12 maggio 2007

Aggiornamento della rassegna stampa del 12 maggio 2007(3)


Vedi anche:

DISCORSO DEL SANTO PADRE AI VESCOVI BRASILIANI, 11 MAGGIO 2007

Conferenza stampa del Papa sull'aereo per il Brasile

VIAGGIO APOSTOLICO IN BRASILE: SPECIALE

VIAGGIO APOSTOLICO IN BRASILE (9-14 MAGGIO 2007)

Aggiornamento della rassegna stampa del 12 maggio 2007 (1)

Rassegna stampa del 12 maggio 2007

Aggiornamento della rassegna stampa del 12 maggio 2007 (2)



Il Papa ai vescovi brasiliani: no ai “processi legislativi” contro la famiglia, no alla “ferita” del divorzio e delle libere unioni, no agli attentati alla dignità dell’uomo, no all’irrisione mediatica di matrimonio e verginità

Benedetto XVI ha pronunciato ieri un importante discorso ai vescovi brasiliani.

Ne riportiamo i passaggi principali.

Il ruolo pubblico della chiesa

Laddove Dio e la sua volontà non sono conosciuti, dove non esiste la fede in Gesù Cristo, e nella sua presenza nelle celebrazioni
sacramentali, manca l’essenziale anche per la soluzione degli urgenti problemi sociali e politici. La fedeltà al primato di Dio e della sua volontà, conosciuta e vissuta in comunione con Gesù Cristo, è il dono essenziale che noi vescovi e sacerdoti dobbiamo offrire alla nostra gente (cfr “Populorum progressio”, 21).

La famiglia, il divorzio, l’aborto

E’ vero che i tempi presenti risultano difficili per la chiesa e molti dei suoi figli sono tribolati. La vita sociale sta attraversando momenti di smarrimento sconcertante. Viene attaccata impunemente la santità del matrimonio e della famiglia, cominciando
dal fare concessioni di fronte a pressioni capaci di incidere negativamente sui processi legislativi; si giustificano alcuni delitti contro la vita nel nome dei diritti della libertà individuale; si attenta contro la dignità dell’essere umano; si diffonde la ferita del divorzio e delle libere unioni. Più ancora:
quando, in seno alla chiesa, è messo in questione il valore dell’impegno sacerdotale come affidamento totale a Dio attraverso il celibato apostolico e come totale disponibilità a servire le anime, e si dà la preferenza alle questioni ideologiche e politiche, anche partitiche, la struttura della totale consacrazione
a Dio comincia a perdere il suo significato più profondo. Come non sentire tristezza nella nostra anima? Ma abbiate fiducia: la chiesa è santa e incorruttibile.

No ai media che irridono il matrimonio

Il mondo ha bisogno di vite limpide, di anime chiare, di intelligenze semplici, che rifiutino di essere considerate creature oggetto di piacere. E’ necessario dire no a quei mezzi di comunicazione sociale che mettono in ridicolo la santità del matrimonio e la verginità prima del matrimonio.(dall’omelia per la canonizzazione di Antônio de Sant’Ana Galvão)

Relativismo, laicismo, agnosticismo e sette

Tra i problemi che affliggono la vostra sollecitudine pastorale c’è la questione dei cattolici che abbandonano la vita ecclesiale.
Sembra chiaro che la causa principale, tra le altre, di questo problema possa essere attribuita alla mancanza di un’evangelizzazione in cui Cristo e la sua chiesa stiano al centro
di ogni delucidazione. Le persone più vulnerabili al proselitismo aggressivo delle sette – che costituisce motivo di giusta preoccupazione – e incapaci di resistere agli assalti dell’agnosticismo, del relativismo e del laicismo sono in genere i battezzati non sufficientemente evangelizzati, facilmente influenzabili perché possiedono una fede fragile e, a volte, confusa, vacillante e ingenua, anche se conservano una religiosità innata.
Nell’enciclica “Deus caritas est”, ho ricordato che “all’inizio dell’essere cristiano non c’è una decisione etica o una grande idea, bensì l’incontro con un avvenimento, con una Persona, che dà alla vita un nuovo orizzonte e con ciò la direzione decisiva” (n. 1).
E’ necessario,pertanto, avviare l’attività apostolica
come una vera missione nell’ambito del gregge costituito dalla chiesa in Brasile, promuovendo un’evangelizzazione metodica e
capillare in vista di un’adesione personale e comunitaria a Cristo.

