10 giugno 2007
Massimo Introvigne risponde al matematico Odifreddi
Vedi anche:
SPECIALE: Il documentario della BBC dice il falso: ecco le prove!
Le pagelle di Massimo Introvigne
L'autodifesa di Odifreddi si rivela un clamoroso autogol
Ancora su Odifreddi...
Aggiornamento della rassegna stampa del 10 giugno 2007 (2)
"Gesu' di Nazaret": Don Silvio Barbaglia contesta l'articolo (scopiazzato) dell'Espresso
Pubblichiamo due interessanti articoli del sociologo Massimo Introvigne.
Mi fa molto piacere che persone intelligenti come Introvigne si spendano per diffondere la verita' contro falsita' e pregiudizi nei confronti del Papa e della Chiesa.
Raffaella
Il matematico che sbaglia sui numeri
di Massimo Introvigne
Piergiorgio Odifreddi, docente universitario di matematica ed esponente di punta dell'Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti, si è arrabbiato perché numerosi quotidiani lo hanno dato per sconfitto ai punti da monsignor Rino Fisichella nella trasmissione «Annozero» dedicata al controverso tema dei casi di pedofilia fra i sacerdoti, benché potesse contare su un arbitro - Michele Santoro - non precisamente imparziale.
Come molti allenatori di calcio sconfitti, cerca di rigiocare la partita sui giornali, con lunghi articoli dove scende in campo da solo e si convince di aver vinto. Odifreddi, diventato autore di successo con un libro dove si chiede pensosamente se i cristiani siano cretini o i cretini siano cristiani, si rivela, come già in quella trasmissione televisiva, del tutto refrattario al diritto canonico.
Continua a confondere processo canonico e diritto civile, e segretezza del processo e segretezza del delitto. I documenti vaticani di cui si è discusso da Santoro impongono che il processo canonico si svolga a porte chiuse (del processo civile non parlano affatto), e che i vescovi non ne divulghino atti e procedure: ma la sentenza è pubblica e il delitto non è tenuto affatto segreto.
La stessa istruzione del 1962 Crimen sollicitationis (oggi peraltro non più in vigore) con cui se la prende Odifreddi minaccia di scomunica non chi denunci un abuso sessuale ma al contrario chi - vittima o testimone - avendone conoscenza non lo denunci. Chi sostiene tesi diverse forse non riesce a capire il latino in cui sono scritti i documenti. Ma non è tutta colpa di Odifreddi: l'avere studiato matematica non prepara a comprendere materie giuridiche dotate di un alto grado di tecnicità.
Odifreddi, però, ha perso la partita televisiva proprio sul suo terreno, quello dei numeri. Parliamoci chiaro: anche un solo prete pedofilo è uno di troppo, e va punito senza se e senza ma. Tuttavia, tutti quelli che citano statistiche - da Santoro a Odifreddi - usano quelle del maggiore studio americano sul tema, condotto nel 2006 dal John Jay College della City University of New York, la più prestigiosa istituzione accademica americana nel campo della criminologia. Ma non tutti le hanno capite. Lo studio del John Jay College parla di quattromila sacerdoti accusati negli ultimi cinquant'anni di rapporti sessuali con minorenni. Accusati non vuol dire condannati: le condanne sono state 105, in qualche caso per transazioni prima del processo ma in molti altri perché i sacerdoti erano innocenti. E i rapporti sessuali con minorenni non equivalgono alla pedofilia, definita dalle leggi e dalla medicina con riferimento ai rapporti con minori prepuberi: se un sacerdote di trent'anni scappa con una minorenne di diciassette tradisce certo il suo sacerdozio, ma non è un pedofilo. I veri e propri pedofili accusati sono stati ottocento, i condannati una quarantina.
Troppi: e i vescovi che non hanno vigilato infatti sono stati rimossi, soprattutto da quando di queste vicende ha cominciato a occuparsi con grande severità il cardinale Ratzinger.
Colpire con rigore estremo i pochi pedofili travestiti da preti è obbligatorio. Falsificare le cifre è invece un inganno, così come insistere, alla Odifreddi, sul fatto che un tribunale americano su istanza della parte civile ha cercato di incriminare il Papa. In America dare corso a queste istanze è un atto dovuto, e un altro tribunale ha cercato d'incriminare (non è uno scherzo) perfino «Satana e i suoi diavoli». Come per il Papa, ci sono stati problemi di notifica.
Il Giornale, 10 giugno 2007
L'ennesima bufala: il Papa non è mai stato "incriminato" in una causa in Texas
di Massimo Introvigne
In questi giorni leggiamo spesso che il cardinale Joseph Ratzinger sarebbe stato “incriminato” nel 2005 in Texas per avere “protetto i preti pedofili”, e si sarebbe salvato solo perché, eletto Papa, avrebbe iniziato a godere dell’immunità in quanto capo di Stato estero.
