1 maggio 2007

Aggiornamento della rassegna stampa del 1° maggio 2007 (1)


Di seguito vengono riportati alcuni editoriali su quanto sta accadendo in Italia ed in Europa fra la Chiesa cattolica ed il fronte laicista.
Auguro a tutti una buona giornata. Ci rileggiamo nel pomeriggio quando scrivero' una mia riflessione e inseriro' altri articoli ed editoriali.
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Raffaella
Vedi anche:

Rassegna stampa del 1° maggio 2007


La necessità di abbassare i toni

di Redazione

Solidarietà da più parti a mons. Angelo Bagnasco. Eppure, rimane da risolvere un nodo cruciale. Ovvero l'incapacità della classe dirigente di fissare – specie nel confronto con la Chiesa - i canoni e le regole di una normale dialettica.

Sta montando a vista d'occhio il caso delle minacce a mons. Angelo Bagnasco. Il bossolo ricevuto dal presidente della Cei e arcivescovo di Genova fa clamore e innesca la corsa al messaggio solidale: oltre alla totalità del mondo cattolico, sono scesi in campo anche il presidente della Repubblica, il presidente del Consiglio e la stragrande maggioranza degli esponenti politici. Atti obbligati in un Paese che si dica civile, eppure, al di là della solidarietà rimane da risolvere un nodo cruciale. Ovvero l'incapacità della classe dirigente di fissare – specie nel confronto con la Chiesa - i canoni e le regole di una dialettica normale. Perché un conto è esprimere la propria posizione, anche in modo acceso; altra cosa, mistificare, riducendo tutto ad una polemica becera che concepisce la laicità non come lo strumento per valorizzare sensibilità e differenze, ma per uniformare e livellare (possibilmente verso il basso).

Ecco così che se la Chiesa ha esposto con chiarezza una sua posizione legittima, il fronte del dissenso ha mostrato il lato peggiore di sé. La contrarietà ad un disegno di legge come tanti è stata spacciata per omofobia, la diversità di opinioni come discriminazione, l'opzione positiva del cristianesimo come oscurantismo, un ragionamento complesso come un'equiparazione tra Dico e pedofilia.

Il tutto, coinvolgendo addirittura il Parlamento europeo, passando per i congressi di partito (memorabile la senatrice dei Comunisti italini, Manuela Palermi, che ha definito "cattiva" la Chiesa). Ma la logica della contrapposizione non ha risparmiato nemmeno le piazze. E così il 12 maggio, si assisterà al triste spettacolo di una contromanifestazione al Family Day di Roma, promossa dalla Rosa nel Pugno in piazza Farnese. Come se in questo Paese non fosse possibile far convivere posizioni diverse, superando la logica del muro contro muro e soprattutto, garantendo diritto di parola a tutti.

Le minacce a Bagnasco sono senza dubbio legate a frange estreme, ma non prescindono affatto dal clima degli ultimi mesi. Politici, intellettuali e opinion leaders dovrebbero saperlo bene: del resto, se si sceglie un dibattito al limite dello scontro, non ci si può poi lamentare delle schegge impazzite. L'Italia ha già conosciuto momenti in cui dalle parole si è passati ai fatti. Non sarebbe male abbassare i toni, tornare a dialogare, ma soprattutto a rispettarsi.

Korazym

Ottimo, veramente ottimo, questo editoriale di Korazym. In poche righe il commento riesce a toccare tutti i punti cruciali dello scontro in atto.
La Chiesa, signori miei, parla ai Cattolici!
Nessun medico prescrive ad una persona di dichiararsi tale, ma se il politico fa della sua fede una sorta di bandiera (per prendere qualche voto in piu'), allora, deve o dovrebbe essere coerente cone le proprie, presunte, convinzioni.
Non c'e' ragione di avere paura della Chiesa!
Non c'e' ragione di organizzare contromanifestazioni il cui unico scopo e' la provocazione e creare fastidio al prossimo.
La politica ed i mass media (grave e' la responsabilita' di alcuni commentatori, editorialisti, giornalisti e vaticanisti) scendano sulla terra e comincino a comprendere che la Chiesa non e' il nemico, ma un interlocutore importante
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Raffaella


Ed ecco la fiera dell'ipocrisia...

