1 giugno 2008
Il cardinale Bagnasco risponde ai giornalisti sui rapporti fra Chiesa e società (Agi)
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Riceviamo e molto volentieri pubblichiamo questa sintesi di Salvatore Izzo a proposito delle risposte che il cardinale Bagnasco ha dato ai giornalisti al termine dell'Assemblea generale della Cei.
R.
GOVERNO: BAGNASCO, LO GIUDICHEREMO DAI RISULTATI
(AGI) - CdV, 30 mag. - La Chiesa Italiana si riserva di giudicare l'operato del Governo in risposta alle esigenze del Paese. E' questo in sintesi il messaggio per Berlusconi emerso dall'Assemblea della Cei. Lo ha spiegato il presidente Angelo Bagnasco, che rispondendo ai giornalisti ha chiarito anche di non avere in agenda appuntamenti con il premier ''almeno per ora''.
Il cardinale ha rifiutato pero' di associarsi alle lamentazioni di Famiglia Cristiana riguardo alla scarsa rappresentanza del mondo cattolico nell'Esecutivo. ''I cattolici - ha scandito - non sono necessariamente quelli che vivono all'interno di un'esperienza specifica o di un movimento, grazie a Dio la chiesa e' diffusa sul territorio. Poi noi guardiamo i frutti e i buoni frutti possono venire da qualunque parte''.
Bagnasco ha pure chiarito che ''non era in agenda una riflessione sui risultati elettorali''. ''Prima delle elezioni - ha ricordato - avevo auspicato una forte presa di coscienza in ordine alla partecipazione al voto, come espressione della democrazia, e avevo auspicato qualunque fosse poi l' esito si instaurasse un clima collaborativo e costruttivo, dando voce a quel sentire diffuso della gente che auspicava un impegno di tutti i rappresntanti del Parlamento per affrontare in modo efficace i problemi della gente. Oggi - ha continuato - non posso che notare come un fatto positivo la partecipazione alta all'evento democratico e la spinta di uno spirito costruttivo al di sopra di interessi di parte''. (AGI)
In proposito il presidente della Cei ha rivendicato l'autonomia della Chiesa dal potere politico: ''l'altare - ha detto - non e' al servizio del trono, cosi' come il trono non e' a servizio dell'altare''. La Cei, ha spiegato, non solo rifiuta una visione integralista dei rapporti tra fede e politica ma intende proporre valori condivisibili da tutti. ''Ci sono - ha ricordato il porporato - umanesimi diversi dal punto di vista culturale: c'e' quello di stampo personalista dove la concezione e' sostanzialmente relazionale, e quello di stampo piu' individualista, dove la persona e' un'isola tra le isole. Ma penso - ha aggiunto - che tutte le forze in campo sempre piu' si ispirino a una concezione dove il valore della relazione sia sorgente ispirativa e fondante di decisoni concrete. Non credo assolutamente - ha continuato - al pericolo di una 'religione civile'. In tutto il mondo la fede ha una ricaduta sociale, ma questo non comporta la creazione di una religione a servizio del trono e viceversa. Le tentazioni anche in questo campo sono umane ma noi sappiamo che la laicita' attinge allo stesso Vangelo nel quale riponiamo la nostra fede, e' cioe' un alore radicato, al quale la Chiesa tiene sia per il bene dello Stato che per il bene della Chiesa stessa il cui compito e' sicuramente quello di essere sale e lievito della storia, ma anche luce sopra il candelabro e citta' posta sopra il monte: immagini che sono configurate insieme''.
Del resto, ha sottolineato Bagnasco, ''fede e ragione non parlano linguaggi opposti, ma la ragione viene assunta dalla fede come ci dice Benedetto XVI che e' un attento oltre che capace utilizzatore di questo linguaggio inclusivo''. Ed anche l'immagine del sagrato evocata dal presidente Cei nella prolusuone ''vuole essere un simbolo, l'indicazione che esiste un terreno d'incontro come e' tradizione nella storia del cattolicesimo italiano, per il quale il sagrato e' sempre stato uno spazio di congiunzione e di dialogo tra la Chiesa e il mondo, tra il sacro e il profano, uno spazio di incontro che testimonia la prossimita' della Chiesa, in forme che vanno oltre le comuni iniziative pastorali''.
