11 giugno 2008

L'arcivescovo Migliore rilancia l'appello del Papa all'Onu: "La libertà religiosa non è la cenerentola dei diritti dell'uomo" (Osservatore Romano)


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L'arcivescovo Migliore rilancia l'appello del Papa all'Onu

La libertà religiosa non è la cenerentola dei diritti dell'uomo

di Andrea Monda

Per indole e per motivi d'ufficio, l'arcivescovo Celestino Migliore, 55 anni, di Cuneo, Osservatore permanente presso l'Organizzazione delle Nazioni Unite a New York, non è un tipo loquace.
Nel senso che, pur essendo molto affabile, è sempre un "diplomatico". Questa volta, però, ci tiene a parlare e a sottolineare tutta la gioia che è ancora viva a due mesi dalla visita di Benedetto XVI nella "sua casa" a New York, visto che è stato lui a ospitare il Papa Ratzinger nella "grande mela".
L'amore tra il Pontefice e il popolo statunitense - ricorda monsignor Migliore - è scoccato sin dal primo momento: "Quando il Papa è sceso dalla scaletta dell'aereo nella base di Andrews gli americani si sono subito sentiti avvolti dalla sua grande carica umana. Attendevano Benedetto XVI per rendersi conto di persona dello spessore spirituale, intellettuale e umano che già avevano potuto intravedere attraverso i resoconti mediatici. In quel momento hanno visto il Papa felice di essere atterrato negli Stati Uniti, a suo grande agio e quasi ansioso di incontrare tutti gli americani. L'arrivo e gli eventi che sono seguiti sono stati all'insegna della festa, del calore, della comprensione reciproca".
Sbocciata il primo giorno all'aereoporto di Washington, questa simpatia reciproca ha trovato il suo coronamento alla fine del viaggio, nel suo momento più significativo a Ground Zero: "Devo dire che la profonda empatia del Papa di fronte a quello che rimane il simbolo più bruciante per l'intera nazione - espressa con una cerimonia quasi senza parole, ma da cuore a cuore - ha fatto sì che gli americani lo sentissero come uno di loro. E, allo stesso tempo, ne percepissero la grande autorità con cui egli proponeva loro il suo messaggio. Sulla medesima onda si sono svolte le due uscite fuori programma dalla residenza in New York: la prima, per incontrare centinaia di persone accorse per augurargli Happy birthday! e la seconda per salutare una cinquantina di bambini ammalati. L'affetto e il senso di dignità manifestati dal Papa lo hanno mostrato nella sua più alta veste di autorità morale, che sa dare speranza e senso alla vita".
Non solo "bagno di folla", dunque, ma anche straordinario successo mediatico. Monsignor Migliore sa che si corre il rischio di enfatizzare l'evento, di trasformare la persona in personaggio, svuotando il senso profondo degli avvenimenti. "È un rischio presente nel dna dei media e non solo", avverte. E poi precisa: "Ma chi ha seguito il Papa nelle varie tappe del suo viaggio si è accorto che gli applausi e le ovazioni non hanno disturbato l'ascolto e la comunicazione.
Penso, per esempio, alla gioia intima dei sacerdoti e dei religiosi nella cattedrale di Saint Patrick.
Ho anche saputo che molti giovani, la sera dopo l'incontro, hanno scritto al Papa e pregato per affidare a Dio il loro futuro. Ho inoltre raccolto molte testimonianze significative all'Onu, sia tra il personale, sia tra i diplomatici".
Per monsignor Migliore la visita alle Nazioni Unite ha avuto una portata storica. "Che Papa Benedetto non venisse a dire parole di circostanza, se lo attendevano tutti. Da settimane ero assediato dai cronisti che mi chiedevano che cosa avrebbe detto il Papa. Tuttavia, queste sollecitazioni non mi infastidivano: anzi, erano segno che la parola del Papa conta molto oggi e che egli era atteso all'Onu non in veste di capo di Stato ma di autorità morale. Autorità che custodisce un disegno, conserva i principi e i valori fondanti della vita dell'individuo e della comunità. Autorità morale che si basa sul riconoscimento della "legge naturale", la quale precede le leggi dello Stato e non può venire contraddetta da loro. Ecco perché il Pontefice è andato alla radice di ogni problema: i diritti dell'uomo - basati sulla legge naturale iscritta nel cuore di ognuno e presente nelle diverse culture e civiltà - e l'uguale dignità di ogni persona umana".