La mia solidarietà a Bagnasco

PIERGIORGIO ODIFREDDI

Dopo la lettera con un proiettile ricevuta venerdì da monsignor Bagnasco, che fa seguito alle scritte sui muri delle ultime settimane, il cardinal Bertone ha ieri chiesto all´Italia di non lasciar solo il destinatario di queste minacce. Napolitano ha fatto subito sentire la sua voce.
Per quanto possa valere, vorrei comunicare al presidente della Cei la mia completa solidarietà personale: come ogni intellettuale, infatti, ritengo che le dispute ideologiche vadano affrontate con le armi della logica tipiche della dialettica democratica, e non con la logica delle minacce e delle armi alla quale appartengono le missive con le pallottole, tipiche invece di una dialettica mafiosa che finora aveva infestato soltanto i mondi economico e politico, ma che evidentemente sta ormai invadendo persino quello culturale.
Questa mia posizione, oltre che sincera, è anche ovvia: o, almeno, così dovrebbe essere. E invece, da alcune parti, si punta il dito contro gli intellettuali che criticano le posizioni della Chiesa: «dalle loro posizioni gli estremismi traggono il loro alimento», sostengono politici come Gerardo Bianco e Luca Volontè, indicando anche il mio nome tra quelli degli imputati.
Io confesso, naturalmente, di aver pubblicato da un paio di mesi un libro intitolato "Perché non possiamo essere Cristiani (e meno che mai Cattolici)" nel quale mi studio di persuadere, «a cuor sincero e con fede non finta», che la Bibbia è in contrasto con la scienza in particolare, e con la ragione in generale. E sapevo fin dagli inizi che così facendo sarei incorso nelle censure dei vertici ecclesiastici e nelle recensioni urlate della destra, da "Il Giornale" a "Il Foglio", mentre a sinistra avrebbe in massima parte risposto un imbarazzato (e imbarazzante) silenzio. Anche se non sospettavo che la refrattarietà del mondo cattolico alla critica si sarebbe spinta fino a richiedere il boicottaggio delle mie conferenze, dalle interpellanze comunali (prima quella di Forza Italia del 7 marzo a Sesto San Giovanni) al volantinaggio (ultimo quello dei ciellini del 28 aprile a Crema).
Tutto questo fa però parte di un confronto intellettuale, per quanto duro. Le accuse di Bianco e Volontè, invece, passano il segno: cancellando la differenza tra le opinioni articolate e i fatti sommari, arrivano addirittura a equiparare un libro a un attentato, e il suo autore a un mandante. Naturalmente, sarebbe inutile lanciare appelli ai sicuramente anonimi, e probabilmente ottusi, imbrattatori di muri e mittenti di pallottole: l´unica azione sensata è scovarli e condannarli. Speriamo invece che non sia inutile richiamare certi politici e giornalisti, chiedendo loro di smettere di contrapporre alle argomentazioni gli insulti, e di incominciare ad affrontare nel merito il dibattito sul rapporto non solo tra scienza e fede, ma anche tra Stato e Chiesa.
Ribadisco a chiare lettere, e a scanso di equivoci, che monsignor Bagnasco ha naturalmente tutti i diritti di esternare come meglio crede la sostanza delle idee sue e della Chiesa: anche nella forma più controversa per la quale sembra avere un dono particolare, come ha sistematicamente dimostrato dal Festival della Scienza di Genova dello scorso ottobre («programma troppo laicista, non ci vado») alla controversia sui Dico di pochi giorni fa (quando ha detto che avrebbero aperto le porte all´incesto e alla pedofilia).
Ognuno ha il diritto di dire cosa vuole e come preferisce, e di essere contestato senza dover subire minacce e intimidazioni: dunque, per quanto mi riguarda, ripeto che di fronte alle minacce e alle pallottole il monsignore non è solo. Ma questo non deve fermare il diritto di critica alle sue affermazioni.

