7 giugno 2008
PAPA: ANTONELLI DA FIRENZE AL CONSIGLIO PER LA FAMIGLIA (Agi)
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Riceviamo e molto volentieri pubblichiamo:
PAPA: ANTONELLI DA FIRENZE AL CONSIGLIO PER LA FAMIGLIA
(AGI) - CdV, 7 giu.
Salvatore Izzo
Il card. Ennio Antonelli e' stato nominato dal Papa nuovo presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia. Lascia dunque la diocesi di Firenze, dove era arcivescovo da sette anni. Alla guida del dicastero per la Famiglia prende il posto del cardinale colombiano Lopez Truijllo, deceduto un mese fa. A Firenze dovrebbe essere sostituito da mons. Giuseppe Betori, attuale segretario generale della Cei.
La nomina di Antonelli al Pontificio Consiglio per la Famiglia e' stata decisa da Papa Ratzinger in tempi molto rapidi per una ragione precisa: il dicastero e' impegnato nella preparazione dell'Incontro Mondiale delle Famiglie che si terra' a Citta' del Messico, dal 13 al 18 gennaio 2009.
A favore di Antonelli ha giocato la grande stima che ne hanno il Pontefice e il card. Camillo Ruini, che lo volle alla segreteria della Cei dal 1995 al 2001. L'incarico al quale e' stato chiamato e' di grande rilevanza perche' il tema della famiglia rappresenta il terreno di piu' intenso confronto tra la Chiesa e le societa' moderne, e Antonelli e' sembrato la persona giusta anche perche' lo scorso gennaio e' stato l'autore di un documento su ''L'amore cristiano in famiglia'' molto apprezzato dal Pontefice e dal suo vicario. Diretto ai fiorentini il card. Ruini ha voluto infatti che fosse distribuito anche in tutte le chiese di Roma.
Il card. Antonelli e' nato a Todi il 18 novembre 1936 ed e' stato alunno del Pontificio Seminario Romano Maggiore e della Pontificia Universita' Lateranense. Sacerdote dall'aprile 1960 ha insegnato lettere e storia dell'arte nei licei e poi dogmatica all'istituto teologico di Assisi. Nel maggio 1982 e' stato nominato vescovo di Gubbio e promosso a ottobre '88 arcivescovo di Perugia-Citta' della Pieve. Membro della Commissione per la dottrina della fede della Cei, ha collaborato alla nuova redazione del Catechismo degli adulti. Il 25 maggio 1995 e' stato nominato segretario generale edell'Episcopato Italiano e poi confermato nel 2000 per completare la stesura degli Orientamenti Pastorali della Cei per il decennio in corso. Il 21 marzo 2001 e' stato chiamato alla guida dell'arcidiocesi di Firenze. E' cardinale dal 21 ottobre 2003. Nel Conclave del 2005 era considerato tra i papabili.
Mons. Betori, il suo probabile successore, e' anche lui umbro (e' nato a Foligno nel 1947) ed ex docente dell'Istituto Teologico di Assisi (insegnava Sacra Scrittura).
Come direttore dell'Ufficio Catechistico Nazionale ha collaborato con Antonelli nella stesura del Catechismo degli Adulti e poi, come sottosegretario della Cei, lo ha affiancato nei sei anni della sua segreteria che sono stati quelli della preparazione del Grande Giubileo del 2000. Resta per il momento ausiliare di Firenze mons. Claudio Maniago, al centro di polemiche per non aver dato rapidamente corso a denunce riguradanti un anziano sacerdote, gia' suo padre spirituale, don Cantini, accusato di abusi sessuali. Maniago stesso e' stato poi coinvolto in un'inchiesta per episodi simili ma ha proclamato la propria innocenza e Antonelli gli ha confermato la sua fiducia.
Le linee che seguira' il nuovo presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia sono state di fatto anticipate nella Lettera pastorale ''L'amore cristiano dei coniugi''.
Per Antonelli, ''la famiglia e' il luogo privilegiato dell'amore e della vita, perche' - si legge nella lettera pastorale - e' un intreccio strettissimo di relazioni tra sessi diversi e generazioni diverse: marito e moglie, genitori e figli, fratelli e sorelle, a cui si aggiungono nonni e parenti. In essa, prima e piu' che altrove, ogni persona si sperimenta come soggetto in relazione con gli altri e trova le piu' grandi gioie e le piu' grandi sofferenze''. ''Anche in mezzo alla tribolazione - scrive il card. Antonelli - l'amore reciproco e' consolazione, mentre l'amore non corrisposto e' dolore anche in mezzo alla prosperita'''.
''Nell'amore di coppia - ricorda il documento dello scorso gennaio - dovrebbero rientrare tutte le componenti della persona: corpo, affettività, intelligenza, volonta', comportamento, apertura alla societa', alla Chiesa, a Dio. Oggi pero' e' diffusa una mentalita' che riduce l’amore a soddisfazione dell’istinto, sensazione ed emozione piacevole, benessere sentimentale. Conta cio' che si sente, cio' che e' spontaneo, gratificante, senza richiedere impegno e tantomeno sacrificio. Un tale amore merita piuttosto di essere chiamato coincidenza di egoismi ed e' volubile, effimero, soggetto a delusioni tanto piu; cocenti quanto piu' era stato caricato di attese. L'amore vero invece e' integrazione progressiva di tutte le energie vitali. Non e' qualcosa da consumare, ma qualcosa da costruire giorno per giorno, con convinzione, generosita' e tenacia''.
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