16 luglio 2008

Le conclusioni della conferenza internazionale per il dialogo a La Mecca: "C'è un Islam aperto al dialogo con le altre fedi" (Osservatore)


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Le conclusioni della conferenza internazionale per il dialogo a La Mecca

C'è un Islam aperto al dialogo con le altre fedi

"Il dialogo è un autentico metodo coranico e rappresenta una pratica e una cultura profetiche presenti nella memoria dell'Ummah". Lo ha ribadito la Conferenza Internazionale Islamica per il dialogo, organizzata dalla Lega musulmana mondiale, nel documento conclusivo dei lavori svoltisi dal 4 al 6 giugno a La Mecca.
I partecipanti hanno considerato il discorso del Custode delle Due Sante Moschee, il re dell'Arabia Saudita Abdallah, "un documento importante" la "base del dialogo perché contiene idee importanti che serviranno a raggiungere e la pace e una coesistenza positiva".
La Conferenza, nel suo documento finale, ha evidenziato il fatto che l'Islam offre soluzioni positive alle crisi che sconvolgono il mondo e che la "Ummah con la sua indispensabile ricchezza culturale deve unirsi agli altri per affrontare queste sfide".
Durante i lavori i partecipanti hanno discusso di importanti aspetti, così elencati nel documento finale: "legittimità islamica per il dialogo; metodologia, regole, regolamenti e strumenti del dialogo; con chi dialogare; basi e temi dei dialoghi".
La Conferenza ha discusso della legittimità del dialogo, della promozione del dialogo da parte dell'Islam e dei numerosi testi che promuovono il dialogo e che stabiliscono le norme e i modi. A questo proposito si legge nel documento: "Il motivo delle differenze fra nazioni e popoli e della loro differenza culturale e religiosa è la volontà di Dio, la sua profonda saggezza. Questo esige che le nazioni si conoscano e che cooperino per servire i propri interessi, risolvere i propri problemi e vivere in un buon modo e cooperare alla edificazione della terra e alle opere buone (il Sacro Corano 5, 48). Il dialogo è un'autentica metodologia coranica e una tradizione profetica mediante la quale i profeti hanno comunicato con altre persone. La biografia del profeta Maometto presenta una chiara metodologia a questo proposito mediante il dialogo del profeta con i cristiani di Najran e la sua corrispondenza con grandi imperatori e monarchi. Quindi, il dialogo è uno dei più importanti strumenti di diffusione dell'Islam nel mondo. La società di Medina creata dal profeta è il modello ottimale di coesistenza positiva dei seguaci dei messaggi divini. Il documento di Medina è considerato una fonte di orgoglio che può essere presa ad esempio per la coesistenza civile. Ha definito le sfere di cooperazione per perseguire interessi comuni e per stabilire nobili valori umani quali giustizia, carità e Ihsan".
Il dialogo è uno dei modi più significativi attraverso il quale i musulmani possono affrontare il mondo e attraverso di esso possono raggiungere un certo numero di obiettivi. Questi i più importanti indicati dal documento:
"Presentare l'Islam e i suoi principi sull'uomo e la sua grande eredità di civiltà che gli permettono di contribuire efficacemente a guidare il cammino della civiltà umana.
- Rifiutare le accuse mosse all'Islam e rettificare le immagini distorte dell'Islam, delle sue organizzazioni e dei suoi Stati nei circoli religiosi, accademici e nei mezzi di comunicazione sociale.
- Contribuire ad affrontare sfide e offrire soluzioni ai problemi dell'umanità che sono il risultato del suo abbandono della religione e del suo allontanamento dai principi e dai valori di quest'ultima, un atto che ha portato l'umanità a soffrire per l'ingiustizia, il vizio, il terrorismo, le violazioni dei diritti dell'uomo e l'inquinamento dell'ambiente che Dio Onnipotente le ha donato.
- Sostenere e difendere giuste cause relative alle violazioni dei diritti umani e formare un'opinione pubblica internazionale che sostenga queste cause e contribuisca a soddisfare le loro legittime istanze.
- Denunciare quanti promuovono lo scontro di civiltà e porre fine alle teorie che prevedono la fine della Storia.
