15 marzo 2007

Rassegna stampa del 15 marzo 2007


Vorrei che notaste che i titoli "ad effetto" di alcuni articoli non corrispondono al contenuto dell'articolo stesso...
Le note pungenti, in corsivo, sono le mie :-))


Vedi anche "Notificazione sulle opere del teologo Sobrino"

Il gesuita Sobrino "bacchettato" dal Papa

Salvatore Izzo

Roma
Il giorno dopo la pubblicazione della «Sacramentum caritatis» con il forte richiamo alla «coerenza eucaristica» che condanna promotori e sostenitori delle «leggi contro natura», la Chiesa di Papa Ratzinger è di nuovo all'attenzione dell'opinione pubblica per la «notificazione» della Congregazione della Dottrina della Fede sui «gravi errori» contenuti nei libri di uno dei leader della Teologia della Liberazione, il gesuita spagnolo Jon Sobrino, colpevole di «aver valorizzato troppo – ha spiegato il portavoce vaticano Federico Lombardi – la componente storica della figura di Gesù separandola dalla sua dimensione divina».
Una sottovalutazione del messaggio cristiano che preoccupa non poco Benedetto XVI. «Dobbiamo incontrare Cristo vivo in mezzo a noi, aderendo integralmente al suo Vangelo e alle esigenze morali che da esso scaturiscono», ha ripetuto all'udienza generale che si è tenuta in una piazza San Pietro gremita da oltre 40 mila fedeli, quasi il doppio dei 25 mila che erano attesi. Parole impegnative che suscitano critiche in parte del mondo politico e sui media, ma che la folla ha accolto con grande entusiasmo. Nelle prime file gruppi di ragazzi con berretti gialli, arancioni e rossi hanno dato vita a una simpatica coreografia mentre i fedeli hanno continuato ad applaudire per tutto il tempo. Parlano chiaro, d'altra parte, i dati statistici sulla partecipazione alle udienze del Papa, che registrano una costante crescita delle presenze in piazza San Pietro e testimoniano che ad ogni incontro la partecipazione supera mediamente dal 25 al 40 per cento il numero dei biglietti distribuiti nei giorni precedenti. Questo è accaduto anche ieri mattina, con la novità di un maggiore calore, spiegabile forse con la presenza di numerosissimi gruppi di giovani tra i fedeli venuti dalla Puglia insieme ai loro vescovi che compiono in questi giorni la «visita ad limina».
E sul ruolo dei vescovi il Papa teologo è "ritornato": «L'armonia e non la contrapposizione deve regolare i rapporti tra la struttura gerarchica della comunità ecclesiale e i fedeli», come affermato da Sant'Ignazio di Antiochia, padre della Chiesa e martire.

Gazzetta del sud, 15 marzo 2007

Non sara' che il "maggior calore" e' dovuto anche al fatto che gli Italiani non sono sciocchi e si stringono a chi e' ingiustamente e strumentalmente attaccato? Non riduciamo tutto alla provenienza geografica dei fedeli!


Significativo gesto che può favorire il processo di riavvicinamento e di unità dei cristiani
Devoto omaggio alla tomba di San Nicola venerato da cattolici e ortodossi

