2 giugno 2008
Benedetto XVI e il suo editore (Salis)
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I progetti della Libreria editrice Vaticana
Benedetto e il suo editore
Numeri in crescita, apertura al mercato, alla comunicazione e anche ai laici. Ma soprattutto la gestione e tutela dei diritti di un autore unico: il papa
di Stefano Salis
Non si sa bene se definirlo un prete prestato all'editoria o un editore in forza alla Chiesa. Di certo pubblica un autore che tutti gli invidiano. Anzi, da quando lui è al timone della casa editrice, quell'autore ha "fatto ritorno" a casa. Don Giuseppe Costa, 62 anni, siciliano di Gela è da quasi un anno direttore della Libreria Editrice Vaticana. Salesiano, manco a dirlo.
In Vaticano, infatti, la cultura è saldamente in mano ai salesiani ( «l'attenzione alla comunicazione è sempre stata parte della nostra cultura», si schernisce Costa). Terzo direttore consecutivo salesiano della Lev, dipende direttamente dal segretario di Stato vaticano, Tarcisio Bertone (ovviamente salesiano...). Master in editoria a Stanford, un passato da direttore editoriale alla Sei e alla Elledici, ha molti progetti per il futuro. Su tutti quello di fare della Lev un editore vero e proprio. «Il nostro compito è quello di pubblicare e diffondere i documenti del magistero papale e dei dicasteri vaticani. Ma accanto a questo cercheremo di essere più attenti al mercato. Vorrei riportare l'Editrice al centro dell'agorà mediatica, con testi di approfondimento e dibattito, dal momento che la religione è più che mai al centro dell'attenzione».
Il giro d'affari è di circa 10 milioni di euro all'anno («ma cresceremo ancora... »), con bilanci in positivo (circa un milione all'anno), 36 dipendenti, quasi 3500 titoli in catalogo e un ruolino di marcia di più di cento novità.
Ottimi i dati di vendita: Benedetto XVI è un autore che "sfonda" non solo tra i cattolici ma anche nella parte laica della società. «C'è molto interesse intorno alla sua dottrina».
La sola «Collana del Magistero », escluse le encicliche, ha già venduto 600 mila copie. Le encicliche hanno numeri a parte. La Spe salvi, non appena uscì salì fino a 1,3 milioni di copie vendute in economica (e altre 50 mila in edizione rilegata), la precedente,
Deus Caritas est, aveva toccato 1,5 milioni in economica e 100 mila copie nell'edizione rilegata (in coedizione Lev, Cantagalli e San Paolo). Tutto questo solo per l'italiano.
Perché poi vanno aggiunte tutte le traduzioni. È qui il cuore della Lev. «Noi gestiamo e tuteliamo il copyright delle opere del papa. È un autore, e in questa qualità va trattato. Per le sue opere noi valutiamo il progetto dell'editore che vorrebbe pubblicarlo e chiediamo delle royalties. Come fanno tutti gli editori del mondo». In Italia il ritorno dei diritti di pubblicazione del papa alla Lev non fu preso bene dagli editori cattolici e le polemiche non sono mancate. Don Costa minimizza: «C'era scarsa abitudine a contrattare i diritti. In Germania o in America non c'è stato nessun problema. Ma ora gli editori anche qui hanno capito il nostro lavoro». Le condizioni non sono uguali per tutti: si decide di volta in volta. «Al monastero di Vitorchiano è chiaro che non facciamo pagare diritti, ma nemmeno la Herder, che pubblicherà a dicembre l'opera omnia in tedesco del papa ha pagato diritti. È un'opera meritoria e il papa in persona ha promesso all'editore la gratuità. Noi valuteremo sulle traduzioni». I diritti vanno dallo 0% fino al 9% sul prezzo di copertina. Tra i primi casi trattati con questa logica c'è stato il bestseller del Gesù di Nazaret edito da Rizzoli.
«Adesso è appena uscita la nuova Bibbia della Cei. Anche con loro siamo riusciti a rinegoziare le royalties.
Per il prossimo sinodo ci sarà una speciale edizione per i padri sinodali, con testo ebraico, greco, inglese e spagnolo. Oltre a quello latino della Vulgata, della quale noi deteniamo i diritti...». A settembre, invece, uscirà l'edizione della Bibbia Uelci (unione editori cattolici); da Natale in poi qualsiasi editore potrà ripubblicare la Bibbia, pagando però i diritti.
Don Costa, con piglio da vero editore, dà comunque per archiviate le faccende economiche e legali dei diritti di Benedetto XVI.Piuttosto guarda all'altra parte della casa editrice. «Oltre ai testi devozionali noi vogliamo sviluppare e supportare la maturazione culturale del dibattito religioso». I libri della Lev – stampati nella Tipografia accanto, subito dietro la porta di S.Anna («con ritmi anche sostenuti: quando c'è da approntare un'enciclica si lavora giorno e notte») – «devono migliorare dal punto di vista editoriale. Quindi grafica più accurata e crescita di professionalità di tutto il personale della casa editrice». Costa non esclude anche l'apertura ad autori provenienti da area laica, sebbene i bestseller provengano da autori cattolici («ora sto dando la caccia a Ravasi... », sorride) e vadano molto, soprattutto in America, i manualetti del tipo «l'essenziale per il cristiano » (uno, curato da monsignor Principe, è oltre le 50 mila copie), ma anche l'Enciclopedia della preghiera (due tomi, costo adeguato) ha già superato le 4000 copie a pochi giorni dall'uscita. La Lev, infine, si sta preparando a una migliore distribuzione. Raggiungere la libreria resta l'obiettivo principale dell'editore. «Il 3 giugno apriremo una grande libreria in piazza di Spagna, nel palazzo di Propaganda Fide». Ospiterà non solo i libri Lev, ma anche testi di altre edizioni. Il mercato, dopo tutto, vive (ed è fatto) di concorrenza. E anche in Vaticano si attrezzano per starci nel migliore dei modi.
© Copyright Il Sole 24Ore, 1° giugno 2008
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