Esiste pero', ha rilevato il card. Bagnasco in riferimento alle recenti dichiarazioni di Massimo D'Alema, una difficolta' a comprendere questa realta', della quale talvolta si coglie solo ''un'immagine politica''. Per il presidente Cei, ''non ci sono forme e volonta' di ingerenze nelle cose pubbliche. I vescovi semplicemente esercitano il loro magistero sui temi dell'etica, servono serenita' e oggettivita' nel riferirlo, perche' questo possa essere capito''.
I mass media, cioe' ''dovrebbero dare una corretta informazione'' su quanto Papa e vescovi dicono. E se ''e' difficile sintetizzare un'enciclica in un articolo'', come ha ammesso Bagnasco, ''neanche si possono accettare le procomprensioni da parte dei media''.
In tema di comunicazione, ha poi concluso Bagnasco allargando il suo ragionamento all'intero sistema dell'informazione, ''tutti siamo convinti della grande responsabilita' che i mass media hanno in ordine alla formazione della cultura: auspico che prevalga il positivo nella comunicazione delle cose, non perche' vogliamo chiudere gli occhi davanti alla realta' delle cose, nella quale c'e' anche una schiuma negativa, che esiste ma e' appunto schiuma. Sarebbe auspicabile dare un'informazione piu' attenta a cio' che di buono c'e' e che dovrebbe essere riconosiuto''.
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IMMIGRATI: BAGNASCO, CPT NON POSSONO DIVENTARE PERMANENTI
(AGI) - CdV, 30 mag. - ''Cio' che deve essere temporaneo non si allunghi troppo e soprattutto non diventi permanente''. E' questo l'auspicio espresso in merito alla riforma dei Cpt dal presidente della Cei Angelo Bagnasco, che ha parlato di immigrazione nella conferenza stampa conclusiva dell'Assemblea dei vescovi italiani. ''Tutti speriamo - ha detto - che qualunque provvedimento sia varato dal Parlamento si faccia salvo il duplice principio della sicurezza, che giustamente deve essere assicurata ai cittadini, e dell'accoglienza che caratterizza la storia stessa del nostro popolo''. ''Chiedo a voi - ha aggiunto il cardinale rivolto ai giornalisti che gli avevano chiesto di commentare i recenti episodi di intolleranza - chi voglia essere tollerato, penso che si debba parlare di rispetto e accoglienza''. Per Bagnasco ''occorre uno sforzo educativo che non prescinda dal senso della realta' ma nemmeno dimentichi il riferimento ai valori del nostro popolo''.
Le stesse considerazioni il presidente della Cei le ha poi estese al problema degli zingari: ''la Chiesa Italiana - ha ricordato - promuove la Fondazione Migrantes, che nella sua ricca articolazione interna cerca di offrire una risposta pastorale al grande mondo dei migranti e itineranti, con attenzione al mondo degli zingari. La Chiesa, quando puo' farlo, ha persone dedicate questa pastorale''.
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SCUOLE CATTOLICHE: BAGNASCO, ''PUBBLICHE A TUTTI GLI EFFETTI''
(AGI) - CdV, 30 mag.
Il sostegno invocato ieri dal Papa per le scuole cattoliche non viola affatto il dettato costituzuionale. Ne e' convinto il card. Angelo Bagnasco, che nella conferenza stampa conclusiva dell'Assemblea Cei ha ricordato che ''in Italia l'attuale sistema educativo prevede la scuola pubblica'', e non piu' ''la suddivisione tra scuola statale e scuola privata''. ''La scuola pubblica - ha continuato - puo' essere statale o parificata, ma sempre all'interno dell'ordinamento scolastico nazionale del quale lo Stato e' garante.
E se dunque tutte le scuole che rientrano in tale ordinamento fanno servizio pubblico non e' corretta per gli istituti cattolici che rispettano tali requisiti (e sono la stragrande maggioranza) la dizione di scuola privata'', che esclude il sostegno pubblico.
''Come vescovi - ha scandito Bagnasco - auspichiamo che sia riconosciuta la liberta' educativa dei grenitori, cioe' la liberta' che compete loro di offrire la forma educativa che ritengono piu' consona, si tratta di un diritto dovere che nessuno puo' sostituire''. E dunque ''l'intervento a sostegno della scuola cattolica da parte delle Istituzioni non e' un privilegio per quel tipo di scuola ma tiene presente un diritto irrinunciabile''. (AGI)
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