2 marzo 2007

Strepitoso articolo de "Il Foglio"


PARLA IL VESCOVO (E MUSICISTA) RUSSO ORTODOSSO ILARION
Perché il viaggio di Ratzinger a Mosca si avvicina sempre di più

Roma. “Negli ultimi due anni, da quando è stato eletto Benedetto XVI, le relazioni tra la chiesa ortodossa e quella cattolica si sono molti intensificate e tra Mosca e Vaticano si sono fatti passi significativi”. Il vescovo russo ortodosso e musicista Ilarion di Kerch, a Roma per preparare l’esecuzione della sua “Passione secondo Matteo” (il prossimo 29 marzo all’Auditorium di via della Conciliazione), spiega al Foglio il proprio ottimismo sul futuro del dialogo ecumenico tra la chiesa cattolica e quella ortodossa, “che si sviluppa ormai su diversi livelli, come dimostra la diffusione, anche al di fuori dell’ortodossia, dell’icona.
La quale, con la sua forza storica, simbolica e liturgica, già da tempo è uscita dai confini dell’ortodossia e si può ammirare nelle case e nelle chiese cattoliche, segno di un ecumenismo che già avviene senza un particolare prescrizione o indicazione dall’alto ma che non è meno importante del dialogo ufficiale”.
A giudizio di Ilarion, la visita del Papa a Mosca non è lontana ma anzi “molto probabile.
Dovrebbe però prima essere preceduta da un incontro preliminare con il Patriarca su ‘campo neutro’.
Da oltre dieci anni stiamo lavorando per realizzare questo storico incontro”. Dieci anni durante i quali si sono avute anche battute d’arresto e momenti molto difficili, “perché ‘preparazione’ non significa semplicemente risolvere problemi protocollari ma trovare una soluzione comune ai problemi che dividono le chiese”. Nella concreta speranza che oggi quella visita storica si realizzi conta molto l’atteggiamento di Benedetto XVI: “I contatti tra le chiese si sono intensificati, e nel mondo ortodosso l’attuale Pontefice gode di grande stima”.
Ilarion, nato nel 1964, si ricorda di quando la Russia era in ceppi: “Laggiù, per settant’anni, c’è stata una situazione contro natura.
L’ideologia ateista è stata creata artificialmente, e non appena è caduta l’Urss si è sgretolata anch’essa. Le persone sono ritornate alle loro radici, a ciò che per loro è naturale, a credere in Dio”. Il vescovo di Kerch è felice di raccontare della grande ripresa della religione in Russia, ma non nasconde che la rinascita è spesso accompagnata da una grande confusione. “Non abbiamo crisi di vocazione ma, al contrario, assistiamo a una ‘crisi da eccesso’. Al tempo stesso ci sono segnali opposti. Il cristianesimo è visto troppo spesso come se fosse soltanto una un’identità culturale; c’è una netta differenza tra chi si dichiara cristiano e chi pratica effettivamente. Davanti a noi si apre quindi un’opera missionaria molto vasta: spiegare che cosa vuole dire essere cristiano.”
Ilarion fa un’inquietante diagnosi su ciò che accade in occidente e soprattutto in Europa.
Dove, dice “è manifesta la volontà, da parte di molti politici, di eliminare totalmente la chiesa dal campo sociale e di trasformarla in una questione privata, personale. Vi insegnano che potete credere in Dio e andare in chiesa, purché sia un affare privato. La vostra vita sociale non deve essere determinata dai vostri valori cristiani. Io ritengo che questa sia una persecuzione occulta, strisciante. Cristo non ha fondato la chiesa perché si nascondesse negli appartamenti privati. La chiesa ha una missione sociale. Il ruolo sociale della chiesa dev’essere riconosciuto”.
Ilarion fa l’esempio della reazione alla lezione di Ratzinger a Ratisbona, che in occidente ha suscitato polemiche anche molto tempestose: “Politici e giornalisti hanno accusato il Papa di non essere ‘politicamente corretto’, c’è anche chi ha detto che in quell’occasione egli avrebbe parlato come professore e non come capo di una chiesa. Nella chiesa ortodossa, invece, la lezione del Papa è stata accolta con grande favore. Anzi, anche quei teologi che in genere sono molto critici nei confronti della chiesa cattolica, hanno dimostrato solidarietà nei confronti del Papa”. Il suo merito, prosegue Ilarion, è quello del coraggio: “Non si può sempre essere politicamente corretti, se vogliamo parlare di questioni concrete, reali.
Quel discorso è stato proprio il tentativo di toccare problemi scottanti, che esistono. Il coraggio del Papa non ha fatto che aumentare la stima nei suoi confronti, già presente da parte della chiesa ortodossa”.
Anche se Ratzinger preferisce Mozart e il vescovo Ilarion Bach, il fatto è certo: la musica del dialogo ecumenico è sempre più armoniosa.
Andrea Monda

Il Foglio, 2 marzo 2007

Ecco gli articoli che mi piace leggere!!!
Ogni giorno scopriamo sempre nuovi frutti della lectio di Ratisbona.
Sono molto felice del fatto che la Chiesa Ortodossa stimi il Papa per il suo coraggio, oltre che per la sua preparazione teologica.
Eccezionale la "frecciatina" del Vescovo Ilarion nei confronti dei politici e dei giornalisti (anche vaticanisti) occidentali e, in particolare, italiani che vorrebbero un Pontefice sempre e comunque "politicamente corretto".
Credo che certuni dovrebbero riconciliarsi con se stessi: desiderano un Papa politico o un Papa pastore della Chiesa Universale?

1 commento:

euge ha detto...

dall'articolo pubblicato sul Foglio, pare che il viaggio di Benedetto XVI in Russia sia piu' imminente di quello che si possa pensare. Molto, come ho detto gia' in un post precedente, e' dovuto al discorso di Ratisbona ed al successivo viaggio in Turchia.
E' assolutamente incredibile come una persona che viene vista come una porta non dico aperta ma, spalancata verso la probabile ed a questo punto auspicabile via di riconciliazione tra cristiani ed ortodossi, viene ancora visto in Italia come unapersona dura, gretta ed ostinata alla difesa della dottrina e di quei principi e valori che sono alla base della vita di un'uomo.
Mi viene da pensare, a tutte quelle persone e non parlo solo di quelle contrarie a Benedetto XVI ma, anche di quei cristiani cattolici, che addirittura non sono d'accordo sulle prese di posizione della chiesa del tutto legittime, su quei principi che dovrebbero essere alla base della vita dell'uomo. A tutte queste persone dico.......... ne riparleremo se Dio vorra' quando Bendetto XVI camminera' sulla Piazza Rossa.
- Sempre con Benedetto XVI -
Eugenia