Nell'ambito delle Nazioni Unite, la Santa Sede ha scelto di essere non membro a pieno titolo, ma osservatore. "Essa - spiega - contribuisce al dibattito sulle grandi questioni e lo fa attingendo al patrimonio della dottrina sociale. Inoltre segue da vicino i negoziati che si intavolano su tali questioni". Perché - abbiamo chiesto - è importante partecipare ai negoziati dei testi adottati dall'Onu? "Perché - ci ha risposto - quelli giuridicamente vincolanti entrano a far parte della normativa internazionale. Anche i testi con valenza politica creano la cosiddetta soft law e la tendenza di ogni Parlamento nel mondo è di legiferare tenendo un occhio su tali indicazioni". Infine, c'è un ultimo aspetto: "Dar voce a chi non ha voce. Quante volte i rappresentanti delle comunità cattoliche sparse nel mondo - e non solo - scrivono o incontrano il Papa per esporgli i loro drammi che sembrano non aver né fine né soluzione! A volte si tratta di parlare in nome loro, altre di aiutarli a incontrare chi può far qualcosa per loro".
Tra i punti più scottanti toccati dal Papa nel discorso all'Onu c'è quello della libertà religiosa. "Infatti - conferma Migliore - nonostante le belle dichiarazioni, la libertà religiosa rimane in alcune parti del mondo la cenerentola dei diritti dell'uomo. Nella sua visita il Pontefice è tornato su questo tema, parlando dell'America come di uno Stato laico per amore della religione, vissuta liberamente nella sua autenticità. Ci sono qui alcuni elementi indispensabili che rendono il rispetto e la promozione della libertà religiosa la chiave di volta per un governo e una società che rispettino tutti i diritti umani fondamentali. La religione non deve essere considerata un problema, ma parte della soluzione. I pionieri americani fuggivano da situazioni di oppressione religiosa in Europa, ma tenevano ben salda e preziosa la coscienza del rapporto tra Dio e la società. La religione è autentica quando non la si manipola per altri fini. Questo avviene quando è vissuta liberamente: quando governi, società civile, comunità religiose comprese, sono tutti convinti che la libertà religiosa si innesta sull'uguale dignità di ogni persona".
E poi ci sono i temi "eticamente sensibili", quelli legati alla bioetica o alla questione demografica. Qual è la situazione attuale? La visita del Papa in questo senso è stata di aiuto? Ha creato problemi o ha reso possibile un nuovo approccio? "Il Papa - risponde Migliore - ha avuto un'espressione felice a questo riguardo, perché in due parole ha riassunto una diatriba secolare offrendo una via d'uscita. Ha detto che non si tratta mai di scegliere in modo esclusivo tra scienza ed etica, quanto piuttosto di adottare metodi scientifici pienamente rispettosi degli imperativi etici".
L'America è il Paese della libertà, ma anche della ricerca della verità.

Benedetto XVI non ha dribblato nessuno dei temi scottanti e scomodi.

Nell'omelia allo Yankee Stadium - fa notare monsignor Migliore - il Pontefice ha parlato delle verità "immutabili", che rendono liberi gli uomini e che "possono garantire il rispetto della dignità e dei diritti di ogni uomo, donna e bambino nel mondo, compresi i bimbi non ancora nati nel grembo materno". Sono temi caldi, non solo in Italia o negli Stati Uniti, ma "anche e soprattutto all'Onu" conclude monsignor Migliore.
"È il risultato - spiega - della volontà politica dei singoli Paesi membri, all'interno della quale è evidente, da tempo, che all'accoglienza e al rispetto dei principi che non sono negoziabili si sono sostituiti il compromesso e il negoziato su qualsiasi cosa. L'insistenza che Benedetto XVI ha posto sulla convinzione degli autori della dichiarazione universale dei diritti dell'uomo circa principi, come quello della tutela della vita, che non sono disponibili alla volontà della maggioranza o dei governi, dovrà guidarci nei dibattiti e nelle risoluzioni in vista del sessantesimo anniversario di quel documento".

(©L'Osservatore Romano - 12 giugno 2008)

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