Repubblica, 1° maggio 2007

Che cosa notiamo in questo articolo? Diciamo che e' una fonte inesauribile di riflessioni.
Innanzitutto vorrei rassicurare il professor Odifreddi: nessuno gli nega il diritto di parola e di critica. Non sono certo i Cattolici che pretendono il silenzio di intellettuali e politici. Purtroppo non e' sempre vero il contrario...
Vedo che anche Lei, professsore, non sfugge alla tentazione di Politi: il Suo commento doveva riguardare Monsignor Bagnasco e le intimidazioni da lui subite, ma Lei ha ritenuto opportuno fare un po' di pubblicita' gratuita al suo libro.
A proposito: la Sua critica, professor Odifreddi, alla religione vale solo per il Cristinesimo e, in particolare, per il Cattolicesimo o e' estensibile anche all'Islam ed all'Ebraismo?
Ma torniamo al Suo editoriale.
Caro Odifreddi, il diritto di critica rientra nell'art. 21 della Costituzione che prevede, fra l'altro, la liberta' di stampa, tuttavia, da lettrice, esigo che sia rispettata la verita' dei fatti.
Lei, professore, e' una persona acuta ed intelligente e, quindi, Le chiedo di leggere attentamente gli interventi di Mons. Bagnasco prima di esprimere giudizi.
Dove, quando, come e perche' ha letto che il Presidente della CEI ha affermato che i DICO aprirebbero la strada all'incesto e alla pedofilia? Fuori quel documento perche' io non l'ho letto...
Vede, caro professor Odifreddi, Lei e' fortunato: "Repubblica" le ha dato la possibilita' di controbattere alle accuse mosse contro la Sua persona. Purtroppo, nella maggiorparte dei casi, questa opportunita' non viene offerta ne' ai Vescovi ne' tantomeno al Papa.

Raffaella


Intervista

L’esponente dei Liberal

MARCO ZATTERIN
CORRISPONDENTE DA BRUXELLES

Mauro e Tajani non hanno partecipato alla riunione e non c'era nessuno del loro partito. Ho trovato le loro dichiarazioni molto sorprendenti». Sophie in 't Veld ha la voce incredula. La reazione della Cei alla risoluzione del Parlamento Europeo sull'omofobia l'ha lasciata di stucco, come pure il fatto che i due esponenti di Forza Italia si siano presi il merito di aver fatto togliere il riferimento a Bagnasco. «Glielo ripeto - spiega tranquilla l'eurodeputata olandese del gruppo Liberaldemocratico -: quando abbiamo esaminato il testo finale, al tavolo erano seduti verdi, socialisti, liberali, la sinistra unita. Neanche l'ombra di popolari e Forza Italia».

Chi ha tagliato il paragrafo sul presidente della Cei?

«E' molto semplice. Ogni volta che si deve preparare una risoluzione, i singoli schieramenti politici presentano una bozza. Poi le esaminiamo tutti insieme. E' a quel punto che il riferimento è caduto».

Come mai?

«Abbiamo ritenuto che non fosse necessario. Capita spesso che questo o quel parlamentare proponga di inserire un esempio nazionale perché vuole rendere più comprensibile il messaggio».

Nessuna offensiva contro la Chiesa?

«E' assolutamente falso affermare che c'è la deliberata volontà di fare una cosa simile».

Così l'hanno presa a Roma...

«Mi creda. Sul questo punto il dibattito è stato brevissimo. S'è parlato di più dell'arcivescovo di Namur che di Bagnasco. Io stessa non ero al corrente di quanto gli veniva imputato. Alla fine abbiamo optato per ribadire che i leader religiosi e politici dovrebbero astenersi da commenti discriminatori nei confronti degli omosessuali».

Ciò non toglie che la reazione sia stata violenta.

«Non è la prima volta, e lo trovo veramente strano. Quando ho letto i giornali italiani, venerdì mattina, ho pensato "ma povero Vaticano che si sente minacciato da una risoluzione del Parlamento Europeo". Non credo che sia questo il caso. Potrebbero preoccuparsi delle persone che vengono picchiate in strada perché non eterosessuali».

Avrà modo di dirlo a Ratzinger quando verrà a Strasburgo.

«Ho scritto a Poettering quando l'ho saputo. Gli ho detto che non avevo nulla in contrario con la sua iniziativa, però ritenevo che dovesse essere effettuata nel quadro del rispetto delle radici laiche della Chiesa. Sono favorevole al dialogo, ma questo deve avvenire con la Chiesa come con le religioni non confessionali. Invece l'intervento del Papa sarà un monologo che lo metterà ancora in una posizione privilegiata».

Cosa le ha risposto il presidente?

«Ha detto che inviterà altri leader religiosi. Ma non ha citato, ad esempio, gli umanisti. Ha dimostrato ancora una volta la paura della Chiesa, una paura che è difficile da comprendere. E che prova come sia assolutamente necessario continuare a suonare il tamburo della divisione netta fra ciò che è laico e ciò che è religioso».

Non lo si fa abbastanza?

«La Chiesa ha dimostrato di avere due voci. Quando parla di sé vuole mettere in risalto con forza le radici cristiane dell'Europa. Quando tocca alla Turchia, chiede che la divisione fra Stato e religione sia garantita».

