16 luglio 2008
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DAL NOSTRO INVIATO A SYDNEY
SALVATORE MAZZA
Da due giorni è lui a dominare le prime pagine. Dal suo arrivo all’aeroporto alle passeggiate nel parco del Kenthurst Study Center, le foto di Benedetto XVI riempiono i giornali australiani, mentre le immagini scorrono e riscorrono sulle tv. E in attesa dei discorsi ufficiali, i servizi rimacinano le parole pronunciate dal Papa sull’aereo, cronache – talora con vistose licenze giornalistiche – su come trascorra le sue giornate di riposo e racconti sul grande raduno che si va preparando sulla baia.
Il tema dell’ecologia e la questione dei preti accusati di pedofilia tengono ancora banco nei dibattiti.
Ma se lunedì, aprendo i quotidiani di Sydney, si poteva essere autorizzati a pensare che quasi Papa Ratzinger fosse venuto quaggiù apposta per sostenere la sentitissima causa ambientale e per «chiedere scusa» per gli abusi, già ieri un certo equilibrio è stato ristabilito. Equilibrio un po’ schizofrenico, davanti al paradosso di un raduno salutato con affetto e, nel complesso, molto rispetto e l’ipercriticismo di chi mette sotto il microscopio ogni singola parola, se ancora dall’Australian al The Sydney Morning Herald al Daily Telegraph si affacciavano le rivendicazioni dei vari gruppi per i quali, per esempio, le «scuse» di Benedetto XVI «ancora non bastano».
Un qualcosa che Gerard Henderson, direttore esecutivo del Sydney Institute, addebita in un editoriale apparso ieri sul The Sydney Morning Herald ai cosiddetti «sneering secularists», che si può tradurre come «i secolaristi sogghignanti», quegli «europei liberal – spiega – che guardano ai credenti come se venissero da Marte». Henderson, nel dichiararsi «agnostico » anche se «educato in una scuola cattolica», rileva come quell’atteggiamento finisca, in sostanza, per rinchiudere il cattolicesimo nel piccolo recinto dei suoi errori, non solo dimenticandosi tutto il resto ma finendo addirittura per attribuirgli responsabilità che certo non gli competono. «È certo benvenuto – osserva Henderson – ciò che il Papa ha detto a proposito degli abusi sessuali compiuti da alcuni preti cattolici.
Ma sarebbe appropriato che altri gli rivolgessero un sentito ringraziamento per quanto i religiosi cattolici hanno fatto nel campo dell’educazione dei giovani, della cura degli infermi e dei morenti qui e in tutto il mondo». E conclude, con un pizzico di sarcasmo: «Non sentirai questo tipo di lode da parte degli 'sneering secularists'.
Ma neppure troverai, da nessuna parte, una scuola o un ospizio portato avanti da loro». Difficile dargli torto.
© Copyright Avvenire, 16 luglio 2008
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