Rispetto della liturgia

La verità suppone una conoscenza chiara del messaggio di Gesù trasmessa grazie ad un linguaggio inculturato comprensibile, ma necessariamente fedele alla proposta del Vangelo. Nei tempi attuali è urgente una conoscenza adeguata della fede, com’è ben riepilogata nel Catechismo della chiesa cattolica, con il suo Compendio. Fa parte della catechesi essenziale anche l’educazione alle virtù personali e sociali del cristiano, così come l’educazione alla responsabilità sociale. Precisamente perché fede, vita e celebrazione della sacra liturgia come fonte di fede e di vita sono inseparabili, è necessaria una più corretta applicazione dei principi indicati dal Concilio Vaticano II, riguardanti la liturgia della chiesa, incluse le disposizioni contenute nel Direttorio per i
vescovi, con il proposito di restituire alla liturgia il suo carattere sacro. […] “La liturgia non è mai proprietà privata di
qualcuno, né del celebrante né della comunità nella quale si celebrano i santi Misteri”(Giovanni Paolo II, enciclica “Ecclesia de Eucharistia”, 52).

Magistero e ricerca teologica

Noi pastori, sulla scia dell’impegno assunto come successori degli apostoli, dobbiamo essere fedeli servitori della Parola, senza visioni riduttive né confusioni nella missione che ci è affidata. Non basta osservare la realtà a partire dalla fede personale; è necessario lavorare con il Vangelo alla mano e ancorati all’autentica eredità della

Tradizione apostolica, senza interpretazioni motivate da ideologie razionalistiche.

Così, “nelle chiese particolari spetta al vescovo conservare e interpretare la Parola di Dio e giudicare con autorità ciò che risulta essere o non essere in conformità con essa” (Congregazione per la Dottrina della Fede, “Istruzione sulla vocazione ecclesiale del teologo”, n. 19). Egli, come Maestro di fede e di dottrina, potrà contare sulla collaborazione del teologo che, “nella sua dedizione al servizio della verità, dovrà, per rimanere fedele alla sua funzione, tenere conto della missione propria del Magistero e con esso collaborare” (ibid., n. 20). Il dovere di conservare il deposito della fede e di mantenere la sua unità richiede una stretta vigilanza, in modo tale che esso sia “conservato e trasmesso fedelmente, e che le posizioni particolari siano unificate nell’integrità del Vangelo di Cristo” (“Direttorio per il Ministero Pastorale dei Vescovi”, n. 126).

Fedeltà a Pietro ed ecumenismo

Il Successore di Pietro conta su di voi, perché la vostra preparazione poggi sempre sulla spiritualità di comunione e di fedeltà alla Sede di Pietro, affinché sia sicuro che l’azione dello Spirito non sia vana. […]
L’ecumenismo, ossia la ricerca dell’unità dei cristiani diventa in questo nostro tempo, nel quale si verifica l’incontro delle culture e la sfida del secolarismo, un compito sempre più urgente della chiesa cattolica. In conseguenza, però, della moltiplicazione di
sempre nuove denominazioni cristiane e, soprattutto di fronte a certe forme di proselitismo, frequentemente aggressivo, l’impegno
ecumenico diventa un lavoro complesso. In tale contesto, è indispensabile una buona formazione storica e dottrinale, che abiliti al necessario discernimento e aiuti a capire l’identità specifica di ognuna delle comunità, gli elementi che dividono e quelli che aiutano nel cammino verso la costruzione dell’unità.
Il grande campo comune di collaborazione dovrebbe essere la difesa dei valori morali fondamentali, trasmessi dalla tradizione biblica, contro la loro distruzione in una cultura relativistica e consumistica; e ancora, la fede in Dio Creatore e in Gesù Cristo, suo Figlio incarnato. Inoltre, vale sempre il principio dell’amore fraterno e della ricerca di comprensione e di avvicinamenti reciproci; ma anche la difesa della fede del nostro popolo, confermandolo nella gioiosa certezza che “l’unica chiesa di Cristo… sussiste nella chiesa cattolica, governata dal successore di Pietro e dai vescovi in comunione con lui” (Lumen gentium, 8).