La Stampa, 1° maggio 2007

Mamma mia, che esempio lampante di laicismo! Grazie a "La Stampa" che me lo serve su un piatto d'argento :-))
Innanzitutto vorrei precisare che il riferimento a Mons. Bagnasco e' stato tolto grazie all'intervento del Presidente Poettering che, essendo tedesco, e' persona intelligente ed accorta.
Se fosse stato per gli europarlamentari, ci saremmo trovati quel riferimento con la soddisfazione degli eurodeputati italiani.
Quindi non e' gradito l'invito del Papa a Strasburgo...
A questo punto invito Benedetto XVI ad andarci visto che non si capisce come mai TUTTI possano dire tutto ed il contrario di tutto, ma il Papa deve tacere.
Non e' questa la democrazia, signori miei e, se permettete, decide al Chiesa di che cosa e di chi occuparsi.
Ma non vi rendete conto che, da bravi laicisti, state compiendo ingerenza nei confronti della Chiesa Cattolica. Due pesi e due misure? Tutto il mondo e' paese, mi viene da dire...
Per quanto riguarda la Turchia, sappia, cara eurodeputata, che Don Santoro e' stato ucciso per il solo fatto di essere cattolico e che lo Stato deve garantire la liberta' religiosa. In Europa e' cosi' o sbaglio?
Cari miei, se qui c'e' qualcuno che ha paura non e' certo la Chiesa ma, semmai, qualche solerte eurodeputato.

Raffaella


I gay, arma della Ue contro la Chiesa

di Gianni Baget Bozzo

Il Parlamento Europeo è diventato una centrale anticattolica: e il punto centrale dell’anticattolicesimo è divenuta la questione omosessuale. Non è che la Chiesa cattolica sia l’unica Chiesa cristiana a mantenere una censura della condotta omosessuale, anzi, nel suo linguaggio ha compiuto con il documento «Persona Humana», prodotto dal cardinale Ratzinger, una evoluzione significativa. Prima l’atto omosessuale era considerato avente la specifica malizia dell’atto «contro natura» e colpito come scelta libera: oggi la Chiesa considera la condizione omosessuale una situazione obiettiva sregolata e quindi ammette che non sia una libera scelta dei soggetti.

Di qui la forte sottolineatura, fatta dal cardinale ora Papa, sull’accoglimento positivo delle persone inclinate all’omosessualità, pur considerandone colpevole l’atto. Ma infine non più di quanto consideri peccato un atto eterosessuale compiuto fuori dal matrimonio e con l’intenzione di non avere figli. Il linguaggio del peccato contro natura è finito e l’evoluzione della Chiesa può continuare.

Ma l’impressione è che non vi sia solo la tutela degli omosessuali da parte della potente lobby del Parlamento Europeo che si scatena contro la Chiesa cattolica. Pare invece che la questione omosessuale sia uno strumento per realizzare una lotta contro il Cattolicesimo che non ha altro fine che quello di essere contro il cattolicesimo. Vorremmo dire che, se l’aiuto agli omosessuali fosse uno scopo dei socialisti essi censurerebbero anche le Chiese anglicane del terzo mondo che hanno la medesima posizione della Chiesa cattolica e ancor più direttamente l’Islam e lo stesso ebraismo ortodosso. In Europa la lobby anticattolica è agitata da tutti i residui delle posizioni anticattoliche della storia del secondo millennio: da quella protestante a quella rivoluzionaria.

Piaccia o non piaccia, la Chiesa cattolica è la simbolica della società occidentale, nata dalla Cristianità e dalle radici che sostengono quel frutto che è l’Occidente.

Impedire l’unità tra idea occidentale e idea cattolica per fare del laicismo l’unico fondamento dell’Occidente è una delle ragioni che spingono la lobby anticattolica ad attaccare la Chiesa su un punto delicato come la questione omosessuale. Un problema che si presenta con aspetti nuovi per una Chiesa che sa interpretare e fare evolvere la Scrittura nella Tradizione come la Chiesa cattolica. Non è un caso che la lobby anticattolica abbia in Italia una incidenza a sinistra.
Non risulta che nel Parlamento europeo né la Margherita né i Ds abbiano votato difformemente dalla scelta della lobby che controlla il gruppo socialista. Ma è inevitabile che le componenti estreme della sinistra reagiscano da componenti estreme. Ci può sorprendere che Enrico Boselli, che fu craxiano e da Craxi nominato alla segreteria regionale dell’Emilia, scelga una linea anticattolica, ma non ci meravigliamo che questa venga assunta dalle frange della sinistra che, come è noto, confinano, persino nella Cgil, con i terroristi. Dietro ai centri sociali c’è un avallo di forze che vanno molto oltre i centri e fanno di questi l’area marciante e decisa dell’attacco alla Chiesa cattolica. È una linea folle attaccare la Chiesa nei giorni in cui l’Islam produce un movimento di unificazione attorno al califfato o alla sharia imposta nei singoli Paesi, quando l’Occidente, in quanto Occidente e non soltanto in quanto è stato Cristianità, è attaccato con mezzi così violenti e così incontrollabili. Ma la Chiesa è il cuore dell’Occidente e per questo attaccare la Chiesa è colpire la nostra civiltà. La lobby anticattolica del Parlamento europeo è in rivolta contro l’Europa di cui la Cristianità è il fondamento civile e la memoria condivisa.

