6 marzo 2007

La politica del "doppiopesismo"


lapis ha detto...
Non mi è ancora chiaro che cosa si vuole dalla Chiesa, e dalla CEI in particolare; da un lato, ohibò la ruiniana ingerenza, si ammonisce che è solo con la riscoperta del Vangelo (che immagino sia lo stesso Vangelo che il Santo Padre spiega a ogni Angelus e ad ogni catechesi, ma forse nessuno lo ascolta) che i cristiani devono diffondere i loro valori, non suggerendo leggi e provvedimenti di un dato contenuto; poi, dall'altro lato, in stile Pippo Baudo, si auspicano interventi massicci su questioni di attualità sociale come lavoro, famiglia, scuola, servizi... e questa non sarebbe ingerenza?


Ricollegandomi al commento della nostra amica Lapis al post precedente, vorrei fare una riflessione.
Lapis ha centrato esattamente il problema ed ha messo in luce la politica dei "due pesi e due misure" che sta dando spettacolo in questi giorni sui media.
Secondo alcuni intellettuali, la Chiesa deve occuparsi di problemi sociali, di solidarieta', della difesa del povero e dell'emarginato.
Qui, secondo certi democratici commentatori, la Chiesa ha il dovere (quasi un obbligo, direbbe Baudo) di intervenire e di ammonire. Se non lo fa, vive tra le nuvole, non e' cristiana, e' lontana dalla gente e altre amenita' del genere...
Ma guai se il Papa e la Chiesa parlano di temi etici, guai se alzano la voce per difendere le radici cristiane dell'Europa, la famiglia, la vita nascente e quella morente. In altre parole: guai se il Papa ammonisce sui valori fondanti della nostra societa'. Come si permette? Non deve ficcare il naso, sono problemi del Parlamento e dei laici...silenzio!
La Chiesa, secondo questi soloni, non deve alzare la voce su questi temi, deve accettare il male minore e aprirsi alla modernita'. Se non ubbidisce, si minaccia l'abolizione del Concordato.
Qui pero' casca l'asino perche' secondo me e' proprio difendendo la vita in tutte le sue fasi (dal concepimento alla morte naturale) che si insegna quel rispetto dell'uomo per l'altro uomo che deve essere alla base del nostro vivere civile.
E' solo inculcando certi principi che la societa' supera il rischio di colare a picco. In altre parole: ascoltando il Papa, si impara ad avere rispetto per tutti perche' la vita e' sacra. Da li' si parte per la difesa del povero e dell'emarginato.
Qualche giorno fa e' stato invocato, da parte di alcuni parlamentari di destra e sinistra, il severo intervento di Mons. Fisichella perche' impedisca a Bertinotti di creare una stanza multireligiosa alla Camera. Insomma...decidiamoci! La Chiesa deve intervenire sempre o solo quando fa comodo a una o all'altra parte politica? Attenzione!!! Se accettiamo il principio che la Chiesa ha diritto di parola, allora, non dobbiamo stupirci se afferma principi che ci danno fastidio. Sia chiaro che il Papa non puo' parlare solo quando i suoi insegnamenti collimano con la maggioranza di governo.
Certo! Qualcuno si aspettava che Ratzinger facesse il "bravo" Papa di transizione: silenzioso e poco partecipe dei problemi dell'Italia. Si', ogni tanto lo si sarebbe ascoltato ma solo come simpatico nonnino!
Beh, le cose sono andate in maniera diversa (grazie a Dio) e bisognerebbe smetterla di attaccare il Papa perche' non si hanno argomenti sufficienti per contrapporre argomenti logici ai suoi insegnamenti. La "tiritera" dell'attaccare il ragionante perche' non si puo' attaccare il ragionamento sa, decisamente, di stantìo...
Ciao
Raffaella

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