Luisa Amenduni

BARI
Si è inginocchiato, ha baciato la tomba del patrono di Bari e poi ha preso un fazzoletto, proprio come fanno i pellegrini, per passarlo delicatamente, con grande devozione, dove c'è l'apertura dalla quale si prende la manna di San Nicola: è stato questo un momento molto intenso della visita del presidente della Federazione Russa, Vladimir Putin, che a Bari, nella cripta della Basilica dove vengono custodite le reliquie del santo, ha forse così reso visibile i passi che si stanno compiendo nell'ambito delle relazioni fra la Chiesa cattolica e la Chiesa ortodossa.
Putin dopo aver acceso anche un cero al santo ha firmato il libro degli ospiti della Basilica, ha ricevuto in dono tre medaglie della traslazione delle ossa del santo e ha donato alla Basilica di San Nicola un candelabro in argento.
Sull'altare della tomba di San Nicola è stato fatto trovare dai padri un codice del tredicesimo secolo che era stato rubato nella Basilica di San Nicola: il codice venne poi ritrovato a Londra in un'asta grazie ai servizi segreti russi e al personale interessamento di Putin e venne così restituito.
Il vertice italo-russo è avvenuto a Bari proprio nel nome di San Nicola, venerato dalla Chiesa cattolica e dalla Chiesa ortodossa, vescovo, nella seconda metà del IV secolo, della città di Myra. Le sue spoglie erano conservate nella cattedrale di Myra: quando la città dell'attuale Turchia cadde in mano musulmana, le ossa vennero trafugate da 62 marinai baresi. Era il 9 maggio del 1087.
Dopo la visita di Putin martedì da Papa Benedetto XVI, la tappa «religiosa» di Bari rappresenta dunque un momento forse «storico» nel dialogo tra le due Chiese.
Lo ha rimarcato Prodi quando, durante la conferenza stampa che si è tenuta nel Teatro Piccinni di Bari, ha sottolineato che «questa ripresa di un dialogo religioso è importantissima e Bari è un punto di incontro». «Il dialogo tra cattolici ed ortodossi – ha detto il premier italiano – è stato difficile, ha registrato tante divisioni in passato. Il fatto che ci sia un inizio di approfondimento delle relazioni è importantissimo».
Una «vocazione», quella di Bari verso la Russia, evidenziata durante il vertice italo-russo anche dal ministro degli Esteri, Massimo D'Alema. Ma è stato il ministro della Famiglia, Rosy Bindi, a rimarcare che il tema del dialogo «sta a cuore» anche al Papa. «Andiamo – ha detto infatti Bindi – da San Nicola, santo che fonda il dialogo tra l'Europa cui apparteniamo noi e quella a cui appartengono i russi. Anche questo è un tema che sta molto a cuore al Papa».
La visita di Putin, la prima di un capo di Stato russo nella Basilica di San Nicola, «fa cadere quei muri che nel passato sembravano impossibili da superare»: ne è convinto l' arcivescovo di Bari, mons. Cacucci, che ha sottolineato anche che la cessione fatta dal Comune di Bari della chiesa russa, è un segno che potrà avere «ulteriori conseguenze positive nel rapporto tra la Chiesa cattolica e la Chiesa ortodossa». «È un segno di ulteriori sviluppi – secondo il priore della Basilica di San Nicola, padre Damiano Bova – perchè è chiaro che, anche se ci sono delle difficoltà ancora tra la Chiesa cattolica e la Chiesa russa, questo gesto nel nome di San Nicola può dare un ulteriore balzo in avanti per la reciproca comprensione e per un riavvicinamento, per l'unità dei cristiani».

Gazzetta del sud, 15 marzo 2007


Ratzinger, monito all´amico di Romero
Richiamo per il teologo della liberazione Sobrino: il suo Cristo poco sacrale

ORAZIO LA ROCCA

CITTÀ DEL VATICANO - «Un Cristo vicino alle istanze dei poveri, ma quasi privo di sacralità e troppo lontano dagli insegnamenti della dottrina della Chiesa». Questo il severo monito che le autorità vaticane hanno lanciato, ieri, al gesuita Jon Sobrino, 69 anni, uno dei padri della Teologia della liberazione. «Un richiamo, non una condanna», ha precisato padre Federico Lombardi, gesuita anche lui, direttore della sala stampa della Santa Sede, annunciando il provvedimento, all´indomani della pubblicazione della prima esortazione apostolica "Sacramentum Caritatis" con la quale papa Ratzinger rilancia i principali insegnamenti della fede cattolica "alla luce della tradizione". Un richiamo che, comunque, potrebbe essere seguito in un prossimo futuro da provvedimenti più gravi. Padre Sobrino - nativo della Spagna - insegna da 50 anni in Salvador. È un docente noto e stimato in tutto il Sudamerica, amico - tra l´altro -di monsignor Oscar Romero, il vescovo di San Salvador assassinato il 24 marzo 1980 dagli squadroni della morte mentre celebrava una Messa e collega dei sei gesuiti trucidati nell´89 sempre in Salvador e sempre dagli squadroni della morte.
Il richiamo è stato formulato dal cardinale Joseph Levada, prefetto della Congregazione per la dottrina delle Fede (l´ex Sant´Uffizio), dove era succeduto a Ratzinger dopo che questi era asceso al soglio di Pietro nel 2005. Due i libri contestati al teologo, Gesù Cristo liberatore, lettura storico teologica di Gesù di Nazareth, del ‘91, e La fede in Gesù Cristo, del ‘99. La Congregazione non commina alcuna sanzione al teologo latinoamericano. Si limita a mettere in guardia i pastori e i fedeli dai problemi suscitati da alcuni punti dei suoi due libri, invitando però i vescovi locali a decidere se il gesuita possa insegnare o tenere conferenze nelle diocesi di loro competenza. Il "processo" alle opere di padre Sobrino era iniziato nel 2001, regnante papa Wojtyla. Nel 2004 al religioso fu consegnato un elenco di "pericolosi errori" riscontrati nei due suddetti libri. Ma la risposta che Sobrino presentò l´anno dopo fu giudicata insufficiente. Da qui il pubblico richiamo di ieri mediante una nota della Sala stampa vaticana, nella quale il direttore Lombardi, pur manifestando «rispetto per l´opera di Sobrino e per le sue intenzioni», perché è un teologo che «vive la sua fede partecipando alle esperienze più drammatiche del popolo», avverte che la sua "cristologia dal basso" ha alcuni punti critici che «mettono in questione l´integrità e la stabilità del ponte che permette la comunicazione tra gli uomini e Dio, anche quella dei poveri di tutti i tempi». Il portavoce della Curia generalizia dei gesuiti, padre Josè de Vera, ha assicurato invece che Sobrino avrebbe voluto «aprire un dialogo con la Congregazione per la dottrina della fede per dimostrare che la sua fede è quella cattolica, ma questo non è stato possibile». Ma anche padre de Vera nota che «nella notificazione rivolta a Sobrino non c´è nessuna indicazione di una punizione specifica». Come dire che la sorte del teologo non sembra comunque del tutto segnata. Almeno fino ad ora.