Il Giornale, 1° maggio 2007

Per fortuna la Chiesa non solo non scende a compromessi, ma ha in se' la forza necessaria per sopravvivere, anzi, essa sara' ancora piu' forte quando la moda laicistica, oggi conformistica, avra' perso il suo fascino.


Bagnasco, la solidarietà tardiva, la morale e la Chiesa


di Alberto Giannino

MILANO - Sono giunte tardivamente le attestazioni di solidarieta' da parte di settori del mondo politico cosiddetto laico nei confronti di Monsignor Angelo Bagnasco, oggetto di minacce e indimidazioni per aver difeso la famiglia da un mese. E mancano all'appello quelle di Pannella, Bonino, Boselli, Sterpa, La Malfa, cattocomunisti vari, Arcigay e Arcilesbica. E Capezzone, che tutti i minuti lo trovi in un telegiornale diverso, al punto da importunare le casalinghe, che fine ha fatto? Ma, cosa volete, lo stile se uno non ce l'ha non se lo puo' dare... Il Papa, telefonando due volte a Bagnasco, ha detto al Presidente della Cei e Arcivescovo di Genova di andare avanti, che ha il suo sostegno, di portare la sua croce, e che in Italia la morale e' tabu'. Certo, nel nostro Paese, per alcuni, la Chiesa deve stare ai margini, deve essere relegata fuori da ogni dibattito altrimenti viene accusata di ingerenza nelle cose dello Stato e di indebita interferenza. Si vorrebbe una Chiesa conforme alla mentalita' di questo mondo, non a quella di Cristo. Non e' un caso che molti creano volutamente una dicotomia tra Cristo e la Chiesa. Dicono di credere in Dio, ma non nella Chiesa. E perche' secondo voi? Perche' accettare Dio significa accettare i suoi Comandamenti sempre attuali, significa accettare le Beatitudini. La Legge antica e quella nuova. E quindi accettare il discorso legato alla morale cristiana, quella morale tanto invisa e tanto contestata al punto che si arriva ad eliminare Dio dal proprio orizzonte. Si, Dio diventa un ostacolo, diventa un' invenzione. Ricordate Fuerbach? Non e' Dio che ha creato l'uomo, ma e' l'uomo che ha creato Dio. E l'altro suo collega filosofo Nietzche che arrivaro' a proclamare che "Dio e' morto". E analogo discorso faranno i teologi americani negli anni '70 Hamilton e Altizer con una teologia che neghera' Dio. E quanti biblisti e teologi seguiranno Hamilton e Altizer deviando dalla fede. E ancora il tedesco Martin Heidegger che afferma durante il nazismo: “La nostra epoca è talmente lontana da Dio da non essere più in grado di avvertire questa mancanza”; non sono dunque scomparsi gli dei o il dio, ma lo splendore della divinità che non si vede più nella storia del mondo, così anche il sacro, “traccia che porta alla divinità” è andato perduto. A questi autorevoli filosofi ha risposto molto bene il Vaticano I nel 1870 con la Costituzione dogmatica Dei Filius nella quale si ribadisce che a Dio si puo' accedere con la fede e l'uso della ragione "dalle cose create" (Rm 1, 20). Concetto che troviamo nell'Antico Testamento nel cap. XIII del Libro della Sapienza e negli studi biblici che fece San Bonaventura a noi trasmessi dalle sue opere. Viviamo in una societa' che non nega Dio, come negli anni ‘70, ma gli e' indifferente. Questa indifferenza e' il dramma del nostro tempo. Intere generazioni non rifiutano apertamente Dio, non gli sono ostili, ma restano indifferenti a Lui. Vivono "come se Dio non esistesse". Da qui lo scandalo della morale cattolica che sarebbe piena di divieti e di tabu', che non consentirebbe a due persone di amarsi, di volersi bene, di essere famiglia e di procreare. Allora si contesta la Chiesa, il Papa, i Vescovi e i Sacerdoti. La Chiesa non e' piu' santa e immacolata, il Corpo mistico di Cristo, ma e' solo un edificio di mura, qualcosa di materiale e di terreno. Il soprannaturale, il mistero, la metafisica volutamente vengono