16 luglio 2008

Botta e risposta fra il senatore Cossiga e Famiglia Cristiana: "Sulla sicurezza citato a sproposito" (Il Tempo)


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Alcune espressioni usate dal Presidente sono un po' "forti", ma sono certa che se ne assume la piena responsabilita'. Non vedo francamente che cosa c'entri l'otto per mille in questa storia perche', impostata cosi', sembra una minaccia e sono sicura che non e' nelle intenzioni del senatore.
R.

Lettera al direttore di Famiglia Cristiana

«Citarmi sulla sicurezza è stato un errore»
La Chiesa rinunci all'8 per mille e si scusi con Maroni


FRANCESCO COSSIGA

Caro Direttore di Famiglia Cristiana, sono un suo lettore affezionato, così come di altri giornali "cattolico-progressivi" da Il Regno a l'inglese The Tablet e l'americano "America". Leggo anche giornali teocon, e per di più teologicamente ratzingeriani: ma sono giornali un po' noiosi, perché, a differenza del settimanale da Lei diretto non pubblicano pagine intere di ritratti di belle gnocche in "tanga"; ma le esigenze della pubblicità sono quelle che sono, e allora belle tette al vento", perché "omnia coperantur in bonum".
Nel pezzo dedicato al diritto degli islamici di pregare, io sono citato in modo sbagliato rispetto ai problemi della sicurezza. Anzitutto, tanto io credo nel carattere fondamentale del diritto alla libertà religiosa che penso debba prevalere anche sul diritto alla libera circolazione per le strade di Milano.
In secondo luogo io sono dell'opinione che il Card. Tettamanzi dovrebbe aprire il Duomo di Milano agli islamici per le loro preghiere ancor più, assegnare permanentemente loro la Basilica di Sant'Ambrogio, elevandola a Moschea, magari per bilanciare le cose, con il nome di: Myriam.
E perché Famiglia Cristiana non si fa promotrice di una petizione per l'esproprio di una Sinagoga e la sua trasformazione in moschea?
Inoltre, a differenza di voi che spesso avete taciuto su questo argomento, ho sempre difeso, da liberale prima che da cattolico, il diritto del Papa, dei vescovi, dei presbiteri e anche dei laici di esprimere giudizi su fatti, avvenimenti e iniziative politiche ancorché rientranti nell'ambito delle istituzioni dello Stato. Considero il Cardinale Tettamanzi un bravo prete, un modesto teologo e un pastore un po' avventato, non molto dotato di potestà di governo tanto da aver scelto per la sua Curia alcuni monsignori cretini e imprudenti.
Ho sempre espresso un giudizio negativo nei confronti della legge sulla sicurezza e ho polemizzato così duramente col Ministro dell'Interno, l'amico Maroni, da dovergli poi chiedere pubblicamente scusa.
Ma io sono un cattolico e un laico e non credo che nell'ordine temporale né Tettamanzi né un suo pretonzolo di curia abbia il diritto di insultare un Ministro della Repubblica, specie dopo che in tempi non molto lontani la Chiesa d'Italia si è battuta con grande successo non certo per la libertà scolastica, ma per il contributo forzoso dell'otto per mille alla Conferenza Episcopale, tanto che quando si è parlato in altissima sede di materie non negoziabili mi è sembrato, talvolta, che per alcuni vescovi esse non fossero il rifiuto dell'aborto, l'eutanasia o il riconoscimento del matrimonio tra omosessuali, ma… l'Otto per mille e l'esenzione dall'Ici degli edifici della Chiesa.
Il recente episodio fa chiedere a me cattolico se forse non sia venuto il momento di superare il Concordato e di superare anche l'Otto per mille, così il Cardinale Tettamanzi e suoi pretonzoli di Curia, non essendo foraggiati dallo Stato Italiano, avranno, salvo la buona educazione, anche la non discutibile facoltà di insultare chi li ha pagati, tra cui il Ministro Maroni.

© Copyright Il Tempo, 16 luglio 2008 consultabile online anche qui.

1 commento:

brustef1 ha detto...

Assolutamente geniale.