Repubblica, 15 marzo 2007

Delusi? Vi aspettavate che Ratzinger avrebbe condanato senza appello Sobrino? Non mi pare che questo sia il suo stile...


Documento (senza sanzioni) su Jon Sobrino
Teologo della liberazione censurato da Ratzinger

Luigi Accattoli

ROMA — Papa Ratzinger censura un teologo gesuita latino- americano, Jon Sobrino, ma non applica nessuna sanzione: dice che due sue opere contengono «imprecisioni ed errori» — riguardanti in particolare la «divinità» di Cristo — che possono «nuocere ai fedeli». La censura è contenuta in una «notificazione» della Congregazione per la dottrina della fede pubblicata ieri. Il "processo" a Sobrino — esponente della Teologia della liberazione — era iniziato nel 2001, quando il cardinale Ratzinger era prefetto di quella Congregazione.
Colpisce che il Papa faccia pubblicare questa notificazione a meno di due mesi dal suo primo viaggio in America Latina. Dal 9 al 13 maggio sarà ad Aparecida, in Brasile, per un'assemblea continentale dei vescovi e questo testo non l'aiuta ad avere buona stampa in quell'occasione. Forse il Papa ritiene opportuno che se ne parli ad Aparecida. C'è poi il fatto della censura senza sanzioni: è probabilmente il segno di quell'atteggiamento «mite e fermo» che Benedetto XVI ha invocato da Dio come dono l'anno scorso, quando compiva un anno di pontificato.
In effetti il documento è puntiglioso nell'elencare gli errori del teologo, ma l'uomo Sobrino è trattato con rispetto: si prende atto della sua «preoccupazione» per i poveri, si riconosce che accanto ad affermazioni «erronee» se ne trovano altre, nelle sue opere, che le «contraddicono».
Secondo la Congregazione, il Gesù di Sobrino sarebbe «un credente come noi» che attraverso la fede giunge a considerarsi «figlio di Dio». Egli affermerebbe che la sua divinità nel Nuovo Testamento si troverebbe soltanto «in germe» e sarebbe stata affermata in seguito dai Concili. Per la Congregazione invece Gesù è Dio (Giovanni 1,1: «Il Verbo è Dio») e sa di esserlo, i Concili sviluppano quanto è già «chiaro» nella Scrittura.
Sobrino è un autore molto letto nel mondo e le due opere censurate sono tradotte in italiano dall'editrice Cittadella. I cultori del «martirio» della Chiesa latino-americana lo considerano un personaggio simbolo: faceva parte del gruppo di gesuiti dell'Università Centro Americana di San Salvador, sei dei quali furono assassinati nel 1989 proprio per il loro impegno culturale in solidarietà con il popolo salvadoregno.

Corriere della sera, 15 marzo 2007

Se c'e' una persona sulla faccia della Terra a cui non importa assolutamente nulla di avere una buona stampa, questi e' certamente Joseph Ratzinger!
Qui sta proprio la forza di questo Pontefice: e' un uomo che non si fa influenzare dalle circostanze e tantomeno dai giornali. Capisco che la cosa scomvolga gli addetti ai lavori, ma io apprezzo moltissimo il fatto che il Papa non sia ipocrita e bramoso di facili applausi.