cancellati e non esistono piu'. Alle nuove generazioni viene insegnato che basta la "sola Scriptura" con il suo libero esame per vivere bene da cristiani. E Magistero e Tradizione, come vuole la mentalita' protestante vengono ignorati. E tale mentalita' trova il sostegno nei laicisti, negli anticlericali e nei senza Dio. Benedetto XVI ci ha insegnato che per la dittatura del relativismo, in auge nel terzo millennio, tutte le verita' religiose sarebbero relative, ma anche per lo scientismo positivista che non accetta concetti come Dio, l'anima e l'aldila' perche' non si vedono, non si sentono e non si toccano. E cosi diffondono indifferentismo e ateismo. Senza contare scristianizzazione, neopaganesimo e secolarizzazione. In questo contesto storico culturale non e' facile annunciare la Buona Novella ne' tantomeno la morale che discende da essa. Il razionalismo, lo scetticismo e il dubbio eretto a sistema hanno creato una mentalita' piena di pregiudizi verso la religione e il Cristianesimo. L'uomo preferisce camminare nel fango, negli acquitrini delle pozzanghere, preferisce condurre una vita dissoluta, abbracciare l'edonismo e il libertinismo. Da qui la pornografia, la porno internet, costumi e spettacoli licenziosi, e il degrado morale di tanta gioventu'. E che dire della pedofilia, degli scandali sessuali, di coloro che deturpano la Chiesa di Cristo? Potremmo citare Benedetto XVI e dire che nella Chiesa qualche volta troviamo anche "sporcizia". Si, e' vero. Quella sporcizia allontana molti giovani dalla Chiesa perche' essi guardano al sacerdote come all'alter Christus, a colui che agisce in nome e per conto di Cristo capo. E noi non dobbiamo deluderli. Molti poi nella Chiesa sono presi dall'arrivismo, dalla carriera e dal potere. Come se non si potesse servire Cristo senza avere la porpora viola o rossa. E della "zizzania"? Potremmo dire che essa si manifesta nel pluralismo teologico equivoco, nel dissenso dottrinale, nel magistero parallelo e nella superbia di tanti teologi che ricorrono a sofismi per disorientare il Popolo di Dio e scandalizzare i semplici. Ritornando alla morale. Non e' facile insegnarla. La nostra religione e' intessuta di dogmi che vengono falsamente ritenuti una prigione del pensiero. E' difficile credere se non con l'aiuto della grazia dello Spirito e se non siamo ben disposti con l'animo. Ecco che la Parola di Dio e la preghiera ci possono aiutare molto. Quanti bellissimi libri troviamo nei 73 libri della Bibbia? Per esempio quelli poetici, profetici e sapienziali. Sempre attuali e sempre pieni di scienza. E che dire dei Vangeli che dopo 2000 anni resistono ad ogni mistificazione e ad ogni bugia? L'ignoranza delle Scritture e' l'ignoranza di Cristo, diceva San Girolamo. E' vero. Torniamo alla sorgente, ma con umilta' e tenendo conto del Magistero e della Tradizione, come dice la Dei Verbum del Concilio Vaticano II. Un'ultima considerazione. Il nostro Dio e' un Dio nascosto (profeta Isaia e Blaise Pascal), e' un Dio ignoto, che abita in una luce inaccessibile, che adesso lo vediamo confusamente come in uno specchio, ma che poi alla fine lo incontreremo faccia a faccia cosi come Egli e'. E' un Dio che e' Amore, come ci ha insegnato papa Benedetto XVI. E allora mettiamoci in suo ascolto perche' ci possa rivelare la sua profondita', la sua bonta', la sua grandezza e la sua misercordia. E con Maria, madre di Dio, recitiamo il canto del Magnificat per chiederle di aiutarci a restare saldi nella fede, a vivere alla sequela di Cristo, e a restare nella purezza e dentro la morale specialmente oggi che viene rifiutata, vituperata e svilita.

da Petrus

Straordinario editoriale! I miei complimenti ad Alberto Giannino!

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