- Rifiutare le loro accuse secondo cui l'Islam è un nemico della civiltà contemporanea. Tali accuse inculcano la fobia dell'Islam nella mente delle persone, imponendo il proprio dominio sul mondo e diffondendo un'unica cultura.
- Imparare a conoscere persone di altre fedi e di altre culture e stabilire con loro principi comuni che permettano una coesistenza pacifica e la sicurezza della società umana.
- Cooperare reciprocamente nel diffondere valori etici, verità, benevolenza e pace e sfidare l'egemonia, lo sfruttamento, l'ingiustizia, la deviazione morale, la disgregazione della famiglia e altri mali che minacciano le società.
- Risolvere problemi e dispute che possono sorgere fra musulmani e altri in Paesi e comunità, sia questi ultimi o meno a maggioranza musulmana.
- Garantire un clima adatto alla coesistenza nazionale e sociale.
- Raggiungere una comprensione delle culture e delle civiltà umane esige da parte dei musulmani partecipare agli accordi fra le civiltà dell'umanità e utilizzare questa comprensione per raggiungere e tutelare la pace nel mondo.
- Interazione e comunicazione con i seguaci delle scuole di pensiero islamiche per raggiungere l'unità dell'Ummah musulmana e indebolire il fanatismo e l'antagonismo".
La Conferenza ha discusso approfonditamente a proposito delle passate esperienze di dialogo fra musulmani durante gli ultimi cinque decenni. Ora è il momento del dialogo con i rappresentanti delle altre religioni. A questo proposito la Conferenza ha stabilito quanto segue:
"Essere aperti al dialogo in tutti gli ambiti che hanno influenza sulla vita contemporanea, siano essi politici, accademici e legati ai mezzi di comunicazione sociale e non confinare questi temi solo all'ambito religioso.
- Cercare il dialogo con tutte le parti che assumono atteggiamenti anti islamici per spiegare loro le realtà dell'Islam e chiarire concetti erronei che causano oltraggio all'Islam".
La Conferenza ha anche voluto riaffermare "la necessità di promuovere il dialogo per raggiungere una comprensione e un accordo su una formula che impedisca lo scontro di civiltà".
Questa è una nostra traduzione in italiano del documento finale:
"Dopo aver rivisto le sfide che l'umanità deve affrontare, la Conferenza ha redatto una Dichiarazione rivolta a tutti i governi, le organizzazioni e i popoli indipendentemente dalle loro religioni e culture, esortandoli a fare quanto segue:
1. Promuovere la comprensione fra loro e noi che crediamo in Dio quale creatore, adoriamo lui solo e cerchiamo la guida che Egli ha rivelato ai suoi profeti e ai suoi messaggeri.
2. Opporsi alla ingiustizia, alla tirannia, al despotismo e all'egemonia e aiutarsi reciprocamente a porre fine alle guerre, ai conflitti e problemi internazionali. Cooperare per promuovere una cultura di tolleranza e di dialogo, sostenere le istituzioni che lo sostengono. Utilizzare il dialogo come strumento per ottenere comprensione, cooperazione e pace nel mondo. Desistere dallo sprecare le risorse umane e dallo sfruttamento delle qualità degli individui nella produzione di armi di distruzione di massa che minacciano il futuro della Terra.
3. Cooperare alla promozione di valori morali e alla elaborazione di disposizioni etiche internazionali che resistano all'attacco della deviazione morale, combattere i rapporti extraconiugali e fornire soluzioni ai pericoli che insidiano la famiglia in modo da garantire il diritto di tutti a vivere in seno a una famiglia felice.
4. Operare insieme come abitanti della Terra secondo la volontà di Dio che ha autorizzato nostro Padre Abramo e la sua progenie a riformare la Terra e a porre fine all'aggressione al diritto delle generazioni future di vivere in un ambiente libero da qualsiasi tipo di inquinamento. Minimizzare i pericoli del danno ambientale con azioni comuni volte a mitigare le sue conseguenze e a promuovere progressi tecnologici industriali.
5. Cooperare con la comunità internazionale per eliminare la corruzione, l'infelicità, alle quali bisogna porre rimedio mediante la misericordia di Dio, che è l'essenza del messaggio inviato al profeta Maometto: "Non ti mandammo se non come misericordia per il creato" (Il Sacro Corano, 21, 107)".

(©L'Osservatore Romano - 16 luglio 2008)

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