera e ieri mattina, per salutare i fedeli, hanno partecipato «13 rappresentanti – ha aggiunto Lombardi – tra i quali un luterano, un ortodosso, un armeno, un cristiano riformista, il rabbino Herry Sobel della Congregazione israelita paulista, un musulmano, un anglicano, un esponente della Chiesa presbiteriana».
Particolarmente significativo è stato il gesto compiuto dallo sheik Armando Hussein Saleh, della comunità islamica di San Paolo, che al termine dell’incontro, durato poco più di trenta minuti, «in segno di amicizia e di fratellanza» ha donato al Papa il proprio mantello bianco. Al colloquio non erano invece presenti esponenti delle sètte pentecostali, molto attive in Brasile.
Dopo l’incontro con i rappresentanti religiosi, Benedetto XVI, nello stesso monastero di San Bento, ha pranzato con il Praesidium della Conferenza episcopale del Brasile. Pranzo in privato, presenti solo i membri del seguito papale, senza discorsi, mentre oggi è in programma, ultimo appuntamento prima di lasciare San Paolo per Aparecida, l’incontro con l’intera Conferenza episcopale brasiliana nella Cattedrale de Sé (che è l’abbreviazione di «Sede episcopale»), dedicata alla Nostra Signora dell’Annunciazione.
Quindi, dalle 17 in avanti, prima di lasciare il monastero in direzione dello stadio municipale «Paulo Machado Carvalho» di Pacaembu per l’incontro con i giovani, Papa Ratzinger ha ricevuto il udienze private il governatore dello Stato di San Paolo, il sindaco paulista, un gruppo di benefattori e collaboratori della visita papale e, in particolare, il cardinale Paulo Arns, arcivescovo emerito della città, col quale s’è intrattenuto un po’ più a lungo.
Sulla strada verso lo stadio, che ha raggiunto in auto panoramica tra due impenetrabili ali di folla, Benedetto XVI ha fatto brevemente sosta al Memoriale dell’America Latina.

Avvenire, 11 maggio 2007

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