8 giugno 2008
La Nota di Massimo Franco: L'asse governo-Papa sottolinea i ritardi del centrosinistra (Corriere)
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La Nota di Massimo Franco
L'asse governo-Papa sottolinea i ritardi del centrosinistra
Preoccupazione nel Pd per la distanza crescente con il mondo cattolico
Le immagini dell'incontro fra Silvio Berlusconi e Benedetto XVI sono diventate una specie di lente d'ingrandimento degli errori e del ritardo culturale del centrosinistra. La tentazione di considerare l'asse fra Santa Sede e Palazzo Chigi come frutto di un patto di potere serpeggia, nel Pd. Eppure, a parte le punte anticlericali dalemiane e, all'opposto, i tentativi sdrammatizzanti della ex Margherita, la consapevolezza della crisi cresce. Mai come dopo le elezioni del 13 e 14 aprile diventa evidente il tramonto di una presenza in politica etichettata come cattolica. Sotto voce, si ammette che «la gioia» irrituale del Papa dopo il voto è condivisa non solo in alto ma in molte parrocchie.
D'altronde, quando il presidente delle Acli, Andrea Olivero, avverte il Pd dicendo che anche i suoi militanti «iniziano a guardare più a destra», segnala un piccolo terremoto culturale. E l'offensiva iniziata da Francesco Rutelli contro l'iscrizione del partito di Walter Veltroni al gruppo socialista europeo, sembra mescolare ad una polemica tattica un problema obiettivo.
Il biennio scarso del secondo governo di Romano Prodi, considerato il simbolo dei «cattolici democratici» alleati delle sinistre, finisce sancendo l'esaurimento di quella esperienza: anche se dichiararlo apertamente non è facile, per il Pd. In fondo, perché si aprissero gli occhi è stata necessaria la sconfitta.
Quello schiaffo dato dagli elettori ha umiliato l'idea di una minoranza-calamita, in grado di compattare mondo cattolico e sinistre; e di proiettarli verso il potere con un progetto vincente. Dalle urne i «cattolici democratici» riemergono col dubbio di essere diventati elitari e settari; insomma, di essere non solo minoranza, ma minoritari. Anche perché la metamorfosi si è compiuta sul piano di valori sociali come la richiesta di sicurezza e di coesione, e molto meno su istanze religiose. La stessa Chiesa italiana ha capito da tempo che il futuro ed il consenso si giocano su quel versante. Idem Berlusconi, che ha intercettato un cambiamento additato qualche giorno fa da Angelo Bagnasco, presidente della Cei.
Giorgio Tonini, consigliere di Veltroni proprio su questi temi, intravede in quanto sta accadendo «la fine della specificità cattolica»: espressione difficile, ma che forse, in positivo, indica una partecipazione alla vita politica senza etichette né collateralismi religiosi. Europa, quotidiano che riflette posizioni e dilemmi del Pd, comincia a mettere in fila i frammenti. E prende corpo un panorama di macerie, provocate da analisi autoreferenziali; e da una visione stereotipata di un mondo cattolico che invece si è mostrato libero da logiche di schieramento, e alla fine incline o costretto a identificarsi in gran parte con l'Italia moderata.
Ad un Veltroni convinto dell'esigenza di rompere i vecchi schemi, il ritorno a sinistra e gli attacchi alla Santa Sede proposti di recente da Massimo D'Alema probabilmente appaiono una risposta tanto facile quanto sbagliata.
L'alternativa è il dialogo con un governo appoggiato dal Vaticano anche perché cerca l'intesa col Pd; ed il tentativo di ricostruirsi un'identità sotto il sole bruciante di una traversata del deserto. A meno che in qualcuno non si insinui la convinzione che il Pd ha già mancato il suo scopo, non avendo preso voti nel centrodestra. Se accadesse, i rapporti con le gerarchie cattoliche o il Pse diventeranno uno dei pretesti, o delle ragioni, per rimettere tutto in discussione.
© Copyright Corriere della sera, 7 giugno 2008
Caso Sapienza: il fatto che nessuno cita! Quella e' forse stata la boa, il punto di non ritorno, la fine di un Cattolicesimo muto (perche' alleato con la frangia anticlericale) di fronte agli insulti al Papa ed alla Chiesa.
R.
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2 commenti:
Buon giorno, si, Raffaella, il caso Sapienza è stato, come dire, il culmine di una serie di ostilità del governo Prodi verso la Chiesa (Bioetica, DICO, questione ICI). Le ultime elezioni hanno sancito che i cattolici democratici (o "adulti") non solo sono sempre più minoranza nel PD, ma sono ormai un problema per la coesione stessa del mondo cattolico, perchè combattono alla radice la linea attuale della Chiesa, cioè la concezione della religione come elemento di rilevanza pubblica (ma lontana dall'obiettivo del "partito cattolico"). Insomma, hanno il timore di essere tacciati di ingerenza nelle cose della politica da parte della componente più identitaria della sinistra, così se ne stanno zitti relegando la religione a fatto privato. Loro sì che sono subalterni al Potere, e con tutto ciò accusano la Chiesa di essere subalterna a "questo Governo" (accusa del tutto inconsistente: vedasi la netta presa di posizione della Chiesa sul progetto di introdurre nell'ordinamento il reato di immigrazione clandestina)
Cara Carla hai ragione....... Il caso sapienza è stato il massimo credo dell'indecenza e dell'affronto. Se andiamo a vedere bene, la chiesa non è subalterna a nessuno ma, è chiaro che ognuno la vorrebbe subalterna ai propri scopi politici e non.
Ovviamente, tutti compreso il Corriere, basta leggere il titolo di questa nota, che parla di asse governo - Papa come se ci fosse chissà quale accordo sotterraneo per soggiocare la credulità dei cattolici non adulti, la dice lunga sul pensiero di certi correnti politiche e non che poi, sono sempre le stesse, con le quali abbiamo a che fare ogni giorno! Di fatto, la chiesa ha preso posizione con questo governo, come lo ha fatto con l'altro ma, sai Carla quando le cose evidenti non si vogliono vedere, non si vedono.
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