16 aprile 2008

Il Papa a Bush: Dio salvi l'America e la sua libertà


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Il Papa a Bush: Dio salvi l'America e la sua libertà

Washington - Benedetto XVI è arrivato alla Casa Bianca, accolto dal presidente George W.Bush e dalla First Lady, Laura. È la seconda volta nella storia in cui un Papa visita la sede presidenziale americana, dopo un precedente di Giovanni Paolo II nel 1979. Dopo aver salutato da lontano una folla di fedeli e invitati, il Papa ha stretto la mano alle autorità presenti al south lawn della Casa Bianca: il vicepresidente Dick Cheney, la segretaria di Stato Condoleezza Rice, la speaker della Camera dei rappresentanti Nancy Pelosi. Il Papa e Bush sono poi rimasti in silenzio ad ascoltare i due inni nazionali degli Stati Uniti e del Vaticano. Poco distante dal podio, sul lato opposto a quello del governo Usa, siedono numerosi cardinali e vescovi. Tra di essi il segretario di Stato vaticano Tarcisio Bertone. In onore del Papa vengono sparati anche 21 colpi di cannone.

"Happy birthday" per Ratzinger

Un coro di "Happy Birthday" (buon compleanno) è stato intonato sul prato della Casa Bianca in onore di Benedetto XVI, che festeggia oggi l’81mo compleanno. Il Papa è sceso da una limousine nera direttamente sul Great Lawn, ha salutato la folla a braccia alzate e stretto la mano al presidente George W.Bush. I due leader hanno poi ascoltato gli inni nazionali eseguiti dalla banda dei Marines. Il soprano Kathleen Battle si è esibita in onore del Papa, prima dei discorsi ufficiali. L’incontro tra il Papa e Bush, che segue un breve saluto ieri all’aeroporto militare di Andrews (è stata la prima volta che Bush ha accolto personalmente un capo di Stato all'aeroporto), è caratterizzato da un’ elaborata cerimonia con oltre novemila ospiti sul South Lawn, il prato della Casa Bianca, seguito da un colloquio nello Studio Ovale. Benedetto XVI festeggia tra l’altro oggi il proprio 81mo compleanno.

"Dio benedica l'America e la sua libertà"

"Vengo come amico e annunciatore del Vangelo, come uno che rispetta grandemente questa vasta società pluralistica", ha detto Papa Ratzinger, salutando George W. Bush. Senza parlare esplicitamente delle prossime elezioni presidenziali, Papa Ratzinger ha tuttavia chiesto al popolo americano di trovare nella propria fede religiosa un criterio di "discernimento e di ispirazione" di fronte alle sempre "più complesse questioni politice ed etiche". "

Vengo come amico e annunciatore del Vangelo, come uno che rispetta grandemente questa vasta società pluralistica", ha detto il Papa. "I cattolici americani hanno offerto, e continuano ad offrire, un eccellente contributo alla vita del loro Paese", ha poi proseguito. "Nell’accingermi a dare inizio alla mia visita, confido che la mia presenza possa essere fonte di rinnovamento e di speranza per la Chiesa negli Stati Uniti e rafforzi la determinazione dei cattolici a contribuire ancor più responsabilmente alla vita della Nazione, della quale sono fieri di essere cittadini".

"L'America collabori a risolvere i conflitti"

"L’America si è sempre dimostrata generosa nel venire incontro ai bisogni umani immediati, promuovendo lo sviluppo e offrendo sollievo alle vittime delle catastrofi naturali", ha detto ancora Benedetto XVI. "Ho fiducia - ha aggiunto senza riferimento esplicito a casi specifici come l’Iraq o il Medio Oriente - che tale preoccupazione per l’ampia famiglia umana continuerà a trovare espressione nel sostenere gli sforzi pazienti della diplomazia internazionale volti a risolvere i conflitti e a promuovere il progresso. Così, le generazioni future saranno in grado di vivere in un mondo dove la verità, la libertà e la giustizia possano fiorire - un mondo dove la dignità e i diritti dati da Dio ad ogni uomo, donna e bambino, vengano tenuti in considerazione, protetti e promossi efficacemente".

Bush: "Il mondo ha bisogno del suo messaggio"

"L’America è commossa per la Sua decisione di trascorrere il Suo compleanno con noi", ha detto George W. Bush al Papa. "Il mondo ha bisogno del suo messaggio per respingere il messaggio del relativismo, ogni vita umana è sacra", ha aggiunto. "L’America crede nella libertà religiosa, l’amore per la libertà e la legge morale comune".

"Gli Stati Uniti le vogliono bene"

"Tantissime persone - ha detto Bush - sono qui per salutare il Santo Padre. L’America è un paese che le è molto vicino. Le auguro di avere tante persone di fede vicine, così contente". In Amrica, ha aggiunto il presidente, "troverà una nazione moderna, creativa, donamica, dove la fede e la ragione stanno insieme. Negli americani troverà persone con speranza, noi non usiamo nome di Dio per fare atti di terrorismo. Abbiamo bisogno - ha aggiunto Bush - di messaggi di amore di persone in un mondo dove alcuni non possono distinguere tra bene e male". Secondo Bush, solo nella ricerca di Dio "possiamo abbracciare la verità e l’amore. Questo è un bisogno - ha affermato - di una società dove la libertà deve regnare, la nostra Nazione - ha concluso il presidente chiede che Lei preghi sempre per noi".

Ratzinger: "God bless America"

"God Bless America!": con il motto degli Stati Uniti, che ne ricorda l’origine puritana e la connessione tra fede e politica che caratterizza la vita pubblica d’Oltreatlantico, il Papa ha concluso il suo discorso alla Casa Bianca. Un coro militare americano ha poi cantato "Glory, Glory Alleluia". Il Papa e il presidente Usa George W. Bush lasceranno ora il podio sul prato della south lawn della Casa bianca per ritirarsi nello Studio Ovale presidenziale per un colloquio a porte chiuse.

Tutti i giudici cattolici della Corte Suprema degli Stati Uniti - cinque su nove - figurano tra i circa 250 ospiti della cena in onore di Benedetto XVI che il presidente americano George W.Bush offrirà stasera alla Casa Bianca. Il Papa non parteciperà all’evento. Nella lista degli ospiti, diffusa dalla Casa Bianca poco prima dell’arrivo del Papa per l’incontro con Bush, figurano la speaker della Camera, l’italoamericana Nancy Pelosi, ed alcuni esponenti di primo piano del mondo cattolico americano come Carl Anderson, "cavaliere supremo" dei Cavalieri di Colombo e il teologo e autore George Weigel. I cinque giudici supremi cattolici sono il presidente della Corte, John Roberts, e i suoi colleghi Samuel Alito, Antonin Scalia, Anthony Kennedy e Clarence Thomas.

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