Si tratta dell’ennesima bufala, lanciata dal parlamentare anticlericale Maurizio Turco e ripresa dal matematico e attivista dell’ateismo militante Piergiorgio Odifreddi. Va bene non conoscere il diritto canonico, ma qualche modesta informazione sul diritto in genere si richiede a chiunque voglia interloquire su questioni del genere.
Anche molti studenti medi – ma, sembra, non Turco e Odifreddi – conoscono la differenza fra diritto civile e diritto penale. Nelle cause penali si è “incriminati” per avere commesso un reato. Nelle cause civili si è “citati” in giudizio (non incriminati) da qualcuno che pensa di avere subito un torto.
Mentre si è incriminati dopo un’indagine, che può originare da una querela di parte ma dove una pubblica autorità indaga sul caso e decide che vi sono almeno indizi di un possibile reato, per essere citati in una causa civile basta che un avvocato si rechi da un ufficiale giudiziario con le carte e i bolli in regola.
Così può avvenire che sia citato letteralmente chiunque. La citazione non implica nessun accertamento delle ragioni e dei torti (dunque, della fondatezza della citazione stessa), che semmai verrà dopo. Negli Stati Uniti in un caso famoso qualcuno citò perfino “Satana e i suoi diavoli”: problemi di notifica e di giurisdizione portarono al rigetto delle domande, ma la citazione era partita con tutti i timbri e i bolli in regola.
Dopo queste premesse che ribadiscono l’ovvio, ci chiediamo: nel caso deciso il 22 dicembre 2005 a Houston (Texas) dal giudice Lee Rosenthal il cardinale Joseph Ratzinger era stato “incriminato”? La risposta è no. Il cardinale Ratzinger era stato citato in giudizio dallo studio legale Kahn Merritt & Allen in una causa civile relativa a danni reclamati all’Arcidiocesi di Houston da persone che si asserivano molestate sessualmente da un seminarista della stessa Arcidiocesi, Juan Carlos Patino-Arango. L’ex-seminarista è anche oggetto di una diversa causa penale, con la quale però il cardinale Ratzinger non c’entra nulla. La mossa dello studio Kahn mirava evidentemente a massimizzare l’importo dei danni esigibili, sia coinvolgendo le casse della Santa Sede sia creando la massima risonanza mediatica intorno al caso. Su parere (obbligatorio) del Dipartimento di Stato cui ha ritenuto di conformarsi, il giudice Rosenthal ha ritenuto improcedibile la citazione contro il cardinale Ratzinger in quanto rivolta contro un capo di Stato estero. Peraltro, lo studio Kahn non inventava nulla. In passato studi legali creativi avevano già cercato di citare Giovanni Paolo II e la Congregazione per la dottrina della fede per danni, senza mai ottenere soddisfazione dai giudici per una vasta gamma di ragioni procedurali.
Comunque sia, la parola “incriminato” nella lingua italiana ha un senso specifico, che si riferisce a “crimini” e a processi penali. Le cause civili non c’entrano, e chi sostiene che l’attuale Papa Benedetto XVI è stato incriminato in Texas o mente sapendo di mentire o manifesta una vera e propria idiosincrasia quando si tratta di questioni giuridiche anche molto semplici.
CESNUR
:-))))
Etichette:
bbc,
benedetto xvi,
commenti,
mass media,
papa,
ratzinger,
riflessioni
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
5 commenti:
Spero che questa volta Odifreddi abbia imparato la lezione e non voglia ancora una volta passare per un difensore di bufale ad oltranza!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Un grazie va ad Introvigne ed uno grandissimo a te Raffaella per il tuo aggiornamento dettagliato ed immediato.
Eugenia
E sì, tutto ciò la nostra cara Raffaella ce lo aveva già spiegato benissimo!
Grazie a Introvigne....e un immenso grazie a Raffaella, che con grande impegno e intelligenza ci informa giorno dopo giorno e che con grande competenza ristabilisce la verità se e quando è necessario.
Vedo, cara Eugenia, che senza consultarci e nello stesso minuto abbiamo espresso lo stesso ringraziamento a Raffaella...e sono sicura che lo facciamo a nome di tutti!
Cara luisa, è innegabile che Raffaella qui fa giornalmente un grande ed accurato lavoro! forse qualche vaticanista dovrebbe imparare da lei................!!!!!
Eugenia
Grazie Luisa ed Euge, siete gentilissime :-))
Un abbraccio
Raffaella
Posta un commento