Il Foglio, 12 maggio 2007

Questo e' giornalismo, signori cari! Riportare le esatte parole del Papa senza interpretazioni di parte e, magari, malevole!
Raffaella


Il Papa torna a difendere la famiglia. E ai vescovi ribadisce l’allarme per aborto, divorzio e libere unioni

GIOVANNA CHIRRI San Paolo. I media non ridicolizzino il matrimonio e la verginità. Lo chiede il Papa, auspicando inoltre che i cattolici siano capaci di «dire no» a tali mezzi di comunicazione, quando «mettono in ridicolo la santità del matrimonio e la verginità prima del matrimonio». Questo il tema offerto alla riflessione dei fedeli dal Pontefice, nella messa in cui sostiene l'orgoglio dei brasiliani per il primo santo nato in terra carioca. E in cui, davanti a una folla entusiasta, che si è radunata dalla notte nel Campo di Marte di San Paolo, e che lo accoglie con emozione, ripete i gesti e i riti con cui la Chiesa fa i suoi santi. Benedetto XVI approfitta di questa messa con bagno di folla - un milione di persone secondo la polizia - per proclamare il suo amore per i brasiliani e i latinoamericani. Ma anche per critica quei media che, nella «epoca così piena di edonismo in cui viviamo» ridicolizzano il matrimonio e la verginità. Papa Ratzinger non esplicita ulteriormente la sua condanna. Si limita ad affermare che «il mondo ha bisogno di vite limpide, di anime chiare, di intelligenze semplici, che rifiutino di essere considerate oggetto di piacere». «È necessario - aggiunge subito dopo - dire no a quei mezzi di comunicazione sociale che mettono in ridicolo la santità del matrimonio e la verginità prima del matrimonio». Nella spianata sotto l'altare frati e suore francescane, ragazzi e ragazze, gente del popolo e personalità, umili e ricchi, in un unico tripudio sventolano le bandiere del Brasile e intonano inni sacri. Frei Antonio di Sant'Anna Galvao proveniva da Guarantiguetà, nello Stato di San Paolo, è vissuto tra Settecento e Ottocento, ha studiato dai gesuiti ma si è fatto francescano, ebbe fama di immensa carità e le sue «pillole di carta» fabbricate ancora oggi sono considerate miracolose. Per rendergli onore i fedeli sono giunti ieri da ogni parte dell'immenso Brasile. A loro il Papa ha additato l'esempio di carità del frate francescano, senza rinunciare a un tema di attualità come l'immagine che i mezzi di comunicazione di massa danno della famiglia. In serata Ratzinger, incontrando a San Paolo i vescovi brasiliani ha detto: «Nel mondo si diffonde la ferita del divorzio e delle libere unioni» in un periodo in cui «la vita sociale sta attraversando momenti di smarrimento sconcertante». Il Papa ha aggiunto anche che «si giustificano alcuni delitti contro la vita nel nome dei diritti della libertà individuale» e che «si attenta alla dignità dell'essere umano». Intanto, il giorno dopo che il Papa ha fatto appello per la castità, il celibato, e la valorizzazione della vita monastica, i duemila preti sposati del Brasile si sono fatti avanti chiedendo a Benedetto XVI una ricollocazione dignitosa nella Chiesa cattolica in vista della conferenza espiscopale di domani ad Aparecida. Ma il Papa si è dimostrato molto duro e irremovibile su questo punto. La conferenza episcopale brasiliana (Cnbb) ha tentato di includere il tema del celibato nel documento di sintesi che orienterà la V Conferenza dei vescovi dell'America Latina e dei Caraibi, che il Papa inaugurerà domani nel santuario mariano di Aparecida, a 170 chilometri da San Paolo. Ma gli organizzatori l'hanno escluso dai lavori che si protrarranno per tutto il mese.

Il Mattino, 12 maggio 2007

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