Censurato il teologo della liberazione

di Redazione

Umano, troppo umano. La Chiesa di Ratzinger condanna le tesi di uno dei leader della Teologia della liberazione, il gesuita spagnolo Jon Sobrino, colpevole di «aver valorizzato troppo la componente storica della figura di Gesù separandola dalla sua dimensione divina». È questo il verdetto, la «notificazione», della Congregazione della Dottrina della fede sui «gravi errori» contenuti nei libri di Sobrino. Il Cristo umano non può invece secondo la Chiesa cancellare la natura divina. È il dio che si incarna, ma che resta Dio. «Non si può dire che questi volumi ora siano all'Indice, perché si tratta di un elenco che oggi non esiste più», ha precisato tuttavia il portavoce del vaticano padre Lombardi, correggendo le interpretazioni di molti media che nei diversi paesi si sono immediatamente mobilitati in difesa del teologo. In concreto, non avendo il Vaticano deciso alcuna sanzione, saranno ora i vescovi del Salvador a dover stabilire se padre Sobrino può continuare a insegnare teologia cattolica, così come le diverse chiese locali dovranno decidere se ospitare sue conferenze. Il teologo 69enne, che nel corso dell'istruttoria presso la Congregazione vaticana ha potuto difendere le proprie tesi, ha goduto in passato della stima di Joseph Ratzinger che da arcivescovo di Monaco finanziò la traduzione in tedesco della sua tesi di dottorato. Gli errori infatti sono venuti dopo. A partire dal 1965, anno in cui il Sant'Uffizio si è trasformato in Congregazione per la dottrina della fede, sono state in tutto 11 le opere di teologi che per diverse ragioni non seguivano il magistero della Chiesa o ne tradivano i contenuti.

Il Giornale, 15 marzo 2007

4 commenti:

lapis ha detto...

Quando teologi come Lonardo Boff e Frei Betto sono stati "bacchettati" a suo tempo il Papa era Giovanni Paolo II, ma visto che il capo della CDF era Ratzinger pareva giusto che tutti i giornali titolassero "Ratzinger contro Boff". Adesso che Ratzinger è Papa e non più prefetto della CDF, chissà come mai i titoloni da grande inquisitore continuano a essere solo per lui...il soliito, "leggero", doppiopesismo della stampa?

Anonimo ha detto...

Ciao Lapis, la stampa ha sempre avuto il vizio di scagliarsi contro Ratzinger: lo ha fatto quando era cardinale, lo fa ora che e' Papa. Perche'? Mi sono posta moltissime volte questa domanda e le risposte che mi sono data non sono certo edificanti (per certa stampa). La verita' e' che Joseph Ratzinger, Prefetto e Papa, ha sempre avuto il coraggio di assumersi le proprie responsabilita' di fronte alla Chiesa e al mondo.
Anche in questa occasione sarebbe stato facile "scaricare" tutto sulle spalle del Cardinale Levada, ma il Papa ha voluto confermare di persona la notificazione, come fece l'anno scorso quando si tratto' di punire Padre Maciel per pedofilia.
Io mi sento di ringraziare il nostro Papa per il suo coraggio e la sua coerenza. Invito, pero', i giornali ad abbandonare il solito "doppiopesismo".
Ciao
Raffaella

Luisa ha detto...

Mi piace ,ed è a mio umile avviso fondamentale, la distinzione fra la persona e i suoi comportamenti.
Se la Chiesa non fosse intervenuta durante tutta la sua lunga storia , fin dai primi tempi, per correggere, rifiutare dottrine che fra l`altro negavano la divinità di Cristo, non so se saremo ancor qui a discutere come cattolici appartenenti alla Chiesa di rito latino, in altre parole la barca di Pietro sarebbe da tempo affondata !
Di nuovo strumentalizzare il Vangelo al servizio di idee personali, anche se idealiste e generose, non può essere ammesso.
La divinità di Cristo, il mistero della Trinità, sono misteri , verità alle quali solo la fede può aderire, e non la ragione, allora davani a un mistero così grande non c`è nessuna differenza fra un campesinos del Sud-America, un medico, un avvocato, un`operaio, il livello sociale è annullato,siamo tutti uguali davanti al Mistero:
crediamo .
Allora, ancora a mio umile avviso, perchè annacquare il Vangelo per metterlo alla portata dei più "semplici" ? Non è a loro che Gesù si indirizzava per primi e che amava ?
Ho fiducia che il Santo Padre, accoglie tutte le reazioni, con la sua bontà, il suo interesse e la sua fede, che lo radica talmente in profondità , che nulla può destabilizzarlo!

Anonimo ha detto...

Cara Luisa, mi piace molto la tua definizione del Santo Padre :-))
Quando leggo articoli che lo denigrano paragonandolo ai suoi predecessori, mi chiedo: a chi giova tanta cattiveria? Nella decisione di ieri la Chiesa ha esattamente applicato il principio tanto caro a Giovanni XXIII: condanniamo il peccato, mai il peccatore.
In ogni sua uscita pubblica Papa Benedetto ha dimostrato di essere un uomo fermo nei principi ma mite e misericordioso nei modi e nei comportamenti. Ricordate la catechesi ai bambini della prima comunione? Quando una bambina ha ammesso che i genitori sono, a volte, troppo stanchi per andare a Messa la domencia, il Papa non ha pronunciato una parola di condanna, anzi, ha tenuto a precisare che provava grande rispetto per quel papa' e quella mamma.
Il Pontefice duro, inflessibile, addirittutura medievale, esiste solo nei rulli di inchiostro di certa stampa.
Ciao
Raffaella