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di GLAUCO MAGGI
WASHINGTON «Provo profonda vergogna», ha detto il Papa a proposito degli scandali dei preti cattolici americani pedofili che hanno sfruttato la loro posizione per continui abusi sessuali nei decenni passati. Benedetto XVI, in volo Alitalia per l'America, non ha atteso di toccare terra per chiedere scusa, lo ha fatto a bordo dell'areo appena decollato da Roma. «È stata una grande sofferenza per la Chiesa negli Stati Uniti e per la Chiesa in generale e per me personalmente che ciò sia potuto avvenire», ha detto Benedetto XVI. «È difficile per me capire come sia possibile che un prete tradisca in questo modo la sua missione verso questi bambini. Mi sono profondamente vergognato e farò quanto è possibile perché cose simili non possano capitare più in futuro».
POCHI MA BUONI
Il Papa ha promesso che i pedofili non diventeranno più preti nella Chiesa Cattolica di Roma. «Escluderemo assolutamente i pedofili dalle posizioni di ministri di culto», ha detto il pontefice in inglese. «È più importante avere buoni preti che averne tanti. Faremo tutto il possibile per medicare questa ferita». La visita di Papa Ratzinger è la prima di un pontefice negli Stati Uniti da quando lo scandalo che ha coinvolto migliaia di parrocchie in tutto il Paese è diventato di dominio pubblico ed è costato centinaia di milioni di dollari in risarcimenti e spese legali. Le proporzioni dello scandalo vennero alla luce nel rapporto del John Jay College of Criminal Justice, ente incaricato dalla Conferenza dei vescovi cattolici di curare un sondaggio nelle diocesi degli Stati Uniti nel 2002. L'inchiesta a tappeto raccolse le denunce di atti di pedofilia verso 4392 preti negli Stati Uniti, circa il 4% del totale: le informazioni raccolte diocesi per diocesi, che comprendevano sia i nomi dei preti sia quelli delle vittime, erano state filtrate e censurate affinché i ricercatori non avessero accesso ai nomi degli ecclesiastici né potessero essere individuate le singole diocesi. I dati di quel rapporto, seppure dati in aggregato, furono la prima ammissione piena dello scandalo da parte di Roma. In tutti gli Stati Usa, prima e dopo il rapporto, sono state promosse decine di cause, molte delle quali si sono risolte con pesanti esborsi pagati dalla Chiesa, diocesi per diocesi. Ecco un rosario incompleto del costo economico della pedofilia per la Chiesa cattolica Usa. Nel luglio 2007, ultimo caso noto, la arcidiocesi della chiesa cattolica romana di Los Angeles ha acconsentito di pagare 660 milioni in transazioni verso centinaia di persone che avevano testimoniato di essere state vittime del clero locale. Nel gennaio del 2007, il vescovo della diocesi di Charleston Robert Baker ha accettato di pagare 12 milioni per chiudere vari casi di abusi di preti della sua dipendenza. In precedenza, c'erano stati vari altri accordi economici per tacitare i querelanti. Nel dicembre del 2006 l'arcidiocesi di Los Angeles aveva versato 60 milioni in risarcimenti tesi a sistemare i primi 45 degli oltre 500 casi di abusi sollevati dagli abusati, preludio all'accordo del luglio successivo. Nello stesso mese la diocesi di Phoenix, Arizona, accettò di versare 100mila dollari a William Cesolini che aveva accusato la chiesa di essere stato abusato sessualmente da un prete locale quando era minorenne.
DA PHOENIX A BOSTON
Nel gennaio del 2005 il vescovo Tod Brown della diocesi di Orange si scusò pubblicamente degli abusi sessuali con le 87 vittime e annunciò, dopo due anni di meditazione, che avrebbe stanziato 100 milioni di riparazioni. Nel settembre del 2003 era stata la volta della arcidiocesi di Boston di pagare 85 milioni a 552 minori abusati dai preti pedofili. Nel 1997 a Dallas, la locale diocesi texana, aveva negoziato un esborso di 31 milioni con le vittime che avevano fatto denuncia. In uno dei primi casi registrati, nel maggio del 1994, la diocesi di Lincoln (Nebraska) preferì pagare a Rob Butler 40mila dollari, anziché andare a giudizio, come risarcimento per due anni di abusi settimanali subìti dal prete locale.
© Copyright Libero, 16 aprile 2008
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